Dimostra che sei un essere umano


Stefano Cuzzilla

“A gran voce”, per un’Italia competente e competitiva

“A gran voce”, per un’Italia competente e competitiva

Il 15 novembre si è riunita a Roma l’Assemblea annuale di Federmanager 2023. Sostenuta “A gran voce” l’ambizione di ripartire dal valore della competenza per rilanciare la nostra industria e costruire un’Italia competitiva.

Nel contesto di una crisi geopolitica che rimette al centro le fragilità di rapporti internazionali, economici e politici, l’Assemblea annuale di Federmanager 2023, lo scorso 15 novembre, ha voluto affermare “A gran voce”, come sottolinea il titolo, l’ambizione di ripartire mettendo al centro la competenza, indispensabile per il rilancio della nostra industria e per un’Italia davvero competitiva.

Il tenore delle sfide che abbiamo davanti ci impone di rinnovare la nostra strategia di politica industriale, di promuovere l’innovazione e la conoscenza e di favorire la crescita dimensionale delle imprese e il rientro delle produzioni strategiche. Indispensabile per fare questo è mettere al centro la competenza superando alcuni paradossi che ne ostacolano le potenzialità”.

Demografia, transizione ecologica, intelligenza artificiale, skill mismatch, sostenibilità finanziaria, sono alcuni dei temi che il Presidente di Federmanager Stefano Cuzzilla ha messo al centro dell’Assemblea dei dirigenti italiani, che ha visto la partecipazione di Antonio Tajani, vicepremier, ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale; Matteo Salvini, vicepremier, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti; Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy; Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento; Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione e Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani.

Il premier Giorgia Meloni ha indirizzato un videomessaggio all’Assemblea nazionale di Federmanager in cui ha sottolineato come “la competitività significa costruire un’Italia che possa giocarsela ad armi pari con le altre grandi nazioni del mondo. Un concetto che vale in tutti gli ambiti, a maggior ragione vale per le nostre imprese, che voi manager guidate”.

 

Cuzzilla ha aperto il suo intervento sottolineando che “il primo paradosso sulla competenza è che tutti la invocano, ma in pochi la riconoscono e sempre in meno la premiano. Al primo gennaio di quest’anno 6 milioni di italiani hanno lasciato l’Italia, un fenomeno in aumento del 2,2% rispetto al 2022. In media, ogni 100 giovani, 10 decidono di andarsene. Per questo diventa importare invertire il trend di investimenti pubblici aumentando quel 4,1% del Pil che destiniamo al sistema dell’istruzione oggi sotto la media Ue, responsabile, tra le altre cose, di un tasso di abbandono scolastico che nel Mezzogiorno sfiora il 15%. È necessario, poi, valorizzare i talenti dotandosi di programmi di scale-up delle competenze concorrenziali a quelli degli altri Paesi, e poi trattenerli qui”.

Ma come? La priorità è la questione retribuzioni: “Gli stipendi italiani sono bassi, troppo bassi e da troppo tempo. Tanto il privato quanto la pubblica amministrazione devono trovare nella contrattazione collettiva e nella contrattazione di secondo livello un volano per l’adeguamento delle retribuzioni verso l’alto”.

Strettamente correlato è il paradosso dello skill mismatch”. Le imprese determinate ad assumere non trovano sul mercato le competenze che cercano. Ciò vale anche per i manager: 1 impresa su 2 fa fatica a trovare profili manageriali e, in tema di competenze, oltre il 75% dichiara di avere difficoltà a individuare le caratteristiche manageriali che valuta necessarie a gestire un processo, un’area o un cambiamento, come ha rilevato l’Osservatorio 4.Manager.

 

Due i rimedi possibili secondo Cuzzilla: il primo è far decollare il sistema delle politiche attive che dovrebbe basarsi sul combinato di formazione mirata del lavoratore e strumenti efficaci per l’incrocio tra domanda e offerta. Il secondo chiama in causa la grande minaccia demografica che ci porterà nel 2050 ad avere un rapporto tra individui in età lavorativa e restante popolazione di uno a uno, mentre oggi è di circa tre a due. Per questo la cosa più importante è riconoscere ai giovani opportunità professionali coerenti con le loro aspirazioni e con le esigenze delle imprese.

In conclusione, “A gran voce”, Cuzzilla ha indicato le priorità per rinnovare la strategia di politica industriale: allentare il carico normativo e burocratico, investire su asset strategici che costituiscono l’eccellenza italiana nel mondo e capitalizzare le imprese con opere tangibili come infrastrutture, reti e collegamenti. Cuzzilla ha ricordato, infine, che dobbiamo riconsiderare in termini di risorsa anche la nostra posizione nel Mediterraneo come porta d’Europa.

È questione di benessere

È questione di benessere

Decifrare le richieste che emergono dal mondo del lavoro per far stare bene le persone, in ufficio come nella vita privata. Ne va della crescita sostenibile del Paese

2023, un anno apparentemente interlocutorio, ma nei fatti decisivo.

Partito, infatti, sotto gli auspici che il Pil nazionale risenta degli effetti delle crisi in misura un po’ più lieve rispetto ad alcune previsioni del 2022, si affaccia alla primavera con l’obiettivo di stimolare la ripresa, attraverso le missioni del Pnrr, certamente, ma anche in forza di un rilanciato protagonismo del sistema produttivo.

