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previdenza

Pensioni, il cantiere è sempre aperto

Pensioni, il cantiere è sempre aperto

Molti interventi del Governo e del Parlamento per mettere “pannicelli caldi” al sistema pensionistico e previdenziale. Provvedimenti che, come al solito, riconoscono diritti a categorie di lavoratori creando malumori nei gruppi esclusi. Quest’anno ci sarà un tavolo tra Governo, sindacati e parti sociali per tarare meglio le modifiche, con un finale ovviamente prevedibile: ulteriore deficit dei bilanci. Tanto, ci sono i nostri figli e nipoti a riparare i buchi. Vediamo alcuni punti principali delle modifiche introdotte, dalle pensioni anticipate agli esodi, dalle indennità camuffate da pensioni ai congedi per maternità.

Pensioni: Perequazione 1,9% ma l’Inps paga 1,7% 

Stabilito all’1,7% (ma in via soltanto provvisoria) l’aumento delle pensioni 2022 legato alle variazioni del costo della vita, l’Inps ha calcolato e messo in pagamento le rendite con la perequazione all’1,6%. Perché? Ha forse voluto fare un po’ di “cresta” sulla spesa? Ovviamente no, il motivo è oggettivo. L’Inps per poter pagare le pensioni dall’inizio di ogni anno deve iniziare i lavori di rivalutazione nei primi giorni di novembre dell’anno precedente. Ebbene, in quel momento le variazioni del costo vita sono in genere inferiori a quelle che poi risultano nel saldo finale. Ed è quello che è capitato anche stavolta.

L’Inps ha chiarito che con la rata di marzo tutto tornerà a posto e saranno pagati anche gli arretrati del primo bimestre.

In realtà la vicenda non è finita qui, in quanto l’Istat, sulla base delle rilevazioni del costo vita al 31 dicembre 2021, ha stabilito in via definitiva la perequazione all’1.9%. Quando l’Inps pagherà questa ulteriore variazione? La normativa a questo proposito è chiara: i conguagli che possono verificarsi ogni anno vanno saldati nell’anno successivo. Risultato: con gennaio 2023 gli uffici, oltre ad aumentare le pensioni in relazione al tasso di inflazione che si verificherà nel corso di quest’anno 2022, aggiungeranno la parte restante della aliquota 2021 con tutti gli arretrati da gennaio a dicembre.

Ma la nostra attenzione è rivolta a due novità molto interessanti, prese dal Parlamento grazie alla pressione della Corte costituzionale che ha dato per così dire il benservito agli aumenti striminziti di questi ultimi anni (quasi un decennio), costringendo le pensioni medio-alte al continuo impoverimento.

1) Prima novità: la misura delle pensioni è ordinata in tre fasce e non più in cinque, per cui la riduzione massima degli aumenti della terza fascia è del 75% (e non più del 45%) rispetto alla misura piena del 100%.

2) Seconda novità: viene abbandonato il sistema in base al quale su tutta la pensione veniva applicata la percentuale di aumento relativa alla ultima fascia, cioè quella più bassa, con una forte penalizzazione. Ora l’indicizzazione è progressiva, per cui chi sta, ad esempio, nella terza fascia riceve anche gli aumenti delle precedenti due fasce. 

Pensioni d’oro stop ai tagli

Con il 31 dicembre 2021 è terminato il contributo di solidarietà sulle pensioni inesattamente denominate “pensioni d’oro”. Doveva arrivare fino al 2023 ma anche qui la Corte costituzionale è intervenuta per ripristinare un po’ di legalità onde evitare che i tagli vivessero all’infinito. Da cinque siamo scesi a tre anni e perciò il 2022 si presenta senza il taglio che è andato dal 15% al 500% a partire dalle pensioni superiori a 100 mila euro lordi annui.

Il taglio ha riguardato esclusivamente i trattamenti pensionistici diretti erogati dall’Inps e di cui ci sia almeno una parte liquidata con le regole retributive (quindi riguarda i soggetti in possesso di anzianità al 31.12.1995 che non abbiano esercitato l’opzione al sistema contributivo ) con esclusione, in ogni caso, delle pensioni ai superstiti, delle pensioni corrisposte alle vittime del dovere e del terrorismo, le prestazioni di invalidità e di privilegio e di tutte le pensioni erogate dalle Casse professionali.

Contratto di espansione, esodo 5 anni prima

Confermato anche per quest’anno e per il 2023 l’esodo anticipato, attraverso lo strumento del “contratto di espansione”, con il quale si chiude il rapporto di lavoro con i dipendenti più anziani. Lo strumento siglato in sede governativa con il Ministero del Lavoro e con le associazioni sindacali consente anche la risoluzione del rapporto di lavoro per chi è lontano dal pensionamento da non più di 60 mesi (cinque anni).

E con la proroga ci sono anche novità importanti.

