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Federmanager Roma

Manager: difendiamo il ceto medio

Editoriale del Presidente. Manager: difendiamo il ceto medio

Cari Colleghi,

Anche questo 2023 non è stato un anno semplice per la nostra categoria. Siamo stati impegnati fino allo stremo delle forze, dentro le nostre Aziende e insieme alle nostre Aziende, per mantenere in equilibrio la base economica del Paese in una situazione complicata.

La guerra all’est ci ha tagliato le forniture di energia e materie prime a basso costo, l’inflazione ha eroso il potere d’acquisto delle nostre retribuzioni e alcune pessime leggi (e peggiori attuazioni) hanno fatto esplodere in modo improduttivo il costo del reddito di cittadinanza e del bonus edilizio del 110%, vanificando in gran parte i vantaggi della sospensione del patto di stabilità e del PNRR, quest’ultimo messo anche fortemente a rischio dalla confusione parossistica della sua fase attuativa.

In questa congiuntura è stato chiesto come sempre alla nostra categoria di “tenere in piedi la baracca” proprio mentre una frenesia di panico demagogico ci ha messo nel mirino come i capri espiatori di qualsiasi problema, con i consueti attacchi alle nostre retribuzioni, alle nostre pensioni e alla nostra stessa dignità, come accade giornalmente con le infami aggressioni fisiche ai nostri colleghi medici nei pronto soccorso di tutta l’Italia.

Poiché la nostra mentalità di dirigenti ci impone in ogni caso di continuare a guardare avanti e fare comunque il nostro dovere fino in fondo, è ineludibile chiedersi con quale spirito e con quale piano strategico dobbiamo affrontare il 2024. La prima cosa da fare è – a mio avviso – volgere lo sguardo alla nostra Federmanager, che costituisce al tempo stesso il baluardo difensivo e lo strumento di manovra della categoria. E guardando Federmanager il dato che salta subito agli occhi è che, purtroppo, i colleghi in servizio sono solo un terzo degli iscritti. Sono troppo pochi. È impossibile mobilitare la forza sufficiente ad essere decisivi con una partecipazione così scarsa. Tutti si dovrebbero iscrivere, ma forse siamo proprio noi colleghi impegnati che dobbiamo trovare il metodo giusto per attrarre i colleghi che sono ancora fuori da Federmanager.

Fondamentale è, quindi, trovare le parole d’ordine per mobilitare e consolidare la forza dei dirigenti industriali insieme a tutte le altre categorie di dirigenti. Io penso infatti che il contributo degli altri colleghi dirigenti di diversi comparti è totalmente essenziale per muovere compatti verso il bene comune. Parlo dei colleghi del commercio, dei colleghi bancari, dei colleghi medici e di tanti altri che non cito perché certamente ne dimenticherei qualcuno. La classe dirigente del “middle management” di questo paese deve maturare una coscienza di appartenenza comune, altrimenti non troverà mai quella forza politica di almeno un milione di italiani che è necessaria per poter fare una nostra “marcia dei quarantamila” a favore della crescita delle imprese, dell’efficienza, della parte migliore della pubblica amministrazione e del Paese nel suo complesso.

Da ultimo non bisogna sprecare l’occasione del CCNL in scadenza a fine anno e per il quale mi onoro di avere ricevuto dal Consiglio Nazionale l’incarico di rivestire il ruolo di Capo Delegazione. Incarico per il quale sento una forte motivazione e una grande responsabilità

Mentre vi scrivo, negli ultimi giorni di novembre, la piattaforma non ha ancora avuto il placet del Consiglio Nazionale e pertanto non posso entrare nel merito di un lavoro non ancora concluso. Tuttavia posso certamente elencare alcuni argomenti e punti di attenzione di cui – pur senza entrare nello specifico – a mio avviso sarà ineludibile parlare. Argomenti che, in uno sguardo di lungo respiro, ritengo siano punti di interesse comune tra noi e la Confindustria.

 

Per prima cosa mi riferisco ad una definizione più contemporanea, chiara e ampia della categoria del Dirigente Industriale per adattarla ai nuovi modelli del lavoro manageriale. Non penso sia interesse di nessuno che la principale cinghia di trasmissione degli obiettivi aziendali sia affidata ad un modello di dirigente ormai vecchio, sia concettualmente che anagraficamente, con tutte le conseguenze che, agli enti bilaterali previdenziali e assistenziali, possono derivare da una categoria poco numerosa e anagraficamente troppo anziana.

Poi certamente dovremo parlare di un modello retributivo che difenda il concetto di welfare, anche in funzione di protezione dalla deriva demagogica che sta spingendo il Paese fino al punto in cui i sussidi valgono economicamente più del lavoro. E se i sussidi valgono più del lavoro questa è una cosa grave. Se insieme a Confindustria non difendiamo nel CCNL i pochi sgravi che ancora rimangono sopra determinate fasce di reddito, essi saranno spazzati via in breve tempo e questo non sarebbe solo un danno economico per noi ma sarebbe anche un’ingiustizia morale per tutto il Paese.

Non valorizzare e proteggere le attuali vigenti misure di detassazione significa autorizzare i governi a farle sparire alla prossima finanziaria e non utilizzarle significa regalare queste risorse all’ennesimo sussidio a pioggia su categorie improduttive. Se puniamo il lavoro eliminando gli sgravi sul welfare delle categorie veramente produttive e finanziamo la disoccupazione tramite i sussidi, avremo bassa crescita e stipendi da fame. Al netto della demagogia questa è la verità.

Dovremo poi effettuare una presa d’atto comune del dato di fatto che tutti i vertici delle aziende – compresi gli imprenditori, i top manager e i middle manager – sono sotto attacco di una deriva aizzata da una demagogia da social media che sta spingendo il Paese nella direzione di una criminalizzazione della nostra categoria. Siamo all’assurdo che proprio la categoria che tiene in piedi la nostra traballante economia viene additata come la responsabile di qualsiasi cosa di negativo accada.

