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Università

Le scelte consapevoli premiano sempre

Le scelte consapevoli premiano sempre

Le Summer School rappresentano un valido aiuto agli studenti e alle loro famiglie per la scelta della facoltà universitaria. L’università Luiss di Roma, prima a portare questo metodo in Italia, da dieci anni propone Summer School, distinte per fasce di età e tematiche, rivolte a studenti delle Superiori e da quest’anno anche delle scuole medie

Le scelte consapevoli premiano sempre. La scelta universitaria è un momento critico per qualunque studente e per la sua famiglia. Un tema che diventa ineludibile durante l’ultimo anno di  istruzione Superiore ma che in realtà bisognerebbe iniziare ad affrontare almeno da due o tre anni prima.

La scelta si compone di due parti: cosa fare e dove farlo. La logica ci dice che il cosa va scelto prima del dove anche se alcuni (non gli studenti ma i genitori) ritengono di doverla invertire (mio figlio andrà alla XXX). In realtà prima si decide quale corso di laurea si vuole frequentare e poi si sceglie l’università più adatta per quello specifico corso di laurea. Ogni difetto in questo processo aumenta il rischio che lo studente si trovi a scegliere, per semplice inesperienza e insufficiente informazione, un corso di studi che gli risulterà sgradito, e a quel punto, anche se fosse nella migliore università del mondo, sorgerebbero problemi: studi rallentati, voti bassi, sino alla decisione di cambiare corso di laurea perdendo così un anno.

Concentriamoci quindi sul cosa.
Scegliere con criterio il corso di laurea più in linea con le proprie attitudini non è mai facile, soprattutto ora che le alternative sono tantissime. Rispetto al passato esiste anche una certa sovrabbondanza informativa tipica del web che rende i ragazzi più confusi che informati. Il compito di consigliare e guidare nelle scelte spetta in parte ai loro professori che sono quelli che meglio ne conoscono le attitudini a scuola e, a volte, anche le reali ambizioni. Esiste una grande variabilità nella coscienziosità ed attitudine con cui i docenti svolgono questo ruolo aggiuntivo a quello dell’insegnamento, per cui servono anche delle integrazioni che non devono essere solo di ulteriore natura informativa (open day, saloni dell’orientamento) ma esperienziale.

Un aiuto importante in questo senso può essere offerto dalle summer school di orientamento proposte da diverse università. Si tratta di percorsi estivi, di solito della durata di una o due settimane, rivolti a studenti delle scuole Superiori, in cui si affrontano direttamente le lezioni universitarie, un po’ semplificate, nelle tematiche di possibile interesse e si può vivere un’esperienza insieme a un centinaio di coetanei provenienti da tutta Italia, in modo da poter sperimentare concretamente sia le materie che il mondo universitario e decidere il futuro con consapevolezza.

L’università Luiss di Roma è stata la prima a portare questo metodo in Italia su larga scala e da dieci anni propone una serie di Summer School, diverse per fasce di età e tematiche, rivolte a studenti delle Superiori e da quest’anno anche delle scuole medie. In questi dieci anni le Summer School LUISS sono state frequentate da oltre diecimila studenti, e le statistiche dimostrano inequivocabilmente che chi ha frequentato le summer school ha poi avuto una maggiore facilità nella corretta scelta del corso di studi.

Giovanni Lo Storto: La sfida della formazione

Giovanni Lo Storto: La sfida della formazione

L’Università Luiss Guido Carli è in prima linea per la formazione di studenti che sappiano diventare buoni manager ed affrontare le tante sfide che il futuro presenta. Fondamentali competenze verticali e competenze larghe

Per un serio rilancio del Paese la formazione di manager e dirigenti diventa un obbligo. A sottolinearlo è Giovanni Lo Storto, Direttore Generale dell’Università Luiss Guido Carli. Il mondo, come ci dicono i futuristi Peter Fisk a Gerd Leonhard, si trasformerà tra dieci anni più di quanto ha fatto negli ultimi duecento “tra pochissimo lavoreremo per il 90% con delle macchine, i nostri colleghi saranno perlopiù macchine. L’unico modo per superare il blocco che può derivare da una consapevolezza di questo tipo è darsi gli strumenti per essere capaci ad imporre la centralità della persona. Gli strumenti sono sostanzialmente di due tipi. Il primo è legato alle competenze verticali e il secondo alle competenze larghe”.Giovanni Lo Storto: La sfida della formazioneFondamentale diventa lo studio e quel “pezzo di carta” che molti erroneamente considerano inutile. Lo Storto ha indicato dati preoccupanti: “Il numero di laureati nella fascia 25-34 anni in giro per il mondo e in Europa, dove abbiamo l’obiettivo nel 2020 di arrivare al 40%, è molto alto in tutti i Paesi (Germania, Francia ecc.), ancora di più in nazioni del Nord Europa come la Finlandia o in Polonia, Estonia, Lettonia e Moldavia. Noi, nella fascia 25-34 anni, abbiamo un numero di laureati che è di circa il 26%. E anche se oggi investissimo risorse enormi mai riusciremmo ad alzare questo numero per il 2020, probabilmente nemmeno per il 2025. Fermo restando che se avessimo il 40% di laureati in quella fascia di età le nostre aziende sarebbero più competitive e il nostro PIL sarebbe più alto del 4% a livello nazionale e del 10% in Regioni come Campania e Calabria. La prima questione da risolvere è dunque quella delle competenze verticali. Dobbiamo avere persone competenti, soprattutto in un mondo che viaggia ad enorme velocità dal punto di vista tecnologico”.

Ma non basta solo formarsi “occorre anche capire e conoscere il mondo, aggiungendo alle competenze verticali il rispetto per l’altro, la consapevolezza di quanto la persona è importante, l’accettazione della diversità, il valore del sacrificio”. Ma ancora più importante è “dare ai  ragazzi l’opportunità di realizzare la propria idea di impresa. Per questo, da qualche anno, abbiamo avviato l’acceleratore di impresa Luiss EnLabs, presente alla stazione Termini con uno spazio di oltre 5 mila metri quadri. Qui sono state avviate decine e decine di startup dove hanno trovato lavoro migliaia di ragazzi, con oltre 40 milioni di euro di investimenti”. Imprescindibile per Lo Storto un’accelerazione sul digitale: “perché da lì, anche per i manager e per le aziende che formano manager, parte la capacità di contribuire ad una crescita della produttività”. È per questo che sta per partire il progetto Luiss42, che già in Francia ha avuto grande successo ed è stato esportato in Silicon Valley in America. Una scuola che formi super esperti digitali, con alcune caratteristiche incredibili: non si paga la retta, non c’è bisogno di un titolo di studio, sarà sufficiente per accedere un semplice test che accerti le competenze e soprattutto non ci saranno professori. “La prima scuola al mondo in cui lo schema reale è: s’impara competendo con se stessi e collaborando con gli altri”.