Dimostra che sei un essere umano


Stefano Cuzzilla

Fare bene fare in fretta

Fare bene e fare in fretta

L’approvazione del piano Next Generation Eu ci impone il compito di spendere in fretta e nel migliore dei modi i fondi disponibili per ridare slancio al nostro sistema economico, individuando, con il contributo di tutti, settori strategici e priorità. Per riuscirci servono competenze

Anche nel periodo più buio della pandemia abbiamo sempre sostenuto che divergenze o localismi non avrebbero portato risultati. Abbiamo ribadito la necessità di scelte condivise, di coesione tra i territori e tra le Regioni, abbiamo ricordato più volte che un Paese coeso e unito è quello di cui tutti abbiamo bisogno.

La ripresa deve necessariamente passare da un piano di politica industriale che non può quindi prescindere dal contributo congiunto del Governo e delle istituzioni ma anche dei territori, delle aziende e dei manager. Adesso che abbiamo alle spalle anche la recente competizione elettorale, ci auguriamo che tutti gli sforzi siano diretti a sciogliere i nodi strutturali del nostro sistema economico, realizzando gli interventi di cui il territorio necessita. Abbiamo di fronte una opportunità storica che non possiamo perdere.

L’approvazione del piano Next Generation Eu ha portato già in dote un rafforzamento dell’Unione europea. È stata la dimostrazione storica dell’importanza di questa istituzione, che è riuscita a far prevalere una visione politica e di solidarietà reciproca dopo lunghi negoziati che rischiavano di pregiudicarne persino il senso.

A noi spetta il compito di spendere nel migliore dei modi e in fretta i fondi disponibili per ridare slancio al nostro sistema economico ma anche alle comunità regionali e locali. Non parlo solo dello stanziamento europeo, ma di tutte le misure che in questi ultimi mesi sono state adottate per far fronte all’emergenza, sostenere lavoratori e famiglie.

Sia chiaro a tutti che questo è il tempo degli investimenti. È questa l’occasione per sanare ritardi accumulati da anni in tema di infrastrutture, opere grandi e piccole, innovazione, reti digitali, sostenibilità e riconversione green dell’industria. Aggiungo che mi piacerebbe pensare che, poiché stiamo facendo debito, poiché saranno le generazioni future a sostenerne il peso maggiore, tutte le forze politiche e sociali si impegnino a sostegno della scuola, dell’istruzione e della ricerca.

Enti territoriali, politici locali, associazioni di categoria sono già partite all’assalto per conquistare una quota dei fondi europei destinati all’Italia (81,4 miliardi in sussidi e 127,4 in prestiti). È quindi urgente predisporre al più presto piani di impiego delle risorse che siano seri e credibili individuando i settori strategici e le priorità su cui puntare. Un forte indirizzo nazionale, concordato poi con gli enti locali, e una gestione che sia il più possibile vicina ai territori sono gli ingredienti necessari per avere un Paese più equo e più competitivo.

Ci vogliono competenze per riuscirci, non mi stanco mai di ricordarlo. Solo la competenza ci fa andare avanti. I manager anche in questo periodo hanno dimostrato di saper reagire alla complessità organizzativa, gestionale, finanziaria conseguente all’emergenza. Noi, come organizzazione di rappresentanza, ci mettiamo a disposizione di tutti i livelli di governo per realizzare questo decisivo progetto per il Paese.

Muoversi nello Spazio-Tempo

Muoversi nello Spazio-Tempo

Dobbiamo progettare un nuovo modello urbano che ci permetta di coniugare benessere e produttività. Affidarsi alle competenze di un “mobility manager” può fare la differenza

Riconquistare gradualmente lo spazio esterno ci offre l’opportunità di riprogettare la mobilità. Il distanziamento sociale sta generando un rilevante impatto sia sugli stili di vita sia sull’organizzazione del lavoro, ponendoci molti interrogativi su come cambiare il modo con cui ci spostiamo, viaggiamo e abitiamo i nostri luoghi.

