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Federmanager Roma

ANSMeS e la ripartenza dello sport in Italia

ANSMeS e la ripartenza dello sport in Italia

Il 15 e 16 ottobre, in occasione della Quinta Consulta dei delegati regionali e del convegno “L’ANSMeS in campo per la ripartenza dello sport italiano”, l’Associazione Nazionale Stelle e Palme al Merito Sportivo ha confermato il suo impegno concreto a favore dello sport nazionale in questo difficile momento

Il Salone d’Onore del Coni, lo scorso 15 ottobre, ha ospitato la Quinta Consulta dei Delegati Regionali ANSMeS, l’Associazione Nazionale Stelle e Palme al Merito Sportivo. In apertura, nella sua comunicazione, il presidente Gianni Gola ha ricordato gli eventi svolti, gli incontri con le Regioni, in parte con visite in loco ed in parte in videoconferenza, per una sempre maggiore attenzione al territorio, alle iniziative da prendere e ai problemi della periferia.

Per Federmanager Roma ha preso parte all’evento il presidente Giacomo Gargano. Nel suo contributo ai lavori ha assicurato la piena disponibilità della sua organizzazione a mettere a disposizione le competenze manageriali che fossero necessarie alle aziende. Ha voluto inoltre proporre una sempre più stretta collaborazione con ANSMeS.

Nell’immagine, da sinistra: Giacomo Gargano, presidente Federmanager Roma; Gianni Gola, presidente AnSMES; Danilo Guardigli, presidente Assotalenti

Il professor Danilo Guardigli, presidente di Assotalenti, ha illustrato il lavoro della sua associazione e i metodi per raggiungere gli obiettivi: “Dobbiamo raccogliere e unire le competenze di eccellenza e creare un clima di empatia. Dobbiamo impegnarci per gestire il cambiamento partendo da un eccellente passato per il successo del futuro”. A seguire, il dottor Rampa, direttore generale di Coninet, ha illustrato il nuovo sistema digitale a disposizione dell’ANSMeS per quanto riguarda l’archivio, il tesseramento, la parte storica e l’emissione delle tessere. Illustrato anche il nuovo sito dell’ANSMeS, più moderno, dinamico e in linea con le nuove tecnologie. Giulio Corsi, il tesoriere, ha fornito gli ultimi dati sul tesseramento.

Il giorno successivo, 16 ottobre, sempre presso il Salone d’Onore del Coni, si è svolto il convegno “L’ANSMeS in campo per la ripartenza dello sport italiano”. Particolarmente apprezzate le parole di Giovanni Malagò, presidente del Coni, che ha sottolineato il momento di grande confusione per lo sport italiano: “La politica vuole entrare ad ogni costo nel nostro mondo. È un anno che va avanti questo teatrino e adesso Bach (presidente del CIO, Comitato Olimpico Internazionale) è stanco di aspettare. C’è chi lo sport non sa neppure cos’è però vuole impossessarsene. Ma io non mollo: finché avrò fiato continuerò la battaglia”. Malagò ha elogiato il lavoro dell’ANSMeS, l’entusiasmo dei dirigenti e del presidente Gianni Gola in particolare.

Di spessore il programma degli interventi. Dopo l’introduzione del presidente Gola hanno preso la parola: Carlo Santi “L’attività svolta nell’ambito del Progetto 2019”; Fabio Martelli “La ripartenza dello sport di base”; Italo Guido Ricagni “Le problematiche sanitarie per la ripartenza dello Sport”; Roberto Fabbricini “La ripartenza dello sport d’élite”; Francesco Palladino “Progetto ANSMeS-CIP”; Francesco Conforti “I fabbisogni dello sport italiano oggi”.

Di particolare interesse il progetto comune AONIANSMeSA.MDSTOR VERGATAONBD su “Metodologia di standardizzazione e personalizzazione della pratica motoria negli Over 65”, con il contributo di Alessandro Pica, Nicola Candeloro, Giuseppe Antonini e Luca Massaccesi.

I manager volontari a sostegno del Banco Alimentare

I manager volontari a sostegno del Banco Alimentare

Vises, Onlus di riferimento di Federmanger Roma, ha stretto un accordo con il Banco Alimentare del Lazio al fine di offrire il supporto dei propri manager volontari per rendere più efficaci le attività di lotta allo spreco alimentare e all’emarginazione

La Pandemia sta determinando in Italia effetti economici e sociali devastanti, tra cui anche l’aumento dei nuovi poveri. Per rispondere ai bisogni sociali che coinvolgono fasce sempre più ampie e fragili della popolazione, Vises, Onlus di riferimento di Federmanager Roma, e Banco Alimentare del Lazio hanno dato avvio ad un accordo che prevede il supporto dei manager volontari di Vises per rendere più efficaci e incisive le attività del Banco Alimentare contro fame ed emarginazione.Fin dalla nascita del fenomeno pandemico, la risposta del Terzo Settore è stata determinante per far fronte a nuove situazioni di disagio e povertà che hanno visto aumentare, in particolare, la richiesta di aiuti alimentari.

Come ricordato dal Presidente di Federmanager Roma Giacomo Garganobisogna riconoscere il ruolo fondamentale del Terzo Settore, ma occorre uno sforzo congiunto per arginare la crisi in vista della ripresa socio-economica del nostro territorio. Grazie alla sinergia tra Federmanager Roma e Vises onlus, con numerosi colleghi volontari di Vises abbiamo raccolto prontamente l’SOS del Banco Alimentare del Lazio offrendo un supporto concreto rispetto ad un’emergenza, quella del fabbisogno alimentare, destinata ad acuire le condizioni di povertà delle fasce più deboli della popolazione”.

Giuliano Visconti, Presidente Banco Alimentare del Lazio, ha commentato: “Dall’inizio della pandemia abbiamo registrato un incremento di quasi il 40% del numero di assistiti, arrivando a sostenere in alcuni momenti della crisi oltre 100mila poveri. A fronte di questa situazione, abbiamo ritenuto necessario rafforzare la nostra struttura interna da un punto vista gestionale, chiedendo il supporto di Federmanager Roma e dei manager volontari di Vises che si impegneranno con noi nella lotta allo spreco e alla povertà e con la loro professionalità contribuiranno a irrobustire la nostra opera”.

Rita Santarelli, Presidente Vises Onlus, ha sottolineato come: “Mettere a disposizione il capitale di competenze dei nostri manager volontari ci consente di offrire una risposta efficace e sostenibile nel tempo per i bisogni sociali emergenti e diffondere, attraverso una cultura manageriale responsabile, nuovi modelli di sviluppo più inclusivi e solidali”.

Editoriale del Presidente

Ci siamo. Ci ritroviamo dopo un’estate per certi versi unica: una ripresa dopo la pausa estiva, ma di fatto il riavvio post lockdown.

Siamo in piena fase di ripartenza, tanto urgente quanto necessaria, a dispetto di una situazione sanitaria ancora delicata per l’andamento poco rassicurante dei contagi. Un momento storico che richiede il massimo sforzo per ripartire, pur tenendo conto dei nuovi stili di vita imposti dal virus.

Di fronte alla gravità della situazione, è il momento dell’assunzione di responsabilità, da parte di tutti, a livello individuale e personale ma anche, se non soprattutto, come Associazione di categoria. I quasi 10.000 manager iscritti alla nostra Associazione rappresentano un patrimonio umano e professionale, un grande orgoglio per la nostra organizzazione e nel contempo una fortissima responsabilità. I numeri continuano a premiarci: l’azione svolta all’interno e all’esterno della nostra organizzazione ha portato ad un notevole incremento, nonostante le pesanti defezioni fisiologiche dovute a questioni anagrafiche, a perdite di qualifica e trasferimenti di sede. Peraltro, i primi mesi di questo difficile 2020 confermano il trend di crescita.

