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Volontà di rilancio oltre la guerra

Editoriale del Presidente: Volontà di rilancio oltre la guerra

L’unica certezza è l’incertezza

Il Paese – in una forte sinergia con l’Europa – si preparava a ripartire ordinatamente dopo due anni di pandemia da Covid 19. Il PNRR alimentava in tutti noi la razionale speranza che si potesse non solo rimontare la perdita di PIL determinata dall’epidemia, ma anche chiudere definitivamente il buco di PIL generato dalla crisi finanziaria del 2008 (e mai completamente recuperato in precedenza). Il Paese e l’intera Unione Europea lavoravano alacremente alla migliore collocazione delle centinaia di miliardi di nuovi investimenti del PNRR e il traguardo del 2026, in cui tali investimenti sarebbero stati completamente scaricati a terra, appariva come il punto di partenza di un nuovo periodo di crescita. I dubbi determinati dall’aumento dei prezzi delle materie prime generato dal rimbalzo della ripartenza invitavano tutti alla prudenza, ma non affievolivano l’ottimismo.

Poi è avvenuto l’impensabile ed è iniziata la guerra in Europa. Per qualche giorno tutti ci siamo chiesti se sarebbe durata pochi giorni o, al massimo, qualche settimana. Poi, con il trascorrere del tempo, ci siamo rassegnati all’idea di non conoscerne la durata e tutti – diciamocelo per una volta francamente senza infingimenti – abbiamo oggi seriamente paura di una escalation atomica.

Ma anche mettendo da parte i timori più terrificanti, rimane il fatto che tutto il sistema industriale vive una fase di assoluta incertezza.

Si prospetta per davvero un periodo molto lungo di prezzi altissimi delle materie prime e dell’energia? Le inevitabili conseguenze destabilizzeranno il nord Africa o il Medio Oriente? Entreremo in recessione o, peggio, avremo un periodo di stagflazione?

Credo che nessuno possa dirlo con certezza. Naturalmente il Governo sta lavorando assiduamente nel cercare di affrancarci nei tempi più brevi possibili dalla dipendenza dalle materie prime (gas, petrolio e quant’altro) provenienti dalla Russia, ma questa giusta decisione deve essere considerata un’azione tattica e non strategica. Purtroppo credo che nessuno in questo momento possa fare previsioni nemmeno a medio termine e l’unica possibile strategia è quella di prepararsi a una situazione in cui l’unica certezza è l’incertezza.

Flessibilità e rapidità

E quando l’unica certezza è l’incertezza diventa chiaro che il Paese, le Imprese e anche noi tutti Manager, dobbiamo prepararci ad essere flessibili e a fare riconversioni rapidissime. Forse svariate riconversioni in poco tempo. Oggi lo facciamo cercando fonti di materie prime alternative a quelle provenienti dall’est. Domani lo faremo riconvertendo verso nuovi mercati le quote di mercato Russe delle nostre esportazioni manifatturiere, in particolare quelle del lusso. Dopodomani forse dovremo nuovamente cambiare rotta, oppure invertirla del tutto.

Noi italiani siamo i migliori da questo punto di vista. La nostra storia dice che più volte abbiamo effettuato dei cambiamenti radicali e rapidissimi del nostro sistema produttivo. Lo abbiamo fatto nel dopoguerra, lo abbiamo ripetuto nelle crisi energetiche e politiche degli anni settanta, lo abbiamo replicato nel momento epocale di introduzione dell’Euro, quando improvvisamente non abbiamo più potuto fare svalutazioni competitive e, da ultimo, lo abbiamo fatto di nuovo dopo la crisi del 2008 e durante e dopo la pandemia da Covid19 nel periodo 2020/2022. E se le ripartenze degli anni fino al 2000 sono state forse più dinamiche di quelle successive questo si deve al costante peggioramento – è necessario ammetterlo – del sistema burocratico della pubblica amministrazione rispetto alle cui lentezze, inefficienze e diseconomie, nonostante le dichiarazioni e la buona volontà di molti esponenti politici, nessuno è mai riuscito a invertire seriamente la rotta.

 

Un decennio di sfide per il Paese e per Roma

Mai come in questo momento è importante che sotto questo aspetto la Politica (e volutamente scrivo la parola con la “P” maiuscola) passi dalle parole ai fatti. Certamente non si può negare che molte pubbliche amministrazioni si trovino sotto organico per i prolungati blocchi di assunzioni degli ultimi anni, ma dobbiamo dire forte e chiaro che non basta liquidare il problema dell’inefficienza della pubblica amministrazione dicendo che bisogna spendere e portare gli organici a pieno regime, perché purtroppo l’esperienza ci ha dimostrato che questo è insufficiente. E nemmeno basta dire che abbiamo centrato tutte le riforme della pubblica amministrazione richieste dall’Europa per i fondi del PNRR.

