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L’inflazione è uno dei concetti più importanti alla base della comprensione delle dinamiche economiche, soprattutto per la rilevanza e l’ampiezza delle conseguenze per l’economia e i cittadini.

Parlare di inflazione significa guardare ai consumi, al potere di acquisto, ai livelli di produzione, ai tassi di interesse, al costo dei finanziamenti, al risparmio, al valore degli investimenti sia reali che finanziari, oltre alla propensione. L’inflazione riguarda in generale la crescita dell’economia e persino la stabilità di un Paese ma, se la conseguenza più temuta è la perdita del potere di acquisto reale, il rischio riguarda la perdita di fiducia.

Cos’è l’Inflazione

Anche se Il termine Inflazione è comunemente utilizzato per indicare il rialzo dei prezzi, l’inflazione è un fenomeno monetario, sempre, una conseguenza della maggiore quantità di moneta disponibile, l’inflazione riguarda la Domanda, non dipende dai costi, né dal rialzo dei prezzi!

 Definizione

L’inflazione consiste nell’aumento prolungato del livello dei prezzi, ovvero dalla diminuzione prolungata del potere di acquisto della moneta

Tra Inflazione e Rialzo dei Prezzi esiste una correlazione senza nesso di causa (correlazione spuria).

È importante distinguere l’Inflazione dal Rialzo dei Prezzi e dalle Variazioni di Spesa e comprendere quali sono le determinanti alla base delle variazioni.

Il Rialzo dei Prezzi è sempre una conseguenza e può avere cause diverse, tra queste ci sono l’inflazione, shock come i prezzi petroliferi, carestie, dazi, pandemie ma dobbiamo sempre ricordare che il Rialzo dei Prezzi NON è mai la causa.

L’inflazione è solo una delle possibili cause che può determinare il Rialzo dei Prezzi, ma non coincide con Il Rialzo dei Prezzi.

  • L’inflazione è prima di tutto un fenomeno monetario, dipende dalla quantità di moneta disponibile ed è in relazione ad una quantità di beni disponibili
  • L’Inflazione ha una relazione con i prezzi, la moneta, la quantità dei beni prodotti o disponibili.
  • L’Inflazione è distinta dal Rialzo dei Prezzi in cui può tradursi, tuttavia, un aumento dei prezzi, può essere distinto dall’inflazione.

Il Rialzo dei Prezzi dovuto ad improvvisi aumenti legati a shock dei prezzi, non solo, non è Inflazione ma NON può trasformarsi in Inflazione. Improvvisi rialzi dei prezzi possono generare un aumento della spesa, in funzione della durata e dell’estensione dell’aumento ad altri prezzi, delle politiche fiscali e commerciali ma non generano inflazione.

Per comprendere l’inflazione e capire come agisce insieme agli shock, sui Rialzi dei Prezzi, distinguiamo il Rialzo dei Prezzi dal Livello Dei Prezzi (che troviamo nella definizione di inflazione).

Cos’è il “Livello dei Prezzi”?

Distinguiamo i prezzi in funzione delle relazioni tra i prezzi stessi e la moneta:

  • Prezzi Relativi: l’insieme dei rapporti a cui si scambiano i vari beni e servizi tra loro
  • Prezzi Assoluti o Prezzi In Moneta o Livello Dei Prezzi: il rapporto a cui si scambia l’insieme dei beni e servizi con la moneta

“Il livello dei prezzi” è il “Reciproco” del potere di acquisto della moneta, da cui: L’Inflazione corrisponde con una diminuzione del potere di acquisto.

Esempio: se il prodotto A si vende a 5 euro e il prodotto B a 10 euro, non abbiamo 2 prezzi ma 3:

  1. Il prezzo con il quale la moneta si scambia con A
  2. Il prezzo con il quale la moneta si scambia con B
  3. ed il rapporto con cui A si scambia con B dati quei prezzi di moneta 2xA=B (2×5=10)

L’inflazione riguarda il potere d’acquisto della moneta, cioè i prezzi assoluti (che variano per molte ragioni e in maniera diversa), tutto ciò che la collettività produce e scambia in un dato periodo di tempo costituisce l’aggregato REDDITO REALE.

REDDITO MONETARIO o DOMANDA GLOBALE è tutto ciò che la collettività spende per l’acquisto di quei beni e servizi, tutte le spese individuali di un paese.

Nel caso di una economia chiusa che non scambia con l’estero, la Spesa ed il Reddito sono due aspetti della stessa medaglia perché, la spesa di uno corrisponde al reddito dell’altro, se uno incassa 100 è perché qualcun altro li ha spesi, quindi la domanda globale o la spesa complessiva, corrispondono, sono uguali al reddito monetario generato.

Se la Spesa è uguale al prodotto di un prezzo, per una quantità, quando acquisto e spendo 40 euro per della carne e ne ottengo 2 kg, significa che il prezzo è di 20 euro/Kg quindi, da un lato abbiamo il valore della spesa 40 che è identico al prodotto del prezzo 20 per la quantità 2.

La spesa ha 3 dimensioni:

  • Quantità di spesa
  • Distribuzione della spesa
  • Qualità della spesa

Tralasciando dalla trattazione la Qualità della spesa, l’Inflazione e la variazione dei prezzi assoluti dipende da “Quanto” la collettività spende, rispetto a “Quanto Produce” mentre, la Struttura dei Prezzi Relativi dipende dal “Come” la collettività spende dato uno specifico ammontare, rispetto ad una specifica composizione del reddito prodotto.