Ora che le nostre città si stanno riavviando, è il momento di orientarci verso un modello nuovo, di ripartire con un’impronta più “green”. È necessario un intervento sui grandi flussi e quindi sugli orari di lavoro, di apertura dei negozi, di ingresso nelle scuole e nelle università che dovranno essere flessibili. Ma è urgente anche un investimento massiccio nel sistema dei trasporti e delle infrastrutture, necessario prima della pandemia e adesso non più rinviabile.

Servono risorse per la manutenzione delle opere e per la costruzione di nuovi collegamenti.

L’alternativa è tornare a centri urbani inquinati, con alti livelli di congestione e di traffico oppure incoraggiare una mobilità attiva: dagli spostamenti a piedi a quelli in bicicletta, con piste ciclabili e infrastrutture moderne.

Andrà in un senso oppure nell’altro a seconda di come si comporteranno tanto il decisore pubblico quanto il mondo dell’impresa.

Le imprese sono tenute ad affrontare la questione logistica degli spostamenti per assicurare innanzitutto la sicurezza dei lavoratori. Un compito che può essere svolto dal “mobility manager”, che è una figura che già esisteva nelle aziende di grandi dimensioni e che il Decreto Rilancio, giustamente, ha imposto anche per chi supera la soglia dei 100 dipendenti.

Il “mobility manager” dovrà considerare soluzioni alternative di mobilità, prediligendo politiche aziendali che favoriscano il ricorso a mezzi più sostenibili, integrando queste scelte con le altre politiche organizzative e gestionali che ogni impresa è chiamata a rivedere per procedere in sicurezza.

Non si tratta solo di migliorare l’accessibilità alla sede aziendale o di ottimizzare i costi. Dietro alle scelte sulla mobilità insiste il grande obiettivo del miglioramento del benessere e della produttività dei propri collaboratori.

Di fronte alla complessità del momento, è quindi necessario puntare sulle competenze manageriali, in tutte le imprese. Affinché anche le Pmi possano dotarsi di un mobility manager, sarebbe opportuno prevedere un’incentivazione fiscale anche in forma di voucher per sostenerne l’inserimento, attingendo magari dal bacino di manager, anche temporaneamente inoccupati, ma che hanno competenze tecniche e specializzate.

Persone capaci che sappiano anche dialogare con il territorio circostante, tenendo a mente l’ambiente e sottobraccio gli amministratori locali.

Solo in questo modo riusciremo così a inaugurare un nuovo modo di lavorare e di abitare le nostre città. Dobbiamo gestire un’unica variabile spazio-tempo, come nella teoria della relatività ristretta. Collegati tra loro, spazio e tempo si modificheranno a seconda del sistema di riferimento a cui intendiamo affidarci.

Competenze manageriali per la crescita delle imprese

Competenze manageriali per la crescita delle imprese

Il momento è cruciale, in un Paese in equilibrio tra la speranza della ripresa e l’incubo della recessione, diventa obbligatorio ridurre la distanza tra domanda e offerta di competenze manageriali

L’Associazione 4.Manager, all’interno della quale opera l’Osservatorio Mercato del Lavoro e Competenze Manageriali, ha abbracciato l’ambizioso progetto di rispondere al fabbisogno reale dei protagonisti del tessuto produttivo italiano, sviluppando politiche attive per il lavoro manageriale e, cosa non banale, operando per la diffusione di una nuova cultura di impresa. Federmanager e Confindustria, come parti istitutive di 4.Manager, si riconoscono nell’obiettivo comune di configurare una nuova cultura d’impresa basata sull’alleanza tra imprenditori e manager. Il contesto internazionale, il noto debito pubblico italiano, la guerra globale sui dazi e la frenata della crescita dellUE, con lo spettro della recessione in Germania, sono tutti elementi che rafforzano la necessità di una forte sinergia.

Questo ci impone di attivare il ruolo di rappresentanza nel senso della promozione di strumenti e soluzioni che, partendo dalla forte carica di innovazione trainata dall’avvento delle nuove tecnologie, sostengano lo spirito imprenditoriale dei territori e rafforzino la dotazione di competenze di alta qualità del nostro management. Quindi, come obiettivo ulteriore, far crescere gli indici di produttività e di competitività delle imprese.