Ripartiamo quindi da noi e da quello che abbiamo sempre fatto. Come è noto Federmanager Roma non si è mai fermata, lavorando in smartworking e portando avanti, senza soluzione di continuità, il lavoro di tutela e assistenza dei propri associati.

Abbiamo seguito con costante impegno i progetti sul nostro tavolo, a cominciare dal progetto di politiche attive “Smart Energy per PMI” finanziato da 4Manager, che è entrato nella sua fase operativa e avremo modo, nei prossimi numeri, di raccontarne l’evoluzione che ci auguriamo possa essere ancor più positiva rispetto al più che soddisfacente progetto “Open Innovation Manager” di cui leggerete nelle pagine più avanti.

Continua poi a confermarsi un prodotto eccellente in tema di Formazione e Politiche attive “BeManager”, il nostro percorso di Certificazione delle Competenze Manageriali volto ad offrire alle aziende, e in particolare alle PMI, professionalità certificate indispensabili per affrontare il difficile cambiamento che ci attende. “BeManager” ha ottenuto il riconoscimento formale dell’Ente italiano di accreditamento, Accredia, che ha conferito al Disciplinare tecnico utilizzato da Federmanager e da Rina Services, Ente terzo di certificazione, l’importante valutazione di conformità a tutti i requisiti di legge previsti per il settore di attività.

Altra conferma importante riguarda il settore Salute, da sempre prioritario per la nostra organizzazione. Come noto dai primi mesi del corrente anno il caricamento delle richieste di prestazione on line da parte degli iscritti Fasi e Assidai viene effettuato attraverso il portale IWS – Industria Welfare Servizi SPA.

Federmanager Roma tiene inoltre sempre alta l’attenzione sulla questione delle pensioni.  Stiamo aspettando a breve la decisione della Corte Costituzionale che per la metà del mese di ottobre dovrebbe pronunciarsi sul famoso ricorso presentato contro il taglio delle pensioni medio-alte. Nell’attesa continueremo comunque a vigilare affinché vengano fatti tutti i passi necessari per opporsi ad una operazione che penalizza fortemente chi ha versato somme ingenti per tutta la vita lavorativa e che per questo, appare profondamente ingiusta e, per molti, anticostituzionale.

Ripartiamo quindi da noi e soprattutto ripartiamo dalla centralità del nostro territorio come fulcro della ripresa.

Le eccellenze della nostra regione diventano sempre più un bene da tutelare e da divulgare, un punto da cui partire per costruire insieme una nuova prospettiva di sviluppo. E lo spieghiamo bene nelle pagine di questa rivista raccontando di ben tre realtà che, in maniera oltretutto sinergica, si stanno distinguendo per  l’impegno in prima linea nella lotta contro il coronavirus: l’istituto di malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, fulcro della lotta al virus, l’IRBM di Pomezia, il meglio della tecnologia biomedica distribuita in  22 mila metri quadrati di laboratori, dove si sta lavorando su uno dei vaccini anti-Covid e lo stabilimento Catalent di Anagni che si occuperà dell’infialamento di circa 400 milioni di dosi, non appena ottenuta l’autorizzazione dalle agenzie regolatorie e sempre che la sperimentazione confermi l’esito positivo del percorso avviato.

D’altronde, come spesso succede in momenti di crisi epocali, anche gli effetti di questa pandemia, seppure devastanti, possono rappresentare uno snodo importante, un’occasione di cambiamento che, se ben governati, possono offrire nuove opportunità e nuove prospettive.  È indubbio che il nostro territorio sta giocando un ruolo fondamentale in questa battaglia grazie all’impegno e alla competenza di vere e proprie eccellenze nel settore.  

Non solo. Nei prossimi anni l’Unione europea metterà a disposizione dei Paesi membri un ammontare di risorse mai sperimentato prima grazie anche al “Recovery and Resilience Facility”, meglio noto come “Recovery Fund”.

Tuttavia, il pericolo che questi fondi non vengano utilizzati al meglio, che si imbriglino nelle maglie della burocrazia o che, peggio, vengano sprecati per mancanza di visione è una preoccupazione reale, un pericolo da scongiurare, senza contare che una buona parte andranno comunque restituiti. Motivo in più affinché le competenze della dirigenza vengano coinvolte nell’intero processo di ripartenza, fin d’ora, nella redazione del piano programmatico di riforme strutturali su cui il Governo sta lavorando ma anche, e soprattutto, nelle fasi concrete di applicazione degli interventi che da lì scaturiranno. Siamo sempre più convinti che il management possa offrire al nostro paese un bagaglio di competenze e professionalità che, in questo momento, diventa imprescindibile.

Con una corretta gestione dei fondi europei e certezza sulla destinazione delle risorse, sarà possibile dare un segnale concreto per la ripresa economica del nostro Paese.

Oltretutto, le risorse del Recovery Fund sembra che possano concorrere anche alla riduzione del cuneo fiscale.  La Commissione Europea pare non sia contraria ad usare il denaro del Fondo per alleggerire la pressione fiscale in Paesi dove questa è molto elevata, come appunto l’Italia.

In questo complesso quadro, la nostra Organizzazione intende continuare, con convinzione, a dare il proprio apporto ad una progettualità oggi indispensabile. Un primo passo è stato quello di partecipare nel mese di luglio, come associazione di categoria, al sondaggio lanciato da LazioLab – la cabina di regia tecnico-politica della Regione Lazio – per capire come meglio investire queste risorse. Un contributo doveroso partendo dal presupposto che la dirigenza, per la centralità della propria funzione, possa e debba avere molto da dire, e da dare, per la rifondazione dell’economia e della società.

Appare evidente quindi che sia questo il momento di spingere su provvedimenti oggettivamente urgenti e non più rinviabili: l’alleggerimento delle tasse sul lavoro e sulle imprese; la drastica semplificazione burocratica; il taglio delle spese improduttive; la valorizzazione del nostro patrimonio storico e culturale dove Turismo e Cultura, pilastri della nostra economia, rischiano di sgretolarsi, con enorme perdita di occupati.  Fondamentale sarà una rinnovata attenzione alla scuola e alla promozione della ricerca; maggiori incentivi all’innovazione tecnologica, all’internazionalizzazione delle imprese e all’inserimento di figure manageriali nelle Piccole e Medie Imprese che sono il tessuto connettivo del nostro territorio e rappresentano il 92% delle imprese attive sul territorio.

D’altra parte, come Federmanager Roma, abbiamo da sempre sostenuto la necessità di una programmazione per superare la crisi che vivono Roma e il Lazio, con un preoccupante stallo progettuale e di pianificazione. Il nostro contributo si è reso evidente nella elaborazione dello studio “Le prospettive di Roma capitale alla luce delle tendenze in atto”, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, che concentra l’attenzione sul futuro, al 2030, e le aspettative nei settori della mobilità, sanità, fabbisogno abitativo, fabbisogno edilizio scolastico ed evoluzione economica di Roma e dell’intera sua provincia.

Il prossimo 29 ottobre, come già comunicato, terremo la nostra Assemblea Annuale. All’interno del numero troverete l’inserto di convocazione e tutte le informazioni nel dettaglio. Aggiungo che quest’anno abbiamo scelto, per questioni di opportunità legate al momento che stiamo vivendo, di limitare i lavori dell’Assemblea alla parte privata, strettamente riservata ai soci e agli adempimenti statutari di approvazione del Bilancio.

