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AAA cercansi medici e infermieri

AAA cercansi medici e infermieri

Per allinearsi al livello di altri Paesi europei di riferimento, in Italia mancano all’appello 30.000 medici e 250.000 infermieri. A fare il conto è il 18° Rapporto Sanità del Crea (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) dell’Università di Roma Tor Vergata. Quello della carenza di personale è un problema globale: si stima che nel mondo manchino 15 milioni di medici. Ma in Italia risalire alle cause del problema è piuttosto lineare.

Per anni il blocco del turnover ha impedito le assunzioni in sanità. Chi andava in pensione, quindi, non veniva sostituito, riducendo progressivamente il numero di medici e professionisti sanitari. Poi, una volta sbloccato il turnover, è stato introdotto un tetto alla spesa per il personale sanitario, che non poteva superare quanto speso nel 2004 meno l’1,4%. Negli anni la percentuale è stata lievemente rivista, ma ad oggi le risorse aziendali per assumere personale e gratificarlo sono limitate, ancorate a livelli oramai anacronistici.

Ma in molti casi, pur avendo budget disponibile, risulta complicato trovare professionisti da assumere. Per diverso tempo infatti il numero di medici e infermieri da formare è stato programmato in maniera sbagliata rispetto ai fabbisogni del Servizio sanitario nazionale. Per quanto riguarda i medici, ad esempio, i posti nelle scuole di specializzazione e nei corsi di medicina generale, che è necessario frequentare per lavorare in ospedale o sul territorio, erano insufficienti sia rispetto al numero di laureati sia rispetto al fabbisogno di personale.

Con la conseguenza che da una parte molti giovani medici sono rimasti bloccati per anni nel cosiddetto “imbuto formativo”, non potendo completare la formazione dopo aver conseguito la laurea né accedere al SSN, e dall’altra i medici che andavano in pensione non venivano sostituiti.

Dal 2020 il numero di borse di specializzazione è stato notevolmente incrementato, risolvendo dunque il problema dell’imbuto formativo e offrendo, per ciascun laureato in Medicina, la possibilità di specializzarsi, sebbene alcune branche, come ad esempio Medicina d’Emergenza-Urgenza, vengano scelte da pochissimi giovani medici. Ma i corsi di specializzazione durano 4 o 5 anni, dunque occorrerà attendere il 2025 per poter avere a disposizione una platea di specialisti più ampia di quella attuale.

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Nel frattempo, la carenza di personale è ogni giorno più grave. Agli errori di programmazione si è aggiunta infatti anche la fuga di personale dalla sanità pubblica: turni massacranti, retribuzioni non competitive e scarse prospettive di carriera spingono sempre più professionisti a cercare lavoro all’estero o nel settore privato.

Per poter colmare le carenze allora le Aziende e le Regioni stanno cercando le soluzioni più disparate:

si richiamano i medici in pensione; si cercano medici all’estero (ha fatto scalpore, la scorsa estate, l’intenzione della Calabria di assumere 500 medici cubani); si spostano nei reparti più in difficoltà, come i Pronto soccorso, medici con specializzazioni diverse, mettendo fortemente a rischio la sicurezza delle cure, riducendo notevolmente la qualità dell’assistenza fornita ai pazienti e svuotando i reparti cui appartengono i medici spostati, con la conseguenza di allungare ulteriormente le già infinite liste d’attesa; infine, si ricorre sempre più spesso a cooperative e medici a gettone.

Quest’ultimo è un fenomeno relativamente recente: gli ospedali, non potendo superare il tetto di spesa per il personale, attingono risorse dalla voce di bilancio “beni e servizi” per esternalizzare la copertura dei turni in ospedale, affidandoli a soggetti privati. I medici che aderiscono alle cooperative, quindi, lavorano a chiamata (spesso anche in reparti diversi dalla propria specializzazione), guadagnano anche il triplo dei dipendenti e decidono autonomamente quante ore lavorare. Non stupisce, allora, che molti professionisti siano spinti a dimettersi per lavorare come gettonisti.

Dinanzi ad una carenza di personale tanto grave, giunge da più parti la richiesta di eliminare il numero chiuso nelle facoltà di medicina. Ma questa non può essere una soluzione al problema: ogni anno in media si iscrivono al test di Medicina 65.000 ragazzi.

Se tutti potessero iscriversi, sarebbe non solo impossibile garantire una formazione di qualità, specialmente nei corsi che prevedono esercitazioni pratiche; ma senza un simultaneo incremento delle borse di specializzazione e del fabbisogno di personale nel Servizio Sanitario Nazionale si ricreerebbe un imbuto formativo prima e lavorativo poi che è contrario agli interessi sia degli aspiranti medici che del Paese. Le modalità di accesso a Medicina allora possono essere senz’altro migliorate, ma il mantenimento di un numero programmato di iscritti è essenziale per la sostenibilità del sistema.

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Visione e concretezza, manager in campo per la crescita

Visione e concretezza, manager in campo per la crescita

Ripartire dal lavoro ad alto valore aggiunto, da politiche economiche e sociali inclusive, da un forte investimento in istruzione, ricerca e sviluppo. La dirigenza pubblica e privata crede in un’Italia che sappia rimettere al centro merito e competenze. Questa la via indicata dal Presidente CIDA Stefano Cuzzilla nella sua relazione all’Assemblea Nazionale 2022

Grande successo per l’Assemblea Nazionale di CIDA del 15 novembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma. L’evento, fortemente voluto da CIDA e dal nuovo Presidente Stefano Cuzzilla, ha visto tra i suoi ospiti più illustri: il Vicepresidente del Senato della Repubblica, Maurizio Gasparri, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, il Sottosegretario all’Economia e Finanze, Federico Freni, il Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali, Claudio Durigon, il Fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi.

1250 persone in sala Sinopoli e 52mila in collegamento streaming per ascoltare le proposte avanzate sui grandi temi del momento con l’obiettivo di affrontare le sfide che il Paese sta attraversando. I manager sono stati tra le poche categorie in grado di rispondere efficacemente alla contrazione dell’occupazione nel periodo pandemico, con un tasso di crescita di oltre il 5% nel 2022 rispetto all’anno precedente, questo a dimostrazione di come la responsabilità e le capacità rappresentino la chiave di volta per trainare i differenti settori economici del Paese, soprattutto in periodi estremamente complessi.È sul ruolo dei manager che si concentra l’appello lanciato dal Presidente Cuzzilla ai decisori politici: “Imprese e amministrazioni hanno bisogno di competenze elevate per sostenere lo sviluppo e guidare l’innovazione. L’attuazione del PNRR deve essere affidata a figure e a metodi manageriali. Non solo per spendere bene le risorse che abbiamo, ma anche per generare un effetto moltiplicatore sulla crescita, a beneficio delle generazioni più giovani. Chiediamo più dialogo e disponibilità all’ascolto. Il modello di interlocuzione deve cambiare, non solo in considerazione del milione di manager che rappresentiamo, ma per ciò che esprimiamo”.

Molti i temi discussi: welfare, maggiori tutele per le donne lavoratrici, la crisi climatica, l’approvvigionamento delle materie prime, su cui è necessaria una strategia industriale e poi la promozione di una fiscalità che difenda il patto intergenerazionale tra attivi e pensionato e l’esigenza di una riforma fiscale su cui CIDA sostiene la necessità di superare la legge Fornero ma anche quella di un intervento riformatore complessivo che metta ordine al sistema pensionistico senza penalizzare il lavoro.

E proprio il lavoro è stato un altro grande tema affrontato.  Credere nel primato della competenza significa infatti occuparsi seriamente di lavoro.  L’Italia, purtroppo, in questo ancora non brilla se pensiamo che siamo il secondo Paese in Europa con la più bassa percentuale di giovani occupati (solo il 31,1%), siamo al penultimo posto per occupazione femminile e siamo primi in classifica con oltre 3 milioni di giovani non inseriti in percorsi di formazione e istruzione (i cosiddetti NEET).  In questo scenario, per la Confederazione diventa necessario investire innanzitutto in ricerca e sviluppo. Secondo i dati elaborati da CIDA, le due Missioni che maggiormente promettono di trainare l’occupazione giovanile si concentreranno infatti sulla digitalizzazione con un +0,9% e la transizione ecologica, con una percentuale del +0,8%.Una giornata molto significativa per la Confederazione che ha visto la sua conclusione alla Presidenza della Repubblica. Stefano Cuzzilla e una delegazione composta dai Vicepresidenti di Cida Mario Mantovani, Guido Quici e Giorgio Rembado nonché dal Direttore Teresa Lavanga sono stati ricevuti dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. In occasione dell’incontro, a nome del milione di dirigenti che CIDA rappresenta, il presidente Stefano Cuzzilla ha voluto ringraziare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegnando la Medaglia d’oro di CIDA.

