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Una strategia energetica per l'Italia

Una strategia energetica per l’Italia

Una strategia energetica per l’Italia, lo studio realizzato da Federmanager e presentato in occasione del convegno che si è svolto lo scorso 30 gennaio presso l’Auditorium Fintecna

Quale strategia energetica per l’Italia e come affrontare le future sfide nel settore per la realizzazione di un sistema sostenibile e competitivo? Sono stati questi i temi principali del dibattito durante i lavori per la presentazione del rapporto FedermanagerAIEE dal titolo “Una strategia energetica per l’Italia – 2° Rapporto, Le vie per la decarbonizzazione e lo sviluppo economico e industriale” che si è svolto a Roma lo scorso 30 gennaio presso l’Auditorium di FINTECNA di via Vittorio Veneto. Tra i partecipanti al convegno, Stefano Cuzzilla Presidente Federmanager, Giacomo Gargano Presidente Federmanager Roma, Sandro Neri, Coordinatore Commissione Energia di Federmanager, Carlo Di Primio, Presidente dell’Associazione Italiana Economisti dell’Energia, Davide Crippa, Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico e Tullio Berlenghi, Capo della Segreteria tecnica del Ministro dell’Ambiente.

Al governo “si chiede di tenere conto del fatto che una strategia condivisa sull’energia e l’industria è il primo passo per ottenere il massimo risultato in termini di benessere economico dalla decarbonizzazione”. Alle imprese “si chiede di recuperare i ritardi competitivi accumulati sulle tecnologie verdi più promettenti. L’innovazione è la via. La collaborazione europea il modo per percorrerla più rapidamente”. Ecco quanto auspicato in sintesi da Federmanager per la realizzazione di un sistema realmente sostenibile e competitivo. In apertura dei lavori, infatti, il Presidente Federmanager Cuzzilla ha sottolineato: “Occorre portare avanti nuove strategie anche puntando sulla “formazione per essere competitivi. Federmanager ha nei suoi soci il “capitale umano” e la sua costante formazione e aggiornamento, insieme al “capitale industriale” delle imprese, rappresenta un importante elemento di crescita delle imprese e di occupazione per i manager. Se un’azienda vuole esserlo dobbiamo abbassare il costo dell’energia e faremo di tutto per farlo. Con il Mise stiamo lavorando su questo”. Il Presidente Federmanager Roma Gargano ha inoltre ricordato l’impegno costante della Federazione Romana nel settore della formazione nel campo energetico con lo svolgimento di specifici corsi che saranno ampliati nel 2019 e “come il nostro paese è stato spesso all’avanguardia nell’innovazione, come nel caso del conto termico dove siamo stati il secondo in Europa e terzo nel mondo ad averlo realizzato o anche i primi al mondo sui contatori elettronici da cui sono partite poi le smart grid, ma non siamo stati in grado di sfruttare a pieno queste innovazioni”.Una strategia energetica per l'Italia

L’analisi di Federmanager e la strada verso la decarbonizzazione

Il Coordinatore della Commissione Energia di Federmanager Sandro Neri ha fatto presente che questo 2° Rapporto sull’energia si inserisce in un percorso che Federmanager ha intrapreso, con la collaborazione scientifica di AIEE, di analisi e discussione delle strategie energetiche italiane con gli organi istituzionali e politici del paese. Il primo passo di questo percorso si è tenuto con la presentazione dei primo rapporto sull’energia sempre a Roma nel marzo 2017 e proseguirà con un terzo rapporto, ora allo studio, sulla economia circolare.

Nel suo intervento Di Primio ha ricordato che “la Sen prevede azioni per 175 miliardi di investimenti di cui oltre l’80% in rinnovabili ed efficienza energetica mentre il più sfidante PnieC – il nuovo Piano Energetico presentato dall’attuale governo alla Commissione Europea – prevede investimenti incrementali di 184 miliardi. Una visione industriale al 2030 deve prevedere una convergenza verso tecnologie mature e nuove soluzioni per raggiungere il processo di decarbonizzazione“. Questa opportunità va sfruttata per l’Italia, questo il messaggio.