  1. A) L’esodo è riconosciuto alle aziende che hanno almeno 50 dipendenti, e non più 100 (inizialmente si era partiti da una forza lavoro di 1.000 dipendenti).
  2. B) L’azienda deve attivare un programma di riorganizzazione dei processi lavorativi.
  3. C) L’azienda presenta domanda di indennità riferita a ogni singolo esodato.
  4. D) L’indennità è pari alla pensione fino a quel momento maturata con i contributi versati.

Chi paga l’indennità pensionistica? La paga l’Inps oppure l’azienda?

Intervengono tutti e due, Inps e azienda, ma la spesa è a carico del datore di lavoro.

1) L’indennità viene pagata dagli uffici Inps ma è solo l’azienda che tira fuori i soldi.

2) È pagata fino al mese in cui l’esodato raggiunge i requisiti per la pensione, esattamente per la pensione che arriva per prima in ordine di tempo: a) se arriva quella di vecchiaia = l’azienda deve pagare solo le rate di indennità; b) se arriva quella anticipata = l’azienda, oltre alla indennità, deve versare anche i contributi, necessari appunto per arrivare all’anzianità utile a pensione (42 anni + 10 mesi, ridotti di un anno per le donne).

Per attuare il programma di scivolo: 1) l’azienda deve presentare una fideiussione bancaria, a garanzia che il lavoratore venga pagato per tutto il periodo di esodo; 2) deve anticipare all’Inps mese per mese la rata dell’indennità; 3) se non versa l’Inps blocca il pagamento della rate.

Opzione donna, pensione fino a 8 anni prima

Anche per quest’anno la cosiddetta opzione donna consente al genere femminile di avere la pensione fino a 8 anni prima. Due condizioni entro il 31 dicembre 2021: a) 35 anni di versamenti contributivi; b) 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti e di 59 per le autonome. Ma per la materiale riscossione della pensione occorre attendere l’apertura della finestra: 12 mesi, elevati a 18 per le autonome. Sommando i due valori il risultato è che la prima lavoratrice potrà di fatto avere la pensione a 59 anni, se dipendente, e a 60 anni e mezzo se autonoma (agricola, artigiana, commerciante). In ogni caso la pensione arriva fino a otto anni prima.

  1. A) Nel pacchetto dei contributi non si contano i periodi coperti dai contributi figurativi per malattia o per disoccupazione. B) E neanche quelli versati in due o più gestioni (esempio: Inps e Inpdap) che in genere si “cumulano” per la pensione ma non nel caso dell’opzione donna, per cui se necessario deve essere attivata la ricongiunzione a pagamento. C) Vale invece il periodo degli studi universitari, riscattato con il sistema agevolato (light), ma a condizione che il riscatto sia chiesto solo insieme alla domanda di opzione e non prima.

Ape Sociale, per averla 4 requisiti

Anche per l’Ape sociale (tecnicamente è un assegno che eroga al massimo 1.500 euro lordi al mese e non una pensione) proroga per tutto l’anno in corso e con requisiti in alcuni punti migliorativi. E i requisiti non sono pochi. Nel complesso sono sette, ma ne bastano quattro. A) Quelli di base sono tre e richiedono che l’interessato:1) abbia almeno 63 anni di età; 2) abbia raggiunto almeno 30/36 anni di contributi; 3) non lavori, sia in una situazione di inoccupato. B) Ce ne sono poi quattro (per ogni persona ne basta uno solo) legati a un particolare status personale o lavorativo della persona.

1) Persone disoccupate che hanno terminato le indennità Inps. Non è più richiesto che il termine risalga a tre mesi prima; vi è perciò contestualità tra fine indennità e inizio Ape. Vi rientrano anche i disoccupati per fine del contratto a termine, a condizione che abbiano lavorato almeno 18 mesi nei tre anni precedenti.

2) Persone invalide almeno al 74%. 

3) Persone che assistono da almeno sei mesi familiari invalidi gravi e conviventi.  Si tratta di coniuge, unito civile, figli, genitori. Se essi mancano o sono deceduti, ovvero hanno compiuto 70 anni o sono disabili si passa agli altri parenti e affini fino al secondo grado.

4) Persone che hanno svolto lavori gravosi per almeno sei anni negli ultimi sette, oppure per almeno sette negli ultimi dieci. Si tratta di quindici categorie, quali ad esempio edilizia, personale viaggiante e conduttori di convogli ferroviari, infermieri e ostetriche che lavorano a turni, docenti scuola infanzia e asili nido, siderurgici, pescatori, marittimi, ecc.

Le persone inserite nei primi tre gruppi devono avere almeno 30 anni di contributi, per il quarto gruppo sono necessari 36 anni. Per le lavoratrici madri c’è lo sconto di un anno per ogni figlio, fino a due anni. Perciò ci sono donne che possono avere l’Ape con 28/29 o 34/35 anni di contributi.

Dal 1° gennaio 2022 per gli operai edili, per i ceramisti e per i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta il requisito dell’anzianità contributiva è ridotto a 32 anni.