Potrei fare mille esempi, ma quello che vi ho fatto prima delle aggressioni nei pronto soccorso a danno dei nostri cari colleghi medici mi sembra riassuma perfettamente la situazione. E questo ci impatta sotto tutti i punti di vista, attraverso normative che ci fanno diventare “capri espiatori” sul piano civile e penale, attraverso una pressione fiscale esagerata per i colleghi in servizio e attraverso la costante aggressione al potere d’acquisto delle pensioni dei nostri colleghi in quiescenza. Questi sono aspetti sui quali con Confindustria dobbiamo lavorare insieme perché sono cose giuste sulle quali i nostri interessi sono totalmente coincidenti con quelli di Confindustria stessa.

E naturalmente non possiamo non parlare di un recupero del potere di acquisto che tenga conto dell’inflazione furibonda che, negli ultimi due anni, ha distrutto la serenità di tante famiglie. Considerando il sistema della BCE e delle Banche Centrali Nazionali e la loro principale mission di tutelare il valore della moneta europea, quello che è accaduto sul piano dell’inflazione è un qualcosa di eccezionale che non poteva accadere. E quindi, al pari delle misure eccezionali prese per l’epidemia di Covid-19, anche per questa epidemia di inflazione si dovranno valutare delle misure che non sarebbero state prese in assenza di un evento eccezionale.

Inutile dire che non potrà mancare un lavoro significativo in materia di inclusione e pari opportunità e ci saranno anche tanti altri aspetti da discutere. Ma certamente c’è un tempo per ogni cosa e adesso è presto per parlarne.

Ma quello che alla fine è molto chiaro è che i problemi non riguardano solo i dirigenti industriali e nemmeno soltanto l’insieme delle molte categorie dei dirigenti. I problemi riguardano tutto il ceto medio e cioè i lavoratori dipendenti retribuiti con stipendi a partire dai trentacinquemila euro. Queste sono le fasce di italiani che pur essendo grandemente minoritarie pagano più del cinquanta per cento dell’IRPEF e che non godono praticamente di nessun rilevante sgravio o sussidio, queste sono le fasce che pagano i contributi pensionistici che vengono deviati a favore di “pensioni” solo di nome che in realtà sono interventi puramente assistenziali e queste sono le fasce di reddito che, per quanto riguarda i pensionati, sono di fatto escluse dalle perequazioni con una perdita di potere di acquisto enorme.  È dunque arrivato il momento che una categoria raccolga da terra la bandiera della giustizia sociale e si proponga come alfiere per riunire sotto questa bandiera il ceto medio a difesa dei propri diritti e della giustizia. E quella categoria possiamo essere noi dirigenti industriali.

Tuttavia, nella vita di un dirigente non esiste solo l’impegno sociale e aziendale. La responsabilità che portiamo non deve infatti farci dimenticare il valore essenziale delle nostre famiglie, senza le quali ci mancherebbero addirittura le fondamenta su cui sostenere lo sforzo necessario per fare il nostro dovere.

Pertanto, per le festività laiche e religiose della fine di questo anno, auguro a tutti voi e a me stesso soprattutto tanta serenità insieme alle persone care che possa servire a farci ricaricare le batterie e, soprattutto, a ricordare a ciascuno di noi quali sono le ragioni per le quali stiamo combattendo questa battaglia a favore della comunità e del Paese.

Faccio quindi a voi e ai vostri cari tanti auguri di cuore, sperando di vedervi presto a via Ravenna dove – come sempre – vi aspetto per discutere insieme dei nostri problemi.

Passaggio generazionale e sopravvivenza: il futuro delle imprese

Passaggio generazionale e sopravvivenza: il futuro delle imprese

Un ciclo di 5 seminari formativi e informativi per riflettere ed esplorare le principali tematiche connesse al passaggio generazionale in azienda e saper affrontare questa delicata e spesso fondamentale sfida.

Il passaggio generazionale, da anni al centro delle dinamiche aziendali, riveste un ruolo centrale nell’assicurare la continuità delle imprese e nel preservare conoscenze e competenze acquisite nel tempo grazie alle collaborazioni pluriennali tra imprenditori/fondatori, manager e collaboratori.

Da queste riflessioni condivise tra i Gruppi Giovani Federmanager Roma, CONFAPI e Fondazione IDI è nato il progetto    in collaborazione con Unicredit “Passaggio Generazionale: Opportunità e Sfide”, un ciclo di seminari strutturati da Giovani manager e imprenditori per esplorare le principali tematiche connesse al passaggio generazionale in azienda con l’obiettivo di affrontare in modo strutturato una sfida delicata e spesso cruciale per la sopravvivenza dell’azienda.

Le aree di approfondimento dei singoli moduli sono state individuate attraverso un accurato studio delle esigenze espresse dai protagonisti del passaggio generazionale che hanno risposto numerosi ad una Survey dedicata da cui sono emerse le tematiche oggetto di analisi tra cui:

  • L’implementazione di una corretta corporate governance, essenziale per garantire un passaggio efficace, duraturo e soprattutto di successo.
  • La gestione degli aspetti legali e fiscali, che, se affrontati con tempismo e preparazione, possono trasformarsi in opportunità.
  • Le potenzialità offerte dal mondo della Finanza per garantire la sopravvivenza e lo sviluppo dell’azienda.
  • Le decisioni strategiche in grado di guidare il cambiamento aziendale, con particolare attenzione ai criteri ESG e all’internazionalizzazione del mercato.
  • Il supporto manageriale come elemento fondamentale nel momento del passaggio generazionale.

Dai risultati del sondaggio emerge una consapevolezza diffusa tra imprenditori e manager: una gestione efficace del passaggio richiede un periodo temporale considerevolmente superiore all’anno, mediamente compreso tra 1-2 anni. Tuttavia, permane un’incertezza riguardo a chi debba essere il leader di questo processo, se risorse interne o esterne all’azienda, o una combinazione di entrambe. Il punto di vista imprenditoriale è incline verso una guida interna o una distribuzione equilibrata tra interno ed esterno, mentre dal lato manageriale emerge una preferenza leggermente maggioritaria per un contributo esterno rispetto a uno interno o un equilibrio tra entrambi. È unanime, tuttavia, il riconoscimento dell’importanza cruciale di un management competente e preparato per agevolare l’intero processo. 