A cominciare dall’articolata fase di trattative che prenderà il via quest’anno per il rinnovo del Ccnl nazionale, che interessa la categoria di dirigenti da noi rappresentata. Parliamo del nostro documento-guida, che dovrà riflettere e interpretare le diverse istanze dettate oggi dalla “nuova normalità” delineata dalla gestione dell’emergenza pandemica.

Il Paese ha dovuto, in tempi rapidissimi e laddove possibile, riconvertire le attività professionali in diverse forme di lavoro a distanza, non sempre qualificabili come smart working, ed è cresciuta l’attenzione verso un fattore considerato, ancor più oggi, imprescindibile: il benessere del lavoratore, dentro e fuori il luogo di lavoro.

È quanto emerge da una qualificata indagine che abbiamo recentemente condotto con il Fasi, Fondo di assistenza sanitaria integrativa per i dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi.

Gli oltre 2.900 manager intervistati hanno rilevato, nell’ultimo triennio, innovazioni aziendali che, per il 71% dei casi, riguardano benefici verso i dipendenti.

Benefici determinati dall’adozione di modelli organizzativi nuovi, che guardano a quella visione di agile management da noi convintamente promossa.

È questa la via per generare quel “benessere organizzativo” da porre a fondamento di una crescita aziendale sostenibile e che per i manager intervistati dipende, in un range da 1 a 10, da alcuni fattori precisi: stile di leadership (8,5), welfare aziendale (7,5), modello organizzativo adottato (7,4) e senso attribuito al proprio lavoro, inteso anche come utilità sociale e condivisione dei valori aziendali (7).

La lungimiranza è da sempre uno dei tratti distintivi della nostra categoria e un dato, in particolare, lo dimostra: per i manager è infatti pari addirittura a 8,2 il valore da attribuire alla presenza di coperture sanitarie, previdenziali, assicurative quali componenti del benessere lavorativo.

Perché il lavoro è una parte fondamentale della vita, ma oltre a essere sicuro deve sapere dare sicurezze. E deve inoltre essere armonizzato con ciò che, con una certa superficialità, viene troppo spesso definito “il resto della vita”.

Ebbene, quel “resto” sono i pilastri della nostra esistenza, come segnalano fenomeni allarmanti quali le, ormai note, “Grandi dimissioni”.

Il lavoro sta cambiando e noi sapremo guidare il cambiamento.

Cida in Assemblea

Cida in Assemblea

L’Assemblea nazionale della Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità si è tenuta a Roma lo scorso 15 novembre. Ecco di cosa abbiamo parlato

Convinti nella visione, concreti nella realtà. È così che abbiamo deciso di definirci, all’Assemblea Nazionale CIDA del 15 novembre che si è tenuta a Roma, presso l’Auditorium Parco della Musica.

Pochi mesi fa ho accettato di guidare la Confederazione, ben consapevole di essere chiamato a rappresentare circa 1 milione tra dirigenti e alte professionalità del settore pubblico e di quello privato.

Donne e uomini che si misurano ogni giorno per traghettare le proprie organizzazioni oltre le crisi e aiutare il Paese a ripartire, nel suo tessuto produttivo, economico e sociale.

Oggi lo scenario è questo: prezzi dell’energia alle stelle, anche a causa di una guerra insensata alle porte dell’Europa, inflazione galoppante, prospettive di crescita nazionale prossime allo zero per il 2023. E poi la crisi climatica che non concede tregua e quella pandemica sulla quale non si può di certo mettere la parola “fine”.

Non possiamo e non vogliamo cedere a questo tsunami che si sta abbattendo su famiglie e imprese. Anzi, da manager, vogliamo provare a “sfidare la complessità”, individuando soluzioni coraggiose che riescano a trasformare gli auspici condivisi in obiettivi realizzabili. Concentrandosi, innanzitutto, su misure che abbiano la forza di restituire dignità al lavoro.

Il 15 novembre ho illustrato le nostre proposte per accompagnare il Paese verso orizzonti di sviluppo sostenibile, avendo ben chiare le criticità che ritardano quel processo di modernizzazione troppe volte predicato e mai compiutamente realizzato.

L’evento di Roma ha avuto innanzitutto per protagoniste tutte e dieci le Federazioni che compongono CIDA e ha rappresentato un’occasione preziosa per riunire, in presenza, l’ampio bacino della dirigenza italiana.

Le competenze dei nostri manager sono pronte a dialogare con i rappresentanti delle istituzioni, dell’accademia e dell’economia invitati in Assemblea, per offrire un supporto d’eccellenza al raggiungimento degli ambiziosi traguardi che l’Italia ha di fronte, su tutti la messa a terra delle risorse rese disponibili dal PNRR.

Abbiamo parlato di cultura manageriale e nuovi modelli d’impresa, di welfare, di pubblica amministrazione, formazione, transizione ecologica e digitale, infrastrutture, parità di genere. In breve, del presente e del futuro che abbiamo in mente, attraverso interventi concreti che superino la ritualità del linguaggio di circostanza e valorizzino potenzialità, talenti, capacità.

Il meglio che l’Italia ha da offrire, come insegnano la nostra storia e l’ammirazione che il mondo nutre nei nostri confronti.