Concludo augurando a tutti voi una buona ripresa dopo un’estate difficile come difficile si prospetta l’autunno ormai alle porte. Abbiamo davanti un orizzonte carico di incognite ma sono fiducioso che sapremo affrontare anche questa prova e che ognuno di noi troverà le giuste motivazioni per superare il momento critico che ci accomuna.

 

Con 4Manager le Politiche Attive decollano nel Lazio

Con 4Manager le Politiche Attive decollano nel Lazio

Con il progetto “Open Innovation Management”, realizzato da Unindustria Perform, Federmanager Roma e Unindustria, è stato creato un vero e proprio laboratorio di politiche attive del lavoro

Grazie a 4Manager è stato possibile mettere in piedi 10 progetti per 10 PMI di tutto il territorio laziale. Sono stati quindi selezionati 10 dirigenti, temporaneamente inoccupati, iscritti a Federmanager con l’obiettivo di creare le condizioni per lo sviluppo di proficue relazioni tra le parti.

Il progetto, il primo ad essere finanziato da 4Manager a livello nazionale, ha riguardato i temi della trasformazione digitale, dell’internazionalizzazione e della lean innovation e le relative competenze manageriali necessarie per la crescita delle suddette PMI.

Si tratta in tutti e dieci i casi di un servizio “chiavi in mano” di ridisegno organizzativo dell’azienda con tanto di consulente che fotografa lo stato dell’impresa e propone le soluzioni operative.

I dieci progetti si sono tutti proficuamente conclusi con as­soluta soddisfazione di entrambe le parti. Nella fase iniziale è stato dedicato molto tempo alle reali necessità delle aziende e poi le stesse hanno usufruito delle competenze offerte dai manager senza dover sopportare costi, ma con l’obiettivo di identificare servizi in grado di essere autosufficienti nel medio periodo in termini economici e quindi creare una reale opportunità di sviluppo e di occupazione.Alla fine della sperimentazione il 70% dei manager ha proseguito la sua esperienza nell’azienda di destinazione con interessanti sviluppi che raccontano, nelle pagine che seguono, in questo numero di Professione Dirigente.

Hanno beneficiato altresì dei risultati di questo progetto Federmanager Roma e Unindustria, in quanto hanno avviato, in chiave sperimentale, l’applicazione di metodologie manageriali innovative. Questi elementi, oltre naturalmente a configurarsi come politiche attive del lavoro, impattano sulle capacità imprenditoriali e innovative delle imprese, promuovendo dinamiche di sviluppo organizzativo.

Le buone relazioni tra le parti sociali, il fondamentale apporto di 4Manager e la regia di Unindustria Perform hanno prodotto una sperimentazione dal forte impatto sociale ed economico: un’azione che va certamente portata a sistema e resa strutturale per garantire significativi risultati nel medio e lungo periodo.

I manager raccontano la loro esperienza

Mauro Driussi, presso Arken Spa – Ferentino (Fr)

Ringraziando Federmanager, come suo associato, per avermi dato l’opportunità di conoscere l’iniziativa e, dopo il superamento della selezione, di avervi potuto partecipare. Esprimo come Manager/Consulente/ex-Dirigente il mio apprezzamento nei confronti di 4Manager, e quindi di Unindustria Perform che ha gestito il Progetto Open Innovation Management, per aver concretamente ed efficacemente contribuito allo sviluppo del tessuto produttivo del Paese e nello specifico della Regione Lazio, attraverso la diffusione di competenze manageriali di qualità e di una cultura d’impresa in grado di intercettare e rispondere alle nuove sfide dell’economia, realizzando l’incontro “ideale, apparentemente naturale, purtroppo affatto spontaneo nella realtà” di una particolare domanda e della corrispondente specifica offerta: da un lato l’esigenza e la necessità di cultura manageriale e di organizzazione delle Aziende, dall’altro la professionalità e la competenza di manager/dirigenti, disponibili e motivati, “evangelisti” di metodo operativo concreto, abituati a progettare, realizzare, dirigere e monitorare, cioè lavorare con obiettivi definiti e con costi certi.

Mario Driussi

La mia esperienza si è realizzata presso la Arken SpA, una Azienda manifatturiera leader in Italia ed in Europa nel mercato delle soluzioni e sistemi modulari di arredo e manichini, per negozi e tutti i luoghi di attività commerciale e di vendita, con sede nell’area industriale di Ferentino (Fr).

La difficile situazione, generale (con il mercato proprio dell’attività tradizionale della Azienda sempre più ristretto e competitivo, che aveva visto anche entrata di competitor asiatici) e specifica dell’Azienda (con progressiva diminuzione del fatturato e contrazione dei margini che avevano purtroppo già creato le condizioni per la necessità di riduzione di personale e la necessità di ulteriore supporto finanziario), richiedeva, già a seguito della mia prima analisi, maggiore attenzione ai costi di produzione e di prodotto, maggiore attenzione alle prestazioni dei processi dell’intera Organizzazione, e quindi anche ai comportamenti, alle competenze, all’efficienza dopo aver raggiunto affidabilità nell’efficacia ed aver individuato gli “sprechi”. Risultavano necessari, perciò, presidio, guida, coordinamento, monitoraggio e azioni di correzione.  E necessario era colmare il gap organizzativo con un ruolo “dirigente” intermedio tra Proprietà e reparti operativi.

Il lavoro più importante, comunque, doveva essere svolto sul percorso di cambiamento di approccio e metodo del personale (in particolare sulle persone, privilegiate – nella attenzione, nelle azioni e nei primi risultati da ottenere – rispetto ai processi), azione resa ancor più complessa per la resistenza opposta da alcune risorse, purtroppo nello specifico figure determinanti come Responsabili di Funzione e di Reparto (i quali, evidentemente, si “sentivano” oggetto di attenzione e della necessità di cambiamento di metodo e di obiettivi),  tanto che la iniziale programmazione delle azioni e delle milestone di progetto ha subito uno slittamento: nonostante la più volte espressa volontà della Proprietà di legittimare l’intervento consulenziale, per la natura a tempo del mandato, questo è stato inevitabilmente subordinato alla necessità di gestione delle Risorse permanenti e delle loro prestazioni.

Inoltre, a seguito del riconosciuto trend di mercato, l’Azienda voleva e doveva attuare un percorso di trasformazione di modello organizzativo ed operativo per entrare e competere con successo nel “Contract Business”. Per questo, era necessario un supporto manageriale che aggiungesse e completasse le competenze dell’Organizzazione, che la trasformasse, presidiando l’introduzione e la diffusione di metodo e cultura manageriale alla Proprietà, al Management ed a tutte le risorse interne, facendole crescere con l’affiancamento operativo e permettendo alla Proprietà Imprenditoriale di concentrarsi sulla visione e sulla strategia.Con 4Manager le Politiche Attive decollano nel LazioOltre al Change Management ed alla progettazione e realizzazione di iniziative ed azioni di innovazione, reingegnerizzazione e ottimizzazione dei processi e degli assetti gestionali e organizzativi dell’Impresa, dopo i primi confronti con l’Azienda, è stata realizzata la necessità di introdurre e diffondere nell’Organizzazione competenze di Project Management, per la gestione delle “commesse” del futuro modello industriale del “Contract Business”.

Un programma sicuramente ambizioso ed impegnativo per i soli 4 mesi del Progetto, che ha determinato l’opportunità e la necessità di prolungare la mia collaborazione con l’Azienda anche oltre i tempi previsti, per dare continuità alle azioni avviate e per guidare, come Operations Manager, l’Organizzazione nel cambiamento di modello di business.

