Il periodico di Federmanager Roma

La firma del rinnovo del CCNL dirigenti industria

La firma del rinnovo del CCNL dirigenti industria

Il Rinnovo del CCNL è stato unanimemente considerato dai colleghi dirigenti molto buono in relazione al trend storico. Ma in queste pagine si vuole fissare l’attenzione su tre punti che necessiteranno di un lavoro costante nelle Aziende durante il triennio di vigenza appena iniziato: la nuova declaratoria dell’art. 1, coinvolgimento delle RSA e Welfare aziendale.

Il CCNL, i punti su cui lavorare nel prossimo triennio

Il 13 novembre 2024 con la firma del CCNL tra Confindustria e Federmanager si è conclusa nella sostanza la mia avventura come Capo Delegazione Federmanager. Inutile dire che sono molto grato al Presidente Cuzzilla che mi ha sempre dato fiducia, al Presidente Quercioli e al Direttore Cardoni che mi sono sempre stati vicino in tutte le fasi del processo della costruzione della piattaforma e, successivamente, della trattativa. Ringrazio ovviamente anche i membri della Commissione Lavoro e Welfare e soprattutto i colleghi amici della Commissione Trattante che mi hanno aiutato in tutte le maniere possibili. Ringrazio anche il Capo Delegazione di Confindustria Albini, l’Avvocato Marchetti e tutti gli altri membri della Delegazione Confindustriale che hanno portato avanti il lavoro comune sempre con senso di responsabilità e lealtà mantenendo un alto profilo anche nei momenti in cui le nostre visioni divergevano sensibilmente.

Credo di poter dire che il Rinnovo del CCNL è stato considerato dai colleghi dirigenti unanimemente molto buono in relazione al trend storico e ho ricevuto tantissime attestazioni in tal senso e alcune sono state davvero affettuose. Inoltre, l’applauso molto caloroso che mi ha generosamente tributato il Congresso all’atto della mia elezione a Vicepresidente Nazionale mi ha sinceramente commosso anche se ho cercato di non farlo notare.

Uno dei meriti di questo rinnovo è stato – a mio avviso – proprio quello di non lasciare nella sostanza indietro nessuno dei punti della piattaforma programmatica, portando a casa qualche risultato praticamente su ciascuna delle voci del programma iniziale. In ogni caso un lavoro di divulgazione viene già fatto in questo momento in cui scrivo da tutte le nostre sedi territoriali, da tutte le nostre commissioni sindacali e da tutte le nostre RSA oltre ad esserci la costante disponibilità della struttura del Direttore Cardoni e del nostro Direttore di Roma Imperatore per approfondimenti e chiarimenti. Ogni nostra sede è a disposizione e la sede di Federmanager Roma per prima.

Poiché è buona regola guardare sempre al futuro io vorrei – invece – in queste due paginette parlare soltanto di tre punti del Contratto Collettivo che necessiteranno di un lavoro costante nelle Aziende durante il triennio di vigenza appena iniziato per poter essere adeguatamente sviluppati e correttamente applicati. Si tratta di tre punti fondamentali che, per come sono scritti, non lasciano spazio ad equivoci ma che, per poter esplicare tutta la propria forza, non possono tuttavia fare a meno di un lavoro costante e serio di chiarimento e condivisione con le Aziende. Del resto, anche la norma più bella se invece di essere applicata rimane sulla carta diventa inesorabilmente inutile, infatti “leges sine moribus vanae” recita un noto brocardo latino con una frase che in parole povere significa che senza i buoni costumi tutte le leggi sono inutili.

La nuova declaratoria dell’art.1

Il giorno stesso della mia nomina a Capo Delegazione (ma forse anche prima) ho cominciato a battere sulla necessità di questo elemento della riperimetrazione della categoria mediante la modifica dell’Art.1. Ricordo di averne parlato a lungo per primo proprio con il nostro Presidente Cuzzilla che mi ha sempre incoraggiato ad andare avanti. Ero stato indotto a ragionare più fortemente su questo punto da quanto accaduto ad un certo punto in una nostra grande azienda del settore elettrico dove, per un lungo periodo, non erano più stati nominati dirigenti in favore della nomina di una sorta di “superquadri” che avevano tutte le caratteristiche di colleghi tranne il formale riconoscimento. Allora andai a leggere con attenzione l’Art. 1 del Contratto e mi accorsi con terrore che la declaratoria ormai era decrepita e non teneva conto delle moderne strutture organizzative piatte oltre che della galoppante digitalizzazione (e ancora più succederà con l’intelligenza artificiale) delle aziende. Un pensiero divenne una ossessione per me: la declaratoria era vecchia ormai e le Aziende erano in condizioni di farci scomparire semplicemente smettendo di nominarci. Mi resi conto che, come classe dirigente, avevamo dibattuto per una ventina d’anni sull’eventualità di rappresentare i quadri mentre non ci eravamo accorti della quadrizzazione della nostra stessa categoria già in atto. Del resto, ormai le declaratorie dei quadri nei contratti dei dipendenti erano diventate talmente alte che rischiavano di risucchiarci. Subito questo fu oggetto di lunghe conversazioni tra me, il Direttore Cardoni e l’allora Vicepresidente Quercioli e, dopo poco, raggiungemmo una totale unità di intenti e una compatta motivazione. Ne parlavo nella fase di elaborazione della piattaforma con tutti i colleghi che incontravo e tutti mi davano ragione ma molti mi dicevano che sarebbe stato impossibile ottenere la modifica dell’Art. 1. Tuttavia la mia risposta era sempre la stessa. Non dobbiamo chiederci se è impossibile, dobbiamo solo chiederci se è necessario. Perché se una cosa è necessaria stare lì a domandarsi se sia possibile è solo una perdita di tempo: bisogna cominciare a metterci mano con un buon piano di azione e poi se è impossibile o meno si vedrà alla fine. E ragionando in questo modo alla fine ce l’abbiamo fatta tutti insieme con la nostra Delegazione. Certo avremmo potuto scrivere una norma ancora più ampia e cogente ma sono convinto che la modifica fatta di allargamento dell’Art.1 sia più che sufficiente per portare in famiglia come dirigenti (come è giusto che sia!) l’intera platea degli specialisti e dei professional che oggi sono inquadrati come “superquadri”. Ma per ottenere questo risultato in pratica è fondamentale che i Capi del Personale metabolizzino bene il senso della riperimetrazione della categoria operata con la modifica del CCNL e ne tengano conto al momento della crescita interna dei dipendenti e ne tengano parimenti conto anche per coloro che già sono “superquadri” operando gli opportuni Assessment per verificare, alla luce della nuova declaratoria, quale sia l’effettivo inquadramento spettante. La divulgazione di questo nuovo Art. 1 è un lavoro che dobbiamo fare con perseveranza e determinazione nei prossimi tre anni, perché altrimenti si rischia che anche una norma bella e chiara venga tuttavia disapplicata e risulti inutile all’atto pratico. Mentre per noi mantenere la massa critica della categoria è una questione di vita o di morte anche per i nostri preziosi enti previdenziali e assistenziali. Quindi facciamo funzionare il nuovo Art.1!