Visione e concretezza, manager in campo per la crescita

Visione e concretezza, manager in campo per la crescita

Ripartire dal lavoro ad alto valore aggiunto, da politiche economiche e sociali inclusive, da un forte investimento in istruzione, ricerca e sviluppo. La dirigenza pubblica e privata crede in un’Italia che sappia rimettere al centro merito e competenze. Questa la via indicata dal Presidente CIDA Stefano Cuzzilla nella sua relazione all’Assemblea Nazionale 2022

Grande successo per l’Assemblea Nazionale di CIDA del 15 novembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma. L’evento, fortemente voluto da CIDA e dal nuovo Presidente Stefano Cuzzilla, ha visto tra i suoi ospiti più illustri: il Vicepresidente del Senato della Repubblica, Maurizio Gasparri, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, il Sottosegretario all’Economia e Finanze, Federico Freni, il Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali, Claudio Durigon, il Fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi.

1250 persone in sala Sinopoli e 52mila in collegamento streaming per ascoltare le proposte avanzate sui grandi temi del momento con l’obiettivo di affrontare le sfide che il Paese sta attraversando. I manager sono stati tra le poche categorie in grado di rispondere efficacemente alla contrazione dell’occupazione nel periodo pandemico, con un tasso di crescita di oltre il 5% nel 2022 rispetto all’anno precedente, questo a dimostrazione di come la responsabilità e le capacità rappresentino la chiave di volta per trainare i differenti settori economici del Paese, soprattutto in periodi estremamente complessi.È sul ruolo dei manager che si concentra l’appello lanciato dal Presidente Cuzzilla ai decisori politici: “Imprese e amministrazioni hanno bisogno di competenze elevate per sostenere lo sviluppo e guidare l’innovazione. L’attuazione del PNRR deve essere affidata a figure e a metodi manageriali. Non solo per spendere bene le risorse che abbiamo, ma anche per generare un effetto moltiplicatore sulla crescita, a beneficio delle generazioni più giovani. Chiediamo più dialogo e disponibilità all’ascolto. Il modello di interlocuzione deve cambiare, non solo in considerazione del milione di manager che rappresentiamo, ma per ciò che esprimiamo”.

Molti i temi discussi: welfare, maggiori tutele per le donne lavoratrici, la crisi climatica, l’approvvigionamento delle materie prime, su cui è necessaria una strategia industriale e poi la promozione di una fiscalità che difenda il patto intergenerazionale tra attivi e pensionato e l’esigenza di una riforma fiscale su cui CIDA sostiene la necessità di superare la legge Fornero ma anche quella di un intervento riformatore complessivo che metta ordine al sistema pensionistico senza penalizzare il lavoro.

E proprio il lavoro è stato un altro grande tema affrontato.  Credere nel primato della competenza significa infatti occuparsi seriamente di lavoro.  L’Italia, purtroppo, in questo ancora non brilla se pensiamo che siamo il secondo Paese in Europa con la più bassa percentuale di giovani occupati (solo il 31,1%), siamo al penultimo posto per occupazione femminile e siamo primi in classifica con oltre 3 milioni di giovani non inseriti in percorsi di formazione e istruzione (i cosiddetti NEET).  In questo scenario, per la Confederazione diventa necessario investire innanzitutto in ricerca e sviluppo. Secondo i dati elaborati da CIDA, le due Missioni che maggiormente promettono di trainare l’occupazione giovanile si concentreranno infatti sulla digitalizzazione con un +0,9% e la transizione ecologica, con una percentuale del +0,8%.Una giornata molto significativa per la Confederazione che ha visto la sua conclusione alla Presidenza della Repubblica. Stefano Cuzzilla e una delegazione composta dai Vicepresidenti di Cida Mario Mantovani, Guido Quici e Giorgio Rembado nonché dal Direttore Teresa Lavanga sono stati ricevuti dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. In occasione dell’incontro, a nome del milione di dirigenti che CIDA rappresenta, il presidente Stefano Cuzzilla ha voluto ringraziare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegnando la Medaglia d’oro di CIDA.

Quello di CIDA è stato un simbolico riconoscimento al Presidente della Repubblica che, in un momento estremamente difficile per l’Italia, ha saputo garantire l’equilibrio istituzionale, la stabilità e l’alta reputazione del Paese, qualità particolarmente apprezzate dal mondo manageriale.

 

La sicurezza innanzitutto

La sicurezza innanzitutto

Federmanager è pronta a far parte del patto di alleanza tra istituzioni, società civile, forze sociali ed economiche per la sicurezza sul lavoro, auspicato dal Presidente Mattarella

Ho avuto l’onore di partecipare alle celebrazioni, tenutesi al Quirinale, per la giornata del Primo Maggio. L’evento, che ha testimoniato il valore fondante del lavoro per la nostra Repubblica, è stato concluso dall’intervento del Presidente Sergio Mattarella.

Come sempre, le parole del Presidente si sono distinte per l’altissimo valore etico, politico e sociale, con particolare attenzione al tema della sicurezza sul lavoro perché, come ha sottolineato, “l’integrità della persona e della salute dei lavoratori è parte essenziale della visione che ispira il nostro patto costituzionale”.

I dati che si registrano in Italia parlano chiaro e destano sconcerto: le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail tra gennaio e marzo sono state 194.106, in aumento del 50,9% rispetto alle 128.671 del primo trimestre del 2021.

Pur considerando l’incidenza delle denunce di infortunio da Covid-19, è la fotografia di un Paese che sta cercando di avviare la ripresa, rimettendo in moto produzione e lavoro, ma ancora incapace di garantire l’incolumità e la piena sicurezza dei lavoratori.

Non si può pensare di andare avanti così. I grandi cantieri che si apriranno per realizzare la crescita nazionale dovranno obbedire a un imperativo che non ammette fraintendimenti: “Safety first”. Non esiste ripresa senza sicurezza.