Purtroppo, il lock-down del Covid-19 ha ulteriormente acuito le difficoltà aziendali interne e di contesto dalle quali l’Azienda cercava di uscire, in particolare quelle economiche: dopo il 4 Maggio l’Azienda ha ripreso la produzione con attività ridotta per evadere i pochi ordini ancora in essere (lockdown = blocco attività di negozi e centri commerciali), ma ciò non è stato sufficiente per sostenere ancora la mia presenza in organico (costo). Per cui la collaborazione si è interrotta. Nella speranza sia solo rimandata.

Il lavoro svolto meriterebbe la possibilità di essere continuato, evidentemente con un supporto all’Azienda in difficoltà, per poter raggiungere i miglioramenti previsti e possibili, e per avere l’opportunità di implementare ulteriori Progetti, da me studiati come fattibilità ma non ancora avviati, sullo Smart Working (come scelta strategica, non come obbligo imposto dall’emergenza), e sulla Economia Circolare (studiata l’applicazione ai prodotti, ai processi ed all’intera Organizzazione).

In particolare il passaggio dall’economia lineare, basata sull’accesso illimitato alle risorse, ad un utilizzo che prevede di impiegare le stesse risorse il più a lungo possibile e di ridare vita agli scarti per nuovi e proficui utilizzi, rappresenterà una vera opportunità di crescita e sviluppo. Un nuovo modello gestionale green (Green e Circular Furniture) potrà garantire un beneficio crescente con riflessi positivi sul processo produttivo, sul prodotto e sull’intera supply chain, se verrà accompagnato anche da un cambiamento in termini di cultura aziendale e di management adeguati a guidare la sperimentazione interna e la validazione sul campo. Ciò permetterebbe all’Azienda di migliorare le sue prestazioni e la sua competitività nazionale e internazionale, ed anche di usufruire dei programmi di investimento nazionali ed europei, presenti e prossimi futuri  (leggi nuove rilevanti misure governative con incentivi a sostegno del cambiamento in chiave green, si parla di circa 620 milioni di euro dal MISE) per progetti,  applicazioni e innovazioni ecosostenibili (transizione ecologica e digitale).

Filippo Sanpaolesi, presso Polsinelli Enologia – Isola del Liri (Fr)

Mi sono certificato Temporary Manager & Consultant nel Gennaio 2019 attraverso i programmi predisposti da Federmanager. Nonostante i molti anni di esperienza nell’ICT/Industria Digitale a livello internazionale e ruoli manageriali in ambito Marketing, Comunicazione e Business Development, l’idea era di approfondire alcuni temi importanti in ambito impresa 4.0 e presentarmi sul mercato della consulenza con le giuste credenziali, dopo un voluto e netto cambio di rotta che mi vedeva abbandonare la grande azienda.

Ottenuto il titolo, il problema era capire come identificare le PMI in crescita e in cerca di supporto manageriale.

Filippo Sanpaolesi

La svolta è stata la partecipazione a Open Innovation Management, il progetto finanziato da 4Manager, l’associazione costituita da Confindustria e Federmanager per accompagnare imprese e manager nell’evoluzione 4.0, e che ha creato il punto d’incontro necessario tra domanda di supporto manageriale da parte delle PMI e offerta consulenziale, grazie all’intermediazione di Unindustria Perform.Mi viene proposta una collaborazione con la Polsinelli Enologia, una PMI che produce e vende attrezzatura per la produzione di vino, birra e olio, in forte crescita anche a livello internazionale e con la necessità di una consulenza strategica su come gestire la nuova dimensione, sia attraverso una valutazione dei diversi mercati, clienti e prodotti, sia internamente, per l’adeguamento di processi e organizzazione.

Incontro la proprietà e resto sorpreso dal volume di affari che una piccola realtà di circa trenta persone operativa nella provincia del basso Lazio riesce a generare in Italia e all’estero; e di quante intuizioni importanti avesse avuto l’imprenditore nel tempo oltre al coraggio di implementarle nonostante fossero molto disruptive, considerati i tempi e il contesto di riferimento. Come ad esempio quella di creare una piattaforma e-commerce già nel 2012 con l’obiettivo di farla diventare in breve tempo il canale di vendita principale in tutto il mondo, fino ad allora rappresentato da un unico punto vendita fisico operativo nella sede di origine dell’impresa. Oltre alla capacità di selezionare supporti tecnici specializzati e di marketing digitale estremamente competenti, in un mondo fino ad allora sconosciuto ai più. Oggi l’impresa ha clienti in oltre 70 mercati.

La giornata di incontro esplorativo mi convince che ci sono ambiti in cui posso dare un supporto e che la proprietà ha – fattore a mio avviso molto rilevante per il successo di questo tipo di collaborazioni – una disponibilità di ascolto molto elevata. Quindi accetto l’incarico. Quattro mesi di collaborazione, finanziati dal progetto, a totale beneficio dell’impresa. Un periodo sufficientemente lungo per fare la fotografia dello status quo e dare una serie di indicazioni strategiche per sostenere la crescita, consolidare il portafoglio clienti, analizzare e rivedere i processi chiave dell’azienda. Il primo step è stato quello di un inventario approfondito dei dati disponibili internamente e delle loro aggregazioni. L’obiettivo era creare un tableau de bord che, una volta terminata la consulenza, potesse essere aggiornato autonomamente dall’impresa in modo da avere sempre disponibili i KPI rilevanti.

La ristrutturazione dei dati e le nuove chiavi di lettura hanno reso possibile la segmentazione di mercati, prodotti e clienti, fornendo all’imprenditore uno strumento per monitorare la performance rispetto al mercato di riferimento e le valutazioni di sviluppo operativo e strategico. Allo stesso tempo sono stati identificati i dati rilevanti mancanti e quanto fosse necessario implementare per poterli generare.

Successivamente l’attenzione si è spostata su processi e organizzazione, con l’obiettivo di esaminare quelli più critici per un business model basato su piattaforma e-commerce e l’adeguatezza dell’organizzazione. Un’analisi che ha rilevato la possibilità di ottimizzare alcuni passaggi fondamentali del processo commerciale con una trasformazione in chiave 4.0. Inoltre l’analisi ha consentito di trasferire alla proprietà la necessità di avere una struttura organizzativa basata su chiarezza di ruoli e deleghe, strutturazione e condivisione dei processi ed assegnazione di obiettivi chiari e misurabili.Con 4Manager le Politiche Attive decollano nel LazioSin dall’inizio si era anche evidenziata la necessità di consolidare la relazione con il cliente che andasse oltre la leva della competitività dell’offerta e che quindi legasse valorialmente il cliente all’impresa. È quindi iniziato un processo di rebranding, o meglio di costruzione del brand, coadiuvato dalla consulenza.

Consulenza che ha quindi aperto vari fronti di sviluppo che a loro volta hanno richiesto un prolungamento della relazione consulenziale per altri dodici mesi, in questo caso a carico dell’impresa in quanto risultato di una scelta dell’imprenditore.

Al momento sono molti i progetti in corso, dalla trasformazione in chiave 4.0 di alcuni processi critici, alla nuova fase del progetto di rebranding con la recente presentazione al mercato del nuovo brand e sito corporate, all’aggiornamento del tableau de bord. Fino al supporto, in qualità di DPO certificato, su una tematica molto complessa per una PMI quale l’implementazione dei requirement GDPR, inclusi quelli tecnici ed organizzativi.