I dati che emergono dal II Rapporto dell’Osservatorio, dal titolo “Capitale Manageriale e Strumenti per lo Sviluppo”, ci dicono che il momento è cruciale. Siamo in equilibrio tra la speranza della ripresa e l’incubo della recessione. Partiamo da alcuni segnali confortanti che devono essere interpretati con attenzione. Un dato su tutti: rispetto al 2017 cresce nel Paese la domanda di manager. Figure in grado di guidare il cambiamento, accompagnando le aziende in un progressivo percorso di crescita.

Il 50% degli imprenditori intervistati dall’Osservatorio punta ad assumere manager nei prossimi tre anni (arriviamo al 76% nelle imprese con più di 50 dipendenti). Si apre quindi una grande sfida per tutti noi, che è racchiusa in due parole a me molto care: fiducia e competenza. Fiducia da parte degli imprenditori che avranno bisogno di aprire le porte delle aziende a professionisti di primo livello; competenza, quella che i manager dovranno sempre più maturare per competere in un mercato globale. Dobbiamo infatti lavorare per ridurre il mismatch tra domanda e offerta di competenze manageriali. Se gli imprenditori dichiarano di incontrare difficoltà nel reperire figure manageriali utili alle proprie attività, vuol dire che sta emergendo una necessità non supportata adeguatamente.

Il nostro compito è anche quello di offrire una risposta, aiutando il management a strutturare in modo nuovo il proprio ruolo, ad evolvere nelle competenze tecniche e tecnologiche richieste dai processi di innovazione. A queste occorre affiancare le cosiddette soft skills, quelle competenze trasversali che riguardano la capacità di motivare i team, l’orientamento all’innovazione e al cambiamento, la propensione ad adattarsi a scenari in continua evoluzione.

Il problema del mismatch, a ben vedere, deve interessare la politica attenta perché esso riguarda tutto il sistema: 6 posti di lavoro altamente qualificati su 10 mostrano una carenza di competenze; 4 lavoratori su 10 sono troppo o troppo poco qualificati per il lavoro che stanno svolgendo.

E poi c’è l’allarme esplicito dell’OCSE: “Il sistema italiano di formazione permanente non è attrezzato alle sfide future. Solo 20,1% degli adulti ha partecipato a programmi di formazione professionale nell’ultimo anno, solo il 60% delle imprese con più di 10 dipendenti offre formazione continua, contro una media europea del 75,2%”. Sosteniamo ad esempio ogni misura che, come il credito d’imposta alla formazione 4.0, incentivi l’investimento in questo ambito da parte dei datori di lavoro. L’impresa deve essere incentivata ad aggiornare le competenze delle sue risorse.

La formazione è per la vita. Esprimiamo soddisfazione per aver visto accolte le sollecitazioni su provvedimenti come il voucher per l’innovation manager e per la riconferma degli interventi su Impresa 4.0: stiamo andando nella direzione giusta che meriterebbe un incremento delle risorse messe a disposizione e un carattere il più possibile strutturale, per dare continuità, per consentire a un numero crescente di soggetti interessati di avervi accesso.

Perciò chiediamo di avere più coraggio, perché serve una rivoluzione culturale nella mentalità politica, per dare senso a incentivi e agevolazioni che, per essere efficaci, devono essere il più
possibili strutturali e certi. Altrimenti il privato non investe. Altrimenti la fiducia non si diffonde. Chiediamo anche di avere più attenzione. In un Paese che è stato definito “a crescita zero”, ogni livello di amministrazione deve remare nella stessa direzione.

È significativo quello che il Rapporto evidenzia circa i bandi pubblici: dopo una mappatura su larga scala, si scopre che in 5 anni ci sono stati 2.452 bandi che hanno riguardato temi come competitività, Pmi, occupazione e innovazione. Di questi, solo 232 hanno “potenzialmente” coinvolto figure manageriali, con 87 bandi contenenti un riferimento diretto o indiretto alle competenze manageriali.

Questo è il momento del coraggio, della collaborazione tra mondo della politica, dell’impresa e del management, di professionalità qualificate e sempre aggiornate.