Accogliamo quindi con grande favore le parole pronunciate, nel corso della giornata al Quirinale, dal Direttore generale dell’Inail, Andrea Tardiola, che ha posto l’obiettivo di “un Pnrr della sicurezza, per impedire che nei prossimi anni più lavoro equivalga a più incidenti sul lavoro”.

I nostri manager giocheranno un ruolo da protagonisti in tal senso, poiché è indispensabile che nelle aziende si diffonda una nuova cultura d’impresa, incentrata sulla sicurezza. Ecco perché dedichiamo grande attenzione alla formazione delle competenze manageriali che oggi servono davvero per guidare l’innovazione operativa e culturale.

C’è bisogno di dare una svolta al modo di concepire l’impresa: deve essere globale, ma più attenta al territorio, produttiva, ma sicura e socialmente responsabile, innovativa, ma anche inclusiva, competitiva, ma più equa in termini di opportunità. Solo attraverso tali prospettive si riuscirà inoltre a riattivare quell’ascensore sociale che sembra essersi fermato.

Non abbiamo quindi il timore di andare avanti, indulgendo in titubanze più o meno di facciata, e alle istituzioni chiediamo di favorire una crescente sinergia con le rappresentanze manageriali.

Proprio tenendo fede alle parole del Presidente Mattarella, che sulla sicurezza ha auspicato “un patto di alleanza tra istituzioni, società civile, forze sociali ed economiche, per sottolineare con forza l’impegno a combattere un flagello che sconvolge la vita di troppe famiglie, rappresenta un’umiliazione per il mondo delle imprese e una sconfitta per chi, producendo beni e servizi, vede la propria attività sfigurata da queste morti”.

 

Le competenze per innovare

Le competenze per innovare

I manager devono guidare il processo di trasformazione digitale del Paese. In questa prospettiva abbiamo sottoscritto un patto di collaborazione con Aused, Cio Aica Forum, Cio Club Italia, Cionet Italia e Fidainform, associazioni di rappresentanza dei manager dei sistemi informativi.

L’innovazione è uno dei pilastri su cui fondare la ripresa nazionale, come dimostra chiaramente la direzione intrapresa dal nostro Paese. Per la missione numero 1 del PNRR, denominata Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, il piano prevede lo stanziamento di oltre 40 miliardi di euro.

Risorse ingenti, in grado di far cogliere all’Italia tutte le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, descritte da termini come digitale, robotica, Internet of things.

Per proiettare davvero il Paese nel futuro e per favorire una crescita stabile e durevole, è necessario però che i processi di innovazione siano guidati, nel settore pubblico e in quello privato, da manager dotati delle competenze decisive per incidere.

Proprio nell’ottica di strutturare un solido network di conoscenze e competenze che possa collocarsi come interlocutore di primo piano per le istituzioni e l’intero settore privato, la nostra Federazione ha recentemente sottoscritto un patto di collaborazione e consultazione permanente con le più rilevanti associazioni di rappresentanza dei manager dei sistemi informativi (Aused, Cio Aica Forum, Cio Club Italia, Cionet Italia e Fidainform).

L’intero sistema produttivo italiano, a partire dal vastissimo bacino di Pmi che caratterizza il nostro patrimonio industriale, ha bisogno, oggi più che mai, di puntare sulla managerialità It d’eccellenza, considerando che nei prossimi anni la gran parte dei processi produttivi arriverà a essere completamente automatizzata. Ecco perché, insieme a queste associazioni, intendiamo costituire percorsi di certificazione delle competenze che offrano ai manager It aggiornamenti qualificati di tipo tecnico (si pensi a un tema continuamente “in progress” come quello della cybersecurity), oltre a un potenziamento complessivo delle soft skill indispensabili per guidare realtà di successo.

Riteniamo che i manager It, formati attraverso i nostri percorsi, possano davvero rappresentare degli “agenti del cambiamento” e possano progressivamente pesare sempre più anche all’interno dei consigli di amministrazione.

Pensiamo inoltre a un ulteriore step: proponiamo infatti che, nel quadro delle tante risorse oggi disponibili per il Paese, sia prevista l’istituzione di un voucher adeguatamente calibrato che aiuti finanziariamente le aziende, soprattutto le Pmi, ad avvalersi di manager It.

Anche perché i processi di digitalizzazione sono necessari per realizzare altresì uno sviluppo davvero ambientalmente sostenibile. Basti pensare alle molteplici applicazioni su cui tali processi incidono in tutti i settori: dall’energia alla produzione manifatturiera, ai trasporti, alla sanità, all’organizzazione del lavoro, solo per citarne alcuni.

Lavoriamo quindi, insieme, per contribuire a guidare la crescita dell’Italia sul doppio binario dell’innovazione e della sostenibilità.

4.Manager lancia “Rinascita manageriale”

4.Manager lancia “Rinascita manageriale”

4.Manager, da sempre in prima linea per la valorizzazione del patrimonio delle competenze manageriali a beneficio della crescita delle imprese, lancia “Rinascita manageriale”, un’iniziativa di politica attiva per il rilancio del Paese: 4 milioni di euro stanziati a favore delle aziende che assumono un manager inoccupato o lo ingaggiano come Temporary manager.