È indubbio quindi come l’offerta di supporto consulenziale che Unindustria propone alle PMI sia uno strumento molto importante per aiutare gli imprenditori a capire come meglio far evolvere la propria impresa coerentemente con la nuova dimensione in crescita, superando il modello di impresa familiare, ristrutturandosi per competere sul mercato e performare come richiede il mercato stesso. È altresì evidente che il successo di una impresa dipenda fondamentalmente dalla lungimiranza e dalle intuizioni dell’imprenditore e che, di contro, il supporto manageriale offra agli imprenditori gli strumenti per mettere in atto le strategie definite dall’impresa nel modo più efficiente possibile.

Nei primi quattro mesi dell’anno, nonostante la difficoltà del periodo, la Polsinelli ha gestito ordini in crescita del +18% e ha registrato un +9% di fatturato a livello globale rispetto ai primi quattro mesi del 2019.

Vittorio Zito, presso GFX – Roma

Con molto piacere condivido la bellissima esperienza in GFX, azienda ICT attiva in Cybersecurity, servizi IT a PA e Sanità e, adesso, anche nel Digital Trust.

Vittorio Zito

Nel 2019 ho iniziato la collaborazione con GFX grazie al progetto Open Innovation Management di Unindustria Perform con la collaborazione di Federmanager e 4Manager.Fin dal primo momento ho avuto la percezione che questa collaborazione sarebbe stata proficua e interessante: in GFX sono tornato a respirare l’aria di estremo pragmatismo imprenditoriale che avevo avuto modo di vivere durante le fasi di Startup di Wind, H3G e Ericsson Network Services Italia, Aziende di successo nel settore Telco.

In GFX abbiamo dato dimostrazione concreta della bontà del progetto Open Innovation Management che è riuscito a cortocircuitare efficacemente la necessità di managerializzazione delle PMI con la volontà di mettersi in gioco di Manager con esperienze molto strutturate in grandi aziende.

Abbiamo collaborato alla definizione e implementazione di un piano strategico che, a partire dal 2020, consentisse a GFX di riposizionarsi individuando ambiti contigui e complementari per lo sviluppo e la crescita dell’Azienda.

Abbiamo quindi creato la nuova Business Unit Digital Trust e abbiamo siglato un importante accordo di partnership con InfoCert, leader europeo nei servizi di firma e identità digitale, SPID, PEC, Conservazione digitale, Certificazione della posizione e delle operazioni sul campo, gestione dei meeting con identificazione digitale dei partecipanti e soluzioni di smartworking, tutte soluzioni fondamentali per la digitalizzazione e dematerializzazione dei processi aziendali.

Contestualmente abbiamo siglato un accordo di partnership con IBM con possibili sviluppi anche in ambito Blockchain, uno dei settori più promettenti in ambito ICT.

Al termine del progetto Open Innovation Management abbiamo deciso di continuare la nostra collaborazione nel 2020 con un contratto diretto, usufruendo del voucher Innovation Manager messo a disposizione dal MISE: ad ottobre 2019 avevo ottenuto la certificazione RINA-Federmanager.Con 4Manager le Politiche Attive decollano nel LazioLa collaborazione con GFX attivata nel 2020 implementa un approccio Fractional Executive (sono Partner di YOURgroup, leader italiano per questa tipologia di servizi). Si tratta di una modalità di ingaggio di competenze manageriali estremamente innovativa e molto adatta alle PMI che hanno necessità di flessibilità e coerenza con i budget a disposizione: allocando una porzione del tempo (x giorni /settimana) anche una PMI può ingaggiare un Manager di alto profilo a costi ragionevoli. Per il Manager c’è il vantaggio di potere operare parallelamente su più fronti massimizzando l’efficacia e l’efficienza; ad esempio, in questo momento oltre a GFX ho ulteriori tre collaborazioni attive con Ouvert, MyGovernance e Triatech, PMI e Startup attive in ambito Energy Intelligence, e-Governance e Energy Storage. Il settore Energy mi è sempre interessato particolarmente tanto che a dicembre 2019 ho partecipato al Progetto Europa, una full immersion di 2 giorni a Bruxelles organizzata da 4Manager con la collaborazione di Confindustria e Federmanager, nel corso della quale abbiamo approfondito lo European Green Deal, una delle priorità UE per il rilancio dell’Economia in un’ottica di sviluppo sostenibile.

     

Roma e il Lazio verso il 2030 dopo il Covid-19

Roma e il Lazio verso il 2030 dopo il Covid-19

Roma e il Lazio: l’ultimo treno per una politica manageriale per la  città e la regione. Federmanager ha una grande responsabilità al riguardo, come vettore per reindirizzare le decisioni della politica nazionale e locale verso il buon senso

Dopo che la situazione economica e produttiva del Paese è degenerata a causa dell’epidemia di Covid-19 mi è sembrato quasi che la ricerca promossa da Federmanager Roma sulle prospettive di Roma Capitale per i prossimi dieci anni – effettuata in collaborazione con l’Università La Sapienza – abbia avuto qualcosa di profetico, quasi come fosse stata una sorta di ultimo avvertimento, fatto sull’orlo del precipizio, alla politica di ricominciare a fare il proprio dovere a favore della produzione industriale. Presentata nel corso del convegno del 6 febbraio u.s., con una numerosa e qualificata partecipazione e una vasta eco di stampa, la ricerca promossa da Federmanager Roma ha offerto alle riflessioni degli esperti e delle istituzioni l’analisi qualitativa e soprattutto quantitativa delle tendenze in atto nell’area metropolitana di Roma nei principali settori di pubblico interesse: demografia, sanità, edilizia scolastica, fabbisogno abitativo, economia e mobilità.

L’elemento emerso con maggior forza dalla cruda evidenza dei numeri e dai commenti delle personalità presenti è stato l’enorme deficit di programmazione in forza del quale tutti i settori sono risultati da decenni governati da ogni corrente partitica con una politica debole “alla giornata”, sempre all’inseguimento della congiuntura elettorale del momento.

Ai primi di marzo – soltanto trenta giorni dopo il convegno – il Paese intero è stato travolto dall’emergenza Covid e ogni residua velleità di programmazione è stata temporaneamente spazzata via dalla politica emergenziale. Oggi, con il rallentamento estivo dell’epidemia, vale forse la pena di fare un primo “punto nave” su cosa può avere significato questo flagello rispetto alla precedente situazione fotografata dalla ricerca promossa da Federmanager Roma.Per prima cosa dobbiamo chiederci se la fase emergenziale sia già archiviata nei flutti della storia ovvero se sia destinata a ritornare. La risposta è relativamente semplice. La “spagnola” nel 1918 ebbe, dopo il primo picco di marzo e aprile, un secondo picco molto forte a partire dalla prima decade di settembre. Facendo professione di buon senso possiamo quindi dire che, alla fine del mese di ottobre, potremo essere reclusi in un nuovo lockdown ovvero ritrovarci con la gioia di essere definitivamente fuori dal problema. Per questo mi permetto di dire che avere oggi annunciato una generalizzata riapertura delle scuole per settembre appare molto più come una presa di posizione politica, legata alla volontà di assecondare il generalizzato desiderio di normalità, che non un embrione di programmazione, considerato che – certamente – l’eventuale malaugurata ripresa dei contagi porterebbe a rinnegare questa “programmazione apparente” nel giro di ventiquattro ore.

Ma, se anche non saremo “fuori dal tunnel” in autunno, certamente lo saremo nell’estate del 2021. Dunque vogliamo provare a chiederci quale sarà la nuova base di partenza rispetto alla situazione del febbraio 2020? In cosa saranno cambiate le necessità per il tessuto industriale della nostra regione? E cosa potrà fare Federmanager Roma sul piano della proposta politica, della ricerca e della comunicazione per contribuire in modo positivo?