Uno degli ostacoli maggiori nel passaggio generazionale è la gestione dei conflitti che possono emergere tra le figure coinvolte, spesso caratterizzati dalla sovrapposizione di dinamiche familiari e aziendali. Le emozioni coinvolte possono complicare il processo di transizione. Pertanto, emerge la necessità da entrambi i lati di gestire efficacemente i conflitti attraverso magari nuove strategie che portino a un rinnovamento aziendale significativo e rendano più accettabili i cambiamenti perché resi necessari dal tempo e dalle dinamiche di mercato. In tal senso un management adeguatamente formato e competente a detta degli intervistati, può essere la chiave di successo per gestire sia gli aspetti tecnici che umani presenti nel passaggio generazionale.

È interessante notare che, nonostante l’importanza cruciale, la corporate governance non emerge come una priorità evidente tra le leve strategiche, suscitando la necessità di un approfondimento della tematica sia tra imprenditori che manager.

In conclusione, il passaggio generazionale è un ambito che richiede una conoscenza approfondita delle problematiche e degli strumenti disponibili, evitando di affidarsi a soggetti non adeguatamente competenti ed il successo dell’iniziativa, partita il 26 ottobre scorso dall’Auditorium Federmanager, testimonia l’alto interesse per una tematica che si conferma da attenzionare con specifiche competenze.

 

Federmanager Roma, Praesidium e IWS ambasciatori di prevenzione e sport

Federmanager Roma, Praesidium e IWS ambasciatori di prevenzione e sport

L’edizione XIII di Tennis & Friends ha registrato numeri da record: circa 80mila presenze e quasi 30mila tra screening e consulti clinici gratuiti.

Federmanager Roma, Praesidium e IWS – Industria Welfare Salute in prima linea al Foro Italico di Roma, per l’edizione 2023 del Tennis & Friends con uno stand istituzionale situato nell’ “Area Corporate”. La conferma, ancora una volta, del sostegno ad una manifestazione che incoraggia il pubblico ad adottare un corretto stile di vita offrendo visite specialistiche e check-up gratuiti.

L’evento si svolge in collaborazione con le principali Federazioni sportive italiane, con il patrocinio di: Parlamento Europeo, Commissione Europea, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Difesa, Ministero dell’Istruzione e del Merito, Ministero del Turismo, Roma Capitale, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Stato Maggiore della Difesa, Sport e Salute S.p.A. e CONI, Croce Rossa Italiana, Istituto per il Credito Sportivo e sostenuto dal Ministero della Salute, Ministero per lo Sport e i Giovani e la Regione Lazio.

Il VILLAGGIO DELLA SALUTE e il VILLAGGIO DELLO SPORT, con un programma ricco di eventi, dibattiti e la presenza di personaggi del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo impegnati nel Torneo Tennis Celebrity, hanno intrattenuto il pubblico in attesa di effettuare gli screening: circa 80mila presenze e quasi 30mila fra screening e consulti clinici gratuiti.

Il Villaggio della Salute contava quest’anno 113 sale visite, 38 diverse specialistiche, con medici provenienti da aziende ospedaliere, interforze e società scientifiche nell’ambito della sanità nazionale.

Tutti gli iscritti a .  hanno potuto sottoporsi alle visite mediche gratuite nelle aree sanitarie predisposte e, presso lo stand nell’“Area Corporate”, i manager iscritti e le loro famiglie hanno ricevuto informazioni in merito alle attività associative, alla consulenza assicurativa e all’assistenza sanitaria integrativa.

La missione di Tennis & Friends si basa sulle #4S: #Salute #Sport #Spettacolo #Solidarietà.

Federmanager Roma, Praesidium e IWS si uniscono dunque agli ambasciatori di Tennis & Friends per promuovere il messaggio dell’importanza della prevenzione e i valori sani dello sport che il sistema Federmanager è orgoglioso di sostenere.

“Federmanager Roma è un Ambassador ormai affezionato del Tennis & Friends – ricorda Gherardo Zei, Presidente Federmanager Roma e Unione Regionale Dirigenti Industriali del Lazio –. Siamo profondamente convinti che il mondo del management abbia tra le sue responsabilità anche la diffusione di una cultura della prevenzione capace di preservare il benessere dei cittadini favorendo una scelta consapevole e attenta di un corretto stile di vita e attenzione alla salute. Non a caso, il sistema Federmanager opera da oltre 70 anni per assicurare ai colleghi e alle loro famiglie importanti tutele in ambito di sanità e prevenzione attraverso i nostri Fondi Sanitari Integrativi e le nostre Società di Sistema”.

“Anche quest’anno, con grande piacere, rinnoviamo la nostra partecipazione a Tennis & Friends – dichiara Giacomo Gargano, Presidente Praesidium S.p.A. –. Iniziative come queste fanno comprendere l’importanza della prevenzione e la salvaguardia del benessere e del futuro della persona; il nostro impegno si focalizza sulla sensibilizzazione e la diffusione della cultura del rischio e sulla grande attenzione che si deve avere per la salute dei nostri manager e delle loro famiglie. Questa occasione ci permette di contribuire alla buona riuscita di un evento che mette al centro la salute, lo sport e il benessere, temi cari a tutto il sistema Federmanager e agli enti collegati”.

“La prevenzione sanitaria è in primo luogo una conquista culturale – sostiene Stefano Cuzzilla, Amministratore delegato IWS –. Per il nostro sistema è quindi importante partecipare a tutte le iniziative che promuovono e rilanciano il tema della salute, del benessere e dello sport e favoriscono la giusta consapevolezza verso i fattori di rischio a cui siamo esposti e verso l’assunzione di stili di vita corretti. L’esperienza d’eccellenza del nostro modello è forte di un sistema di convenzioni di alto livello nel campo del welfare integrativo sanitario e assistenziale, con una rete ampia e qualificata di strutture e professionisti sanitari specializzati”.

Appuntamento all’anno prossimo con Tennis & Friends.l

Fondirigenti, leadership come servizio: un nuovo modello di etica per il manager

Il progetto di Fondirigenti, realizzato con CDI Manager in collaborazione conFedermanager Roma, Federmanager Academy e Unindustria Perform, con la consulenza dei docenti della prestigiosa Pontificia Università Gregoriana.