Congedo, quando il papà fa la mamma

Reso strutturale il diritto dell’uomo di avere il congedo di maternità in aggiunta a quello della madre. Da quest’anno il sistema è così organizzato.

1) Il papà ha il diritto di lasciare lavoro per dieci giorni entro i cinque mesi dalla nascita del figlio, o dall’adozione o affidamento, avvenuti nel corso del 2022.

2) L’assenza è obbligatoria.    

3) Essa non toglie nulla alla madre in quanto si aggiunge a quella della donna.

4) Se il parto è gemellare l’assenza non raddoppia, resta sempre fissata in dieci giorni.

5) Il lavoratore deve comunicare in azienda il periodo di assenza.

6) Deve invece presentare domanda all’Inps nei casi di pagamento diretto, tipo disoccupati, sospesi, stagionali.

Ovviamente è stato confermato anche l’altro congedo, quello facoltativo:

  1. A) Il congedo vale per un solo giorno sempre entro il quinto mese.
  2. B) Stavolta la richiesta sottrae un giorno al congedo della donna.
  3. C) Per questo è necessario che ci sia una dichiarazione scritta della donna che attesti di essere d’accordo.

Il papà per i 10 o 11 giorni di assenza ha diritto:

1) a una indennità Inps identica allo stipendio normale.

2) ai contributi figurativi per la pensione.        

 

Bruno Benelli, Giornalista esperto in previdenza

     

Previdenza: un futuro che si costruisce oggi su solide certezze

Previdenza: un futuro che si costruisce oggi su solide certezze

Oltre 60 giorni di lockdown, una nazione come non l’avevamo mai vista: la ripartenza, chiave per una ripresa ponderata e pesata rispetto alle forze politiche-economiche che entrano in gioco, è il sentiment che ha spinto al cambiamento il Fondo Previndapi

Carlo Salvati, titolare della SA.RI.COLD, specializzata in refrigerazione e condizionamento commerciale e industriale, Presidente di Confapi PMI Umbria e consigliere nella Giunta di Confapi nazionale, è il nuovo Presidente del Fondo Previndapi ed al quale abbiamo rivolto qualche domanda.

 Alla luce della nuova nomina, arrivata in questo periodo molto difficile del nostro Paese, come interpreta l’impatto nel mondo previdenziale?

L’emergenza sanitaria ha registrato notevoli ripercussioni nel mondo della Previdenza: guardando i dati del Centro Studi del Professor Brambilla, massimo esperto nel settore della Previdenza, i numeri parlano chiaro. L’ipotesi è quella di un aumento delle uscite a causa delle richieste delle pensioni anticipate e ciò vorrà significare che l’anno prossimo si potrebbero registrare circa 17 milioni di pensionati. La crisi delle aziende, tra licenziamenti e accesso alla Cassa Integrazione, potrebbe essere un incentivo per accedere alle pensioni: a questo punto, prevedo che Quota 100 finirà per fungere da ammortizzatore sociale e registreremo più pensionati e meno persone che verseranno i contributi. Tutto ciò con conseguenze non lusinghiere per il nostro Paese.

Previdenza: un futuro che si costruisce oggi su solide certezze

Da sinistra: il nuovo presidente del Fondo Previndapi Carlo Salvati ed il vicepresidente Marco Mazzoni

Ma parliamo ora della Sua nuova nomina come nuovo Presidente: nello specifico, di cosa si occupa il Suo Fondo?

Previndapi è il Fondo pensione per i Dirigenti e i Quadri Superiori della piccola e media Industria costituito in attuazione degli Accordi Sindacali stipulati dalle parti istitutive Confapi e Federmanager. Il Fondo, che conosco molto bene per esserci come Amministratore dal 2014, prima come Consigliere e da ultimo come Vicepresidente, ha lo scopo di provvedere a prestazioni di natura previdenziale aggiuntive ai trattamenti pensionistici di legge nell’interesse degli aventi diritto ed opera in regime di contribuzione definita. Nella lunga operatività, quest’anno si festeggiano i trenta anni dalla sua costituzione, ad oggi il Fondo conta oltre 4.000 dirigenti iscritti, registrando attualmente un rendimento medio annuo del 2,7% circa.

 Una battuta di chiusura: cosa dobbiamo imparare da questa emergenza e quali saranno i prossimi passi?

I mercati finanziari sono stati messi a dura prova durante l’emergenza sanitaria, la cui volatilità ha influenzato anche i rendimenti dei comparti dei Fondi Pensione; è auspicabile, dunque, una spinta definitiva verso un approccio sostenibile e responsabile, con l’obiettivo di creare valore per gli investitori. Il nostro Fondo in caso di crisi economica ha la garanzia di restituire comunque i contributi versati, senza subire direttamente le oscillazioni negative dei mercati per via della gestione separata dei suoi investimenti.  In definitiva i nostri iscritti non si troveranno mai a dover subire eventuali scelte avventate che potrebbero riflettersi negativamente sulle singole posizioni: il nostro Ente Previdenziale non è chiamato ad effettuare investimenti sul tema della gestione del rischio, in una logica di Risk Management ed in un mercato in cui si deve cominciare ad immaginare strumenti e processi innovativi sia in chiave sempre più predittiva che gestionale.