Fonte Wikipedia, autore: rotolandoversosud

Innanzitutto ci sono alcuni aspetti certi che vale la pena di enumerare come base di ragionamento. Il PIL del Paese sarà inferiore del 10% circa e il debito pubblico sarà passato dal 130% circa del PIL al 160% o più probabilmente al 170% del PIL. Se, al netto del patto di stabilità europeo all’epoca vigente, qualcuno a febbraio 2020 avesse detto che si poteva aumentare il deficit fino a questo punto tutti gli avrebbero dato unanimemente del matto. Mentre invece oggi è considerata ormai una cosa scontata e sembra che la principale preoccupazione di molti sia quella di non perdere la gara di velocità nell’assalto alla diligenza per spendere i soldi del nuovo deficit, derivanti dagli scostamenti di bilancio e, da ultimo, dai contributi europei (siano essi Mes o Recovery Fund). Questo è un brutto segnale sulla strada della perdurante incapacità di approfondire i problemi e programmare gli interventi. Altro dato di fatto è che la decisione politica di accedere in gran parte a fondi comunitari (anche senza entrare nel merito della polemica politica sulle condizionalità eventuali) significa che abbiamo comprato denaro a tassi buoni ma che gli interessi andranno a favore degli investitori del mercato, mentre se fossero stati gli stessi italiani a comprare il loro debito tramite dei buoni del tesoro, gli interessi (pochi o tanti che fossero) sarebbero in ogni caso andati a favore degli italiani stessi.

Ultimo elemento da considerare per comprendere la struttura del nostro debito è quello della differenza tra i contributi europei “in prestito” e quelli “a fondo perduto”. La differenza è in realtà in gran parte apparente. Infatti parlare di contributi a fondo perduto relativi a Bond emessi dall’Unione Europea significa dire che tali Bond saranno onorati in proporzione dai vari Paesi dell’Unione e, pertanto, la eventuale quota effettivamente “a fondo perduto” sarà solo il delta tra quanto effettivamente ricevuto dall’Italia e quanto a nostro carico quale contributo alla restituzione e remunerazione del capitale dei predetti Bond.

Ultimo tema è quello dei contraccolpi occupazionali che ci troveremo ad affrontare, con un Paese gravato da una montagna di debiti e debole per la riduzione del PIL, con la fine dei provvedimenti emergenziali di cautela, primo tra tutti lo sblocco dei licenziamenti.

Davanti a questo scenario la mia prima riflessione è che, probabilmente, quanto emerso a febbraio scorso nella ricerca sulle prospettive della nostra regione con l’indagine promossa da Federmanager Roma è ancora pienamente valido e, anzi, ogni valutazione negativa sugli effetti della mancanza di programmazione è ancora più fortemente vera e ogni preoccupazione – che all’epoca era grave – sulle carenze e sugli scoordinamenti, adesso diventa drammatica. In pratica credo che le esigenze rimangano le stesse ma decuplicate come minimo. In controtendenza la politica sembra diventare, se possibile, di giorno in giorno ancora più debole. Pare quasi che – sia a livello nazionale che a livello locale – non ci sia più un periodo “di governo” tra un’elezione e l’altra e che ci si trovi in un continuo stato di “campagna elettorale”. E questa campagna elettorale permanente appare, di giorno in giorno, sempre più basata su slogan che inseguono l’ultimo “umore”, a sua volta provocato dall’ennesima campagna di stampa. Come se la realtà fattuale fosse stata sostituita da una sorta di verità mediatica che si autogenera all’interno di una continua battaglia comunicativa. Con questi sistemi si possono forse vincere delle elezioni, ma non si possono certamente produrre beni e servizi. Affermo che se la situazione di lavoro delle imprese e dei servizi ai cittadini era molto difficile a febbraio adesso è quasi fuori controlloIo credo che i corpi intermedi come Federmanager abbiano, come tutti gli organismi di democrazia rappresentativa, una grande responsabilità al riguardo. Una responsabilità che io cerco di vedere sempre in positivo, come vettore per reindirizzare le decisioni della politica nazionale e locale verso il buon senso, la produzione industriale e la ripresa.

Credo che il lavoro iniziato con il Convegno di febbraio sulle prospettive di Roma Capitale verso il 2030 adesso sia ancora più importante di prima. Ritengo che dobbiamo prontamente aggiornarlo in maniera scientifica e, subito dopo, avviare immediatamente le conseguenti iniziative di seminari di approfondimento in collaborazione tra manager e ricercatori scientifici sui vari filoni relativi alla produzione e ai servizi ai cittadini che possano fornire un arsenale di idee e di buone pratiche da suggerire molto insistentemente alla politica, per indurla e, in qualche modo, quasi indirizzarla a fare il proprio dovere in termini di programmazione. Dovere purtroppo disatteso da decenni.

In un’azienda i piani di sviluppo sono sempre pluriennali e non esiste cambiamento di management o di azionista che possa portare ad una gestione frammentaria e scoordinata. Gli economisti accademici concordano naturalmente con questa visione. Possibile che non riusciamo ad indurre nei nostri politici un sufficiente senso di responsabilità per contenere le oscillazioni più superficialmente ondivaghe dell’opinione pubblica e mantenere la barra del timone su una rotta almeno minimamente coerente? Io penso che sia possibile.

Una grande alleanza tra le istituzioni accademiche e i corpi intermedi che riuniscono le imprese e i manager come nel nostro caso di Federmanager può riuscire in questa impresa. Per questo auspico che, già in autunno se tutto andrà bene o – al più tardi – nella prossima primavera, riprenda la strada che avevamo intrapreso a febbraio per fare in modo che, dopo un decennio di sostanziale recessione, noi manager riusciamo a rilanciare il Paese in un decennio di crescita in modo che nel 2030 possiamo guardarci indietro e dire con orgoglio che abbiamo fatto un buon lavoro. In fondo questo è quello che conta nel lavoro. I soldi e gli incarichi altisonanti passano, mentre l’orgoglio di avere fatto un buon lavoro rimane per sempre.

 

Cogliere i segnali deboli di cambiamento in azienda a proprio vantaggio

Cogliere i segnali deboli di cambiamento in azienda a proprio vantaggio

Prosegue il ciclo di incontri “Diventa preda degli Head Hunter” organizzato da Federmanager Roma. Spunti e consigli ai colleghi per non farsi trovare impreparati in un mercato del lavoro sempre più competitivo

Lo scorso primo luglio è andato in scena un nuovo incontro del ciclo “Diventa preda degli Head Hunter”. Questo è volto ad avvicinare i colleghi al mondo della ricerca e selezione del personale, fornendo strumenti adeguati per chi vuole, o deve, cercare un nuovo posto di lavoro.

La serie di incontri in corso ha già visto ospitare responsabili di aziende quali Wyser e Randstad, mentre protagonista dell’ultimo incontro è stato il Gruppo Umana. Particolarmente apprezzato è stato l’intervento di una donna quale Direttore Generale, la dottoressa Roberta Bullo, che dirige Uomo e Impresa, società specializzata nella ricollocazione professionale. Il tema oggetto del meeting è stato: “Come cogliere i segnali deboli del cambiamento in azienda a proprio vantaggio”.