Quello di CIDA è stato un simbolico riconoscimento al Presidente della Repubblica che, in un momento estremamente difficile per l’Italia, ha saputo garantire l’equilibrio istituzionale, la stabilità e l’alta reputazione del Paese, qualità particolarmente apprezzate dal mondo manageriale.

 

Assistenza e previdenza: la separazione per fare chiarezza

Assistenza e previdenza: la separazione per fare chiarezza

Le due voci separate e ben distinte nella costruzione costituzionale, si trovano confuse, invece, nelle disposizioni di legge, nei media e anche nel linguaggio comune, parlando indistintamente di pensioni

Guarda un po’ se è questo il momento per riprendere la storia della separazione fra assistenza e previdenza! Sarà questa l’esclamazione (benevola, spero) di molti che passeranno direttamente alle pagine successive e forse anche di chi, per pura cortesia o per curiosità, avrà voglia di leggere questo pezzo che la Rivista mi propone di scrivere per il numero in uscita.

Sì, il momento è questo, rispondo. Perché l’emergenza sanitaria ha dilatato il problema e il fenomeno ha assunto una dimensione talmente grande che è impossibile non vederlo perfino se ci si mettono non due fette, ma due prosciutti interi sugli occhi.

L’emergenza, e i problemi che pone, prevede che ci sia un momento in cui si tornerà alla normalità, ma se non troviamo il modo di superarla questa emergenza, allora potremo cadere nello “stato di eccezione”.E qui la differenza è sostanziale e drammatica. Perché la prima, l’emergenza, ci fa vedere soluzioni possibili, ragionate, ordinate, modulabili secondo i tempi e le esigenze; il secondo, lo stato di eccezione, ci impone soluzioni obbligate, imposte, pressoché definitive.

Siamo dunque, nello stato di emergenza, in presenza di un fenomeno sanitario che ci dice quanto sia importante l’assistenza, al punto da rappresentare il denominatore comune di tutte le misure economiche, finanziarie e sociali di questo tempo.

E allora, vista nella sua mega-dimensione, l’assistenza merita una riflessione approfondita e un indirizzo che la ponga non come un sottoprodotto, l’ancella servente del sistema previdenziale, ma come aspetto organizzativo sociale che merita la sua dignità primaria. Perché, come si vede bene appunto durante un periodo di emergenza, l’assistenza è il front-line di tutte le situazioni difficili: di quelle quotidiane, costanti, che ritroviamo dovunque, nel mondo e in tutte le epoche e di quelle che esplodono all’improvviso e che, per la loro dimensione e per le urgenze che pongono, hanno bisogno di modalità e capacità d’intervento eccezionali, secondo circostanze, occasioni e tempi.

Il welfare italiano si basa su tre pilastri: sanità, assistenza e previdenza.

Della sanità, per la particolare connessione con molte altre prestazioni e tutele pubbliche, ne parleremo magari in altra occasione, soprattutto con riferimento alla pandemia in atto.

Parliamo, invece, degli altri due pilastri welfare: l’assistenza e la previdenza.

In materia esiste molta confusione che però si potrebbe dissipare solo se si leggesse per bene la nostra Costituzione, nella quale, all’articolo 38, troviamo addirittura uno schema che fa la distinzione.  Secondo l’articolo 38, l’assistenza vera e propria, è quella di cui si parla nel comma 1, la previdenza è quella di cui si parla, invece, nel comma 2.

L’assistenza ha un preciso obiettivo. È diretta a tutelare i soggetti in condizioni di bisogno ed è attuata direttamente dallo Stato, dalle Regioni e dagli Enti Locali con risorse derivanti da imposte.

Le forme di erogazioni sono diverse (economiche, prestazioni sociali) e il bisogno ha una estensione tale che va dal bisogno individuale, occasionale, a quello collettivo.

La previdenza ha tutt’altra origine e obiettivo. È originata dai contributi versati da parte dei lavoratori e dei datori di lavoro durante l’attività lavorativa. Si tratta, in sostanza, di un salario “differito” e su questo si sono sprecate pagine, dichiarazioni e sentenze della Corte Costituzionale. Ora che cosa succede?

Succede che, volutamente o per mera pigrizia intellettuale, e non solo, è stata superata la trasparenza d’interpretazione e il rispetto delle origini e della modalità di erogazione delle due prestazioni. Le due voci separate e ben distinte nella costruzione costituzionale, si trovano confuse, invece, nelle disposizioni di legge, nei media e anche nel linguaggio comune.  Ovunque, ormai, si parla indistintamente di pensioni. I governi che si sono succeduti nel tempo hanno finito per trasformare molte prestazioni assistenziali in erogazioni previdenziali. La furbizia elettoralistica e populista porta consensi, perfino strumentalizzando le parole: e così si parla di pensioni per disabili, e di quelle effettuate mediante la cassa integrazione, quelle relative alla mobilità, quelle che sono integrazioni alle pensioni minime. E sicuramente vi sono altri esempi che potrebbero essere aggiunti.

E qui comincia tutta un’altra storia.

Perché dal 1989 sono stati fatti tentativi di separazione delle due prestazioni nel bilancio INPS ed è stato anche istituito una speciale gestione dei trattamenti assistenziali (GIAS) da finanziarsi a carico della fiscalità generale. Però qui l’inghippo si è ancor più aggrovigliato perché questa gestione viene utilizzata anche per talune prestazioni previdenziali, che non risultano totalmente coperte dai contributi versati.

In tempi normali i trasferimenti dalla GIAS incidono mediamente intorno al 15% sul totale della spesa complessiva però, dal 2019, siamo nello stato di emergenza e parlare di cifre è da capogiro. Per chi vuole farsi una cultura e andarsi a leggere le fonti, i dati si trovano nella “Nota Integrativa a legge di Bilancio per il Triennio 2019-2021”.

Perché diciamo questo? Perché la confusione è a monte, dove ciò che manca è la chiara classificazione della spesa per protezione sociale. È importante partire da questa analisi se si vuole pervenire all’obiettivo della ripartizione della spesa, tra pensionistica e assistenziale. Senza un esame preliminare e approfondito di tutta la materia della protezione sociale e senza una presa di posizione netta sull’esigenza della ripartizione, che auspichiamo, resteremo schiacciati dalle troppe sollecitazioni alla politica di abbassare le pensioni.  Pressioni che vengono dall’interno del nostro Paese e che vengono replicate, purtroppo, anche da Organismi internazionali che si rifanno ai dati pensionistici esposti dai nostri Enti pubblici. Dati diffusi in maniera difettosa e spesso incompleti.

Si capisce allora perché insistiamo nella richiesta di separazione fra assistenza e previdenza.

Perché se non viene separata la spesa pensionistica da quella assistenziale, che è in continua crescita, anzi nella situazione emergenziale è addirittura fuori da ogni controllo, proseguiranno gli allarmi sulle pensioni da parte degli organismi economici internazionali e le bocciature delle agenzie di rating.

Concludiamo.

La dimensione dell’assistenza, definita e pagata come pensione, è tale da far porre la base per profonde riflessioni fin da ora, mentre l’assistenza è alla base di ogni intervento di sostegno economico e sociale.

Sarà opportuno, dunque, separare le due poste del bilancio previdenziale?

Ci chiediamo, addirittura, se non sia meglio separare fisicamente, da subito, le due tipologie di gestione.

Ma, intanto, è necessario cominciare con un’analisi approfondita di tutte le prestazioni che riguardano la protezione sociale e che configurano prestazioni assistenziali. Contemporaneamente bisogna creare una banca dati di tutte le prestazioni assistenziali pubbliche, a tutti i livelli, per evitare che i soliti furbetti si infilino nel sistema per lucrare prestazioni di cui non hanno diritto. E così le risorse finanziarie saranno più cospicue e tali da intervenire nelle situazioni di maggior svantaggio, familiare e individuale. Un’assistenza, insomma, intesa come dimensione solidale collettiva, quale risulta dalla vocazione programmatica definita dalle norme costituzionali.