“Rinascita manageriale” (qui per leggere le linee guida) è un progetto, lanciato da 4.Manager, mai sperimentato in Italia in ambito manageriale a livello nazionale, che prevede lo stanziamento di 4 milioni di euro, sotto forma di rimborso spese, a favore delle aziende che assumono un manager inoccupato o lo ingaggiano come Temporary manager in 4 settori considerati strategici: innovazione e digitalizzazione, sostenibilità, organizzazione del lavoro post-Covid ed export.

Riteniamo sia un approccio innovativo – commenta Stefano Cuzzilla, Presidente di 4.Manager – che ci pone sempre all’avanguardia nella ricerca customizzata di soluzioni a misura dei dirigenti. Grazie a questo percorso, ci proponiamo di promuovere iniziative concrete sul tema innovativo delle politiche attive e ad alto valore aggiunto”.

L’iniziativa, rivolta da un lato alle imprese che applicano il CCNL dirigenti delle imprese produttrici di beni e servizi e versano il contributo previsto a 4.Manager e dall’altro ai manager inoccupati del comparto industriale, si pone tre diversi obiettivi: intercettare le imprese che vogliono cogliere le opportunità della ripresa e agganciare le risorse del Pnrr, incentivare  il reinserimento delle figure manageriali nel sistema produttivo e sostenere le imprese nella realizzazione dei propri interventi di sviluppo.

È un segnale importante l’aumento della domanda di figure manageriali che stiamo registrando e, in quest’ottica – continua Cuzzilla – diventa fondamentale contribuire concretamente al reperimento e al reinserimento nel mercato del lavoro di figure dirigenziali. L’investimento di 4.Manager si  pone l’obiettivo di realizzare iniziative di politiche attive al fine di sostenere la crescita dei manager e delle imprese per garantire la ripartenza e assicurare uno sviluppo sostenibile”.

Foto Pexels

Prima della pandemia 7 imprenditori su 10 avvertivano il bisogno di dotarsi di competenze manageriali per lo sviluppo dell’impresa. A un anno di distanza, oltre a non esserci stata la temuta emorragia di figure manageriali, registriamo una ripresa della domanda di dirigenti pari a un +50%. I dati elaborati dall’Osservatorio 4.Manager sono confortanti ma registrano anche una difficoltà, per il 48,4% delle aziende italiane, a reperire le competenze manageriali.

Per quanto riguarda invece i manager inoccupati, l’Osservatorio stima complessivamente che siano circa 6.000 nel settore manifatturiero, più altri 4.000 nel settore del commercio. Non è solo un problema di avere disponibili le competenze manageriali adeguate alle nuove necessità ma anche quello di mettere in atto strumenti nuovi che consentano di facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Questo progetto ha l’ambizione di rispondere attraverso la bilateralità a entrambe queste esigenze.

Nello specifico, il progetto prevede lo stanziamento di 4 milioni di euro che saranno destinati alle imprese che ingaggiano un manager inoccupato, sottoforma di rimborso spese per le fasi di assessment delle esigenze aziendali e di ricerca e selezione del personale.

 In particolare, sono previsti i seguenti rimborsi:

  • fino a un massimo di 30.000 euro, nel caso in cui il manager venga assunto a tempo indeterminato;
  • fino a un massimo di 15.000 euro, nel caso in cui il manager venga assunto a tempo determinato o attraverso un contratto di lavoro senza vincolo di subordinazione.

Inoltre, 4.Manager supporta le imprese con:

  • l’accesso gratuito ad una piattaforma e-learning per il rapido inserimento del manager in azienda;
  • il rimborso della quota contributiva per un anno (due se il manager è donna) a carico dell’azienda per l’assistenza sanitaria Fasi del dirigente;
  • informazioni per il ricorso a eventuali incentivi pubblici di settore.

 Rinascita manageriale si aggiunge e completa le iniziative già in corso in materia di outplacement in attuazione del CCNL Dirigenti Industria, consolidando l’efficace azione di 4.Manager nel sostegno alle imprese e ai manager in tema di politiche attive del lavoro.

 

Un Patto della dirigenza per l’Italia

Un Patto della dirigenza per l’Italia

Grande successo, in termini di partecipazioni e riscontri sui media, per la nostra Assemblea nazionale. Le migliori competenze manageriali sono pronte a lavorare alla realizzazione del Pnrr.

La ripresa del nostro Paese non può prescindere da un ruolo centrale dei manager. Il contributo offerto dalle nostre professionalità sarà infatti determinante per realizzare gli interventi previsti dal Pnrr e per guidare un percorso di sviluppo sostenibile e inclusivo. In ragione di ciò, dal palco della nostra Assemblea nazionale, ho voluto lanciare con forza il “Patto della dirigenza per l’Italia”, un piano di intenti che promuova una stretta collaborazione tra pubblico e privato per aiutare l’Italia a crescere, nel rispetto della legalità e valorizzando le tante competenze che i nostri manager possono mettere a disposizione.

L’Assemblea ha rappresentato un successo senza precedenti per la nostra Federazione. All’evento hanno partecipato oltre 600 tra dirigenti d’impresa e rappresentanti di vertice delle istituzioni, tra cui esponenti del Governo, oltre a primarie personalità delle rappresentanze industriali e politiche.

Numerosissime sono state inoltre le uscite sulla stampa e sui principali telegiornali nazionali, che hanno coperto l’evento con servizi di primo piano. Una soddisfazione enorme per il nostro impegno, che ogni giorno portiamo avanti, anche grazie al prezioso lavoro svolto sul territorio.