 

 

Coinvolgimento delle RSA

La presenza delle RSA nelle aziende e la loro efficienza sono da sempre la cosa più importante sia per la tutela dei colleghi e sia per la vitalità di Federmanager. La mia esperienza personale di quasi dieci anni nella RSA di una grande azienda è stata molto felice e improntata a una leale collaborazione con l’azienda che ha portato sempre a vantaggi reciproci. Tuttavia, quando sono diventato vicepresidente e poi presidente della territoriale di Roma mi sono accorto che in molte aziende i colleghi hanno remore a costituire una rappresentanza interna per vari motivi: preoccupazione per la quantità di impegno, timore di esporsi eccessivamente e anche il fatto di non avere un ruolo di interlocuzione sufficientemente garantito dal CCNL. Ho tentato allora di lavorarci negli anni. Sul primo punto dico che non si può costringere nessuno ad utilizzare parte del proprio tempo libero per gli altri. Sul secondo punto ho sempre pensato che un dirigente sia sicuramente in grado di avere relazioni positive con tutti e certamente con il vertice della propria azienda e per questo ho sempre incoraggiato tutti raccontando la mia esperienza personale nella quale il mio ruolo nella RSA non ha ostacolato in nessun modo la mia parallela carriera professionale. Mentre sul terzo punto e cioè il fatto di non avere un ruolo di interlocuzione sufficientemente garantito ci si poteva lavorare sul CCNL e lo abbiamo fatto con questo rinnovo. Il nuovo CCNL infatti prevede che, oltre a quanto già precedentemente previsto, ci sia una consultazione con la RSA da parte delle aziende in tema di Formazione, di criteri di determinazione dell’MBO, di Parità di Genere e di Welfare aziendale. Io credo fermamente che questo possa costituire uno stimolo molto forte ai colleghi per costituire le RSA in tutte le aziende e mettersi al servizio degli altri colleghi. Se oltre ai classici temi sindacali volete aiutare gli altri su tanti temi importanti credo che il nuovo CCNL ve ne abbia dato gli strumenti.

Welfare Aziendale

Un altro tema che ho sostenuto a spada tratta in tutto il periodo di elaborazione della piattaforma è quello del welfare aziendale. Anche considerando importi di retribuzione pari o superiori a quelli del TMG esistono ancora infatti dei possibili benefit detassati che possono essere corrisposti sotto forma di Welfare, utilizzando le apposite piattaforme esistenti e attivando un’opportuna ulteriore voce retributiva che vada ad affiancare la RAL, l’MBO e l’eventuale Incentivo di lungo termine. Eppure, la maggior parte delle aziende ancora non lo fa con il rischio galoppante che, con i tempi che corrono, in mancanza dell’opportuno sostegno da parte nostra anche politico, pure questi ultimi benefici ci siano presto tolti alla prima finanziaria utile. Considerando che tutti noi ci lamentiamo costantemente e giustamente dell’eccessiva pressione fiscale che grava sulla classe dirigente e sul ceto medio, sarebbe stato veramente pazzesco che noi lasciassimo il tavolo della trattativa senza avere inserito nel contratto un articolo riguardante l’attivazione nelle aziende di strumenti di welfare aziendale. Tutti i membri della delegazione possono riferirvi quanto mi sono battuto perché questo non succedesse e per fortuna non è successo. Nel rinnovo del CCNL c’è un nuovo apposito articolo in cui si raccomanda a tutte le aziende di attivare uno strumento di welfare aziendale e si precisa che Confindustria e Federmanager si impegneranno congiuntamente in iniziative per favorire questo importante miglioramento. Anche per questo nuovo elemento del contratto c’è molto lavoro da fare. Le iniziative a favore dell’attivazione del Welfare aziendale vanno effettivamente poste in essere per rompere l’inerzia e fare in modo che questo importante strumento diventi patrimonio di tutti i colleghi e costituisca una ulteriore “gamba” del modello retributivo.

 

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