Previdenza: un futuro che si costruisce oggi su solide certezze

Dal 2020 pratica di rimborso unica per tutti gli iscritti Fasi-Assidai

Dal 2020 pratica di rimborso unica per tutti gli iscritti Fasi-Assidai

È il risultato della collaborazione tra i due Enti valorizzata dalla nuova società IWS

Con il nuovo anno è partita la richiesta unica di rimborso per coloro che sono iscritti sia ad Assidai che al Fasi. Un cambiamento importante, e al tempo stesso una svolta per tutti gli iscritti, all’insegna della semplificazione e nell’ottica di un futuro prossimo in cui la dinamica della spesa sanitaria e la crescente competitività del mercato della sanità integrativa pongono sfide importanti. Per questo, anche alla luce e nell’ambito del rinnovo del CCNL Dirigenti siglato da Confindustria e Federmanager lo scorso luglio, Fasi e Assidai hanno deciso di rafforzare la propria partnership, ponendosi un obiettivo chiaro: consolidare le rispettive posizioni di leadership sul mercato e salvaguardare al tempo stesso il patto intergenerazionale tra dirigenti in servizio e pensionati. La collaborazione tra i due Enti è valorizzata dalla nuova società IWS Industria Welfare Salute, costituita da Federmanager, Confindustria e Fasi, alla quale sia Fasi sia Assidai hanno demandato alcune attività strategiche. Ciò consentirà a IWS di semplificare il suo rapporto con entrambi i Fondi per la gestione della pratica unica online.

Nel dettaglio, la nuova società si occupa principalmente di tre aspetti, illustrati nel numero di dicembre-gennaio 2020 di Welfare 24:

  1. la realizzazione di una nuova rete di strutture sanitarie e professionisti convenzionati, improntata ad alti standard di qualità e semplificazione;
  2. una proposta di copertura integrativa Fasi e Assidai unica e innovativa per le aziende;
  3. una pratica di richiesta di rimborso unica per gli iscritti ai due Enti.

Quest’ultima novità rappresenta un grande passo in avanti: grazie a essa, infatti, non è più necessario inviare una doppia documentazione sia al Fasi sia ad Assidai per richiedere i rimborsi, con conseguenti e numerosi vantaggi in termini di semplificazione delle procedure e ottimizzazione delle risorse e con un evidente risparmio di tempo, che per un manager è quanto mai prezioso.

In particolare, per le prestazioni effettuate in forma indiretta, si potrà inviare una sola richiesta di rimborso attraverso il portale www.industriawelfaresalute.it. IWS trasmetterà la pratica al Fasi e ad Assidai, per quanto di loro competenza. Si precisa che le pratiche inviate in formato cartaceo non potranno essere gestite in “Modalità Unica”, quindi occorrerà continuare a inviare due richieste di rimborso distinte sia al Fasi sia ad Assidai, la cui liquidazione sarà garantita con diverse tempistiche.

 

Al via il nuovo network IWS di strutture convenzionate

Al via il nuovo network IWS di strutture convenzionate

Garantire ai propri iscritti e a tutte le loro famiglie migliori servizi e tariffe più competitive presso le strutture sanitarie convenzionate, aumentando nel contempo il potere contrattuale nei confronti delle strutture stesse e dei professionisti selezionati per la nuova rete. Al via il nuovo network IWS di strutture convenzionate

Questi i principali obiettivi che Fasi e Assidai intendono perseguire con l’ausilio della nuova società IWS – Industria Welfare Salute – per operare nel campo del welfare sanitario.

Analogamente a quanto fatto dal Fasi, anche Assidai ha, quindi, deciso di affidare a IWS l’incarico di convenzionamento e gestione dei rapporti con le strutture sanitarie, socio-sanitarie e i loro medici/chirurghi/odontoiatri.

Dal 1° gennaio 2020 gli iscritti Fasi-Assidai hanno, dunque, un network di strutture sanitarie unico al quale potersi rivolgere, che consente – ferma l’eccellenza qualitativa delle prestazioni erogate – un’ottimizzazione dei costi della spesa sanitaria e dei servizi congiunti, valido per entrambi i Fondi. Le strutture convenzionate sono in continua fase di aggiornamento e sono consultabili sui siti IWS – Industria Welfare Salute, Fasi e Assidai.

 

Per ogni ulteriore informazione c’è il Contact Center IWS al numero 06955861, attivo, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle 18.00.

Gli iscritti ad Assidai ma non al Fasi potranno fare riferimento al consueto network di strutture sanitarie e professionisti convenzionati presente sul sito Assidai.