Come manager, siamo pronti a essere coinvolti sul banco di prova principale, quello che riguarda il più ambizioso piano di riforme e investimenti che si ricordi dal dopoguerra, magistralmente strutturato dal Governo Draghi.

L’Italia saprà spendere gli oltre 222 miliardi di euro previsti, oltre alle altre risorse nazionali ed europee disponibili?

È un’impresa titanica, ma per farcela servono le migliori competenze manageriali, quelle delle donne e degli uomini che ogni giorno sono chiamati, nelle proprie aziende, a superare gli ostacoli imposti dalla crisi. La cultura manageriale è la via per gestire le risorse del Pnrr come un grande budget da utilizzare per il bene comune.

Promuovendo altresì un’impostazione progettuale che non si barrichi dietro i “no” di comodo, ma abbia il coraggio di dire chiaramente sì alle opportunità, industriali e infrastrutturali, che il Paese ha di fronte. È cruciale che gli impegni previsti siano realizzati attraverso, per rispettare le verifiche progressive delineate dall’Ue e per rispondere alle giuste aspettative delle giovani generazioni.

Su questo punto, nel corso dell’Assemblea, ho registrato un’ampia e confortante adesione da parte dei colleghi presenti e una proficua interlocuzione con i nostri autorevoli ospiti. Il settore pubblico deve aprirsi davvero alle migliori potenzialità del privato. Non è ammissibile, come ho pubblicamente affermato, che sia mantenuto, per le retribuzioni dei manager nella Pa o nelle società partecipate, un tetto che è assolutamente fuori mercato e che non può portare ad avere “in squadra” i migliori. Se il nostro Paese vuole essere competitivo, deve smetterla di giocare al ribasso. Possiamo pensare in grande perché abbiamo grandi capacità.

 

Quella matassa da districare

Quella matassa da districare

La burocrazia costa circa 30 miliardi di euro all’anno alle Pmi italiane. Ora che il Pnrr traccia la strada delle riforme, l’imperativo è: ammodernare il Paese, semplificare tutto!

Affinché la ripresa post Covid non sia solo un auspicio, ma diventi tema costitutivo della nostra quotidianità, le riforme di accompagnamento al Pnrr vanno attuate nel segno di un riavvicinamento dello Stato ai cittadini. Con un imperativo chiaro: districare la matassa burocratica che limita le potenzialità delle imprese italiane.

Oggi la burocrazia costa circa 30 miliardi di euro l’anno alle aziende del nostro Paese e può pesare fino al 4% del fatturato di una piccola impresa. Le nostre migliori risorse professionali sono spesso costrette a rapportarsi con procedure troppo complesse e con una stratificazione normativa sconfortante, oltre che con modalità e tempistiche autorizzative non all’altezza di un Paese competitivo.

Il Pnrr è la grande chance che abbiamo non solo per ripartire, ma anche per rivedere l’impianto organizzativo del Paese, superando il vizio italiano dell’immobilismo che si barrica dietro una costante incapacità decisionale.

Le grandi opere devono essere fatte, va detto convintamente. E si possono fare senza lasciare margini alla corruzione, al clientelismo o al pressappochismo. Abbiamo tutte le competenze manageriali e amministrative per realizzarle al meglio, valutando possibili impatti ambientali, economici e sociali.

Pubblico e privato devono lavorare insieme per incidere davvero sui territori, a partire dalle aree più fragili del Paese che hanno bisogno di interventi chiari, capaci di apportare benefici in termini di occupazione e benessere complessivo.

In questo senso, il nostro riferimento è la sostenibilità, intesa nella sua accezione più ampia e nel rispetto del principio cardine del “do not significant harm”: agire ma senza nuocere.

Come riportato anche da autorevoli fonti stampa, secondo l’ultima classifica annuale della Banca mondiale sulla facilità di fare impresa, l’Italia occupa la 58esima posizione, dietro il Kosovo.

Il Paese di Leonardo da Vinci, Marconi e Fermi è oggi aggrovigliato su sé stesso e non riesce a essere attrattivo per investitori esteri di qualità, che possano integrare il nostro sistema produttivo.

Ecco perché accogliamo con favore l’approccio fissato dall’agenda Draghi; il governo sta dimostrando di voler procedere in tempi brevi per offrire a istituzioni, cittadini e imprese il framework migliore in cui realizzare gli obiettivi del Pnrr.

La burocrazia è di fatto la struttura sociale più diffusa sul pianeta, che coi suoi costi stratosferici colpisce imprese e organizzazioni di qualsiasi dimensione e settore.

Ma un nuovo paradigma sta prendendo forma: decentralizzato, fondato sulla relazione e sulla trasparenza, leggero nelle regole e orientato a una strategia condivisa.

Questo vale per lo Stato, ma vale ancor prima per noi manager. Dobbiamo cambiare anche idea di organizzazione d’impresa, verso forme più agili, più veloci e più innovative. Ammodernando l’impresa, semplificando tutto.