In un mondo sempre più complesso e in tumulto, trovare un modello di etica per il manager che sia condiviso e porti valore diventa strategico per le imprese. Per questo è importante attivare un confronto tra manager e imprenditori sugli aspetti sociali ed economici della crisi dell’ultimo periodo, dopo l’emergenza pandemica, che necessitano di essere affrontati in modo più efficace, affiancando agli strumenti tradizionali, modelli manageriali ispirati ad un’idea di “leadership come servizio”.

L’iniziativa di Fondirigenti, il fondo di Confindustria e Federmanager leader in Italia per il finanziamento della formazione dei dirigenti, si propone di costruire e mettere a disposizione un nuovo Modello di etica per il manager, costruendo un ruolo di “connessione” del dirigente, con nuove competenze, per affrontare una fase che sempre più si caratterizza come never normal, ispirandosi a una solida tradizione come quella dei Gesuiti, per costruire una leadership che sia insieme di servizio e di altissima competenza.

Il progetto è promosso in collaborazione con Federmanager Roma e Unindustria, è realizzato da CDI Manager in collaborazione con Federmanager Academy e Unindustria Perform, con la consulenza della prestigiosa Pontificia Università Gregoriana, e supporto di Teamanager e 4METX.

Un calendario di incontri tematici consentirà di approfondire i diversi temi della Leadership di servizio, affiancando concetti e strumenti per comprendere ed affrontare le sfide di un contesto globale ormai dominato da un’incertezza pervasiva, che impone di ripensare molti scenari, e non solo quelli aziendali in senso stretto. Il progetto coinvolge 30 manager provenienti dalla provincia di Roma e altre province del Lazio, attraverso il confronto con una tradizione plurisecolare come quella della Compagnia di Gesù.

Le attività prevedono:

1) la realizzazione di una Survey sui temi oggetto d’indagine tra i dirigenti del tessuto produttivo di Roma e del Lazio;

2) tre sessioni di analisi sulle tematiche di rinnovamento degli stili di leadership;

3) tre laboratori in presenza, sulle caratteristiche, abilità e competenze che caratterizzano una nuova leadership eticamente responsabile;

4) un Modello di leadership etica, con le competenze chiave da sviluppare;

5) un evento finale, di diffusione.

I risultati dell’iniziativa saranno sintetizzati nella scrittura condivisa di “Quaderni”, come resoconti dei laboratori, da utilizzare come opportunità di confronto fra i manager e le Parti Sociali del territorio, e la redazione di un e-Book, da mettere a disposizione di manager e imprese.

Per maggiori informazioni, visita la pagina del progetto: www.cdimanager.it/manager-etico/

“Rinascita Manageriale”, politiche attive per la ripresa del sistema produttivo

Unindustria, Federmanager Roma e 4.Manager hanno presentato a Roma il progetto “Rinascita Manageriale”, l’iniziativa nata per valorizzare il patrimonio manageriale a beneficio della crescita delle imprese

Fa tappa a Roma il roadshow dedicato allo sviluppo delle competenze manageriali e alla presentazione di “Rinascita Manageriale”, l’iniziativa di politica attiva per la ripresa del Paese promossa da 4.Manager per valorizzare il patrimonio manageriale italiano a beneficio della crescita delle imprese. All’evento, organizzato da Unindustria, Federmanager Roma e 4.Manager che si è tenuto il 28 febbraio presso la sede di Roma di Unindustria con un incontro dal titolo “Rinascita Manageriale: politiche attive per la ripresa del sistema produttivo”, hanno partecipato Maurizio Tarquini, Direttore Generale Unindustria, Gherardo Zei, Presidente Federmanager Roma, Giuseppe Biazzo, Vicepresidente Unindustria con delega al Capitale Umano e alla Cultura d’Impresa, Marco Massenzi, Amministratore Delegato Teleconsys spa, Fulvio D’Alvia, Direttore Generale di 4.Manager, Ciro Ascione, Project Manager di 4.Manager, Giuseppe Torre, Coordinatore Scientifico dell’Osservatorio di 4.Manager.

Nel corso del 2020 e del 2021, nel pieno della pandemia e delle misure sul distanziamento sociale, la forte incidenza dei settori del Turismo e dei Trasporti sul Pil del Lazio ha penalizzato l’economia regionale. Le imprese con sede nella regione che operano in questi due comparti hanno riportato, solo nel 2020, una contrazione complessiva del valore aggiunto di oltre 5 miliardi di euro.

Ma una robusta inversione del ciclo si è verificata a partire dal 2022, quando l’economia regionale ha sperimentato una netta accelerazione. Per il 2022 le stime quantificano una crescita del +4% (+3,9% Italia – Stime Prometeia, gennaio 2023).

E con la ripresa la maggior parte delle imprese, incluse quelle scarsamente orientate all’innovazione, hanno aumentato la consapevolezza che solo attraverso una managerialità e una leadership d’impresa in grado di comprendere tutti i processi aziendali, migliorando al contempo la pianificazione la gestione e modelli di business, riusciranno a rimanere competitivi e avviare il processo di transizione verso la sostenibilità. Tuttavia, un ostacolo assolutamente da superare è quello del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, in particolare si assiste ad una domanda di competenze molto alta legata alla transizione verso la sostenibilità, l’innovazione e alla transizione energetica, cui si accompagna una crescita della domanda di competenze legata al people management.

Secondo le elaborazioni e le stime dell’Osservatorio 4.Manager, nel Lazio la difficoltà di reperimento di figure dirigenziali è riscontrata quasi dalla metà delle imprese (44,4%  vs. 42,5% dato nazionale).