Assemblea Ordinaria 2020: Gli Eventi Federmanager Roma del 2019

Assemblea Ordinaria 2020: Gli Eventi Federmanager Roma del 2019

Gli eventi organizzati da Federmanager Roma nel corso del 2019

HEAD HUNTER – 17 gennaio 2019 

Federmanager Roma rinnova il ciclo di incontri con gli Head Hunter, i professionisti specializzati nell’individuare e selezionare manager qualificati e destinati a ricoprire posizioni strategiche all’interno di aziende locali e multinazionali. Al primo appuntamento dell’anno ha portato i suoi saluti il Presidente Giacomo Gargano. L’introduzione, curata da Renato Fontana Consigliere Federmanager Roma, ha preceduto gli interventi di Anna Rita Borraccetti – Amministratore Delegato Metes HR e di Rossella Martelloni Personal Coach. L’intervento di chiusura a cura di Gherardo Zei – Vicepresidente Federmanager Roma.

MEDITERRANEO, SOCIETÀ E CITTÀ SICURE – 30 gennaio 2019

Primo dei Tavoli Tematici del Programma Itinerante 2019 “Sicurezza Italia” a cura della Fondazione Italiana per la Legalità e lo Sviluppo, con la partnership di KSM Security SpA, Istituto di vigilanza Argo e Federmanager Roma. Il Programma nella sua interezza si articola in una serie di incontri, progetti, convegni e manifestazioni incentrati sulla problematica della sicurezza, pubblica e privata, e sulle possibili risoluzioni. L’incontro inaugurale si è focalizzato su “Mediterraneo. Società e città sicure. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Giuseppe Fausto Milillo – Generale CC in congedo e Presidente della Fondazione, Fabrizio Luciolli – Presidente Comitato Atlantico Italiano, Andrea Chittaro – Presidente AIPSA, Luigi Gabriele – Presidente Federsicurezza, Giovanni Conzo – Procuratore aggiunto Benevento, Umberto Saccone – Presidente IFI, Franco Roberti – Assessore alla Sicurezza e Legalità della Regione Campania, Stefano Candiani – Sottosegretario del Ministro dell’Interno, Angelo Tofalo – Sottosegretario del Ministero della Difesa, Antonio Ricciardi – Comandante dell’Unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare del Corpo dei Carabinieri e Presidente Onorario della Fondazione.

UNA STRATEGIA ENERGETICA PER L’ITALIA – 30 gennaio 2019

Quale strategia energetica per l’Italia e come affrontare le future sfide nel settore per la realizzazione di un sistema sostenibile e competitivo? Sono stati questi i temi principali del dibattito durante i lavori per la presentazione del rapporto Federmanager – AIEE (Associazione Italiana Economisti dell’Energia) dal titolo “Una strategia energetica per l’Italia – 2° Rapporto. Le vie per la decarbonizzazione e lo sviluppo economico e industriale”. Intervenuti all’evento: il Presidente Federmanager Roma Giacomo Gargano, Stefano Cuzzilla – Presidente Federmanager, Sandro Neri – Coordinatore Commissione Energia di Federmanager, Carlo Di Primio – Presidente dell’Associazione Italiana Economisti dell’Energia, Davide Crippa – Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Tullio Berlenghi – Capo della Segreteria tecnica del Ministro dell’Ambiente.

LA RIFORMA DELLE PENSIONI 2019 ED I SUOI RIFLESSI SUGLI STRUMENTI DI FLESSIBILITÀ IN USCITA – 4 febbraio 2019 

Presso l’Auditorium FINTECNA si è tenuto un convegno sul tema sempre attuale delle pensioni. Con gli interventi del Presidente Giacomo Gargano, Mario Cardoni – Direttore Generale Federmanager, Rita Comandini – Responsabile dell’area normativa degli ex Fondi speciali dell’INPS, sono state illustrate tutte le novità della nuova riforma previdenziale ed i suoi principali effetti sugli strumenti di esodo messi a disposizione dei lavoratori che non hanno ancora raggiunto i requisiti pensionistici.

QUÉBEC: PORTA D’INGRESSO AL MERCATO NORD AMERICANO – 21 febbraio 2019 

Il convegno ha rilevato come le imprese italiane vivano l’esigenza di una loro internazionalizzazione e, in questo senso, l’apertura al Québec e al mercato canadese rappresenti un’opportunità imperdibile. il Presidente Giacomo Gargano, ha evidenziato come, per accrescere presenza e fatturati delle piccole e medie imprese, siano fondamentali investimenti in manager esperti dei mercati esteri.

GENDER DIVERSITY COME IMPERATIVO ECONOMICO E MORALE – 25 febbraio 2019

Federmanager Minerva Roma ha patrocinato il convegno “Gender diversity come imperativo economico e morale” promosso da AICAS (Associazione Italiana Consiglieri di Amministrazione e Sindaci), che si è tenuto presso la Camera dei Deputati, Aula dei Gruppi. Durante il convegno sono stati presentati due studi sul tema della diversity, l’uno promosso da CONSOB sul “Gender Diversity nei Board e performance delle società quotate”, l’altro da EY-AICAS sulla “Diversità di genere nel mondo aziendale: tra pay gap e utilizzo del talento femminile”. A dibattere sull’esito di tali studi sono stati: Francesca Di Carlo – Dr HR ENEL, premiata Donna d’Eccellenza 2018, Rossella Gangi – Dr HR WIND 3, Andrea Ghidoni – Presidente Comitato Corporate Governance Assogestioni, Maria Bianca Farina – Presidente ANIA e Presidente Poste Italiane, Nadia Linciano – Resp. Studi Economici CONSOB, Mario Napoli – Direttore HR UBI.

DIVENTA PREDA DEGLI HEAD HUNTER – 7 marzo 2019 

Il secondo appuntamento del ciclo Diventa Preda degli Head Hunter si è svolto presso l’Auditorium Federmanager di Via Ravenna. Hanno partecipato all’incontro: il Presidente Giacomo Gargano, il Consigliere Federmanager Roma Renato Fontana, l’Amministratore Delegato di Wyser Italia Carlo Caporale che in solo cinque anni dalla fondazione, ha portato ad essere leader di mercato nel settore della ricerca e selezione di profili di middle e senior management e la Consulente HR e Management, Coach e Trainer Rossella Martelloni. Ha chiuso i lavori il Vicepresidente di Federmanager Roma Gherardo Zei.

5G UNA “RETE” PER LO SVILUPPO DEL PAESE – 21 marzo 2019 

Il convegno “5G una ‘rete’ per lo sviluppo del Paese” organizzato da Federmanager Roma, ha trattato temi quali: l’avvio delle reti di telecomunicazione di nuova generazione 5G e le sue potenzialità per una crescita della managerialità e dell’innovazione. Un’occasione per discutere di tecnologie che, inevitabilmente, cambieranno la vita di ognuno di noi. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Guelfo Tagliavini – Consigliere Federmanager Roma e Coord. Comm. Innovazione e Tecnologie, Franco Vatalaro – Ordinario di Telecomunicazioni all’Università di Roma Tor Vergata, Alessio De Sio – Direttore Affari Regolatori ed Istituzionali e P.R. ZTE, Luigi De Vecchis – Presidente HUAWEI, Alessandro Francolini – D.G. Ericsson Telecomunicazioni, Massimo Mazzocchini – A.D. Nokia, Elio Catania – Presidente Confindustria Digitale, Giovanni Santella – Direttore Reti e Servizi di Comunicazioni Elettroniche, Gherardo Zei – Vicepresidente Federmanager Roma.