 

Welfare, l’esperienza del presente per riprogrammare il futuro

Welfare, l’esperienza del presente per riprogrammare il futuro

Il dopo Covid-19 per riconsiderare il welfare come fattore macroeconomico aziendale e strumento d’integrazione che libera risorse pubbliche

Lo sviluppo del welfare è riconducibile alla favorevole evoluzione della normativa fiscale, al protagonismo delle parti sociali, che ne hanno potenziato la portata nei diversi rinnovi dei CCNL, ed al crescente interesse di tante aziende, socialmente responsabili, che hanno recepito lo strumento come infrastruttura di cambiamento della produzione e del benessere organizzativo.

Per tipologia, potremmo fare una macro distinzione tra benefit, quando l’azienda offre strumenti finalizzati alla protezione del futuro tenore di vita, o della protezione del patrimonio o della salute della famiglia (si tratta di servizi di natura previdenziale e assistenziale), mentre si dovrebbe parlare di perquisites quando l’azienda offre beni e servizi di cui il dipendente può avvalersi immediatamente come i flexible benefit.

Fonti di finanziamento e fiscalità

  • Contributo obbligatorio per l’azienda con ammontare definito, previsto dal CCNL.
  • Conversione del valore del premio di risultato in acquisto di beni e servizi a seguito accordo sindacale e/o regolamento
  • Contributo unilaterale a discrezione dell’azienda che ne definisce modalità ed importo.

Le prestazioni più richieste

Dipende dalle dimensioni aziendali, per esempio, nelle imprese medio-grandi, la sanità integrativa e la previdenza complementare sono le prestazioni più richieste, a seguire nelle altre beni e servizi in convenzione, istruzione ed infanzia, cultura e tempo libero trasporti ed infine, purtroppo, ancora sotto-assicurati, rimane l’assistenza ai familiari anziani ed ai non autosufficienti.

Il mercato del welfare sanitario

La spesa sanitaria in Italia è valutata in 160 mld di Euro di cui 40 mld circa di spesa privata out of pocket a carico delle famiglie. Solo 5 mld di Euro sono intermediati da fondi sanitari integrativi di natura contrattuale, casse di assistenza sanitaria, società di mutuo soccorso, compagnie di assicurazione (polizze collettive ed individuali) ed infine, da tutti gli enti e banche che operano nel settore della sanità integrativa.

Ora, nel mercato del welfare aziendale stanno operando nuovi player, i cosiddetti provider, ai quali va riconosciuta la capacità di aver stimolato e semplificato, attraverso piattaforme digitali, l’intermediazione dell’offerta e della domanda dei piani di welfare, superando le difficoltà di fruibilità dei benefit che ne limitavano l’adozione da parte delle PMI per via della ridotta dimensione e capacità di spesa .

Questi ultimi gestiscono un valore del budget di welfare annuale di circa 750 mln di Euro interessando due milioni di dipendenti di 5.000 aziende che diventano 15.000 se si considerano quelle che hanno acquistato i voucher.

Anche se si tratta di un mercato con offerte di prestazioni a bassa-media priorità a connotazione più ludico-ricreativa e di consumo immediato per beneficiari più giovani, la repentina crescita di tali soggetti stimola a nuove riflessioni prospettiche sul futuro ruolo dei corpi intermedi e reti multi-attore che operano nell’ambito del secondo welfare.

In un mercato così animato, l’ingresso di un nuovo provider come IWS, di derivazione bilaterale (FedermanagerConfindustria) è stata la scelta più appropriata per dare qualità all’offerta dei prodotti e dei servizi sanitari erogati dai fondi FasiAssidaiInfatti IWS si presenta nel mercato della sanità, di cui conosce perfettamente la catena del valore, con le skill giuste e con strumenti innovativi quali una piattaforma digitale dedicata e con una rete di welfare manager, conoscitori del mercato della sanità integrativa di origine contrattuale, per svolgere sul territorio e nell’interesse del management industriale   attività di welfare counseling e di ascolto diretto dei reali nuovi bisogni di protezione.

Correlazione tra conoscenza ed utilizzo del welfare

Al fine di assumere iniziative di upgrading del sistema, è utile analizzare la stretta correlazione tra la conoscenza approfondita di norme ed incentivi fiscali dei flexible benefit e tra l’ampiezza del tasso di iniziative del welfare aziendale da parte delle imprese; il successo dei provider su menzionati, con le reti commerciali ed i portali digitali di cui dispongono, sono in grado di influenzare le scelte verso fringe benefit ludico-ricreativi, anziché verso benefit come sanità e previdenza di maggiore rilevanza sociale.

Anche le compagnie di assicurazione ed i broker generalisti, già presenti nelle aziende nella gestione integrata dei rischi d’impresa, da qualche tempo, stanno focalizzandosi sul rischio sanitario e previdenziale delle persone divenendo di fatto concorrenti dei fondi contrattuali.