L’aumento della quantità di moneta, se non tesaurizzata o destinata per ragioni diverse ad altri fini, viene spesa, generando un rialzo dei prezzi e più precisamente del Livello dei Prezzi (l’aumento è generale e coinvolge tutti i prezzi anche se in rapporti diversi, le persone spendono più denaro per la stessa quantità di beni), l’effetto iniziale di aumento della capacità di spesa è illusorio come conseguenza dell’aumento di tutti i prezzi quindi non implica un effetto ricchezza ma solo una variazione assoluta.

Se la quantità di spesa rimane inalterata, l’aumento di un prezzo comporta una rimodulazione nella distribuzione della spesa, si acquisterà meno o modificheranno i consumi (acquisterò 1,5 kg di carne a 26,6 euro = 40 Euro).

L’aumento di un singolo Prezzo, non solo non può essere legato all’inflazione, ma NON ha conseguenze Inflattive e riguarda la semplice variazione del Prezzo Relativo”.

La credenza diffusa secondo la quale l’inflazione potrebbe essere generata dai costi trova due spiegazioni: anche i costi sono prezzi, in caso di presenza di inflazione questi aumentano e di conseguenza le persone li indicano come causa ma in realtà sono parte del processo inflattivo; II° nel caso in cui, per far fronte ad un aumento dei consumi, anche a seguito di continui aumenti dei prezzi relativi, le autorità monetarie ricorrono all’ampliamento della base monetaria generando sempre inflazione come conseguenza dell’aumento della base monetaria.

L’inflazione, ovvero le variazioni del Livello dei Prezzi, è sempre un fenomeno Monetario, le variazioni dei Prezzi Relativi, quando non sono il risultato di un processo inflazionistico, hanno origine Reale, se vogliamo quindi risalire alle cause dell’inflazione è essenziale distinguere i due fenomeni perché, hanno cause diverse, Monetarie l’inflazione e Reali le variazioni dei prezzi relativi.

L’inflazione non ha nulla a che fare con il valore assoluto dei prezzi, ma semplicemente con la loro variazione.

L’osservazione più interessante della definizione di Inflazione riguarda l’aggettivo: “prolungato Livello dei Prezzi”, l’inflazione ha quindi 2 dimensioni:

  1. Quantitativa: la variazione
  2. Temporale: il prolungamento, la protrazione nel tempo

Rialzo dei Prezzi a seguito di Inflazione (aumento della quantità di moneta)

La maggiore quantità di moneta può tradursi in acquisti, in questo caso la crescita della domanda, in presenza di una quantità costante di beni, determina un aumento generalizzato dei prezzi (Livello dei Prezzi).

In questa fase i prezzi crescono (livello generale dei prezzi), spinti dalla maggiore richiesta (domanda), in questa fase i prezzi possono aumentare anche indipendentemente dagli aspetti legati alla produzione, questo processo si protrae nel tempo determinando una crescita dei prezzi progressiva e prolungata.

Rialzo dei prezzi di origine Reale

Nel caso in cui il rialzo dei prezzi sia determinato da altri fattori, come ad esempio uno shock lato offerta, come il rialzo dei prodotti energetici o più circoscritto come l’indisponibilità di specifici prodotti ad esempio grano, il rialzo dei prezzi (non avendo origine inflattiva), agisce sui Prezzi Relativi e per quanto si possa protrarre il periodo, agirà temporaneamente come Aumento di Spesa e non di inflazione.

In questi casi, se rimane stabile la base monetaria, la spesa si ridistribuirà in modo diverso modificando l’allocazione delle risorse (si riduce l’acquisto dei beni con prezzi in rialzo), contribuendo a contenere l’aumento della spesa. Il fenomeno tenderà a rientrare nella normalità al cessare delle cause.

La risposta dei consumatori al rialzo dei prezzi è la variabile che dobbiamo considerare per valutare le conseguenze.

Ultima nota di rilievo, l’inflazione è distinta dal Tasso di Inflazione, che indica una accelerazione, quando il tasso di inflazione è “zero” non significa che non ci sia inflazione, semplicemente non è aumentata.

Per quanto possibile, stante la difficoltà delle valutazioni e la delicatezza delle decisioni, le politiche monetarie  tese a contrastare  le variazioni del livello dei prezzi, potrebbero non essere  appropriate per governarne le dinamiche perché, non considerando importanti le diverse cause sottostanti all’aumento dei prezzi (analizzando le fluttuazioni  esclusivamente sotto il profilo della quantità di moneta), non consentono di rendere prevedibili le future condizioni economiche in quanto le informazioni contenute nei prezzi sono differenti a seconda che si riferiscano a variazioni di produttività, shock dell’offerta, rialzo del livello generale o della quantità di moneta.

Ruggero Mancini

Titolare di uno studio di consulenza in Economia e Finanza e Neuroscienze cognitive applicate, da sempre interessato alle dinamiche che riguardano lo sviluppo del processo decisionale e la comprensione dei fenomeni economici e conseguenti finanziari. Ha ricoperto diversi ruoli in Deutsch Bank, Credit Suisse, e San Paolo Invest nel private ed investment banking con esperienza diretta nei mercati finanziari. Si è sempre occupato di economia e finanza in riferimento alle aziende oltre che degli investimenti personali.