Se vogliamo davvero competere in una situazione di incertezza come quella presente dobbiamo essere molto più efficienti, giusti, veloci e flessibili di quello che oggi vediamo ogni giorno accadere nei rapporti tra le imprese e la pubblica amministrazione. I sistemi devono essere digitalizzati, gli iter permessistici devono essere rapidi e la giustizia deve essere efficiente. E la Politica per ottenere questo deve avere la forza e la convinzione di fare scelte coraggiose incidendo profondamente sulla struttura stessa e sui processi della macchina burocratica. Fuori da ogni ipocrisia tutti sappiamo quali sono i cambiamenti necessari e non manca la conoscenza ma, quasi sempre, solo il coraggio e la determinazione di portarli avanti.

In questo contesto la nostra regione e la nostra Capitale stanno affrontando un decennio straordinario e decisivo. Nel pieno del fiume di investimenti (2022 – 2026) del PNRR, sono in programma nella Capitale due Giubilei (quello del 2025 e quello straordinario del 2033) e, come se non bastasse, alla fine del 2023 sapremo se Roma si sarà aggiudicata l’EXPO 2030.

Questa congiuntura unica nella storia è per tutte le aziende della Regione Lazio e per tutte le realtà produttive della città di Roma un’occasione irripetibile di rilancio e di affermazione. Le iniziative forti del Sindaco Gualtieri per il Termovalorizzatore e per un nuovo “Regolamento Antenne” in materia di telecomunicazioni mobili ci danno la speranza che la Politica (con la P maiuscola) stia finalmente cercando di incidere nella nostra città su temi strategici. Da un lato infatti il tema dei rifiuti a Roma è stato uno dei tanti problemi della Capitale (e non solo) in cui per decenni si è deciso di “non decidere” lasciando che le cose finissero per degenerare.

Dall’altro lato sembra incredibile ascoltare continuamente discorsi in cui si afferma che in futuro faremo lavori che oggi non esistono mentre contemporaneamente le amministrazioni impediscono proprio lo sviluppo di quelle infrastrutture di telecomunicazioni che dovrebbero consentire il dispiegarsi efficace di questo nuovo mondo digitalizzato. Molti settori produttivi (cinema, editoria, musica, televisione, e–commerce, videogiochi eccetera) stanno convergendo sulla rete web ma sembra che nessuno si preoccupi dei “sistemi di impianti” e di “apparati” che servono per sostenerli e anzi pare che la palude burocratica e quella antagonista si siano alleate proprio nell’impedire questa crescita senza la quale nel giro di dieci anni noi saremmo fuori da tutto e, questa volta, per davvero.

Questo dibattito sembra abbastanza poco considerato e, anzi, spesso si parla delle applicazioni finali ma non dei mezzi per generarle, come se le installazioni che consentono le nuove modalità produttive dovessero crearsi da sole dal nulla all’occorrenza. Ma del resto la mancanza di visione e di programmazione è sempre stata il difetto che ha fatto da contraltare all’indiscutibile genio degli italiani sia nella storia politica che in quella industriale.

Rispetto e fiducia per i dirigenti industriali

Tuttavia credo di poter parlare anche a nome di tutti i Manager della nostra regione se dico che – anche nel difficile scenario che abbiamo evidenziato – proviamo entusiasmo e siamo convinti che ce la possiamo fare. Ma a questo punto si pone una “questione di fiducia” da parte del nostro Paese nei confronti dei suoi Manager.

Disse John F. Kennedy  nel suo celebre discorso di insediamento: “non chiedete che cosa il vostro paese può fare per voi; chiedete che cosa potete fare voi per il vostro paese”.

Una bellissima frase che – lo dico con assoluta convinzione – i Manager industriali italiani e romani hanno sempre dimostrato di condividere e di mettere in pratica, anche con grande sacrificio personale. Ma arriva il momento nella storia di un Paese in cui le circostanze impongono di rovesciare il paradigma. E per questo oggi, in questa congiuntura difficilissima, io devo affermare che il Paese non deve chiedersi cosa possono fare i propri Manager industriali per lui ma cosa può fare il Paese stesso per dare ai propri Manager industriali la forza per guidare la barca fuori dalle secche.

Credo anche di conoscere la risposta. I Manager sono disposti ad ogni sacrificio e chiedono solo fiducia e rispetto. Non sempre questo è avvenuto negli anni recenti visto che le nostre pensioni sono state tagliate, i nostri stipendi depauperati da una tassazione assurda e le nostre responsabilità aumentate a dismisura fino a farle coincidere con una responsabilità oggettiva legata alla posizione. Nonostante questo ancora una volta non abbiamo paura di affrontare questa nuova sfida con lo spirito dei Manager del dopoguerra purché il Paese ci esprima lo stesso rispetto e la stessa fiducia che all’epoca diede ai suoi grandi Manager che governarono la ricostruzione industriale e lanciarono il boom economico.