Stefano Cuzzilla: Capacità a disposizione del Paese

Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager, ribadisce come Roma e la Regione Lazio debbano diventare il motore per il rilancio del Paese. Per far ripartire l’economia in Italia indispensabile è il ruolo dei manager, insieme ad una maggiore intraprendenza della politica, tutelando gli interessi delle categorie più deboli come giovani, donne e pensionati

Ad aprire i lavori dell’Assemblea annuale di Federmanager Roma, di fronte ad un foltissimo pubblico, è stato Stefano Cuzzilla, Presidente Nazionale di Ferdermanager. L’intervento ha avuto un toccante prologo: un doveroso ricordo e l’invito ad un minuto di raccoglimento per Domenico Gargano, padre di Giacomo Gargano presidente di Federmanager Roma: “una persona di enorme spessore umano, un manager capace e preparato ed un amministratore che tanto ha fatto per la città di Cassino e per l’intero basso Lazio”.

Rivendicando con orgoglio la sua romanità, Cuzzilla ha voluto comunque salutare con entusiasmo l’assegnazione delle olimpiadi invernali a Milano-Cortina. Ha ricordato come “la capitale e la regione Lazio devono rappresentare il motore per il rilancio del Paese. In questa Regione – ha precisato – vantiamo settori importanti, dal farmaceutico all’edilizia, passando per la meccanica, la logistica e i servizi. Sono realtà che vanno sostenute”.Non è mancato un plauso all’ottimo lavoro di Federmanager Roma e del suo Presidente Gargano: “Un lavoro difficile in una città complicata , terreno di scontri, di battaglie politiche, di difficoltà quotidiane, dalle manifestazioni alle metropolitane chiuse. Dobbiamo essere forti e di Giacomo ci fidiamo, una persona seria che avrà la nostra totale vicinanza oggi, domani e sempre”. Le amministrazioni pubbliche, la politica e le organizzazioni di rappresentanza di manager e imprese devono dialogare.

Stop innanzitutto alla burocrazia che “pesa il 4,6% del PIL” ed un sì convinto alle infrastrutture: “gridiamo mille volte sì alla TAV, è importante fare opere ed offrire prospettive agli imprenditori”. Le potenzialità che l’Italia offre, per posizione geografica e storia, non vanno mai dimenticate. “Nasce dunque l’imperativo del ‘fare’, dare lavoro e dare sicurezza ai nostri imprenditori”.

La classe manageriale ha in questo un’enorme responsabilità e Federmanager, ha precisato Cuzzilla, non l’ha mai negata né sottovalutata: “Per questo abbiamo deciso di lanciare Governance 2020”. Ricordiamo che si tratta di un’iniziativa che si avvale del supporto di Spencer Stuart, società leader nella consulenza in tema di Corporate Governance. Governance 2020 si sostanzia in una call ai manager iscritti alla Federazione che hanno maturato esperienze adatte a far parte degli organi amministrativi e di controllo di società quotate e delle più rilevanti società non quotate, sia pubbliche che private. “Federmanager – ha sottolineato Cuzzilla – ha accettato questa sfida, cercherà di presentare nomi dalle elevate competenze, senza fare patti con la politica finalizzati al voto”.Ma le sfide non finiscono qui. Aiutare i giovani è un’assoluta priorità: “è necessario far fruttare i sacrifici delle famiglie, non abbandonarle e far sì che i loro figli possano, qui in Italia, investire sul loro futuro”. Aiutare le donne, garantendo loro di lavorare in assoluta tranquillità “senza l’incubo di una maternità che possa far perdere il lavoro o le proprie qualifiche. Tutto questo non lo permetteremo”, sottolinea Cuzzilla, aggiungendo: “tutte le aziende che nei loro Cda vedono una forte presenza femminile hanno saputo reagire meglio alla crisi”.