 

Ecco perché a fronte dei dati sul mismatch tra domanda e offerta diventa fondamentale  l’iniziativa di 4.Manager “Rinascita Manageriale”,  un progetto mai sperimentato in Italia in ambito manageriale a livello nazionale che prevede lo stanziamento di 4 milioni di euro, sotto forma di rimborso spese per le attività di assessment aziendale e per la ricerca e selezione del personale, a favore delle aziende che assumono un manager inoccupato o lo ingaggiano come Temporary manager in 4 settori aziendali considerati strategici: innovazione e digitalizzazione, sostenibilità, organizzazione del lavoro post-Covid ed export. In particolare, tale rimborso spese copre fino a un massimo di 30.000 euro, nel caso in cui il manager venga assunto a tempo indeterminato e fino a un massimo di 15.000 euro, nel caso in cui il manager venga assunto a tempo determinato o attraverso un contratto di Temporary management. Inoltre, sono previsti: una copertura dei costi lato azienda per l’iscrizione al FASI e l’accesso gratuito per il manager a una piattaforma di e-learning.

Gherardo Zei, Presidente Federmanager Roma e Unione Regionale dirigenti industriali del Lazio ha voluto porre l’accento sul fatto che “crescita e competitività di un’azienda sono strettamente legate al suo grado di managerializzazione e la crescita industriale è un elemento essenziale dello sviluppo economico. Questa equazione – prosegue Zei – richiede l’attenzione di tutti gli attori coinvolti e, grazie a 4.Manager, l’impegno congiunto di Federmanager e Confindustria sul fronte delle Politiche Attive si trasforma in azioni concrete e in favore di aziende che investono in professionalità manageriali strategiche per l’attuale mercato del lavoro. Siamo convinti – conclude il Presidente – che progetti come Rinascita Manageriale siano opportunità preziose per la realtà industriale del nostro territorio, in particolare per le PMI che costituiscono la maggior parte delle imprese italiane e rappresentano la struttura portante del sistema produttivo del nostro paese.”

Fulvio D’Alvia, Direttore generale di 4.Manager ha commentato: “4.Manager punta su Rinascita Manageriale non solo come strumento di ‘politica attiva’ ma anche come leva di ‘politica industriale’. Oggi le imprese chiedono competenze nuove per sfruttare al meglio le opportunità legate alle transizioni sostenibili ed energetiche. Occorre quindi massimizzare il rilancio del sistema produttivo attraverso un’iniezione di competenze manageriali ad alto valore aggiunto.  L’attività di 4.Manager si pone, per questo, l’obiettivo di essere un propulsore di competitività e competenze a supporto delle imprese, per ridurre le asimmetrie di mercato e contribuire a realizzare uno sviluppo sostenibile.”

Giuseppe Biazzo, Vicepresidente Unindustria con delega al Capitale Umano e alla Cultura d’Impresa ha aggiunto che “perseverare con l’adozione di politiche che vadano verso la riduzione del mismatch tra domanda ed offerta di competenze è quanto mai fondamentale e strategico per la crescita del Paese e del nostro sistema produttivo. Unindustria, da questo punto di vista, continua a sostenere processi che favoriscano l’interazione ed il confronto tra il mondo della formazione ed il mondo del lavoro ed, in particolare, contribuisce a valorizzare e promuovere tra le imprese lo sviluppo di una cultura manageriale solida e forte che riconosca, altresì, l’importanza e la strategicità della formazione manageriale per sviluppare nei manager le giuste conoscenze e competenze per mantenere alto il livello di competitività della impresa stessa. Bene quindi ‘Rinascita Manageriale’ come strumento per valorizzare il patrimonio manageriale a beneficio della crescita delle imprese”.

Executive Program di Risk Management

Executive Program di Risk Management

Il percorso formativo di Federmanager Roma e Università degli studi Roma Tre ha preso il via il 9 febbraio scorso e si articola in 8 workshop tematici volti ad approfondire i diversi ambiti della materia con il contributo dei maggiori esperti sul tema

Le aziende hanno sempre più la necessità di comprendere il livello complessivo di rischio insito nei loro processi e nelle loro attività. Ciò implica la necessità di saper riconoscere e dare priorità ai rischi più significativi, che potrebbero comportare perdite o danni che incidono sui profitti, sulle quote di mercato o che possono danneggiarne l’immagine. In tal senso, è fondamentale individuare le criticità e riconoscere le debolezze dei controlli, arrivando ad attuare un piano di gestione dei rischi (risk mitigation).

In particolare, la recente Pandemia Covid 19 ha reso ancora più evidente l’importanza di implementare nelle aziende attività basate su logiche di risk management: costruire piani di business continuity, avere una supply chain a prova di emergenza sanitaria, rafforzare la robustezza dell’IT da possibili attacchi esterni (cybersecurity), definire strategie e procedure operative di comunicazione in casi di crisi (crisis management), ecc..

Il Percorso Formativo, elaborato in tal senso da Federmanager Roma in collaborazione con l’Università Roma Tre, che rilascerà un attestato di partecipazione, ha preso il via il 9 febbraio scorso e si articola in 8 workshop tematici volti ad approfondire i diversi ambiti della materia e si avvale dei contributi dei maggiori esperti sul tema che erogheranno i rispettivi moduli in modalità ibrida: in presenza e online.

Immagine di Freepik

Gli Obiettivi. Il macro obiettivo del progetto è approfondire questi aspetti, oltre che con i prestigiosi docenti universitari, anche con testimonianze di manager esperti, al fine di trasferire agli associati la conoscenza dei concetti base di Risk Management, nonché fornire degli strumenti operativi che possono essere utili nello svolgimento quotidiano della professione e nell’apprendimento di un approccio nuovo con maggiore visione dei rischi ad essa connessi.

In Programma, dopo i fondamenti del concetto di rischio e del processo di risk management, l’analisi dei framework di maggior rilevanza internazionale con la testimonianza diretta di manager impegnati in prima linea sul tema. La seconda parte del corso mira ad approfondire le direttrici di rischio – per lo più in materia di compliance – su temi di particolare rilievo (privacy, D.Lgs 231/2001) e di estrema attualità (cyber risk, business continuity e ESG).

Ringraziamo l’Università degli studi di Roma Tre e tutti i docenti per il prezioso contributo al successo di questa iniziativa, in particolare il Prof. Ass. Università Roma Tre Carlo Regogliosi e il dott. Roberto Salvi, Coordinatori scientifici del progetto rispettivamente per Roma Tre e per Federmanager Roma.

