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Napoli

Pietrarsa da Officina a Museo Nazionale Ferroviario

Orgoglio tutto italiano: il Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa oggi rappresenta uno dei poli culturali e turistici più importanti del Mezzogiorno

Il Museo Ferroviario Nazionale di Pietrarsa è situato in un luogo importante per la storia delle ferrovie italiane. Qui, lungo questa direttrice della linea Napoli-Salerno che costeggia l’area del Museo, il 3 ottobre 1839 veniva inaugurata la prima strada ferrata d’Italia. Era lunga 7.411 metri e congiungeva Napoli a Portici. Il tragitto fu percorso in 11 minuti, da due convogli progettati dall’ingegnere Armand Bayard de la Vingtrie, su prototipo dell’inglese George Stephenson. Lo sviluppo di questi primi collegamenti ferroviari diede avvio ad un periodo di particolare fervore industriale che vide la siderurgia e la metalmeccanica assumere il ruolo di industrie leader nel Regno delle Due Sicilie.

Una tappa fondamentale di questo processo fu senza dubbio la fondazione nel 1840, per volere di Ferdinando II di Borbone, del complesso industriale di Pietrarsa, realizzato non a caso sui terreni adiacenti la nuova ferrovia presso la “batteria francese” e nel 1844 esteso ad un’area compresa tra la spiaggia e la stessa linea ferroviaria. La nuova officina indirizzata per volere del sovrano alla costruzione e riparazione delle locomotive era un altro importante passo della politica borbonica tesa a svincolare il Regno dalla dipendenza industriale dall’estero. Il complesso comprendeva un grande capannone per il montaggio delle locomotive ed un vasto edificio chiamato “La Torniera”, a due navate, nel quale trovavano posto 200 operai. Nell’opificio si riparavano e costruivano locomotive con materiale fornito dall’Inghilterra. Nel 1847 lo stabilimento era in pieno sviluppo, vi lavoravano 500 operai che raggiunsero col tempo le 1250 unità.

La struttura delle officine

La struttura delle officine venne completata nel 1853. Si trattava del primo complesso industriale italiano, precedente di 44 anni la fondazione della Breda e di 57 quella della Fiat. Con l’Unità d’Italia, Pietrarsa passò in gestione al governo italiano. La produzione dello stabilimento era molto ampia: rotaie, locomotive, macchine a vapore, proiettili. Si effettuavano, inoltre, riparazioni ferroviarie e navali e si costruivano macchine e attrezzature per altri opifici. Dopo alterne vicende l’officina fu affidata in concessione alla Società Nazionale di Industrie Meccaniche e poi, con la stipula delle Convenzioni ferroviarie, nell’aprile del 1885, la gestione di Pietrarsa fu affidata alla Società Italiana per le Strade Ferrate del Mediterraneo. Nel luglio del 1905, con la nazionalizzazione della rete ferroviaria italiana, Pietrarsa divenne un’Officina delle Ferrovie dello Stato specializzata nella riparazione delle locomotive a vapore. Le FS modernizzarono l’impianto potenziando le apparecchiature e introducendo una nuova organizzazione scientifica del lavoro. Dopo la Seconda guerra mondiale, la definitiva affermazione della trazione diesel ed elettrica relegò l’uso delle vaporiere al solo traffico merci ed ai servizi sussidiari. Il declino del vapore segnava anche quello delle officine di Pietrarsa. La riconversione dell’impianto alle nuove tecnologie sarebbe stata troppo costosa per cui le attrezzature non vennero più rinnovate e lo stabilimento rimase esclusivamente adibito alla grande riparazione dei pochi rotabili a vapore rimasti in circolazione. Nel novembre 1975, le officine furono ufficialmente chiuse e, un mese dopo, l’ultima locomotiva di cui era stata effettuata la grande riparazione a Pietrarsa, lasciava lo stabilimento.

La nascita del Museo: tradizione e innovazione

Nel 1977, la proposta di trasformare le vecchie officine di Pietrarsa in Museo ferroviario veniva sottoposta al Consiglio d’Amministrazione delle FS, che esprimeva parere positivo. I lavori per l’adeguamento della struttura alla nuova destinazione venivano iniziati nel 1980 e, il 7 ottobre, 1989, in occasione del 150° anniversario della Napoli-Portici, il Museo veniva aperto al pubblico.

Nel 2013 il Museo è stato inserito tra gli asset storici della Fondazione FS Italiane che ha avviato un’azione di rilancio e valorizzazione dell’attività museale e di riqualificazione degli spazi. Il nuovo corso intrapreso ha reso Pietrarsa un moderno polo culturale e congressuale. Il grande progetto di restauro che la Fondazione ha potuto avviare grazie al sostegno del Gruppo FS ha comportato interventi di grande rilievo tecnico e strutturale estesi all’intero sito: dalle imponenti architetture dei padiglioni agli spazi all’aperto, al restauro estetico di tutti i rotabili storici che compongono la collezione. Pietrarsa è oggi una sede espositiva unica nel panorama nazionale per la suggestione degli ambienti e la ricchezza dei materiali conservati e rappresenta uno dei più importanti musei ferroviari d’Europa. Si sviluppa su un’area di 36mila metri q quadrati, di cui 14mila coperti. Le collezioni sono esposte negli antichi padiglioni dell’opificio borbonico che ospitavano i reparti specializzati nelle varie lavorazioni del ciclo produttivo connesso con il montaggio, lo smontaggio e la riparazione di locomotive a vapore e veicoli ferroviari. Tutti i padiglioni sono stati riqualificati con importanti lavori di consolidamento, restauro e ripulitura. Grande attenzione è stata indirizzata ai servizi e alle tecnologie con la realizzazione di una capiente sala cinema dotata di aggiornati sistemi per la proiezione video e di una sala congressi attrezzata con le più moderne tecnologie comunicative.

Gli interventi hanno interessato anche gli esterni del Museo con l’impegnativo restauro della statua in ghisa del 1843 dedicata al fondatore dell’opificio, Ferdinando II di Borbone e della pensilina liberty della stazione di Fiorenzuola d’Arda che abbellisce il piazzale sul mare di fronte alla palazzina d’onore. Ma a Pietrarsa il passato vive accanto al futuro e la fruizione del patrimonio storico conservata nel Museo sarà sempre più affidata alle nuove tecnologie: un primo esperimento di fruizione museale interattiva si è realizzato attorno al modello originale della Bayard con l’installazione di un evoluto sistema multimediale di “realtà aumentata” che consente al visitatore, mentre si trova davanti a questa antica locomotiva, di vivere sensorialmente, grazie all’uso di proiezioni tridimensionali, un vero e proprio viaggio nel tempo, nella storia ferroviaria d’Italia.

Un progetto che sarà esteso, a breve, anche ad altre zone del Museo trasformando il percorso dei visitatori in una esperienza multimediale di grande suggestione. Grazie a questi interventi il Museo di Pietrarsa rappresenta oggi uno dei poli culturali e turistici più importanti della Campania ed una delle più rilevanti realtà convegnistiche del Mezzogiorno d’Italia.