Il Dopo Covid-19

La crisi sanitaria in corso, oltre ai disastri, ci ha riservato la sorpresa di aver accelerato, il processo di digitalizzazione nelle aziende come lo smart working che stentava a decollare e di avere favorito una nuova presa di coscienza collettiva verso forme di protezione e di tutele di welfare all’interno del quale, la sicurezza sanitaria, previdenza e qualità di vita-lavoro cominciano ad essere considerati sempre più come temi di relazioni industriali e fattori abilitanti di sviluppo economico anziché mera lista di benefit di pronto consumo.

L’inaspettata massiccia adesione delle aziende alle polizze anti coronavirus va in tale direzione.

L’affermarsi delle forme cosiddette di “nuovo welfare” ossia dei flexible benefit, significa che una buona parte dei dipendenti preferiscono forme di welfare flessibili e di immediata fruibilità e che quindi serve un maggior coinvolgimento e sensibilizzazione dei decisori aziendali e dei beneficiari attraverso azioni di comunicazione mirate sul territorio che valorizzino il contenuto sociale del welfare di tipo sanitario, previdenziale e di sostegno al reddito. Le due forme di welfare possono comunque convivere e non sono concorrenti tra loro poiché nella maggior parte dei casi provengono da fonti di finanziamento diverse, fisse le prime derivanti dalla contrattazione collettiva aziendale o da liberalità, flessibili le altre derivanti dalle componenti della retribuzione premiale e variabile.

I welfare manager di Praesidium hanno il compito di relazionarsi quotidianamente con l’HR management per far capire che l’assistenza sanitaria integrativa -contrattuale è un patrimonio acquisito, grazie all’azione delle parti sociali, che salvaguardarla   e che mal si adatta a forme di flessibilità o di convenienze economiche di mercato, quasi sempre virtuali, che incrinano il principio di solidarietà intergenerazionale insito nei CCNL.

Per ciò è necessaria una nuova narrazione del welfare aziendale auspicabilmente sostenuta e promossa da una nuova cultura dell’HR management improntata sulla logica del valore condiviso del benessere organizzativo, su un migliore equilibrio di vita privata e lavorativa e su una maggiore assistenza sanitaria per contrastare quelle fragilità socio-economiche delle popolazioni più anziane e che rischiano di non essere curate per scelte anagrafiche discriminanti.

Occorre ridisegnare nuovi contorni di connessione tra sanità pubblica e sanità integrativa che concorrano, da una parte, alla produzione di benessere attraverso maggiori grandi misure strutturali digitalizzate che assicurino più sicurezza, più prevenzione e più equità verso coloro che la sostengono con il pagamento delle tasse e, dall’altra, come valore integrante di protezione non più intesa come dimensione individuale ma come valore collettivo ed elemento primario del lavoro e della produzione con l’importante funzione di prevenzione e monitoraggio della salute di chi produce.

In tale nuovo scenario di rafforzamento del ruolo della sanita integrativa forse sarà utile inserire anche nuove forme di defiscalizzazione differenziate per prestazioni erogate che tengano conto anche dei “carichi sociali” e del livello minimo di benessere che si vuole assicurare al nucleo familiare del dipendente, oggi assai diverso per composizione, ed uniformare la decontribuzione, oggi paradossalmente discriminata tra i benefits sanitari e previdenziali con un contributo di solidarietà del 10% a carico dei datori di lavoro, con la decontribuzione totale prevista per le altre forme di welfare come quelle ludico ricreative di minore rilevanza sociale.

Il dopo Covid può aiutarci a declinare definitivamente il valore del welfare state e welfare integrativo come elementi essenziali di una grande necessaria trasformazione socio-economica della società, che va oltre il puro vantaggio fiscale ed in grado di rispondere ai nuovi bisogni di protezione, in un quadro unitario delle ragioni della produttività con quelle della redistribuzione del valore creato da una moderna impresa. Se non ora, quando?

Editoriale del Presidente: Impegno e fiducia nel futuro

Editoriale del Presidente: Impegno e fiducia nel futuro

Lo scorso 30 luglio Federmanager e Confindustria hanno sottoscritto l’accordo di rinnovo del CCLN dei dirigenti industriali. Un risultato importante che va sottolineato con viva soddisfazione

Tanto più guardando ai risultati positivi rispetto ai precedenti rinnovi. Il nuovo accordo, che avrà scadenza il 31 dicembre 2023, ha il merito di intervenire su tutti gli aspetti fondamentali del rapporto di lavoro, offrendo un quadro di regole certamente più idoneo alla figura del manager.