L’Ottimo Riscontro di interesse da parte dei partecipanti, 50 discenti in aula tra manager, aziende e collaboratori del settore, conferma la grande centralità di un tema che richiede massima attenzione da parte di tutti gli stakeholders e Federmanager Roma, a grande richiesta, sta già lavorando alla seconda edizione del corso. Stay tuned!

In apertura immagine di rawpixel.com su Freepik

Gli impatti dei temi ESG sulle mPMI

Gli impatti dei temi ESG sulle mPMI

Il webinar, che ha visto la partecipazione di rappresentanti della onlus Kyoto Club, ha rappresentato per il Gruppo bancario BCC ICCREA l’occasione di illustrare come accompagnare le mMPI nel processo di transizione sostenibile

Lo scorso 17 novembre si è tenuto un webinar di grande interesse dedicato alle tematiche ESG dal titolo “Environment – Company – Finance. The problematic but winning solution”. Dopo il saluto introduttivo del Presidente di Federmanager Roma Gherardo Zei, si sono confrontati rappresentanti di Kyoto Club, organizzazione non profit, creata nel febbraio del 1999, costituita da imprese, enti, associazioni e amministrazioni locali, impegnati nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas-serra, e del Gruppo BCC ICCREA, il maggiore gruppo bancario cooperativo italiano.

I rappresentanti di quest’ultimo hanno voluto sottolineare i principali impatti che i temi ESG avranno sulle mPMI (micro, piccole e medie imprese) e quali sono le azioni che il Gruppo BCC Iccrea mette in atto in ottica di supporto. In un contesto normativo di forte attenzione all’integrazione dei fattori ESG nei processi aziendali che assegna alle banche il ruolo chiave di “volano del cambiamento” e in un correlato contesto di mercato che sta spostando le proprie scelte di acquisto verso prodotti e servizi sostenibili, le mPMI sono destinatarie, direttamente e indirettamente, di importanti attese e nuovi adempimenti.

Ciò assume particolare rilevanza anche in considerazione dell’attenzione che i mercati finanziari stanno dedicando al comparto dei Fondi di Investimento sostenibili che oggi intercettano più del 50% dei flussi netti dei fondi domiciliati in Europa mentre solo nel 2017 tale proporzione era pari al 15%.

Oltre ad un cambio di paradigma del mercato che sta via via attribuendo maggiore importanza alla sostenibilità e i cui attori (clienti, investitori) sono sempre più spesso disposti anche a pagare di più pur di investire in imprese a connotazione ESG, le mPMI sono destinatarie di una serie di nuovi vincoli che le inducono alla produzione di dati ESG e alla pianificazione di strategie evolutive.

Oltre all’introduzione di metriche ESG nel processo di erogazione creditizia, oltre all’esigenza di dati connessa al calcolo di indicatori tassonomici a cura delle banche finanziatrici (ad es. il GAR – green asset ratio) le mPMI sono anche attratte dai nuovi obblighi di rendicontazione (con la CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive si stima che in Italia le mPMI soggette a obbligo di rendicontazione passeranno da 12.000 e circa 50.000) e dai nuovi obblighi di Due Diligence sui rischi potenziali ed effettivi relativi a diritti umani e ambiente.

Il Gruppo BCC Iccrea, nel solco della sua tradizione storica di supporto e vicinanza al territorio e alle comunità, sta agendo con l’intento di accompagnare le aziende clienti nel processo di transizione sostenibile. Tra i progetti di maggior rilievo figura, infatti, l’azione di supporto alle mPMI finalizzata a creare consapevolezza sugli impatti che la transizione sostenibile avrà sul loro business, fornendo strumenti funzionali a valutare il loro livello di sostenibilità e proponendo azioni di evoluzione e di supporto, anche finanziario, agevolando il ricorso alle risorse pubbliche (PNRR) nonché proponendo strumenti di finanziamento ad hoc.

Renato Fontana, relatore e moderatore del webinar, nel suo intervento, ha tenuto a sottolineare che le tematiche ESG sono e diventeranno sempre più un valore per le aziende perché nessuna di esse potrà sottovalutare gli effetti che le proprie azioni hanno sugli ESG, ma al contempo anche i rischi a cui sarà esposta per via dei fattori ESG (cosiddetta doppia materialità). Un adeguamento delle aziende che passa per degli investimenti che avranno necessità di finanziamenti e ciò spiega la necessità di parlarne con un gruppo bancario di prestigio quale BCC ICCREA.

Alessandro Tiberi, coordinatore Gruppo Giovani Federmanager Roma, ha voluto sottolineare l’attenzione che Federmanager rivolge allo sviluppo delle nuove professionalità manageriali richieste da un mercato del lavoro sempre più competitivo e in continua evoluzione. Ha ricordato, tra l’altro, che alla tematica complessa e innovativa degli ESG è dedicato un percorso formativo nell’ambito di Be Manager, il progetto di certificazione delle competenze manageriali elaborato da Federmanager, in collaborazione con RINA, ente di certificazione internazionale con 160 anni di storia, e Federmanager Academy, management school di Federmanager.

Questa sensibilità della Federazione consente ai manager iscritti di poter contare su percorsi di formazione continua che attestano di volta in volta le nuove competenze acquisite e offrono ai manager maggiori opportunità professionali all’interno e all’esterno della propria azienda.

Mentoring Project di Federmanager Roma. Intervista ai protagonisti

Mentoring Project di Federmanager Roma. Intervista ai protagonisti

Partito nel mese di giungo 2022 con un’edizione pilota, Il Mentoring Project di Federmanager Roma è stato pensato in un’ottica di “Give Back” e networking dal Gruppo Giovani Federmanager Roma e progettato in collaborazione con il Gruppo Minerva Roma e il supporto di We Plus Network.

Un comitato organizzativo costituito ad hoc, ha redatto un “Patto intergenerazionale tra senior manager MENTOR e giovani manager MENTEE” e una “GUIDA PER I MENTOR” utile ad accompagnare i giovani Mentee nell’esprimere al meglio il loro potenziale.