 

Insieme con l’impegno di sempre

Assemblea ordinaria 2020: Insieme con l’impegno di sempre

L’Assemblea annuale 2020 di Federmanager Roma, tenutasi in modalità online nel rispetto delle disposizioni del governo, si è confermata, tanto più oggi con le difficoltà che la pandemia impone, occasione importante di attenta riflessione e confronto sui temi legati alla realtà industriale, occupazionale, economica, sociale e politica di Roma, del Lazio e del Paese

Lo scorso 29 ottobre si è svolta, in modalità online, nel rispetto delle disposizioni emanate dal governo, l’Assemblea annuale 2020 di Federmanager Roma. Seppur disattesa l’iniziale volontà di un incontro in presenza, anche in remoto numerosa è stata la partecipazione, sebbene con il dispiacere di non potersi incontrare e scambiare un saluto, per un appuntamento annuale aspettato dall’intera organizzazione romana punto di riferimento per oltre 20 mila manager industriali. A moderare gli interventi il giornalista Francesco Vergovich, che ha sottolineato come Federmanager Roma, di fronte ad un 2020 che ha messo a dura prova anche le menti più creative e produttive del Paese, abbia mostrato la sua capacità di reazione nel rispondere alle difficoltà.

Il Presidente Giacomo Gargano, aprendo i lavori, ha rivolto un sentito e caloroso saluto a Giancarlo Argenti, ringraziandolo per i suoi 40 anni di servizio all’interno di Federmanager Roma, gran parte dei quali come Segretario Generale, e per il suo impegno costante nell’offrire supporto, con dedizione e professionalità, a migliaia di colleghi: “Stargli accanto – ha commentato Gargano – ha rappresentato, per ognuno di noi, un’importante occasione di crescita umana e professionale. Lo saluto con l’apprezzamento e la stima che lui ben sa, mia e di tutti i colleghi da lui assistiti in questi anni”.

Assemblea Ordinaria 2020: Insieme con l’impegno di sempre

Carlo Imperatore, Segretario di Federmanager Roma

A raccogliere il testimone da Giancarlo Argenti è Carlo Imperatore, a cui il Presidente ha dato il benvenuto. Il nuovo Segretario ha voluto salutare i partecipanti, dicendosi onorato ed orgoglioso di entrare a far parte di una squadra di così alto livello: “Sono consapevole che è un ruolo di grande responsabilità, tanto più in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, che richiede un grande sforzo di unità e coesione tra tutta la struttura, gli iscritti ed i componenti degli organi sociali. Il futuro è complicato, ma avvincente la sfida. Gli obiettivi che ho individuato sono sostanzialmente tre: rafforzare il profilo identitario dell’associazione; incrementare la qualità e la quantità di servizi e, ultimo ma non ultimo, aumentare la rappresentanza di una federazione che già ha un ruolo importantissimo sul territorio laziale e nazionale. In tale direzione tutte le mie energie e la mia professionalità, unitamente a quelle dell’intera struttura, saranno a disposizione di tutti gli iscritti”.

Daniele Leodori, Vicepresidente della Giunta Regionale del Lazio 

Daniele Leodori, Vicepresidente della Giunta Regionale del Lazio

Affrontando l’analisi dello stato dell’economia italiana e della Regione Lazio, il Presidente Gargano si è confrontato con Daniele Leodori, Vicepresidente della Giunta Regionale del Lazio, con le deleghe al coordinamento dell’attuazione del programma di governo e dei fondi comunitari. Nella sua ampia relazione, Leodori ha, in modo dettagliato e puntuale, ricordato le iniziative messe in campo dal governo regionale in questo difficile momento. La drammaticità dei numeri non deve far dimenticare le opportunità che il sistema Paese e la Regione Lazio devono cogliere guardando alla programmazione dei fondi strutturali 2021-2027 e al Recovery Fund. Leodori ha ricordato come, fin dal lockdown di marzo e aprile, la Regione Lazio abbia lavorato su tre assi parallele: “Il contrasto al virus, in quanto senza una situazione sanitaria tranquilla non è possibile programmare una fase successiva di rilancio.La messa in campo di tutte le azioni necessarie al rilancio dell’economia dei territori ed infine il sostegno alle persone in difficoltà e la lotta alla povertà, per far sì che questa pandemia sanitaria non diventi anche una pandemia sociale”. Importante, guardando agli obiettivi, la creazione di “un gruppo di lavoro, completamente gratuito, composto da professori universitari, mondo della ricerca ed altre realtà, chiamato giornalisticamente ‘Lazio Lab’, che ha cercato di immaginare la ripresa del Lazio in tre momenti diversi. Uno nell’immediato, con il sostegno alle aziende, l’immissione di liquidità nel sistema ed aiuti alle famiglie e ai comuni per cercare di tenere la situazione socio-economica il più possibile sotto i livelli di guardia della tensione sociale. Un secondo livello che andasse a ragionare sul medio periodo, quindi sulla programmazione dei Fondi 2021-2027. Ed infine un terzo livello che guarda al Lazio del futuro, il Lazio che vorremmo, la regione a cui tendere con una programmazione di lungo periodo”.Semplificare dovrà essere uno degli imperativi dell’azione della Regione e del Paese: “dovremo arrivare ad un sistema che possa autorizzare quasi tutto su autocertificazione o per dichiarazioni di atto notorio o per assunzione di responsabilità del dichiarante. Avremmo così la possibilità di autorizzare in tempi rapidissimi qualsiasi iniziativa di natura imprenditoriale o privata e al contempo un controllo più capillare e pene più severe per chi tradirà la fiducia della pubblica amministrazione. Sulla semplificazione ci giochiamo gran parte del rilancio del nostro Paese”.

Uguale attenzione dovrà essere dedicata al mondo della ricerca, dell’innovazione e dell’Università, con un impegno forte verso la digitalizzazione, definita da Leodori “un nuovo diritto umano ed assoluto”. “Un’azienda non interconnessa – ha aggiunto – che non ha accesso al mondo digitale, trainante nel settore economico e produttivo, non sta a passo con i tempi. La pubblica amministrazione deve fare in modo che tutto il territorio regionale abbia le stesse opportunità”.

