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Editoriale del Presidente: La forza di non fermarsi

Editoriale del Presidente: La forza di non fermarsi

Siamo ancora in piena fase di ripartenza ma il calo dei contagi dovuto ai benefici della campagna vaccinale ci conforta e imprime nuova fiducia ed energia per affrontare tutte le sfide che, giorno per giorno, ci troviamo davanti.

Nonostante le difficoltà, quello appena trascorso è stato un anno di fortissimo impegno da parte della nostra organizzazione, uno sforzo riconosciuto anche nei primi mesi del 2021 che confermano il trend di crescita delle iscrizioni, segno di rinnovata fiducia e soddisfazione da parte dei colleghi.

Ripartiamo proprio da qui. Dalla fiducia in un’organizzazione che, come è noto, non si è mai fermata, lavorando in smart-working e assicurando agli iscritti e alle loro famiglie i servizi, le tutele e l’assistenza da parte di tutti gli uffici della struttura.

Il supporto e la presenza per i colleghi e per le loro famiglie è stata la nostra priorità. Le distanze imposte dalla pandemia hanno reso spesso difficile superare le difficoltà, mi scuso se in alcuni casi i riscontri attesi non sono stati tempestivamente esaurienti, ma nonostante gli ostacoli incontrati lungo il percorso di questi difficili mesi, non ci siamo mai arresi e abbiamo puntato sempre all’obiettivo: garantire tutele e servizi ai colleghi e fare la nostra parte per contribuire alla ripartenza del territorio.

Intanto il tempo è trascorso e siamo giunti alle porte dei due importanti appuntamenti per la nostra Associazione, l’Assemblea Annuale e le Elezioni per il Rinnovo degli Organi Sociali, un rinnovo che, nonostante gli sforzi di tutti, Commissione Elettorale in primis, ha subito i ritardi legati alla pandemia che ha rallentato la tabella di marcia al fine di consentire a tutti i colleghi, anche quelli sprovvisti di posta elettronica, di ricevere le informazioni necessarie per esercitare il proprio diritto di voto.

Le elezioni per il rinnovo degli organi rappresentano sempre un’occasione importante per dare nuovo slancio e nuova forza alla nostra Compagine Associativa.

Questo numero speciale di Professione Dirigente è dedicato interamente alla presentazione dei curricula dei colleghi che hanno presentato la propria candidatura, al fine di offrire a tutti pari visibilità e consentire a ciascun iscritto di esprimere la propria preferenza con la maggior consapevolezza possibile. Numerosi i candidati agli Organi di Federmanager Roma, di cui ben 63 nuovi colleghi e di questi 24 appartenenti a nuove aziende (22 colleghi e 8 aziende nel Consiglio Direttivo, 2 colleghi e 2 aziende nel Collegio dei revisori, 4 colleghi e 3 aziende nel Collegio dei Probiviri, 35 colleghi e 11 aziende nell’Assemblea dei Delegati).

Tra i candidati troverete nomi nuovi, sia per tutte le cariche in rinnovo, segno che l’operato della nostra realtà associativa ha suscitato l’interesse da parte di aziende e colleghi che per la prima volta si avvicinano a Federmanager Roma e sono pronti a scendere in campo in prima linea e a mettersi in gioco per l’interesse comune.

Nei miei 6 anni di mandato da presidente, questa Associazione ha compiuto passi importanti su molti fronti: relazioni industriali e istituzionali, politiche attive del lavoro, innovazione, certificazione delle competenze, assistenza contrattuale e previdenziale, welfare e servizi per i colleghi iscritti e le loro famiglie. Sono stati 6 anni intensi che ci hanno visto crescere insieme, combattere battaglie vecchie e nuove, impegnarci alla ricerca di nuove opportunità e studiare nuovi progetti rivolti alla crescita e alla tutela dei colleghi. In questi 6 anni abbiamo organizzato più di 100 eventi.

Un altro elemento di orgoglio è poter contare numerosi colleghi romani tra gli eletti alle cariche nazionali degli organi e degli enti Federmanager. Negli ultimi 6 anni oltre 40 colleghi di Roma hanno ricoperto incarichi elettivi a livello nazionale, di cui 5 alla presidenza di Enti Bilaterali e Collegi del Sistema Federmanager, alcuni riconfermati per due mandati.

Oltre a restare sempre operativi per i colleghi, seppur a distanza e nel rispetto delle norme di sicurezza di volta in volta emanate dal Governo, abbiamo continuato ad operare sul fronte delle relazioni istituzionali sia a livello locale che nazionale, al fianco della nostra Federazione.

I nuovi contesti economici hanno modificato radicalmente il modo di fare impresa, le organizzazioni aziendali e il management stesso. Il nostro ruolo di Organizzazione di rappresentanza, in questa realtà nuova e priva di riferimenti, assume un ruolo ancora più centrale. Le skills manageriali appaiono sempre più essenziali per traghettare le aziende oltre la crisi e soprattutto per la realizzazione del PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza predisposto dall’Europa che richiede competenze specifiche e rappresenta l’occasione di rinascita che il nostro paese non può assolutamente perdere.