Coordinamento organizzativo, Mentor e Mentee

Alla luce del successo riscontrato e visto l’alto profilo delle candidature pervenute, il Comitato Organizzativo è a lavoro per la seconda edizione del progetto che conta già numerose manifestazioni di interesse. Alessandro Tiberi, coordinatore del Comitato organizzativo e del Gruppo Giovani Federmanager Roma, insieme con il collega Massimo Fiorella, co-coordinatore del progetto e componente del Gruppo Giovani, hanno chiesto a due dei protagonisti, il MENTOR Luca Tommasi, TIM Enterprise Market – Post Sales, e il suo MENTEE Renato Di Belardino, ENEL Planning and Control – Global Energy and Commodity Management, di condividere la loro esperienza con i nostri lettori.

MENTOR – Luca Tommasi, TIM Enterprise Market – Post Sales

1. Cosa l’ha spinta ad aderire al mentoring project Federmanager Roma?

Quello che mi ha spinto ad aderire a questo interessante progetto è stato innanzitutto la volontà di mettere le mie competenze e l’esperienza maturata in una grande azienda a disposizione di manager più giovani e il desiderio di condividere le rispettive skill e conoscenze. Durante gli incontri siamo riusciti a instaurare un rapporto di fiducia che è fondamentale per un apprendimento reciproco con un produttivo scambio di opinioni. Un’esperienza che mi ha permesso di cogliere le suggestioni del giovane manager (mentee) che affronta le sfide ed il contesto attuale, valorizzando il tempo condiviso per sviluppare un percorso di crescita umana e professionale.

2. Ci racconta, se c’è stato, il momento più critico e l’insegnamento più importante?

Abbiamo sicuramente avuto qualche difficoltà ad “incastrare le agende”: il tempo è una risorsa preziosa e proprio per questo ci siamo entrambi impegnati a   rispettare i nostri appuntamenti con un approccio “out of the box”. Abbiamo infatti unito l’utile al dilettevole, incontrandoci davanti ad un aperitivo o a cena in un ristorante, in questo modo abbiamo velocemente instaurato quel rapporto di fiducia reciproca che è alla base del mentoring.

La costruzione di una relazione basata sull’ascolto e lo scambio mi hanno confermato il grande valore del mentoring come strumento di crescita ed apprendimento. Questo l’insegnamento più importante.

3. Volendo fare un bilancio a questo punto del percorso, cosa le resta e cosa cambierebbe?

Sicuramente il valore del confronto e della condivisione fatto fuori dalle rigide liturgie che l’azienda spesso impone e che magari non sempre facilitano l’ascolto e lo scambio. La possibilità di confrontarmi con stili e culture diverse dalla mia realtà aziendale mi ha permesso di avere un punto di vista diverse sulle cose. È sempre bello trasformare le sfide in nuove opportunità.

4. Ci descrive questa esperienza in tre parole?

Tre le parole chiave: ascolto, fiducia e scambio.

 5. Cosa consiglierebbe ad un collega che sta per intraprendere questo viaggio?

Un Mentor consapevole ed efficace deve essere modello e fonte di ispirazione. Curiosità, generosità, determinazione e passione sono caratteristiche che non devono mancare Allo stesso tempo il mentor dallo scambio one to one con il suo mentee impara e alimenta la propria consapevolezza ed efficacia realizzativa.

 MENTEE – Renato Di Belardino, ENEL Planning and Control – Global Energy and Commodity Management

 1. Cosa l’ha spinta ad aderire al mentoring project Federmanager Roma?

Ho scelto di aderire al progetto per intraprendere un percorso di apprendimento e crescita, sia personale che professionale, avendo la preziosa opportunità di potermi confrontare con Manager di grande esperienza nell’ambito del settore industriale italiano.

2. Ci racconta, se c’è stato, il momento più critico e l’insegnamento più importante?

Onestamente posso dire di non aver vissuto alcun momento critico durante il programma di Mentorship. Per l’appunto l’insegnamento più importante e l’aver acquisito maggiore consapevolezza che, partendo da solide basi e con i giusti presupposti, é possibile costruire rapporti, lavorativi e personali, di grande valore e destinati a durare nel tempo.

 3. Volendo fare un bilancio a questo punto del percorso, cosa le resta e cosa cambierebbe?

Il rapporto e la relazione costruita ha un grande valore intrinseco. Ciò premesso chiaramente il confronto con il punto di vista di un Manager di lungo corso mette in condizione, e pone le basi, per lo sviluppo e pratica di un pensiero critico e una presa di consapevolezza. Per adesso non cambierei nulla.

4. Ci descrive questa esperienza in tre parole?

Stimolante, Costruttiva, Formativa.

5. Cosa consiglierebbe ad un collega che sta per intraprendere questo viaggio?

Di intraprendere questo percorso con grande entusiasmo e voglia di imparare. Questa opportunità è preziosa. Potersi confrontare ed imparare da professionisti di lunga esperienza nel settore industriale è un’opportunità di crescita personale e professionale estremamente pregiata.

Formazione alla teoria e pratica della leadership

Formazione alla teoria e pratica della leadership

A seguito del recente annuncio ufficiale, avvenuto nel nostro Auditorium a cura del Presidente Federmanager Stefano Cuzzilla, alla presenza del Presidente Gherardo Zei e di padre Stefano Del Bove gesuita, lo scorso 22 ottobre ha avuto inizio il Corso di Diploma in Leadership e Management della Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università Gregoriana PUG

Per il terzo anno accademico consecutivo Federmanager Roma dà il proprio contributo ad una Università prestigiosa coma la PUG (Pontificia Università Gregoriana) e questo rende orgogliosa la nostra organizzazione di categoria, anche per il fatto di essere stati i primi chiamati a sviluppare un simile modello di interazione in un diploma post-universitario. L’impegno in questa fase, pur se limitato a qualche ora di insegnamento, è di fondamentale rilevanza per il perfezionamento della managerialità e della leadership in favore di tutti coloro che vi partecipano: religiosi, laici laureati, manager ed imprenditori.

Quest’anno gli iscritti sono aumentati, ben 75, con la presenza di otto soci Federmanager. Frequentare il Diploma rappresenta una grande opportunità sia per i manager senior, che vi troveranno un terreno di confronto tra eccellenze, sia per i giovani manager che potranno beneficiare di una opportunità di formazione fondata su esperienze importanti, non sempre raccontate e disponibili.