Nei nostri incontri cerchiamo, ogni volta, di riflettere su un aspetto diverso o piuttosto su un momento differente della vita professionale di un manager, potendo così offrire una visione più ampia possibile su come comportarsi e reagire. Questa volta abbiamo focalizzato l’attenzione sulla possibilità che spesso, presi dagli obiettivi, dalla frenesia della vita, non ci si accorge, o non ci si vuole accorgere, che qualcosa sta accadendo o sta cambiando. Ebbene, un buon manager, specie nei momenti di turbolenza come quello attuale, deve avere l’abitudine ad analizzare in maniera critica il contesto in cui opera e non lasciarsi cullare dalla sua cosiddetta “zona di confort”.

Tanti piccoli segnali, se letti e valutati, possono rappresentare un campanello di allarme indicatore di un divario che si sta allargando tra il manager e l’azienda in cui lavora. Il divario può venire a crearsi per fattori esterni, come un cambio di tecnologia, che presto potrebbe rendere obsoleto il mercato in cui opera l’azienda, del set di conoscenze necessarie per essere sul mercato o far invecchiare in un colpo solo le conoscenze ed il modo di lavorare del manager (vedi, ad esempio, lo smart working di questi giorni che ha richiesto altre competenze trasversali rispetto a quelle che sì è abituati a esercitare e a mettere in campo nella quotidiana vita d’ufficio di tutti i giorni).

In alternativa possono esserci fattori interni all’azienda che creano dei microshock che alla lunga portano a veri e propri terremoti. Pensate ad esempio ad un cambio di vertice, di strategia, all’apertura di una nuova linea di prodotto e/o mercato. Tutte queste cose potrebbero sembrare facilmente gestibili, mentre possono creare dei profondi solchi tra il manager e l’azienda con il rischio di sfociare nella dissonanza di valori e vedute.

Ecco allora che dar peso a questi “segnali deboli” può aiutare il manager a fare le sue scelte in maniera consapevole. Scelte che possono portare anche ad un nuovo sviluppo professionale, di carriera etc. È bene però ricordare che ogni nuova strada, quale che essa sia, richiede preparazione e tempo e quindi vale la massima, forse già sentita tante volte, che cambiare un lavoro è un lavoro.

Intelligenza artificiale ed umana: risorse in sinergia

Intelligenza artificiale ed umana: risorse in sinergia

Federmanager, Federmanager Roma e Federmanager Academy hanno aderito insieme alla Digital Training & Consulting Week di Unindustria, con un webinar dal titolo: “Intelligenza Artificiale e Intelligenza Umana: risorse per la ripresa”

L’emergenza sanitaria ha generato, dopo due mesi di lockdown, un contesto caratterizzato da volatilità, discontinuità organizzativa ed incertezza all’interno del quale le imprese sono chiamate ad affrontare la sfida di un adattamento tempestivo di visione, metodo e competenze per adeguarsi rapidamente alle mutate condizioni di mercato. La ripresa, per essere efficace, dovrà passare necessariamente attraverso un “gioco cooperativo, sistemico e generoso”, dove tutti gli operatori economici e stakeholder sono chiamati a drenare ogni possibile risorsa per contribuire a rilanciare una nuova stagione di sviluppo.

Da queste premesse nasce il progetto Digital Training & Consulting Week. Si tratta di un’iniziativa digitale, promossa dalla Sezione Consulenza Attività Professionali e Formazione di Unindustria, che, dal 22 al 26 giugno scorsi, ha realizzato un vero e proprio percorso di formazione e consulenza dedicato alla ripresa post Covid-19, attraverso know how, strumenti e best practice messe a disposizione dalle imprese, per le imprese.Federmanager, Federmanager Roma e Federmanager Academy hanno aderito insieme alla Digital Training & Consulting Week, con un webinar, svolto il 26 giugno, centrato su un tema di grande interesse ed attualità: “Intelligenza Artificiale e Intelligenza Umana: risorse per la ripresa”.

Relatore è stato un manager esperto e studioso di AI da oltre 30 anni, il dott. Alvaro Busetti, introdotto e moderato da Federico Mioni, direttore di Federmanager Academy.

L’Intelligenza Artificiale (AI) è la cosiddetta “next big thing” nel mondo del business, quella che, assieme alla Blockchain, viene vista come la prossima grande innovazione per ogni business. In realtà, l’AI è un insieme di principi e tools che sono in campo da qualche decennio, anche se solo ora si entra davvero nella fase del loro utilizzo reale, grazie anche alla diffusione di altre tecnologie come l’Internet delle Cose e i Big Data. Su cosa sia l’AI c’è inoltre da sempre una certa confusione ed una certa difficoltà, ad esempio, a distinguere tra algoritmi tradizionali e sistemi di AI.

Il webinar ha chiarito alcuni concetti base, a partire dalle diverse definizioni/approcci all’AI, illustrandone le applicazioni già in atto ed altre che stanno per entrare nell’ambito del business con una carica dirompente. Inoltre, proprio perché fortunatamente l’Intelligenza Umana rimane un vincolo non solo per la progettazione ma anche per la gestione e l’utilizzo dell’AI nei processi reali, una buona parte dell’intervento è stata dedicata ad illustrare, oltre ai limiti attuali dell’utilizzo dell’AI, come l’Intelligenza umana sia (in certi casi) complemento necessario all’AI e, soprattutto, come dalla sinergia fra le due intelligenze possa nascere un forte valore aggiunto per le attività d’impresa e non solo.

Due nuove iniziative strategiche di Fondirigenti promosse da Confindustria e Federmanager

Due nuove iniziative strategiche di Fondirigenti promosse da Confindustria e Federmanager

Federmanager Academy è stata coinvolta nella elaborazione ed analisi di questionari a sostegno di due progetti Fondirigenti dedicati al Diversity&Inclusion Management e all’Agile&Welfare Management

L’emergenza Covid ha cambiato la vita di tutti, ha modificato i paradigmi del lavoro sviluppando rapidamente una filosofia manageriale fondata su flessibilità, responsabilizzazione e propensione al digitale, e ha gettato le basi per un’idea di Welfare Management capace di coniugare privato e aziendale attraverso modelli del lavoro pensati per un più ampio orizzonte di benessere. Allo stesso tempo questo momento difficile ci spinge a guardarci attorno, trovando in stili e visioni diverse una ricchezza da utilizzare e non un ostacolo.

Ma quanto ha inciso il nuovo lavoro Agile sulle aziende? E quali sono le competenze che i manager hanno sviluppato durante l’emergenza e quali le opportunità che potranno ottenere nel prossimo futuro? Queste sono le domande a cui le due nuove iniziative di Fondirigenti, il più grande Fondo per la formazione continua dei dirigenti in Italia, vogliono dare risposta fornendo modelli per sviluppare una nuova visione del management.Fondirigenti, nell’ambito delle proprie attività, promuove iniziative strategiche di grande attualità sui temi dell’innovazione e della crescita manageriale, tra cui due progetti dedicati ai nuovi trend del Diversity&Inclusion Management e dell’Agile&Welfare Management.

I progetti, realizzati da Federmanager Academy e Manager Solutions e promossi da Confindustria e Federmanager, sono iniziati con la diffusione di due survey: una dedicata alla metafora dell’Odissea, con la quale i partecipanti hanno potuto confrontare i propri comportamenti con quelli di un grande leader, Ulisse, e con quelli di Telemaco e di figure femminili dell’Odissea; e una dedicata agli scacchi e a riflessioni strategiche utilizzando le mosse di Torre, Alfiere, Cavallo, Re e soprattutto della Regina.