Per questa ragione abbiamo intensificato il nostro impegno nella difesa del posto di lavoro mettendo in primo piano la formazione e la certificazione delle competenze per orientate i colleghi sulle mutate esigenze del mercato del lavoro.

Il nostro progetto di certificazione delle competenze “Be Manager” ha certificato oltre 500 colleghi, quasi 100 su Roma, nei profili di Innovation Manager, Export Manager, Manager di Rete, Temporary Manager e Manager per la Sostenibilità.

Abbiamo sperimentato nuovi modi di stare insieme a distanza continuando ad organizzare incontri e a fare network, abbiamo iniziato e portato a termine progetti formativi e di politiche attive con l’obiettivo di favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro e agevolare la managerializzazione delle PMI che rappresentano il 92% delle imprese attive sul nostro territorio e dalle quali dipende la ripresa del nostro sistema economico.

In tale contesto siamo orgogliosi dei riscontri pervenuti sui progetti “Open Innovation Manager” e “Smart Energy per le PMI” condivisi con Unindustria e finanziati da 4Manager, la più giovane realtà bilaterale costituita da Federmanager e Confindustria sul fronte delle politiche attive del lavoro. I due progetti hanno coinvolto 15 manager inoccupati iscritti a Federmanager Roma e 14 aziende iscritte ad Unindustria consentendo un innesto di managerialità che ha puntualmente perseguito gli obiettivi prefissati registrando la piena soddisfazione di tutti gli attori coinvolti.

Abbiamo riservato particolare attenzione alla Sanità, settore duramente colpito dalla pandemia, sebbene per noi da sempre prioritario.  Con il nuovo portale IWS – Industria Welfare Salute entrato a pieno regime, gli iscritti possono inviare un’unica richiesta di prestazione che viene indirizzata poi da IWS al FASI e all’ASSIDAI per le rispettive competenze.

Abbiamo proseguito il forte impegno sul fronte previdenziale in difesa dei trattamenti pensionistici attivi, senza dimenticare i colleghi usciti prematuramente dalle aziende. Molto apprezzato il nuovo progetto di consulenza previdenziale personalizzata, a cura dei maggiori esperti del settore che consente ai colleghi di operare ogni tipo di scelta, in tempo utile e con maggiore consapevolezza rispetto alla propria posizione contributiva e alle eventuali opportunità da cogliere.

Confermato anche quest’anno il nostro contributo solidale a VISES onlus, anima sociale della nostra federazione che interviene sull’intero territorio nazionale rendendo operativo, dove ce ne è più bisogno, il nostro intervento.

Tutto questo e molto altro ancora è stato possibile grazie ad un incessante lavoro di squadra. Il mio personale ringraziamento va ai colleghi del Consiglio Direttivo uscente, ai componenti di tutti i Gruppi di Lavoro e a tutti coloro che si sono messi a disposizione, anche con il semplice gesto di rinnovo dell’iscrizione, per la crescita della nostra organizzazione, nell’interesse dei colleghi.

Federmanager Roma conta quasi 10.000 manager iscritti, portatori di competenze, visione e senso di responsabilità, un patrimonio umano e professionale inestimabile, un punto di forza su cui puntare per ripartire e su cui mi permetto di richiamare l’attenzione, soprattutto in vista del nostro imminente appuntamento elettorale che necessita della più ampia partecipazione possibile.

Rivolgo il mio in bocca al lupo a tutti i colleghi candidati e offro fin da ora il mio supporto alla nuova squadra che guiderà Federmanager Roma per il prossimo triennio e si troverà ad affrontare l’ardua sfida della ripresa, una sfida che siamo chiamati a vincere, per noi, per i nostri figli e per il nostro Paese.

Lo spirito dei manager del dopoguerra

Per gran parte del sistema industriale e larghe fette del sistema produttivo, è difficile oggi fare previsioni di ripresa. Noi, quali eredi dei manager del dopoguerra, dobbiamo rifarci al loro spirito esemplare che ha reso possibile la ricostruzione del Paese

La tempesta del Covid-19 è piombata sulla nostra penisola del tutto inattesa, investendo il sistema industriale come una tempesta d’autunno che oscura una bella giornata di sole con basse nuvole nere spinte da venti burrascosi. Ancora alla metà di febbraio le nostre agende di lavoro erano piene di appuntamenti e di viaggi d’affari. La mente dei manager italiani era già protesa verso gli appuntamenti di fine inverno: le approvazioni dei bilanci, le assemblee e, per noi di Federmanager, il Consiglio Nazionale e le nomine per nostri preziosi enti previdenziali e assistenziali (il Fasi, il Previndai e tanti altri).