Gli argomenti trattati negli otto sabati (uno al mese, da ottobre a giugno, con esclusione del mese di febbraio) per un totale di 64 ore, sono stati scelti sulla base delle conoscenze necessarie al manager per esercitare una leadership coerente con gli obiettivi, riconosciuta e riconducibile alle attività della propria organizzazione. La giornata di apprendimento è articolata su due fasi, la mattina con lezioni e testimonianze di autorevoli relatori, manager e personalità di spicco, anche a livello internazionale, nei settori più diversificati; il pomeriggio, con attività di laboratorio, casi di studio, in collaborazione con grandi manager di importanti realtà istituzionali ed organizzative, nazionali ed internazionali, tra le quali Federmanager e CIDA.Il direttore del Corso, il gesuita padre Stefano del Bove, ha saputo dare l’impronta giusta ai fini della coerenza valoriale in termini etici da dare, in particolare, al modulo aziendale, programmato per costruire un quadro di elevate competenze. Uno dei temi fondanti del Corso è riflettere su che idea di futuro abbiamo come manager responsabili e quali obiettivi andiamo insieme a sviluppare, posto che il vero leader è di servizio, opera per il bene della propria organizzazione e della società, è eroico per vocazione. Potremmo affermare che il leader realizza una crescita cooperativa del sapere assumendo spesso grandi responsabilità nei confronti della comunità. Leader, dunque, come servizio e come responsabilità verso gli altri.

In tal senso condivido pienamente la definizione che ha dato Peter Drucker, autentico padre del management, uno degli scrittori più noti e influenti in materia di teoria e pratica del management per averlo insegnato in tutto il mondo. Egli sosteneva che la differenza tra manager e leader è la seguente: il manager fa bene le cose, il leader fa le cose giuste. La prima giornata del Corso, tra gli illustri relatori, ha visto l’intervento di Marty Linsky professore ad Harvard, co-fondatore della Cambridge Leadership Associates e co-autore del famoso libro “Pratica della Leadership adattiva”.

Altra lezione magistrale è stata svolta dal prof. Giuseppe De Rita, fondatore e Presidente del Censis, che ha sottolineato come la leadership venga dall’esterno, dalla comprensione della realtà in cui viviamo. Essere leader significa per De Rita stare nella realtà e cercare di governarla. Il rapporto con l’esterno, ovvero la realtà complessa che ci circonda, è essenziale. Il vero leader tende a gestire due circuiti diversi: quello che chiamiamo l’apparato, ovvero l’organizzazione in cui opera, e l’opinione, vale a dire il mondo dei media e dell’informazione. Il leader che si basa solo sull’opinione non è un vero leader poiché l’opinione frammenta, divide e distrugge. I leader di opinione fatalmente scompaiono poiché dietro di loro non costruiscono e non hanno apparati organizzativi solidi. Il leader può essere considerato vero leader se riesce a sviluppare la propria organizzazione e la fa funzionare in modo virtuoso ed efficace. Il leader, inoltre, affronta sfide adattive sostenibili senza perdere di vista il bene comune.

 

Bussola welfare per aziende e dirigenti

Bussola welfare per aziende e dirigenti

Si avvia alla conclusione il progetto “Una bussola welfare per aziende e Dirigenti”, progetto sperimentale con cui Federmanager Roma mira a far emergere i fabbisogni dei Dirigenti e le risposte delle Aziende nella delicata attività di definizione ed implementazione dei piani di welfare.

Promosso dalla Commissione Welfare e sposato all’unanimità dal Consiglio Direttivo della Federazione di Roma, il piano ha adottato un approccio altamente innovativo che ha contemplato la misurazione del grado di efficacia ed adeguatezza dei modelli di welfare aziendali rispetto ai fabbisogni specifici dei lavoratori.

Ad essere impiegato è stato, in particolare, un inedito indicatore, denominato Welfare Rating, brevettato da Italian Welfare, società di primaria esperienza nel campo del welfare integrativo.

Stefano Castrignanò, Titolare e Fondatore di Italian Welfare

Si tratta del primo metodo algoritmico di valutazione in grado di comparare i modelli di welfare adottati dalle aziende attraverso un semplice indice numerico.

Sono state scelte Aziende in base alle loro caratteristiche e all’interesse dimostrato.

Per questo mi sento di ringraziare pubblicamente i direttori HR che sono stati i nostri interlocutori, con l’auspicio che si tratti di un inizio di collaborazione sui temi del welfare. Federmanager Roma ha una consolidata esperienza sul tema con best practices da tempo in atto.

Destinatarie del progetto sono state per ora sei aziende campione del territorio laziale – Acea, Ericsson, Avio, IGT Lottery, Sogei e RAI – e, segnatamente, le direzioni HR delle stesse, veri anelli di congiunzione e snodo di tutte le politiche di welfare.

L’assesment sui sistemi di welfare aziendale è stato quindi condotto da Italian Welfare sulla scorta di un’indagine iniziale circa la progettualità adottata da ciascuna impresa nelle seguenti macro-aree: previdenza complementare, assistenza sanitaria, work life balance, welfare aziendale, sostegno al reddito, prestazioni socio-assistenziali, formazione, attività ricreative e di benessere.

Prossimamente le aziende selezionate a partecipare a questo progetto saranno invitate ad una discussione pubblica nella quale sarà presentato uno studio, la c.d. “Survey Welfare Model”, recante gli esiti complessivi delle indagini condotte sulle aziende coinvolte nel progetto, in cui si darà atto delle best practice e dei trend registrati nelle iniziative di welfare aziendale.

In pratica, partendo dagli strumenti di welfare messi a disposizione dall’azienda, si è definita una road map generata sulla scorta dei risultati delle indagini condotte, individuando le aree prioritarie di intervento delle future iniziative.

In questo modo si è ottenuto un duplice risultato: avere uno strumento di conoscenza e di indirizzo strategico per l’adozione di politiche future e ovviare allo spreco di risorse economiche.

Sostenibilità e inclusività sono da sempre valori-guida dell’azione di Federmanager e che anche con questo progetto stiamo cercando di ribadire.