TAVOLO TECNICO SULLE AUTONOMIE REGIONALI – 25 marzo 2019 

Autonomie regionali differenziate: quali prospettive per l’Italia e per la Capitale? Federmanager Roma ha chiamato a raccolta Istituzioni, Tecnici e Stakholder in un Tavolo Tecnico presso lo spazio di Roma Eventi Fontana di Trevi. Con questo dibattito si è voluto favorire un confronto su una questione delicata che oltre a spostare risorse, oltre 21 miliardi di euro, ha ripercussioni politiche, economiche, istituzionali e costituzionali con ricadute considerevoli sul futuro di molti territori. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Stefano Cuzzila – Presidente Federmanager, il Vicepresidente Gherardo Zei, Andrea Bassi – Giornalista de Il Messaggero, On. Laura Castelli – Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, On. Francesca Gerardi – Vice Capogruppo Commissione Finanze Camera dei Deputati, Adriano Giannola – Presidente Svimez, Nicolò Rebecchini – Presidente Acer, Gianfrancesco Romeo – Capo Ufficio Legislativo Ministro per il Sud, Lorenzo Tagliavanti – Presidente Infocamere, Filippo Tortoriello – Presidente Unindustria Lazio.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO-CORRELATO – 9 aprile 2019 

Convegno organizzato da Federmanager Roma sullo stress da lavoro correlato e sul ruolo del dirigente rispetto alla valutazione di questo rischio ancora poco conosciuto, ed oggetto solo di recente di approfonditi studi. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Francesco Rossi – Industrial Safety Institute, Francesca Andronico – Psicologa, Consulente Valutazione Stress Lavoro Correlato, Formatore D.Lgs.81/08, Coordinatore Network Territoriale Ordine Psicologi Lazio, Emanuele Fierimonte – Avvocato penalista “Fierimonte & Partners” Studio Legale, Bruno Piccoli – Coordinatore Centro Medicina del Lavoro privata Fondazione Gemelli, Fabrizio Piras – PhD Psicologo Dirigente Laboratorio Neuropschiatria, Neurologia Clinica e Comportamentali IRCCS Fondazione Santa Lucia, Donato Eramo, Alessandro Leone – Industrial Safety Institute, Paolo Parrilla – Coord. Commissione Sindacale Federmanager Roma, Gherardo Zei – Vicepresidente Federmanager Roma.

PRESENTAZIONE LIBRO: DIARIO DI UN CACCIATORE DI TESTE Oltre Social e Algoritmi – 18 aprile 2019 

Presso l’Auditorium Federmanager si è svolta la presentazione del libro “Diario di un Cacciatore di Teste – Oltre Social e Algoritmi” di Gabriele Ghini – Managing Director di Transearch Italy. Intervenuti: il Presidente Giacomo Gargano, il Consigliere Federmanager Roma Renato Fontana ed il Vicepresidente di Federmanager Roma Gherardo Zei.

INCONTRI POLITICI EUROPEE 2019 – 19 aprile 2019 

In previsione delle Elezioni Europee 2019 Federmanager Roma ha organizzato incontri volti a conoscere il programma dei partiti politici e dei candidati nel Centro Italia (Lazio, Marche, Toscana e Umbria). Sono stati ospiti nell’Auditorium di Via Ravenna, in ordine di agenda: il Vicepresidente del Parlamento Europeo Fabio Massimo Castaldo (Movimento 5 Stelle), il Consigliere della Regione Lazio Fabrizio Ghera (Fratelli d’Italia), la giornalista Tiziana Alterio (Movimento 5 Stelle), la Senatrice Anna Cinzia Bonfrisco (Lega per Salvini), il Sindaco di Terracina Nicola Procaccini (Fratelli d’Italia), il giornalista ed ex deputato Marco Taradash (+Europa) e la Presidente dell’Associazione Culturale Alternativa Europea Olimpia Troili (Partito Democratico).

RACE FOR THE CURE 2019 – 20 maggio 2019

In occasione della ventesima edizione di “Race for the cure”, il più grande evento per la lotta ai tumori del seno, Federmanager Roma, sempre allineata alla filosofia legata alla prevenzione sanitaria e alla corretta applicazione degli stili di vita positivi, ha deciso di costituire la squadra Minerva Roma impegnandosi a versare alla Fondazione Komec, promotrice dell’evento, l’importo pari all’ammontare dell’iscrizione alla gara dei primi cento soci Federmanager Roma.

CYBER SECURITY – 20 maggio 2019 

La Fondazione Italiana per la Legalità e lo Sviluppo è un’organizzazione no-profit riconosciuta “Ente di interesse” ed iscritta nel Registro delle “Persone Giuridiche Private”. Nel 2019 si è impegnata a sviluppare tematiche ed incontri di interesse nazionale. Tra questi il convegno “Mondo Cyber Security” tenutosi a Maggio, presso l’Auditorium Federmanager, in cui si è discusso sulle innumerevoli sfaccettature della problematica della sicurezza virtuale. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Giuseppe Fausto Milillo – Presidente Fondazione Italiana Legalità e Sviluppo, Fabrizio Luciolli – Presidente Comitato Atlantico Italiano, Guelfo Tagliavini – Consigliere Federmanager Roma e Presidente TESAV, Domenico Vulpiani – Direttore Scientifico Master Cybersecurity Facoltà Economia Politica Università “La Sapienza”, Stefano Mele – Presidente della Commissione Sicurezza Cibernetica Comitato Atlantico Italiano, Giovanni Bottazzi – Capo Nucleo Sicurezza Logica Centro Sicurezza Telematica Comando Generale Arma Carabinieri, Andrea Chittaro – Senior Vice President Global Security e Cyber Defence SNAM, Barbara Ferrario – Presidente Strategic Risk Consulting, Loredana Mancini – Direttore BD Axians Cybersecurity, Daniele Bettarelli – Amministratore Delegato TS-WAY, Angelo Tofalo – Sottosegretario Ministero Difesa.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “LAVORARE NELL’AZIENDA LIQUIDA UTILIZZANDO L’APOFENIA” – 28 maggio 2019

Presentazione del libro “Lavorare nell’azienda liquida utilizzando l’apofenia” in cui gli autori, Massimo Bornengo, Ezio Civitareale e Gianpiero Tufilli, propongono una nuova visione dell’attività lavorativa, esportando il concetto di “società liquida” di Bauman nelle aziende. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Isabella Covili Faggioli – Presidente Nazionale AIDP, Renato Fontana – Coordinatore Nazionale Gruppo Giovani Federmanager, David Trotti – Presi – dente AIDP Lazio, Cinzia Rossi: dallo strutturalismo alla società liquida, Massimo Bornengo – Autore del libro, Cristina Calabrese – CEO K2People, Annamaria Pa – rente – Vice Presidente Commissione Lavoro del Sena – to, Michele Tripaldi – AIDP Lazio, Gianpiero Tufilli – HR Director ZTE Italia e autore del libro, Marco Mottolesi, Vice Presidente Media Relations – Gruppo HDRA.

A UN ANNO DAL GDPR, COSA È SUCCESSO E COSA SUCCEDERÀ – 29 maggio 2019 

A un anno dall’inizio dell’efficacia del GDPR (General Data Protection Regulation), in un convegno organizzato da Dla Piper e Aigi (Associazione Italiana Giuristi d’Impresa), in collaborazione con Federmanager Roma, è stato fatto il punto della situazione circa l’anno trascorso. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Francesco Bonini – Rettore LUMSA, Maurizio Rubini – Responsabile Sezione Centro AIGI, Giulio Coraggio – Partner DLA Piper, Luigi Montuori – Responsabile Relazioni Internazionali e con l’UE, Michela Massimi – Responsabile Ufficio Relazioni con il Pubblico del Garante per la protezione dei dati personali, Giulia Zappaterra – Lawyer DLA Piper, Elisa Rosati – Lawyer DLA Piper, Giorgio Aprile – Data Protection Officer Ferrovie dello Stato Italiane, Enrico Ferretti – Managing Director Protiviti Srl, Emanuele Greco – Partner Opentech, Giuseppe Mastantonio – Senior Legal Counsel & DPO Open Fiber, Paolo Quaini – General Counsel Alitalia SAI, Stefania Trogu – Director Litigation & Privacy Lottomatica.

ASSEMBLEA ANNUALE FEDERMANAGER ROMA – 24 giugno 2019

“Sfide da vincere. Siamo Pronti. I manager per il futuro di Roma e della Regione Lazio”, questo il titolo dell’Assemblea 2019 di Federmanager Roma che si è svolta a giugno presso l’Hotel Quirinale di Roma. Personalità del mondo della politica, dell’imprenditoria, dello sport e delle istituzioni hanno offerto il loro contributo di esperienza e professionalità. Sono intervenuti, moderati dalla giornalista Rai Manuela Moreno: Stefano Cuzzilla – Presidente Federmanager, Giacomo Gargano – Presidente Fedemanager Roma, Gennaro Vecchione – Direttore Generale del DIS Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza della Repubblica, Nicolò Marcello D’Angelo – Prefetto già Vice Capo della Polizia, Giovanni Lo Storto – Direttore Generale Luiss Guido Carli, Claudio Lotito – Imprenditore, Mario Trimeri Manager e primo scalatore al mondo ad aver scalato le Seven Summits e le Volcanic Seven Summits, Raffaele Zurlo CEO Brenner Basis Tunnel, William De Vecchis Vice presidente Commissione Lavoro pubblico e privato Senato della Repubblica, Annamaria Parente Vice presidente Commissione Lavoro pubblico e privato Senato della Repubblica, Riccardo Pedrizzi Presidente Nazionale C.T.S. Ucid, Filippo Tortoriello Presidente Unindustria.