Poi, a partire dalla fine di febbraio, è accaduto l’impensabile. I primi appuntamenti importanti sono stati rinviati più che altro per ragioni cautelari ma, con l’inizio di marzo, la situazione è rapidamente precipitata. Credo che abbiamo vissuto tutti più o meno la stessa esperienza. Vedevo che, di giorno in giorno, la mia agenda si svuotava e le aziende cominciavano a sconsigliare vivamente le trasferte. Il venerdì mattina ho avuto un ultimo appuntamento a Firenze per me molto importante. Il treno era semivuoto e il personale di viaggio, vestito con mezzi di protezione, si teneva a debita distanza. Tornato a Roma nel pomeriggio ho saputo che la mia azienda stava per chiudere la sede e metterci tutti, giustamente, in smart working. Ho fatto un salto in sede a recuperare il computer e i documenti essenziali e sono andato via senza guardarmi indietro.

Le conseguenze di questa tempesta sul sistema produttivo sono state simili a quelle di una guerra, con l’azzeramento temporaneo di gran parte del sistema industriale e con larghe fette di sistema produttivo per le quali non esiste ancora la possibilità di fare una previsione di ripresa come, ad esempio, il mondo del turismo e dei locali da ballo.

La cosa peggiore è che oggi non è possibile immaginare quali saranno le reali conseguenze di ciò che è accaduto. E’ difficile prevedere l’andamento della pandemia ma ancora più difficile è immaginare dove andrà ad atterrare questa crisi economica. Quanti punti di PIL perderemo quest’anno? Forse dieci? Forse venti? Quali saranno le conseguenze sulle entrate fiscali? E quali i dolorosi provvedimenti che si dovranno prendere?

A causa delle responsabilità che gravano sulle loro spalle, i manager sono abituati a guardare lontano e i nostri occhi sono già fissi sull’autunno e sulla fine dell’anno, quando dovremo affrontare una recessione senza precedenti. La crisi del duemilanove, dalla quale peraltro non ci siamo ancora ripresi, è stata niente rispetto a quello che stiamo per affrontare. L’unico paragone possibile è quello del secondo dopoguerra. E quando, per la prima volta, ho formulato questo pensiero, mi è sembrato quasi un segno del destino. Perché molte volte, parlando nei nostri appuntamenti ufficiali delle Assemblee e dei Consigli di Federmanager Roma, mi è capitato di citare lo spirito dei manager italiani del dopoguerra, come quello spirito esemplare che ha reso possibile la ricostruzione del Paese. Noi oggi siamo gli eredi di quello spirito che abbiamo mantenuto vivo tenendo saldamente in pugno la barra del timone delle imprese nonostante l’ingratitudine da cui siamo stati sovente circondati.

Quando la crisi del debito si mostrerà in tutta la sua forza molti inizieranno ad osservare che in Italia il risparmio privato è superiore al debito pubblico e si ricomincerà a parlare di patrimoniale, di altri improvvidi provvedimenti a carico delle pensioni più alte ovvero, ancora peggio, di prelievi dai conti correnti. A questo punto, al netto degli aiuti europei, ci sarà una sola strada possibile: quella dell’acquisto di una parte del debito del Paese da parte degli Italiani stessi su base strettamente volontaria mediante l’emissione di buoni del tesoro di lunga durata, con un congruo periodo di divieto di alienazione e, soprattutto, defiscalizzati, anche se con un tasso di interesse molto basso. I manager italiani amano il loro paese e certamente non si tireranno indietro ed è ragionevole pensare che tutti insieme, con le altre categorie sociali e del lavoro, sapremo trovare la liquidità necessaria per tamponare la falla.

Superata l’emergenza sarà compito nostro come manager ripartire, ritrovando dentro di noi quello spirito dei manager del dopoguerra che fu dei nostri nonni e dei nostri padri. Noi e i nostri figli dovremo fare altrettanto e dovremo scoprire dentro di noi che ne siamo capaci.

Dovremo smettere di parlare a vuoto di eliminare la burocrazia. Questa volta dovremo eliminarla veramente la burocrazia. Dovremo convincere il Paese che costringere le industrie in una ragnatele di procedure inestricabili non elimina affatto i rischi ma elimina totalmente l’attività produttiva. In una recente trasmissione televisiva in cui si parlava del ritardo nell’acquisto delle mascherine ho sentito qualcuno dire che i ritardi delle gare erano il prezzo da pagare per avere garanzie sui prodotti e sul prezzo. La storia ci insegna che questa affermazione non è vera. L’unica vera garanzia è avere un manager che sia un uomo onesto e che, al contempo, conosca la qualità e il prezzo di quel tipo di prodotto. Solo in questo modo si potrà avere un acquisto rapido e con tutte le tutele. Sia pure nel benessere, o forse proprio a causa di esso, negli ultimi settanta anni il nostro Paese ha perduto progressivamente la cognizione di queste verità. Ma oggi ha l’occasione di rinascere per una seconda volta, affidandosi con fiducia ai manager per i quali lo spirito del dopoguerra non è mai finito.