Stefano Cuzzilla: Capacità a disposizione del Paese

Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager, ribadisce come Roma e la Regione Lazio debbano diventare il motore per il rilancio del Paese. Per far ripartire l’economia in Italia indispensabile è il ruolo dei manager, insieme ad una maggiore intraprendenza della politica, tutelando gli interessi delle categorie più deboli come giovani, donne e pensionati

Ad aprire i lavori dell’Assemblea annuale di Federmanager Roma, di fronte ad un foltissimo pubblico, è stato Stefano Cuzzilla, Presidente Nazionale di Ferdermanager. L’intervento ha avuto un toccante prologo: un doveroso ricordo e l’invito ad un minuto di raccoglimento per Domenico Gargano, padre di Giacomo Gargano presidente di Federmanager Roma: “una persona di enorme spessore umano, un manager capace e preparato ed un amministratore che tanto ha fatto per la città di Cassino e per l’intero basso Lazio”.

Rivendicando con orgoglio la sua romanità, Cuzzilla ha voluto comunque salutare con entusiasmo l’assegnazione delle olimpiadi invernali a Milano-Cortina. Ha ricordato come “la capitale e la regione Lazio devono rappresentare il motore per il rilancio del Paese. In questa Regione – ha precisato – vantiamo settori importanti, dal farmaceutico all’edilizia, passando per la meccanica, la logistica e i servizi. Sono realtà che vanno sostenute”.Non è mancato un plauso all’ottimo lavoro di Federmanager Roma e del suo Presidente Gargano: “Un lavoro difficile in una città complicata , terreno di scontri, di battaglie politiche, di difficoltà quotidiane, dalle manifestazioni alle metropolitane chiuse. Dobbiamo essere forti e di Giacomo ci fidiamo, una persona seria che avrà la nostra totale vicinanza oggi, domani e sempre”. Le amministrazioni pubbliche, la politica e le organizzazioni di rappresentanza di manager e imprese devono dialogare.

Stop innanzitutto alla burocrazia che “pesa il 4,6% del PIL” ed un sì convinto alle infrastrutture: “gridiamo mille volte sì alla TAV, è importante fare opere ed offrire prospettive agli imprenditori”. Le potenzialità che l’Italia offre, per posizione geografica e storia, non vanno mai dimenticate. “Nasce dunque l’imperativo del ‘fare’, dare lavoro e dare sicurezza ai nostri imprenditori”.

La classe manageriale ha in questo un’enorme responsabilità e Federmanager, ha precisato Cuzzilla, non l’ha mai negata né sottovalutata: “Per questo abbiamo deciso di lanciare Governance 2020”. Ricordiamo che si tratta di un’iniziativa che si avvale del supporto di Spencer Stuart, società leader nella consulenza in tema di Corporate Governance. Governance 2020 si sostanzia in una call ai manager iscritti alla Federazione che hanno maturato esperienze adatte a far parte degli organi amministrativi e di controllo di società quotate e delle più rilevanti società non quotate, sia pubbliche che private. “Federmanager – ha sottolineato Cuzzilla – ha accettato questa sfida, cercherà di presentare nomi dalle elevate competenze, senza fare patti con la politica finalizzati al voto”.Ma le sfide non finiscono qui. Aiutare i giovani è un’assoluta priorità: “è necessario far fruttare i sacrifici delle famiglie, non abbandonarle e far sì che i loro figli possano, qui in Italia, investire sul loro futuro”. Aiutare le donne, garantendo loro di lavorare in assoluta tranquillità “senza l’incubo di una maternità che possa far perdere il lavoro o le proprie qualifiche. Tutto questo non lo permetteremo”, sottolinea Cuzzilla, aggiungendo: “tutte le aziende che nei loro Cda vedono una forte presenza femminile hanno saputo reagire meglio alla crisi”.

Stare vicino ai pensionati: “Sono pronti, presso la CIDA, i ricorsi per tutelare chi ha lavorato una vita, ha versato i propri contributi ed ora si vede mettere in discussione diritti acquisiti. Sono persone da difendere, da tutelare, uomini e donne che hanno investito sul loro futuro, hanno aiutato i figli ed ora vedono in pericolo i loro diritti”. Sanità integrativa e previdenza sostitutiva offerte dagli enti collaterali rappresentano le best practices di Federmanager: “mettiamo le nostre capacità a disposizione del Paese”. Uguale attenzione assicura il Presidente nazionale sarà garantita a chi ha perso il proprio posto di lavoro. In questo senso, ha ricordato Cuzzilla, si stanno portando avanti progetti importanti tra i quali 4.Manager in collaborazione con Confindustria.