Nei sistemi economici, la via per la decarbonizzazione è una questione di rilevanza determinante che richiede una soluzione  globale in cui l’Europa può assumere un ruolo di leadership. Leggiamo quanto riportato dallo studio: “I sistemi energetici dei paesi avanzati saranno coinvolti in un processo di transizione, destinato a durare nei prossimi anni. Per il decennio 2021-2030 e, in prospettiva, fino al 2050, una nuova massiccia dose di investimenti dovrà essere alla base delle strategie di sviluppo con l’adeguamento delle infrastrutture sia per un uso sempre più efficiente dell’energia soprattutto nei settori non ETS, che fino ad ora sono stati meno coinvolti da tale impegno. Il settore della trasformazione, come la generazione elettrica, continuerà ad avvicinarsi verso il modello diffuso, quello della distribuzione, e si orienterà verso la digitalizzazione e verso nuovi vettori come il GNL ed i sistemi di accumulo e la raffinazione, sempre più orientata sulle produzioni bio. L’efficienza energetica, legata alla tutela del territorio dai rischi sismico ed idrogeologico, consentirà di aprire ad un nuovo rapporto tra consumatore ed energia, nelle case come nelle aziende“. La strada verso la decarbonizzazione è, dunque, una sfida da cogliere al volo con un occhio particolarmente attento al settore termico dove si gioca la partita più importante. “Una forte spinta alla decarbonizzazione del settore energetico al 2030 può influire sulla variazione annuale del prodotto nazionale per alcuni decimi di punto in senso positivo o negativo. Per trarne beneficio in termini di valore aggiunto e occupazione è necessario il coinvolgimento delle filiere produttive nazionali“. E ancora: “Il PIL italiano ha chiuso il 2017 a +1,5%, grazie alla favorevole congiuntura internazionale.La riorganizzazione del settore energia secondo le linee indicate nel PNIEC può offrire un’occasione per consolidare le prospettive di ulteriore sviluppo. Il Paese rimane agli ultimi posti nell’UE-28 per crescita economica, ma si riaccende la speranza per l’atteso rimbalzo post-crisi. Il settore energia vale il 2% dell’economia nazionale, ma, nell’attuale fase di ripresa, la transizione energetica verso un sistema a basse emissioni di carbonio rappresenta un’occasione da non perdere“.Una strategia energetica per l'ItaliaOccorre però fare attenzione, come sottolinea lo studio: “Il tipo di decarbonizzazione proposta dal governo rischia, se non si agisce sulla creazione di nuove filiere nazionali, come, ad esempio, quella del biogas e biometano, di favorire le importazioni. In alternativa, altre tecnologie potrebbero contribuire in misura maggiore alla riduzione delle emissioni, con impatto sicuramente più positivo sul valore aggiunto e sull’occupazione in Italia. Minimizzare i costi o creare ricchezza per il paese. La nuova politica energetica nazionale indica che la decarbonizzazione dovrebbe perseguire il criterio di minimizzazione dei costi, che, prescindendo dalle bandiere e dalla specializzazione produttiva, rischia di penalizzare l’economia nazionale. Una strategia condivisa sull’energia e l’industria, che fissi regole certe ed obiettivi di lungo termine, può aiutare le imprese italiane a consolidare e sviluppare la loro capacità di penetrazione sul mercato“.

Obiettivi e priorità

Secondo l’analisi di Federmanager il tessuto produttivo italiano è dunque pronto ad affrontare le sfide ma devono essere potenziate le nuove filiere produttive e questo garantirebbe occasioni di sviluppo e di business. Il nuovo piano energetico italiano va incontro alle esigenze del mondo produttivo. Per la decarbonizzazione si scommette su fonti come fotovoltaico ed eolico, in linea con il contesto internazionale e con le previsioni di forte riduzione dei costi delle due tecnologie. Ampio risalto viene dato all’efficientamento in edilizia e nei trasporti. L’apporto delle pompe di calore per la climatizzazione a ciclo annuale diventa importante, mentre le bioenergie vengono limitate da criteri ambientali più stringenti.

In sintesi dunque questi gli obiettivi principali secondo quanto emerso dal convegno e dallo studio: ridurre i costi amministrativi per le imprese, incentivando lo sviluppo di nuove filiere nazionali green, promuovere l’efficienza energetica riqualificando le imprese (specialmente a livello edilizio), investire in innovazione e nuove tecnologie con un quadro più semplificato e con procedure amministrative più chiare e trasparenti. Puntare sulla formazione costante e specialistica dei manager e all’innovazione nel settore. Dare corpo ad una strategia concreta sullo sviluppo industriale che rafforzi le tecnologie e la ricerca per competere con altri paesi e creare un circolo virtuoso pubblico-privato in grado di attivare un quadro di investimenti rilevante.

 

Accountability

Accountability

“Il progetto Governance 2020 è rivolto a tutte e tutti i manager associati che, in possesso dei necessari requisiti, possono ambire a ricoprire incarichi nei Consigli di Amministrazione o nei Collegi dei Sindaci delle società che andranno a rinnovo nel 2019”. Il know how adeguato per una gestione efficiente e un rilancio concreto

Cosa possiamo fare, in concreto, per far rivivere la nostra grandezza? Quella dei nostri Padri costituenti, quella degli imprenditori illuminati, della crescita economica e del progresso sociale, del welfare per tutti e della solidarietà tra cittadini? Brucia la cattedrale di Notre Dame e ce l’avremo a lungo davanti agli occhi: l’immagine di un passato che chiede di essere ricostruito, di una grande bellezza che ha bisogno delle braccia di uomini e donne per tornare al suo splendore. Il passato va ricostruito, e difeso, ma forse è più urgente costruire il futuro. Merita fondamenta più solide. È al futuro che intendiamo guardare pensando alla funzione della nostra azione di rappresentanza: Federmanager tutela e difende, ma soprattutto rilancia e crea opportunità di innovare. Nasce da qui, da questa visione ambiziosa, il titolo della nostra Assemblea Nazionale, che si è tenuta a Roma venerdì 10 maggio. Siamo “L’Italia che costruisce”, e lo abbiamo ripetuto insieme ai tanti manager che sono all’opera per un Paese che sia protagonista in Europa e si affermi tra i leader nel mondo.