Infine, soprattutto in riferimento al Recovery Fund, Leodori ha ricordato l’impegno per un grosso piano di investimenti infrastrutturali: “Il nostro brand è la Capitale, ma noi lo utilizzeremo al meglio se saremo in grado di far sì che tutte le province della regione possano essere tra loro interconnesse, in un sistema di viabilità su gomma e ferro. Pensiamo al collegamento della provincia di Frosinone con l’alta velocità, la città di Latina e il litorale sud pontino con un sistema di metropolitana di superficie che sostituisca la FL8 e lo stesso per la FL5 di Civitavecchia, ancora con il raddoppio della Roma-Viterbo e la creazione della ferrovia Roma-Rieti”.

Il messaggio all’Assemblea del Presidente Federmanager Stefano Cuzzilla 

Assemblea Ordinaria 2020: Insieme con l’impegno di sempre

Il Vicepresidente Federmanager Eros Andronaco ha portato all’assemblea il messaggio del Presidente Federale Stefano Cuzzilla

All’Assemblea Annuale 2020 di Federmanager Roma non è mancata la voce della federazione nazionale. Eros Andronaco, Vicepresidente Federmanager, ha letto ai partecipanti il messaggio di saluto inviato dal Presidente Stefano Cuzzilla. L’apertura è un invito all’unità: “Occorre uno sforzo straordinario da parte di tutti ed è importante rimanere uniti e coesi per centrare gli obiettivi dei prossimi mesi: resistere per non riesistere. È questo lo slogan con il quale vorrei accompagnarvi nella riflessione che avete organizzato nell’assemblea odierna e che rappresenta un momento importante. La discussione va alimentata e non silenziata”.

Rammaricato per non essere fisicamente presente, Cuzzilla ha voluto salutare e ringraziare il Presidente Gargano a conclusione dei suoi 6 anni di mandato: “Giacomo è una colonna portante della nostra organizzazione e Federmanager Roma ha mostrato grande vitalità anche in questo periodo complesso. La presidenza Gargano è riuscita ad assicurare continuità, ma soprattutto a far crescere Roma nella valutazione e considerazione. In Giacomo ammiro la capacità di svolgere il suo ruolo con competenza, garbo e determinazione e soprattutto con il coraggio di manager illuminato, con uno sguardo sempre proiettato in avanti, ma con i piedi ben saldi a terra”. Ed ha aggiunto: “Tutti i risultati sono stati possibili solo grazie al grande spirito di appartenenza e alla coesione del gruppo di presidenza e dell’intera base associativa. Le decisioni sono state sempre prese con l’intendimento di far qualcosa di utile per l’associazione, per la federazione nel suo complesso e quindi per tutte la categoria dei manager. Voglio rivolgere a Giacomo la più viva gratitudine per la passione, l’impegno, il senso di attaccamento, con affetto sincero”. Assemblea Ordinaria 2020: Insieme con l’impegno di sempre La situazione economica e sociale del Paese che si trova ad affrontare il dramma della crisi pandemica, richiede, secondo Cuzzilla, l’impegno di tutti per “scongiurare il rischio che la nostra crisi economica diventi strutturale. Le imprese devono essere sostenute verso nuovi modelli di business capaci di gestire il prossimo futuro, perché il rimbalzo del terzo trimestre finirà per essere l’unico di questo 2020.  Non sono solo le attività commerciali, le palestre o i ristoranti a patire l’effetto del nuovo semi-lockdown. È l’intero sistema economico ad essere a rischio”.

Federmanager è pronta a fare la sua parte: “Nei miei ultimi incontri con la Presidenza del Consiglio ed il ministro di Economia e Finanza, ho riconfermato la piena disponibilità della federazione a partecipare attivamente per avanzare proposte che impattino positivamente sulle imprese e sulla competitività del sistema. Se è così, allora possiamo anche leggere l’emergenza covid-19 come un vero e proprio acceleratore. Acceleratore di un processo di rinnovamento che era latente, un innesco di un processo di cambiamento che può mobilitare sforzi e investimenti finanziari, organizzativi, professionali, innovazioni strategiche e decisioni fondamentali”.

Prosegue intanto il dialogo con Confindustria ed il neo Presidente Bonomi. Ancora una volta primario sarà il ruolo dei manager: “Oggi, più di ieri, le strategie e le azioni da mettere in campo devono includere la valorizzazione del capitale manageriale, senza il quale non è possibile realizzare un rilancio innovativo e competitivo del sistema produttivo italiano. Noi manager siamo allenati alla anticipazione strategica dei fenomeni, così come alla velocità della competizione”. In questo senso fondamentale diventa “riconoscere il ruolo delle associazioni di categoria, ora che lavoratori ed imprese devono essere tutelati. I nostri manager stanno facendo la loro parte, ma capiamo che una fuoriuscita di alcuni di loro dal mondo dell’impresa sarà inevitabile. Dobbiamo cercare di essere preparati a questa evenienza, a gestire un andamento di risoluzioni di lavoro che potrebbe essere consistente”. Il Presidente Cuzzilla ha concluso il suo intervento con un invito a non fermarsi e andare oltre le difficoltà, perché, come diceva Seneca: “Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, è perché non osiamo che sono difficili”.