DONNE E TECNOLOGIA NELL’EPOCA DELLA TRASFORMAZIONE DIGITALE – 11 luglio 2019 

Su iniziativa del Gruppo Minerva Federmanager Roma si è tenuto a Palazzo Merulana il convegno “Donne e tecnologia nell’epoca della trasformazione digitale” in cui è stato presentato il programma Minerva Roma 2019 ed è stato lanciato il premio Minerva alle aziende. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Eros Andronaco – Vicepresidente Federmanager, Annamaria Parente – Vicepresidente Commissione Lavoro, previdenza sociale al Senato, Lucia Valente – Professoressa di Diritto del Lavoro Università La Sapienza, Carlo Cafarotti – Assessore Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro Comune di Roma, Flavia Marzano – Assessora Roma Semplice Comune di Roma, Massimo Giannini – Ordinario Politica Economica Università di Roma Tor Vergata, Nadia Governo – Head of Telco & Media Senior, Vice Presidente NTT Data, Mauro Marchi – Coordinatore Commissione Organizzazione e Studi Federmanager Roma.

PROTOCOLLO D’INTESA REGIONALE “MANAGEMENT E ETICA” CON UCID – 1 ottobre 2019

L’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID) e l’Unione Dirigenti Industriali Lazio hanno siglato, presso la sede di Federmanager a Roma, un protocollo d’intesa regionale sui temi dell’etica e della responsabilità sociale d’impresa. A sottoscrivere il documento sono stati Riccardo Pedrizzi – Presidente di UCID Lazio, Giacomo Gargano – Presidente Federmanager Roma e, in rappresentanza del Movimento Giovani delle due organizzazioni, Benedetto Delle Site e Renato Fontana.

TENNIS AND FRIENDS 2019 – 12 ottobre 2019 

Per il terzo anno consecutivo Federmanager Roma, con Assidai e Praesidium, si è impegnata in tema di salute, prevenzione e benessere degli Associati e delle loro famiglie, e lo ha fatto partecipando a Tennis and Friends, un evento che unisce Salute, Sport, Spettacolo e Solidarietà. Check-up gratuiti con l’equipe sanitaria degli specialisti della Fondazione Policlinico A. Gemelli, nella splendida cornice del Foro Italico con la partecipazione di famosi artisti e personalità del mondo dello sport e dello spettacolo.

SETTIMANA DELLA FAMIGLIA – 25 ottobre 2019 

La tavola rotonda dal titolo “Famiglia: da laboratorio di vita a prima impresa”, prima iniziativa successiva alla firma del protocollo d’intesa tra Federmanager Roma e UCID Lazio si è svolta, presso la Sala dell’Istituto Santa Maria in Aquiro del Senato a Roma, nell’ambito della Settimana della Famiglia, organizzata dall’Ufficio della pastorale familiare della diocesi di Roma con il Forum delle famiglie del Lazio. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Alessandra Balsamo – Presidente Forum Associazioni Familiari del Lazio, Riccardo Pedrizzi – Presidente nazionale CTS UCID, Matteo Rizzolli – Economista Docente Lumsa, Gigi De Palo – Presidente Nazionale Forum Associazioni Familiari, Vincenzo Bassi – Presidente Federazione Associazioni Familiari Cattoliche in Europa, Benedetto Delle Site – Vicepresidente nazionale UCID Giovani, Gigi Gianola – Direttore Generale Compagnia delle Opere, Adele Ercolano – Istituto Studi Superiori sulla Donna e referente progetto Value@Work, Emma Ciccarelli – Vicepresidente Forum famiglie e responsabile Premio Aziende Family Friendly, Mons. Gianrico Ruzza – Delegato alla Pastorale Familiare del Vicariato di Roma e Vescovo Ausiliare per il Settore Sud.

FOCUS UNGHERIA-ROMA – 7 novembre 2019 

Presso l’Accademia d’Ungheria, un seminario organizzato dalla CCIU (Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria), insieme all’Ambasciata d’Ungheria a Roma, la Camera di Commercio di Pest e Federmanager Roma. L’evento ha offerto un’opportunità concreta per conoscere ed apprezzare il sistema economico, normativo, fiscale e finanziario dell’Ungheria, che offre interessanti opportunità e numerosi vantaggi alle imprese Italiane. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Paolo Orneli – Presidente Lazio Innova, S.E. Ádam Zoltán Kovács – Ambasciatore d’Ungheria in Italia, Zoltán Vereczkey – Presidente Camera di Commercio e dell’Industria di Pest, Francesco Maria Mari – Presidente della Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria, Mátyás Jávor – Addetto commerciale dell’Ambasciata d’Ungheria in Italia, Giacomo Pedranzini – Amministratore Delegato di Kométa, Levente Lajos – Partner dello Studio Legale Lajos Law Firm, Giuseppe Caracciolo – Karma Consulting Kft, Claudio Andronico – Consigliere Federmanager Roma & Lazio e Coordinatore GdL “Italia, Mitteleuropa & Balcani.  

DIVENTA PREDA DEGLI HEAD HUNTER – 20 novembre 2019

Ultimo meeting del ciclo, con oltre 160 manager, tra streaming e presenze in aula, che hanno seguito l’incontro con Randstad, una delle più grandi multinazionali che si occupa di ricerca, selezione e formazione di risorse umane per le aziende. Sono intervenuti: il Presidente Giacomo Gargano, il Vicepresidente Gherardo Zei e il Consigliere Federmanager Roma Renato Fontana. Ad esporre i i meccanismi che governano le aziende nella ricerca della figura giusta sono state Sara Portolano – Delivery Management Randstad e Antonietta Palmaccio – HRS Consultant Randstad Hr Solution.

LA RESPONSABILITA’ DEL PERSONALE SANITARIO – 25 novembre 2019 

Presso il Centro Congressi della Fondazione Santa Lucia di Roma, in un focus di approfondimento, si è affrontato il tema della “Responsabilità del personale sanitario”, guardando ai profili deontologici e disciplinari, civili, penali e amministrativo-contabili. Sono intervenuti: il Presidente Giacomo Gargano, Giovanni Tria – Professore ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata, Tommaso Miele – Presidente sezione giurisdizionale della Corte dei Conti del Lazio, Edoardo Alesse – Direttore Generale Fondazione Santa Lucia.

LA VOCAZIONE DEL LEADER D’IMPRESA – 4 dicembre 2019 

Presso il Centro Studi Americani, si è tenuto un incontro fra padre Robert Sirico, sacerdote americano, presidente e fondatore dell’Acton Institute, i giovani di Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), Unindustria e Federmanager. L’iniziativa, un “business leaders share” con a tema “La vocazione del leader d’impresa”, ha visto i giovani imprenditori e dirigenti d’azienda delle tre organizzazioni dialogare con il presbitero statunitense sulla particolare missione del manager e dell’imprenditore. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Benedetto Delle Site – Presidente dei Giovani UCID Lazio, Giulio Natalizia – Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria, Renato Fontana – Presidente del Coordinamento Giovani di Federmanager, Pierluigi Germani – Presidente nazionale Giovani UCID, Riccardo Pedrizzi – Presidente nazionale del Cts di UCID, Giancarlo Abete – Già presidente dell’Unione degli Industriali di Roma.

Nuovi approcci operativi per il management del post-pandemia

Nuovi approcci operativi per il management del post-pandemia

Terminata l’emergenza sanitaria Covid-19, al management sono necessari nuovi paradigmi per affrontare decisioni fondamentali in ogni ambito aziendale, in particolare nella gestione finanziaria

Le sfide che questa nuova fase di predominante incertezza impongono al management, riguardano in primo luogo l’ampliato ruolo della leadership. E in particolare del decision making, per l’esigenza di doversi cimentare con condizioni di instabilità prolungate e rapidità nell’avvalersi di competenze up-to-date, che richiederanno anche maggiore resistenza allo stress, al fine di ridurre gli spazi operativi ad elevata probabilità di errore.