Nuove basi sulle quali lavorare per rafforzare la competitività delle imprese attraverso un management competente e preparato. Un elemento sostanziale del rinnovo è il debutto delle politiche attive. Su questo fronte possiamo e vogliamo finalmente tirare le somme del progetto federale Be Manager, l’esclusivo percorso di certificazione delle competenze riservato agli iscritti Federmanager. Una iniziativa illuminata, nata quasi due anni fa, i cui numeri parlano chiaro: oltre 300 manager certificati in 4 profili professionali, di cui ben il 47% come Temporary Manager e il 40% come Innovation Manager. Il restante ha ottenuto la certificazione come export manager e manager di rete.

Quasi un terzo dei manager in cerca di nuova occupazione si è ricollocato ed il 19% del totale ha avviato nuove attività di consulenza. In più, ben 120 colleghi certificati come Innovation, sono stati inseriti nell’elenco disponibile presso il Ministero dello Sviluppo Economico, dal quale le imprese potranno attingere per avvalersi del voucher per la consulenza qualificata nei processi di trasformazione digitale che intraprenderanno.

Ed è proprio per capitalizzare l’opportunità offerta dal voucher per l’inserimento di competenze manageriali nelle PMI, che è stato avviato, lo scorso giugno, il Progetto MELANIE (Manager
Per L’Ascolto di una Nuova Industria Europea) – sostenuto da 4.Manager – che si pone l’obiettivo di certificare ulteriori 150 manager, prevalentemente inoccupati, 50 Manager di Rete, 50 Temporary, 50 Innovation Manager e 50 Manager per la Sostenibilità, il nuovo profilo delineato da Federmanager che ne certificherà le competenze sui temi relati alla Sostenibilità (Economia Circolare, Corporate Social Responsibility, Governance della sostenibilità ecc.).

Consapevoli del nostro ruolo, come organizzazione, di connettore tra impresa e mondo del lavoro ci sforziamo ogni giorno di porre in essere azioni concrete per il ricollocamento attivo sul mercato dei colleghi che hanno perso il loro posto di lavoro. Siamo convinti che investire in innovazione e valorizzare le persone continuano ad essere i capisaldi per rimanere competitivi.

Anche per questo resta alta la nostra attenzione alla formazione continua e allo sviluppo delle nuove professionalità richieste dal mercato del lavoro; in quest’ottica siamo giunti alla quarta edizione del Corso per DPO (Data Protection Officer), figura sempre più richiesta dalle aziende alla luce dell’adeguamento imposto dal GDPR (General Data Protection Regulation) entrato ormai a pieno regime anche nel nostro Paese e abbiamo organizzato, tra l’altro, Corsi formativi per Innovation Energy Manager di 1° e 2° livello volti all’acquisizione di elevate competenze sulle innovazioni normative e gestionali in campo energetico.

In tema di ricollocamento va ricordato inoltre il progetto “Open Innovation Manager” – condiviso tra Unindustria Perform, Federmanager Roma e Unindustria e finanziato da 4.Manager – che vede tra i beneficiari, 10 dirigenti inoccupati e altrettante PMI del territorio laziale. I dieci progetti sono tuttora in svolgimento ed il rapporto tra le aziende e i manager è, ad oggi, di assoluta soddisfazione.

Il rinnovo del CCNL non poteva poi trascurare temi di primaria importanza quali il Welfare e l’Assistenza Sanitaria Integrativa. In questo senso va sottolineata la volontà di valorizzare Fasi e Assidai, legittimando una reciproca collaborazione tra gli stessi per consolidare la loro posizione di leadership sul mercato e salvaguardare così il patto intergenerazionale tra Dirigenti in servizio e Dirigenti in pensione. La società IWS Industria Welfare Salute S.p.A. recentemente costituita da Federmanager, Confindustria e Fasi e presente anch’essa nel CCNL, potenzia la collaborazione tra Fasi e Assidai attraverso tre importanti progetti: la realizzazione di una nuova rete di strutture sanitarie e professionisti convenzionati d’eccellenza; una proposta di copertura integrativa Fasi-Assidai unica e innovativa da proporre alle aziende e una pratica di richiesta di rimborso unica per gli iscritti ad entrambi gli Enti.

Prioritaria nelle attività della nostra organizzazione rimane l’attenzione ai nostri colleghi in pensione. Prosegue l’attività di Federmanager e CIDA contro il blocco della perequazione e il prelievo straordinario sulle pensioni d’importo medio-alto. Importante sapere che la Corte dei Conti, Sezione giurisdizionale per il Friuli Venezia Giulia, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale dei provvedimenti legislativi in materia.

Altro risultato importante conseguito dalla nostra Organizzazione, è la firma del rinnovo del contratto di lavoro dei servizi pubblici. Federmanager ha sottoscritto il nuovo testo che regola il rapporto di lavoro dei manager del settore pubblico aderenti a Confservizi. Il Ccnl, con una durata fino al 2021, si applica a circa 1400 manager presenti nelle 700 aziende del settore.