A partire da settembre entrambe le iniziative vedranno la realizzazione di webinar di altissimo livello (con testimonianze internazionali), visite aziendali e lo svolgimento di alcune round table. Inoltre a dicembre si terranno gli eventi conclusivi durante i quali saranno discussi i risultati finali delle due indagini e presentati i rapporti fanali e due e-Book che raccoglieranno le principali testimonianze dei manager coinvolti nel progetto.

Scrivi subito a info@federmanageracademy.it

Risk management e controllo dei rischi nel post Covid-19

Risk management e controllo dei rischi nel post Covid-19

Con la diffusione della pandemia scenari altamente improbabili si sono improvvisamente realizzati, Covid-19 è stato una tempesta perfetta a bassissima probabilità di accadimento e contestuale altissimo impatto socio-economico

Lo scorso 8 luglio si è trattato il tema: “L’evoluzione del Risk Management ai tempi del Covid-19: sempre più leva di gestione attiva del business” nell’evento organizzato da Andaf (Associazione nazionale Direttori amministrativi e Finanziari) con il patrocinio di Federmanager Roma ed il supporto del Sole24ore.

Il presidente Andaf Roberto Mannozzi, il Presidente di Federmanager Roma Giacomo Gargano e Paolo Fietta hanno aperto l’incontro sottolineando come i temi di Risk sono sempre più centrali nelle dinamiche decisionali e come la cultura del rischio deve essere trasversale ed “interiorizzata” nei processi aziendali. 

Moderati dal Vicepresidente Andaf Carmine Scoglio, top manager di line, CFO, CRO e professori universitari hanno rappresentato la loro visione sulle tematiche del rischio e le evoluzioni attese.

Gli ospiti dell’evento, alla luce delle loro esperienze, hanno reso contributi utili alla platea di manager collegati online, in particolare è stato evidenziato che la “tempesta perfetta Covid-19” ha mostrato la Risk management e controllo dei rischi nel post Covid-19 al fine di garantire la resilienza e la prosperità sostenibile dell’azienda.

Le aziende che hanno una “cultura del rischio”, sono arrivate preparate avendo simulato in precedenza le azioni da effettuarsi in caso di situazioni estreme e conseguentemente hanno avuto la capacità di affrontare e superare il momento estremamente delicato, tra l’altro non solo dal punto di vista economico finanziario. Del resto, l’attenzione ai rischi strategici esterni ed incontrollabili, consente all’azienda di non trovarsi impreparata, dà “tenuta” ai budget piani e resilienza all’azienda.

A tal fine deve realizzarsi una piena integrazione dei Risk Manager nei processi decisionali aziendali, perché il lavoro, le analisi, le proposte vanno fatte ex ante: la velocità nel cogliere i potenziali rischi e la loro magnitudo, la capacità nel comunicarli tempestivamente insieme ad azioni idonee a sventarli o mitigarne gli effetti sono le chiavi di successo.Il risk assessment deve essere continuo, pervasivo e profondo, finalizzato ad individuare i principali rischi, valutarne la probabilità e gli gli impatti e supportare la definizione di azioni volte a prevenirli e/o a mitigarne gli effetti, superando “l’approccio al rischio per silos” e puntare su un approccio al rischio trasversale che coinvolga l’azienda a tutti i livelli e non solo di singola funzione.

Nel corso dell’incontro particolare focus è stato dedicato alle competenze hard e soft che i Risk manager devono avere, in particolare alle competenze tecniche devono aggiungersi conoscenze di business, regolatorie/normative, di controllo gestione, bilancistiche e fiscali tramite cui si potrà fornire un quadro integrato dei rischi e supportare anche l’individuazione di azioni mitigative.

È stato inoltre sottolineato che il CRO (Chief Risk Officer) ed in generale i Risk Manager non devono dare opinioni ma devono essere parte integrante del processo decisionale e devono essere responsabilizzati in tal senso. L’utilizzo di dati e tecnologie innovative per affinare la capacità predittiva e le analisi di scenario sono chiavi imprescindibili per consentire al Risk Manager di contribuire efficacemente al raggiungimento dei risultati aziendali ed a preservare l’azienda non solo nell’operatività ordinaria ma anche, e soprattutto, in situazioni avverse come quelle attuali.Altro fattore chiave per la riduzione dei rischi è “la sostenibilità”, una opportunità da cogliere. Le scelte sostenibili sono premiate dai consumatori e dagli investitori ed in primis dalla collettività responsabile.

Per le Piccole e Medie Imprese (PMI) l’attenzione al Risk Management è improrogabile. Per dotarsi di modelli organizzativi e tecnici efficaci, sarà necessario inserire in azienda Risk Manager con le competenze necessarie ad impostare il framework di risk e favorire la diffusione della cultura del rischio all’interno dei processi aziendali. Per avviare lo start up si potrà optare per supporti esterni con competenze specifiche che consentano di operare in un immediato futuro con struttura interna autonoma.

Infine sono stati ampiamente trattati temi sensibili quali: 262, le responsabilità dei apicali e modelli di Governance a cura di  Paolo Bertoli, presidente dell’Advisory Council Andaf.

In conclusione la crisi Covid-19 costituisce l’opportunità per fare – a livello di sistema – un più deciso passo verso modelli aziendali maggiormente risk-aware, quale fattore imprescindibile e differenziante per garantire alle aziende un futuro di successo e resiliente in contesti sempre più volatili e di difficile prevedibilità. 

 

Con Vises i manager scendono in campo nel sociale

Con Vises i manager scendono in campo nel sociale

Come associazione di volontariato Vises deve il suo sviluppo e la qualità del suo intervento alla capacità di coinvolgere e formare nuove presenze, comprese quelle di alto profilo professionale

Per questo abbiamo avviato l’iniziativa pilota “Manager in azione nel sociale”, il percorso di orientamento al volontariato destinato ai manager di Federmanager Roma che, mettendo a disposizione le proprie capacità professionali, vogliono essere al fianco di studenti, docenti e famiglie soprattutto in questo momento storico così complesso. Un’opportunità in più per i manager che, oltre a mettere in gioco le proprie competenze, possono svilupparne di nuove nel sociale.

Vises, onlus di riferimento di Federmanager, lavora da anni per attivare un dialogo costruttivo e costante tra il mondo del lavoro e della scuola progettando, insieme agli attori coinvolti, iniziative mirate a fornire un’adeguata e costante formazione.

Durante l’emergenza sanitaria il nostro lavoro non si è fermato nonostante la sospensione delle lezioni. Il periodo del lock down ha rappresentato l’occasione per ripensare i percorsi per lo sviluppo delle competenze trasversali di docenti e studenti, adattandoli alle nuove necessità della didattica a distanza.Contemporaneamente abbiamo accompagnato 25 manager iscritti a Federmanager Roma nell’approfondimento dell’approccio Vises ai Percorsi per lo sviluppo delle Competenze Trasversali e l’Orientamento, in modo da poterli coinvolgere nelle iniziative che prenderanno avvio a settembre.

Con il loro supporto sarà possibile rafforzare il legame fra il mondo della scuola e del management, contribuendo alla diffusione di una cultura manageriale responsabile e partecipe del benessere della società civile e a dare un’impronta più attuale all’educazione, considerata come responsabilità sociale e non più solo del mondo della scuola.

I nostri manager volontari giocheranno un ruolo determinante nei mesi a venire, quando competenze come spirito d’iniziativa, imprenditorialità, problem solving, creatività e pensiero critico saranno ancor più necessarie per costruire un nuovo mondo dell’educazione post pandemia.

Il volontariato di Vises è testimonianza del ruolo sociale dei manager, dell’impegno e della responsabilità nei confronti della collettività, oltre che manifestazione della loro partecipazione alla crescita educativa, economica e culturale del Paese.