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La pandemia ha lasciato il Servizio Sanitario Nazionale con le ossa rotte, rendendo necessario un intervento straordinario. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dedica quindi una intera Missione, la 6, alla salute, con l’obiettivo di potenziare la capacità di prevenzione e cura del SSN a beneficio di tutti i cittadini, garantendo un accesso equo e capillare alle cure.

Le risorse che il PNRR destina alla Missione Salute ammontano a 15,63 miliardi di euro. A queste, si aggiungono 2,38 miliardi di euro dal Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari al PNRR (PNC); 1,71 miliardi di euro dal Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU); e 625 milioni di euro per il Programma Nazionale-Equità nella Salute, destinato a potenziare la salute in sette Regioni del Mezzogiorno. Il totale, dunque, supera i 20 miliardi di euro.

Gli interventi della Missione Salute del PNRR si dividono in due aree principali: ridisegnare la rete di assistenza sanitaria territoriale e digitalizzare il SSN, innovando anche il parco tecnologico ospedaliero.

Si prevede, dunque, l’acquisto di almeno 3.100 nuove grandi apparecchiature sanitarie operative; la digitalizzazione di 280 strutture ospedaliere; l’aumento di 7.700 posti letto; il rinnovamento e la ristrutturazione di 651 strutture tra Pronto Soccorso, Dipartimenti di emergenza e accettazione e strutture di supporto ospedaliero e territoriale, attraverso uno specifico piano di riorganizzazione volto ad affrontare adeguatamente le emergenze pandemiche.

Per quanto riguarda l’assistenza territoriale, invece, il progetto di riforma è stato adottato con il Dm 77/2022. Viene prevista l’apertura di 1.350 Case della Comunità, dove lavoreranno equipe multiprofessionali che assicureranno servizi diagnostici, ambulatoriali, di prevenzione, prelievi, vaccinazioni, assistenza domiciliare di base e integrazione con i servizi sociali. Saranno aperti 400 Ospedali di Comunità con 20 posti letto ciascuno, che svolgeranno una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero per evitare ricoveri ospedalieri impropri e per favorire la stabilizzazione clinica ed il recupero funzionale del paziente.

Vengono previste 600 Centrali Operative Territoriali per coordinare servizi e professionisti. Vengono rafforzati l’assistenza domiciliare, la Rete delle cure palliative e i Servizi per la salute dei minori, delle donne, delle coppie e delle famiglie.

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Insomma, nei prossimi tre anni ci saranno continue inaugurazioni di nuove strutture e nuovi macchinari. Ma chi ci lavorerà? Chi le utilizzerà? Oggi è complicatissimo garantire la copertura dei turni presso le strutture sanitarie esistenti. Non è dunque immaginabile prevedere che lo stesso numero di professionisti attualmente in servizio possa in futuro lavorare anche in queste nuove strutture.

Sarà dunque necessario avviare un piano di assunzioni straordinario per il quale, com’è ovvio, occorrono risorse a regime, che al momento non risultano facilmente reperibili. Il rischio di creare scatole vuote che non riusciranno a rinforzare l’assistenza sanitaria territoriale, allora, è dietro l’angolo.

Discorso a parte merita la telemedicina, che all’interno del PNRR copre un ruolo importante, consentendo l’erogazione di servizi e prestazioni sanitarie a distanza. Campo in rapida evoluzione, anche grazie alle conseguenze del Covid-19, consiste in consultazioni virtuali con specialisti, monitoraggi a distanza, tecnologie di realtà virtuali utili a simulare procedure mediche, intelligenza artificiale in grado di analizzare grandi volumi di dati medici per aiutare gli operatori sanitari a formulare diagnosi e raccomandazioni terapeutiche, dispositivi indossabili e app che i pazienti possono utilizzare per monitorare la propria salute, prescrizioni elettroniche e addirittura chirurgia a distanza, grazie alla quale i chirurghi possono eseguire interventi a distanza utilizzando la tecnologia robotica.

Si tratta dunque di una rivoluzione destinata a sconvolgere del tutto la pratica medica, e che pone non pochi quesiti di carattere etico e deontologico. Ma, in un Paese in cui il Fascicolo Sanitario Elettronico è ancora ampiamente inutilizzato, saremo in grado di cavalcarla? 

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