Tornando al nostro territorio, sempre ricco ed articolato il calendario di eventi ed attività targati Federmanager Roma. Tra questi ci piace ricordare il Protocollo d’intesa firmato tra la nostra associazione e l’UCID Lazio, per sviluppare iniziative tese a ribadire la necessità di ispirare l’operato di entrambe ad una nuova etica imprenditoriale e manageriale. Ancor più significativa, in questa specifica occasione, la presenza dei rappresentanti dei giovani delle rispettive organizzazioni. Colgo l’occasione per congratularmi con il nostro collega
Renato Fontana, riconfermato alla guida dei Giovani Federmanager anche a livello nazionale, e con tutti i giovani manager eletti in occasione del recente rinnovo del Coordinamento tra cui tre colleghi di Roma. A loro e a tutti i giovani costruttori di futuro, giunga il più caldo augurio di buon lavoro.

Troverete inoltre ampio resoconto, all’interno della rivista, delle ultime convenzioni che abbiamo siglato per sostenere le esigenze dei nostri associati. Tra gli ultimi accordi ci piace
ricordare quelli sottoscritti con il Coni Sport Lab, ampiamente illustrata con un’intervista al direttore Fabio Barchiesi, con la Luiss Business School, la scuola di formazione manageriale della Luiss Guido Carli, con la Lumsa – Libera Università Maria Santissima Assunta e con Avis Rent Car, azienda leader nel settore del noleggio auto.

Ci tengo infine a sottolineare, che il numero della rivista che vi accingete a leggere ha dedicato un’ampia sezione alle nuove frontiere “green” della nostra economia. Economia circolare, energia, riciclo e nuove tecnologie, argomenti che troverete declinati negli interventi qualificati di dirigenti e responsabili di aziende leader del settore.

Importante, per chiudere questo 2019 ripartendo di slancio nel 2020, sarà consolidare le attività della nostra Associazione, tenendo fermo il senso di appartenenza di tutti i soci. I fatti ci indicano che dobbiamo proseguire su questa strada con l’impegno e la dedizione che ci hanno portato fin qui e, sono certo, che le soddisfazioni non mancheranno.

Eventi in pillole

Eventi in pillole

Lo stress da lavoro correlato ed il compito dei dirigenti

Lo scorso 8 aprile, presso la sede di Federmanager si è tenuto il convegno organizzato da Federmanager Roma sullo stress da lavoro correlato e sul ruolo del dirigente rispetto alla valutazione di questo rischio ancora poco conosciuto, ed oggetto solo di recente di approfonditi studi. I relatori che si sono susseguiti hanno illustrato ad un’attenta platea di partecipanti i concetti fondamentali per inquadrare correttamente il fenomeno stress sul luogo di lavoro e le sue conseguenze, le responsabilità che ne derivano in capo ai dirigenti, le iniziative che possono essere messe in campo, per intervenire concretamente ed efficacemente al fine di salvaguardare al meglio il benessere dei lavoratori in azienda.Eventi in pilloleLo stress da lavoro correlato – ha evidenziato il Presidente Federmanager Roma Giacomo Gargano nel corso del convegno – rappresenta oggi, a livello mondiale, la principale causa di assenza dal lavoro, con le conseguenze che ne derivano sul piano della spesa sanitaria e sull’efficienza dello stesso sistema produttivo.

Sono intervenuti, moderati dall’Avv. Francesco Rossi di Industrial Safety Institute s.r.l.: la Dott.ssa Francesca Andronico – Psicologa, Consulente Valutazione Stress Lavoro Correlato, Formatore D.Lgs.81/08, Coordinatore Network Territoriale Ordine Psicologi Lazio; l’Avv. Emanuele Fierimonte Avvocato penalista dello Studio Legale “Fierimonte & Partners”; il Prof. Bruno Piccoli Coordinatore Centro Medicina del Lavoro privata Fondazione Gemelli; il Prof. Fabrizio Piras, PhD – Psicologo Dirigente Laboratorio Neuropschiatria – Neurologia Clinica e Comportamentale IRCCS Fondazione Santa Lucia; il Dott. Donato Eramo – Per. Ind. V. Alessandro Leone Industrial Safety Institute s.r.l.; il Dott. Paolo Parrilla – Coord. Commissione Sindacale Federmanager Roma.

Le novità previdenziali 2019

Grande partecipazione di pubblico, lo scorso 4 febbraio, al convegno organizzato da Federmanager e Federmanager Roma, presso l’Auditorium Via Veneto, dal titolo “La riforma delle pensioni 2019 ed i suoi riflessi sugli strumenti di flessibilità in uscita”. Nel corso dei lavori sono state illustrate tutte le novità della nuova riforma previdenziale ed i principali effetti di essa sugli strumenti di esodo messi a disposizione dei lavoratori che non hanno ancora raggiunto i requisiti pensionistici. In qualità di relatori, hanno preso la parola: il Presidente di Federmanager Roma, Giacomo Gargano, il Direttore Generale di Federmanager, Mario Cardoni nonché la dr.ssa Rita Comandini, Responsabile dell’area normativa degli ex Fondi.