Stare vicino ai pensionati: “Sono pronti, presso la CIDA, i ricorsi per tutelare chi ha lavorato una vita, ha versato i propri contributi ed ora si vede mettere in discussione diritti acquisiti. Sono persone da difendere, da tutelare, uomini e donne che hanno investito sul loro futuro, hanno aiutato i figli ed ora vedono in pericolo i loro diritti”. Sanità integrativa e previdenza sostitutiva offerte dagli enti collaterali rappresentano le best practices di Federmanager: “mettiamo le nostre capacità a disposizione del Paese”. Uguale attenzione assicura il Presidente nazionale sarà garantita a chi ha perso il proprio posto di lavoro. In questo senso, ha ricordato Cuzzilla, si stanno portando avanti progetti importanti tra i quali 4.Manager in collaborazione con Confindustria.

Accountability

Accountability

“Il progetto Governance 2020 è rivolto a tutte e tutti i manager associati che, in possesso dei necessari requisiti, possono ambire a ricoprire incarichi nei Consigli di Amministrazione o nei Collegi dei Sindaci delle società che andranno a rinnovo nel 2019”. Il know how adeguato per una gestione efficiente e un rilancio concreto

Cosa possiamo fare, in concreto, per far rivivere la nostra grandezza? Quella dei nostri Padri costituenti, quella degli imprenditori illuminati, della crescita economica e del progresso sociale, del welfare per tutti e della solidarietà tra cittadini? Brucia la cattedrale di Notre Dame e ce l’avremo a lungo davanti agli occhi: l’immagine di un passato che chiede di essere ricostruito, di una grande bellezza che ha bisogno delle braccia di uomini e donne per tornare al suo splendore. Il passato va ricostruito, e difeso, ma forse è più urgente costruire il futuro. Merita fondamenta più solide. È al futuro che intendiamo guardare pensando alla funzione della nostra azione di rappresentanza: Federmanager tutela e difende, ma soprattutto rilancia e crea opportunità di innovare. Nasce da qui, da questa visione ambiziosa, il titolo della nostra Assemblea Nazionale, che si è tenuta a Roma venerdì 10 maggio. Siamo “L’Italia che costruisce”, e lo abbiamo ripetuto insieme ai tanti manager che sono all’opera per un Paese che sia protagonista in Europa e si affermi tra i leader nel mondo.

Questa visione, che ci spinge a fare invece che a promettere, impone di interpretare in modo nuovo il “chi siamo” e il “cosa facciamo”. Nella logica di servizio che ci ha sempre contraddistinto, noi ci appelliamo alle donne e agli uomini di talento affinché restino in questa bellissima Italia contribuendo, con le loro competenze e determinazione, a renderla più competitiva, a rilanciare l’economia, a far ripartire l’industria.

Ecco perché sono particolarmente lieto di annunciare dalle pagine di questo mensile l’avvio dell’iniziativa “Governance2020”. Il nome del progetto viene dalla possibilità di partecipare in modo attivo e coerente alla prossima campagna di nomine nelle società quotate e non di rilevante entità, che si aprirà nella primavera prossima.

Il progetto che lanciamo è rivolto a tutte e tutti i manager associati che, in possesso dei necessari requisiti, possono ambire a ricoprire incarichi nei Consigli di Amministrazione o nei Collegi dei Sindaci delle società che andranno a rinnovo nel 2019, ed è svolto in collaborazione con una delle più influenti società di consulenza in tema di corporate governance, Spencer Stuart.

Pensiamo sia un dovere, ancora prima che un’opportunità, quello di sostenere l’inserimento di competenze manageriali di alto profilo all’interno delle realtà del Paese dove l’interesse aziendale e quello nazionale molto spesso collimano.

Il rafforzamento della governance delle principali aziende italiane non può avvenire se non immettendo, come fosse una medicina, il know how adeguato a una gestione efficiente e a un rilancio concreto.

Nell’epoca della incompetenza, del relativismo, della soggettività a tutti i costi, vogliamo supportare le persone che valgono a partecipare attivamente alla definizione delle decisioni che impattano sulle sorti del Paese.

Il progetto “Governance2020” è pensato per un target ben dettagliato di colleghi e tutte le informazioni per partecipare saranno inviate via e-mail agli iscritti e pubblicate sul nostro sito.

È il nostro contributo a favore del Paese, tramite ciò di cui siamo più ricchi, le nostre persone.