Questa visione, che ci spinge a fare invece che a promettere, impone di interpretare in modo nuovo il “chi siamo” e il “cosa facciamo”. Nella logica di servizio che ci ha sempre contraddistinto, noi ci appelliamo alle donne e agli uomini di talento affinché restino in questa bellissima Italia contribuendo, con le loro competenze e determinazione, a renderla più competitiva, a rilanciare l’economia, a far ripartire l’industria.

Ecco perché sono particolarmente lieto di annunciare dalle pagine di questo mensile l’avvio dell’iniziativa “Governance2020”. Il nome del progetto viene dalla possibilità di partecipare in modo attivo e coerente alla prossima campagna di nomine nelle società quotate e non di rilevante entità, che si aprirà nella primavera prossima.

Il progetto che lanciamo è rivolto a tutte e tutti i manager associati che, in possesso dei necessari requisiti, possono ambire a ricoprire incarichi nei Consigli di Amministrazione o nei Collegi dei Sindaci delle società che andranno a rinnovo nel 2019, ed è svolto in collaborazione con una delle più influenti società di consulenza in tema di corporate governance, Spencer Stuart.

Pensiamo sia un dovere, ancora prima che un’opportunità, quello di sostenere l’inserimento di competenze manageriali di alto profilo all’interno delle realtà del Paese dove l’interesse aziendale e quello nazionale molto spesso collimano.

Il rafforzamento della governance delle principali aziende italiane non può avvenire se non immettendo, come fosse una medicina, il know how adeguato a una gestione efficiente e a un rilancio concreto.

Nell’epoca della incompetenza, del relativismo, della soggettività a tutti i costi, vogliamo supportare le persone che valgono a partecipare attivamente alla definizione delle decisioni che impattano sulle sorti del Paese.

Il progetto “Governance2020” è pensato per un target ben dettagliato di colleghi e tutte le informazioni per partecipare saranno inviate via e-mail agli iscritti e pubblicate sul nostro sito.

È il nostro contributo a favore del Paese, tramite ciò di cui siamo più ricchi, le nostre persone.

Eventi in pillole

Eventi in pillole

Lo stress da lavoro correlato ed il compito dei dirigenti

Lo scorso 8 aprile, presso la sede di Federmanager si è tenuto il convegno organizzato da Federmanager Roma sullo stress da lavoro correlato e sul ruolo del dirigente rispetto alla valutazione di questo rischio ancora poco conosciuto, ed oggetto solo di recente di approfonditi studi. I relatori che si sono susseguiti hanno illustrato ad un’attenta platea di partecipanti i concetti fondamentali per inquadrare correttamente il fenomeno stress sul luogo di lavoro e le sue conseguenze, le responsabilità che ne derivano in capo ai dirigenti, le iniziative che possono essere messe in campo, per intervenire concretamente ed efficacemente al fine di salvaguardare al meglio il benessere dei lavoratori in azienda.Eventi in pilloleLo stress da lavoro correlato – ha evidenziato il Presidente Federmanager Roma Giacomo Gargano nel corso del convegno – rappresenta oggi, a livello mondiale, la principale causa di assenza dal lavoro, con le conseguenze che ne derivano sul piano della spesa sanitaria e sull’efficienza dello stesso sistema produttivo.

Sono intervenuti, moderati dall’Avv. Francesco Rossi di Industrial Safety Institute s.r.l.: la Dott.ssa Francesca Andronico – Psicologa, Consulente Valutazione Stress Lavoro Correlato, Formatore D.Lgs.81/08, Coordinatore Network Territoriale Ordine Psicologi Lazio; l’Avv. Emanuele Fierimonte Avvocato penalista dello Studio Legale “Fierimonte & Partners”; il Prof. Bruno Piccoli Coordinatore Centro Medicina del Lavoro privata Fondazione Gemelli; il Prof. Fabrizio Piras, PhD – Psicologo Dirigente Laboratorio Neuropschiatria – Neurologia Clinica e Comportamentale IRCCS Fondazione Santa Lucia; il Dott. Donato Eramo – Per. Ind. V. Alessandro Leone Industrial Safety Institute s.r.l.; il Dott. Paolo Parrilla – Coord. Commissione Sindacale Federmanager Roma.

Le novità previdenziali 2019

Grande partecipazione di pubblico, lo scorso 4 febbraio, al convegno organizzato da Federmanager e Federmanager Roma, presso l’Auditorium Via Veneto, dal titolo “La riforma delle pensioni 2019 ed i suoi riflessi sugli strumenti di flessibilità in uscita”. Nel corso dei lavori sono state illustrate tutte le novità della nuova riforma previdenziale ed i principali effetti di essa sugli strumenti di esodo messi a disposizione dei lavoratori che non hanno ancora raggiunto i requisiti pensionistici. In qualità di relatori, hanno preso la parola: il Presidente di Federmanager Roma, Giacomo Gargano, il Direttore Generale di Federmanager, Mario Cardoni nonché la dr.ssa Rita Comandini, Responsabile dell’area normativa degli ex Fondi.