Nel delineare risposte strategiche per sopravvivenza/sviluppo in tale mutato contesto, si dovrà anche valutare, sulla base di studi di fattibilità la convenienza di modificazioni nelle scelte gestionali da implementare nel breve e nel medio periodo. Analizzando l’impatto dei fattori di cambiamento da considerarsi strutturali anche in post-pandemia, quali in sintesi, sul piano organizzativo, il ricorso: allo smart working (connesso non solo al lavoro da casa ma anche a nuove combinazioni virtuose di competenze del personale aziendale), alle mutate condizioni di welfare aziendale che ciò comporterà, al più marcato utilizzo della digitalizzazione e delle connesse applicazioni di Intelligenza Artificiale.    Mentre, sul piano della produzione, l’attenzione dovrà essere focalizzata sulle nuove esigenze per forme di pubblicità meglio consone alle mutate sensibilità del consumo, oggi più di ieri divenuto espressione di cultura e di stile di vita, come dimostrato dalla acuita sensibilità verso le tematiche della salute e della salubrità, verso il valore del Fair trade e quello reputazionale del Made In.

E senza dimenticare, per quanto concerne l’Italia, le previsioni di decrescita del fatturato settoriale rilevanti per l’anno in corso, come autorevolmente indicato da  accreditate indagini.

Mentre, in relazione all’export, andranno tenuti presente gli scenari previsivi forniti dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, che prefigurano un forte rallentamento del commercio mondiale per il 2020, associato ad una successiva parziale ripresa nel corso del 2021. Ma è sul piano della gestione finanziaria che si giocherà il destino di molte aziende deboli ed indebitate uscite dalla pandemia.

Utili criteri operativi cui affidarsi, in tale emergenza di liquidità aziendale, imporrebbero di non fare leva solo sulle competenze già disponibili nell’organico, se divenisse troppo elevato il rischio di non potere in tal modo cogliere tutte le strategiche e necessarie opportunità offerte dalla massa dei fondi pubblici e delle agevolazioni fiscali connesse alla miriade di norme di recente emanazione governativa. (Si pensi ad es. ai “doppioni” dei fondi per l’innovazione).

Un elevato focus dovrebbe poi porsi su quegli interventi che possano generare effetto di leva tanto fiscale che finanziaria, ancorché non ancora posti all’attenzione dei media o dei policy maker. Come l’opportunità di incentivare al meglio soluzioni tecniche di netting finanziario tra posizioni debitorie e creditorie di una stessa azienda. Tecnica certamente realizzabile per i crediti a breve, da parte sia di società finanziarie specializzate che dei factors.

Cosa resterà al mondo del business dopo il Covid-19?

Cosa resterà al mondo del business dopo il Covid-19?

Tutti speriamo che questo terribile momento passi il più rapidamente possibile: ma come? Cosa cambierà? Il business e le nostre aziende saranno le stesse?

Pandemia, parola poco usata e, semmai, letta qualche volta sui libri di storia come una cosa lontanissima che apparteneva al passato. Invece, la battaglia della vita tra un virus e l’uomo (con entrambi che lottano per sopravvivere), ci ha riportato di colpo all’essenza dell’umanità. E allora: proviamo a ragionare su cosa sta morendo oggi e cosa invece sta nascendo per farci trovare pronti.

Lavoro 

Inutile dire che tutti starete già pensando allo smart working, ma, se permettete, questa è la punta dell’iceberg. Infatti, forse è definitivamente cessato uno stile di vita (andare a lavoro) ma sta risorgendo il mio lavoro. Ovvero fare qualcosa e farlo bene perché sei tu al centro con la tua testa, con il tuo Io/modo di essere, le tue energie e non più con il tuo corpo in un luogo fisico, chiuso e costretto dentro quattro mura e magari anche in un “open space” che ha ormai mostrato tutti i suoi limiti. Riappropriarsi del proprio Io lavorativo, magari potrà anche essere un lavoro routinario (questo facciamolo fare anche alla tecnologia dove possibile) ma fatto nel modo che io voglio e come io mi sento in quel momento. Leggevo stamane su un quotidiano nazionale cosa può fare e non fare il datore di lavoro per controllare lo smart worker, ma mi sembra di applicare concetti del secolo scorso a qualcosa che ormai sfugge a questa logica, altrimenti torniamo tutti in ufficio ed è meglio!!! Allora, cambia l’azienda ma cambia anche la persona e sapete dove si incontrano di nuovo? Attorno a due parole banali ma che hanno una forza devastante ovvero FIDUCIA e RESPONSABILITÀ reciproche!

Produzione 

Per anni siamo andati a cercare i costi più bassi in giro per il mondo per poi accorgerci che perdiamo il controllo di tutto anche se crediamo di averlo sempre e comunque (a nessuno piace sentirsi dire che gli manca la terra sotto i piedi). Supply Chain iperdistribuite nel mondo e tutto funziona fino a che qualcosa di molto più piccolo di un granello di sabbia (un virus) inceppa tutto il meccanismo. Allora sarà forse il caso di riconsiderare le nostre supply chain? Un modello iperdistribuito sostituito da uno polidistribuito aperto, ovvero concentrare la propria supply chain in un luogo fisicamente vicino e anche maggiormente controllabile ma che al contempo è aperto allo scambio e se necessario pronto a supportare un altro polo che per una qualsiasi ragione vada in crisi.

 Leadership 

Qui si potrebbero aprire dibattiti infiniti a seconda che si parli di nazione, aziende o management. Tuttavia non vale la pena scendere nel dettaglio perché le tre tematiche dette poco fa hanno dimostrato tutte un vulnus, ovvero la capacità di visione e decisione che fa grande una leadership. Specie negli ultimi anni abbiamo guardato molto all’oggi e siamo stati concentrati a minimizzare i rischi attuali e noti, a massimizzare i profitti e non ci siamo resi conto che prima o poi ci saremmo trovati stretti in un angolo. Allora è forse giunto il momento di guardare avanti e avere il coraggio di fare delle scelte e dare delle indicazioni ben precise ognuno per il proprio ambito. Volendo fare degli esempi è forse giunta alla fine la riduzione costante della sanità pubblica ovvero è giunto il momento di ripensare, in un’ottica di massima copertura e di servizio sociale, la relazione tra sanità privata e pubblica per un nuovo modello. È arrivata alla fine l’idea di lasciare le scelte industriali di un Paese in mano solo alla concorrenza del mercato senza chiedersi le conseguenze che ne deriveranno ed evitare il peggio. Dovremo forse ripensare anche il rapporto di lavoro non più come datore e lavoratore ma come co-ricercatori del benessere collettivo (azienda, azionisti, lavoratori, famiglie, consumatori etc). La logica alla base dei tre punti esaminati è, e può essere solo, “WIN WIN”.

Il mondo del lavoro dopo 50 anni dal 20 maggio 1970

La legge 300 del 1970, meglio conosciuta come Statuto dei Lavoratori, ha compiuto 50 anni lo scorso 20 maggio. Per decenni ha rappresentato la pietra filosofale di ogni problematica inerente il mondo del lavoro. Con la fine della guerra fredda, in una società totalmente cambiata e in un’epoca di confusione, si deve soprattutto ai dirigenti industriali, mai ripagati per questo, l’aver salvato produzione e lavoro

Lo statuto dei lavoratori – entrato in vigore giusto cinquant’anni fa, il 20 maggio del 1970 – è stato il documento di riferimento del mondo del lavoro in questo ultimo travagliato mezzo secolo. Già la sua data di nascita ne preannunciava in qualche modo la vita tribolata, perché quel 1970  ha rappresentato un punto di svolta nella vita del Paese.

Negli anni cinquanta e sessanta si era infatti sviluppato poderosamente il “boom economico” e l’industria italiana era cresciuta tumultuosamente senza guardarsi indietro e, talvolta, senza accorgersi di coloro che stava “lasciando indietro”. I movimenti di piazza del 1968 avevano dato un primo segnale di disagio, non da tutti compreso, e – pertanto – le sinistre e i progressisti moderati avevano accelerato l’elaborazione di una normativa di garanzia per il mondo del lavoro a livello individuale e sindacale che potesse fungere da valvola di sfogo per le tensioni crescenti nel Paese. Purtroppo non si raggiunse l’unità di intenti e il partito comunista, che al tempo rappresentava la larga parte del mondo operaio, si astenne nella definitiva votazione in senato. Questo fu, a mio avviso, un presagio delle lacerazioni sociali degli anni successivi.Il mondo del lavoro dopo 50 anni dal 20 maggio 1970Lo statuto dei lavoratori non riuscì pertanto a fare il miracolo. Vennero quindi gli anni dello scontro sociale che si sviluppò dapprima nelle piazze con manifestazioni di massa ma poi – nella fase del riflusso e della delusione – ebbe una cupa escalation nel terrorismo con tutte le inevitabili ripercussioni sulla stabilità delle istituzioni.

Quando, nella seconda metà degli anni ottanta, la tempesta passò, lo statuto dei lavoratori rimase comunque il principale terreno di scontro delle parti politiche in materia di lavoro. Ma nel frattempo le cose erano cambiate e la Legge 20 maggio 1970 non era più la bandiera del progressismo moderato del mondo socialista, come al tempo della sua approvazione, bensì era diventata proprio la bandiera della sinistra più dura e pura che era uscita dal periodo del terrorismo con una forte attitudine legalitaria. L’Italia, infatti, aveva ormai superato la crisi di crescita del boom economico e si era trasformata in un Paese diverso e gli stessi italiani erano diventati tutt’altra cosa.

Facendo un passo indietro con la memoria ricordiamo – infatti – che nell’Italia del dopoguerra più del cinquanta per cento della popolazione lavorava nell’agricoltura in modo tradizionale, che l’analfabetismo era molto diffuso e che la lingua italiana era la lingua nazionale solo sulla carta. Mentre alla fine degli anni ottanta l’Italia era diventata la settima potenza industriale del mondo e la prima manifattura d’Europa, l’analfabetismo era ormai un ricordo e la televisione nazionale aveva diffuso la lingua italiana in maniera definitiva in tutto il Paese.

Il mondo del lavoro dopo 50 anni dal 20 maggio 1970

L’elaborazione dello Statuto dei Lavoratori si deve in larga parte al lavoro del giuslavorista Gino Giugni

Negli anni ottanta anche gli italiani meno abbienti non si trovavano certo nelle condizioni di miseria del dopoguerra e, quindi, anche il mondo del lavoro era radicalmente cambiato sotto l’aspetto sociale. Tuttavia – ancora negli anni novanta e duemila e addirittura fino ai nostri giorni – lo statuto dei lavoratori ha continuato ad essere la pietra filosofale di ogni problematica inerente il mondo del lavoro, fino ad assurgere ad una specie di “totem” delle schermaglie politiche tra le varie maggioranze ed opposizioni che si sono succedute nel tempo. Questa battaglia sullo statuto dei lavoratori è stata, a mio avviso, un po’ la versione “in salsa sindacale” della grande infinita polemica politica sulla “destra” e sulla “sinistra”, in cui ognuna delle due parti continua ancora oggi ad accusare l’altra di essere ancorata agli schemi ideologici nati sugli idealismi della prima metà del Novecento. Da alcuni decenni ormai tutta questa polemica mi sembra molto datata e spesso paradossale e, a volte, perfino grottesca.

Il mondo è sempre stato percorso da idealismi politici e religiosi molto dinamici e ognuno di essi per affermarsi non ha mai avuto remore nel seppellire le epoche precedenti, allo stesso modo in cui le chiese cristiane sono state costruite sovente sulle fondamenta dei templi pagani. Ma dopo la seconda guerra mondiale è stato come se tutto si fosse congelato in una immagine fissa, “frizzata” come si direbbe con un neologismo informatico.

Dopo il rifiuto delle ideologie della società uscita scottata da due conflitti mondiali, quello che ha caratterizzato il mondo post ideologico è stata la staticità politica. E nei settant’anni successivi abbiamo continuato a discutere con le stesse categorie che erano uscite dalla seconda metà del Novecento. Ma in realtà quel mondo è finito al più tardi con la fine della guerra fredda e la caduta del muro di Berlino nel 1989. Da quel momento in poi tutto è cambiato ma è stato un po’ come se volessimo rifiutare di prenderne atto. E abbiamo continuato a discutere dello statuto dei lavoratori senza renderci conto che ormai i problemi erano diversi.Il mondo del lavoro dopo 50 anni dal 20 maggio 1970Le classi sociali si stavano frantumando. Una parte del proletariato diventava piccola borghesia, mentre una fetta della borghesia diventava un nuovo proletariato (ad esempio le giovani partite IVA esercenti professioni intellettuali, come architetti o avvocati). Una enorme massa di immigrazione (di cui nessuno conosce i numeri reali) andava a creare nuove categorie di proletari che non solo erano irregolari ma che alimentavano fenomeni di ghettizzazione all’interno di enclavi. L’equilibrio tra anziani e giovani veniva infranto in maniera drammatica, sia sul piano demografico, con l’aumento dell’aspettativa di vita e la crescita della natalità sottozero per decenni, e sia – soprattutto – sul piano socioeconomico con i giovani fermi al palo a causa di lauree non abilitanti alle professioni e di un blocco sociale di accesso al lavoro, determinatosi anche a causa dell’aumento indiscriminato dell’età pensionabile. La proliferazione incontrollata di attività di formazione post-laurea, unita all’incontenibile burocratizzazione sfociata nell’imposizione di licenze e di abilitazioni per qualsiasi attività (fosse pure soffiarsi il naso) hanno incanalato centinaia di migliaia di giovani in loop formativi che li portano ad ultimare gli studi in età più vicina ai quarant’anni che ai vent’anni. Potrei continuare a fare esempi per molte pagine.

Quasi ogni cosa è diversa da prima e forse sarebbe ora di rendersene conto e trovare il coraggio di uscire da questa stasi in cui ci troviamo da settant’anni. I dirigenti industriali costituiscono un esempio virtuoso in tal senso, perché le necessità fattuali della produzione li hanno costretti a restare agganciati al treno delle modifiche sociali e del progresso tecnologico, aggiornando continuamente le proprie convinzioni e le proprie conoscenze. Il fatto di individuare un chiaro obiettivo nella prosperità delle aziende ha consentito ai dirigenti di avere comunque una chiara bussola nella vita personale e professionale nonostante abbiano vissuto e vivano in un’epoca post ideologica, decisamente senza bussola. Grazie ai dirigenti industriali in quest’epoca di grande confusione si sono sapute comunque trovare, sia nella produzione che nei modelli del lavoro, tutte le soluzioni che hanno comunque consentito ai paesi occidentali di mantenere un ragionevole livello di prosperità pur in un periodo storico di politica molto debole e priva di una direzione certa.Il mondo del lavoro dopo 50 anni dal 20 maggio 1970Purtroppo nel concludere questo excursus storico sul mondo del lavoro degli ultimi cinquanta anni, devo constatare che manca il lieto fine. Perché i dirigenti non hanno avuto nulla a premiare la loro capacità di continuare a garantire il benessere e il lavoro del Paese, nonostante la confusione e l’estrema debolezza della politica. Quante volte ci siamo detti nelle aziende che dovevamo inventare nuovi modi per continuare a lavorare e produrre proficuamente nonostante le nuove misure sempre più burocratiche che, un anno dopo l’altro, hanno ingessato sempre di più il Paese negli ultimi trent’anni? Ma questi nostri meriti sono stati ripagati con l’incertezza del lavoro, con la diminuzione o eliminazione delle garanzie e con le accuse di essere dei privilegiati.

Alla fine il mondo del lavoro ha resistito non grazie alle leggi ma grazie alle persone e, soprattutto, grazie a un nucleo di manager industriali che, in ogni azienda, ha “remato” oltre i limiti umani per riuscire a salvare la produzione e il lavoro. Come dicevamo il mondo è molto cambiato negli ultimi cinquant’anni ed esiste una categoria che lo ha capito bene e di questo cambiamento ha compreso a fondo tutte le implicazioni. Sono i manager industriali italiani e sarebbe ora che la politica se ne rendesse conto e capisse che deve chiedere consiglio a questi uomini.

Nulla come prima: una sfida, la nostra opportunità

Questo virus si è preso gioco della normalità come l’avevamo vissuta fino ad una manciata di mesi fa

Ha fatto in modo, cercando di proliferare, che tutto ciò che consideravamo una protezione – controllo dei dati, controllo dei budget, controllo dei lavoratori, controllo sugli studenti, controllo dei flussi migratori – si dimostrasse inefficace.

Rimettendoci davanti alla nostra fragilità ci ha portati a ridefinire le priorità alla luce del
fatto che la malattia, anche di una sola persona, è in grado di minacciare il benessere di un’intera società. E nell’impossibilità di controllare il fenomeno ci siamo trovati costretti a fidarci e ad affidarci tutti – grandi e piccoli, studenti e genitori, manager e lavoratori, nessuno escluso – convinti che la condivisione collettiva dei comportamenti corretti fosse la strada giusta per uscire da questa situazione così drammatica.

Ma ciò che ha alimentato più forte che mai questo sentimento di fiducia è stato l’esempio
di chi si impegnava per proteggerci e per la salute delle persone. Agendo in base ad un senso di responsabilità fortissimo e testimoniato a tutti i livelli, il Governo, il mondo manageriale, quello della scuola e il terzo settore, insieme hanno posto le basi perché il valore della fiducia potesse diffondersi alimentando la sensazione che l’azione di ciascuno di noi avesse un potenziale determinante in termini di salute e di benessere della comunità.

Ed è lo stesso senso di responsabilità che ha mosso l’azione dei nostri volontari impegnati con le scuole superiori, permettendo agli studenti di continuare nel loro percorso educativo. Testimoniando le competenze che in questo momento il mondo del lavoro ci sta richiedendo – creatività, competenze digitali, una leadership inclusiva e autentica, fiduciosa nelle capacità delle persone – e supportano ragazzi, insegnanti, famiglie nel prendere consapevolezza, nell’esercitare e mantenere una calma che possa portare a chiarezza di pensiero e a soluzioni per superare la crisi. In alternativa alla presenza fisica, oggi preclusa, i nostri colleghi si stanno sperimentando con la didattica a distanza, mantenendo così saldo quel legame con il mondo della scuola costruito nei mesi precedenti, e contribuendo fattivamente a che tale modalità possa rappresentare un’opportunità da attuare anche una volta superata la crisi, e non forzando lo strumento alla didattica tradizionale.

La chiave di volta è stata concertare con tutti gli attori coinvolti, insegnanti, studenti, famiglie, la riprogettazione dei percorsi di sviluppo delle competenze trasversali, che tenessero conto dei bisogni formativi e di apprendimento degli studenti, delle necessità delle famiglie cercando di non lasciare indietro nessuno. I progetti Skills2Start, Un’impresa che fa scuola di moda, il percorso Manager in azione nel Sociale, tutti sostenuti da Federmanager Roma, stanno proseguendo grazie alla visione dell’emergenza, come opportunità di crescere, di migliorare, di sperimentare.

Questo approccio potrà essere in futuro ulteriormente sviluppato da VISES, potendo
coinvolgere quanti più manager volontari che in questo momento ci scrivono per
poter offrire il loro supporto, per poter dare testimonianza di un management che non
si chiude nel mondo del lavoro ma ne apre le porte anche alle generazioni più giovani.
Quello che oggi insieme sapremo costruire segnerà il tracciato da seguire quando una
nuova normalità sarà rientrata nelle nostre vite.

Riccardo Pedrizzi: Prepararsi all’Industria 4.0

Riccardo Pedrizzi: Prepararsi all’Industria 4.0

La formazione di manager e dirigenti, la crescita economica e sociale del Paese, da Nord a Sud, sono obblighi non rimandabili in vista della imminente “quarta rivoluzione industriale”

A chiudere gli interventi è stato il senatore Riccardo Pedrizzi, Presidente Nazionale Comitato Tecnico Scientifico dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti del Lazio (UCID Lazio) ha chiuso gli interventi. Il Paese deve oggi affrontare una difficilissima sfida: quella dell’Industria 4.0, la quarta rivoluzione industriale che andrà ad incidere sulla vita di ciascuno di noi e delle nostre famiglie. Tutto ciò in un Paese che vive una contingenza politica ed economica particolarmente difficile: crisi demografica, il divario tra Nord e Sud, le differenze salariali. Tutto questo “pone il problema della formazione dei dirigenti e dei manager. Noi dobbiamo imprimere una forte accelerazione che sia agganciata alle contingenze del mutamento storico, economico e sociale che stiamo vivendo”.Riccardo Pedrizzi: Prepararsi all’Industria 4.0Pedrizzi ha affrontato anche il tema della sicurezza delle nostre aziende: “il nostro apparato industriale è oggetto di attenzione e di conquista di Paesi stranieri come Cina, Francia, Stati Uniti e Germania. Gli stessi che, recentemente, hanno approvato leggi che servono a bloccare la possibilità che altri Paesi, in particolare l’Italia, di entrare alla conquista di alcuni settori merceologici. Personaggi come Macron o Merkel, che si dicono ultraliberisti, quando si guarda alla difesa del loro apparato industriale chiudono ermeticamente e non consentono alcun accesso”.

In conclusione Pedrizzi ha ricordato l’indispensabile necessità di una formazione professionale di qualità: “Noi dovremmo rivedere il nostro sistema educativo. La nostra formazione professionale è stata da sempre un vanto e forniva intelligenza e tanta esperienza all’apparato industriale. Oggi, in particolare le aziende del Nord, non riescono a trovare dipendenti specializzati e con una specifica preparazione. Oggi il tempo di lavoro viene definito in Europa “poroso”, cioè che si sovrappone agli altri tempi di vita. Non esiste più il tempo lavorativo di una volta, 24 ore suddivise in tre turni da 8. Il lavoro di ‘tipo poroso’ consente di lavorare per obiettivi anche per 20 ore al giorno, rompendo completamente gli equilibri tra tempo lavorativo e tempo libero”.

Pronti per gli Head Hunter?

Pronti per gli Head Hunter?

Federmanager Roma prosegue il ciclo di incontri con gli Head Hunter, i professionisti specializzati nella ricerca di top manager. Nuovi spunti e consigli per offrire ai colleghi gli strumenti migliori per non farsi trovare impreparati in un mercato del lavoro sempre più competitivo

Gli Head Hunter sono i cacciatori di teste, professionisti altamente competenti nella selezione di personale qualificato e destinato a ricoprire posizioni strategiche all’interno di aziende locali e multinazionali. Una figura fondamentale, un professionista specializzato nell’individuare e selezionare professionisti, generalmente focalizzandosi sul middle & top management.

Per ogni figura manageriale è fondamentale diventare preda degli Head Hunter: ma come farlo? Come presentarsi nel ruolo di candidato migliore? Come conquistare un posto da top manager? Le indicazioni più preziose arrivano da Federmanager Roma, che ha promosso una serie di incontri con protagonisti i cacciatori di teste, coloro che ogni giorno si imbattono in centinaia di profili alla ricerca della loro “preda”: la figura giusta per la propria azienda, l’asso vincente su cui puntare per battere la concorrenza. Già due gli appuntamenti nel 2019, presso la sede Federmanager Roma: il 17 gennaio con la partecipazione di Anna Rita Borraccetti, Amministratore Delegato Metes HR, e Rossella Martelloni, Consulente HR e Management, Coach e Trainer.

Pronti per gli Head Hunter?A seguire il 7 marzo con gli interventi di Carlo Caporale, Amministratore Delegato Wyser, e Rossella Martelloni, Consulente HR e Management, Coach e Trainer. Il presidente di Federmanager Roma, Giacomo Gargano, aprendo i lavori di entrambe le giornate, ha voluto rimarcare come sia di “fondamentale importanza ascoltare i consigli dalla voce di consulenti esperti che forniscono preziose dritte sul come farsi scegliere. Eventi come questi confermano il nostro impegno nel favorire l’incontro tra manager e cacciatori di teste. Vogliamo dare ai nostri colleghi gli strumenti migliori per crescere e stare al passo con i tempi. Bisogna saper competere in un mercato come quello di oggi. Vogliamo offrire occasioni di incontro e confronto, di crescita e formazione”.

Gli incontri con gli Head Hunter promossi da Federmanager Roma nascono per rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione, che spinge i manager ad approfondire le tecniche di recruiting applicate day by day dalle società del settore. Ogni incontro registra consenso e partecipazione. “Il gruppo Giovani di Federmanager Roma continua la sua serie di incontri con gli Head Hunter e ogni occasione rappresenta uno spunto di riflessione su dove sta andando il mercato del lavoro; ma soprattutto si hanno una serie di indicazioni utili su come ogni manager deve reagire per farsi trovare sempre pronto” ha sottolineato Renato Fontana, Coordinatore Gruppo Giovani Federmanager.