Dimostra che sei un essere umano


Federmanager Roma

Relazione del Presidente: Uniti oltre ogni sfida

Relazione del Presidente: Uniti oltre ogni sfida

Rimanere uniti oltre ogni sfida. Buongiorno a tutti e grazie per essere presenti così numerosi.

La forza dell’uomo di fronte alle sfide più grandi si compone di tanti elementi, dagli esempi che ci da la natura alle grandi imprese che storicamente siamo capaci di compiere. Da qui dobbiamo ripartire. Dalla nostra forza e dalle nostre capacità. Neanche le sfide più ardue ci devono spaventare. Non dimentichiamoci abbiamo conquistato la luna.

L’Assemblea Federmanager Roma, come ogni anno, vuole essere un’occasione di confronto tra tutti i protagonisti della realtà industriale, occupazionale, economica e sociale del nostro territorio per favorire una riflessione collettiva sulle numerose sfide che ci impone il nostro tempo.

Le istanze disattese

Ci siamo lasciati lo scorso anno con un augurio, un progetto e una richiestal’augurio che Roma potesse tornare ad essere guida dell’innovazione e traino del paese. Il progetto della dirigenza industriale presentato al tavolo per Roma del ministro Calenda per attrarre investimenti, competenze e talenti mettendo a disposizione dei decisori politici l’exepertise e il know how dei nostri manager per affrontare la sfida della trasformazione digitale.

Relazione del Presidente: Uniti oltre ogni sfida

La richiesta alle istituzioni di dare seguito ai passi compiuti perché i documenti presentati non restassero lettera morta ma offrissero a Roma le opportunità che merita e le riconoscessero il ruolo che le spetta nella crescita della regione e del paese.

Il tempo di bilanci

A distanza di un anno, si sa, giunge il tempo dei bilanci e, con non poco rammarico, ci troviamo oggi a prendere coscienza di una realtà che, dati Bankitalia alla mano, rappresenta un territorio che ha rallentato e cresce molto più lentamente rispetto al resto del paese anche in ambiti dove eravamo soliti superare la media nazionale.

Un rallentamento dell’economia laziale dovuto, in particolare, a una diminuzione del comparto servizi e del turismo sempre più low cost.

Da evidenziare la tenuta dell’industria, la cui crescita è frenata nel 2018 dal calo delle esportazioni. Fortunatamente la prima metà del 2019 segna una ripresa di appalti ed esportazioni con un +21%.

Massima priorità va assicurata dunque alla ripresa di opere pubbliche e infrastrutture. Fondamentale è il sostegno all’automotive e alle rinnovabili che consentono la riduzione dei costi energetici e restano settori strategici per la crescita del nostro territorio.

L’occupazione a livello regionale resta stabile, grazie alla crescita degli occupati nell’industria che bilancia il calo di occupazione nei servizi, fattore comunque preoccupante al pari del crollo del 16,2% degli investimenti pubblici.

Se da un lato abbiamo l’aumento al di sopra della media nazionale delle aziende industriali in crescita, dall’altro i servizi hanno segnato un crollo del 15% sul fronte di aziende con investimenti in aumento.

Le aziende che investono maggiormente in capitale umano e rispondono meglio in termini di crescita e competitività restano quelle più strutturate, dove spesso già è presente una forza manageriale.

La managerializzazione delle piccole e medie imprese resta obiettivo fondamentale in termini di aspettative di crescita e competitività del nostro paese.

Facendo mie le parole del ministro Fraccaro sul tema, oggi abbiamo di fronte due importanti sfide imprenditoriali: la capacità di internazionalizzare guardando ai mercati esteri e quella di imparare a fare “rete” costruendo sinergie tra le Piccole e Medie Aziende.

Anche in tal senso siamo in prima linea insieme a Confindustria, infatti il manager di rete è tra le figure professionali inserite nel programma: la certificazione delle competenze di Federmanager strutturata sulle esigenze del territorio.

Non giova la scelta purtroppo diffusa nel nostro paese di operare un ricambio generazionale con tagli lineari e conseguente perdita di know how e competenze specifiche che rappresentano per le aziende un elemento fondamentale estremamente sottovalutato. In tal senso un sistema strutturato di mentoring con trasferimento graduale delle competenze, favorirebbe la continuità dei processi di entrata e di uscita a vantaggio delle aziende e delle persone.

Relazione del Presidente: Uniti oltre ogni sfidaLa formazione fattore chiave

Alla base del rallentamento della crescita giocano un ruolo centrale la carenza di investimenti privati e pubblici, e di formazione qualificataLa formazione sarà sempre più fattore chiave per la ripresa economica del territorio. Viviamo in una società iper competitiva in continua trasformazione.

Per un manager, Sfida vuol dire affrontare questi continui cambiamenti con la prospettiva giusta, sapendo che persino una crisi può essere trasformata in opportunità.

La rivoluzione digitale, come ogni trasformazione ha comportato ricadute importanti anche sul fronte occupazionale e da parte nostra resta sempre alta l’attenzione allo sviluppo delle nuove professionalità richieste dal mercato del lavoro.

Siamo giunti quest’anno alla terza edizione di due tipologie di corsi sviluppati dalla nostra associazione teritoriale:

– Il primo il Corso per DPOdata protection officer – figura sempre più richiesta dalle aziende alla luce dell’adeguamento imposto dal General Data Protection Regulation GDPR entrato ormai a pieno regime anche nel nostro paese

– Il secondo corso relativo all’ Energy Innovation Manager.

Abbiamo certificato con questi corsi oltre 150 colleghi e, su queste iniziative, continuiamo a riscontrare grande interesse e richiesta di partecipazione anche in virtù della alta professionalità dei docenti .

Sempre più strategica, la collaborazione tra Federmanager e Confindustria ha dato vita a progetti innovativi in tema di formazione e politiche attive come l’associazione 4manager e alla nuova società per azioni IWS – industria welfare e salute – costituita oltre che da Federmanager e Confindustria anche dal fasi per realizzare l’offerta integrata di servizi sanitari e amministrativi per i manager.

Grazie all’associazione 4.Manager sono partiti sul territorio i primi progetti formativi condivisi con Unindustria ed è nato l’Os­servatorio del mercato del lavoro e competenze manageriali volto a promuove nuovi approcci alle politiche attive del lavoro per la crescita competitiva delle imprese e del Paese. Ciò significa porre in essere azioni concrete sia per il rilancio economico dei territori sia per il ricollocamento attivo sul mercato dei colleghi che hanno perso il loro posto di lavoro.

Sempre sul fronte delle politiche attive sono arrivati i primi risultati del Progetto Be Manager, che ha consentito la certificazione delle competenze, targata Federmanager, che ha visto la Cer­tificazione di circa 300 colleghi molti dei quali hanno avuto l’opportunità di ricollocarsi.

Tra le Eccellenze su cui puntare

Nonostante il quadro di un’economia regionale in slow motion, il Lazio può contare su elevate competenze professionali e su eccellenze come l’industria Aerospaziale Laziale – che ha rappresentato la nostra regione e il nostro paese al Salone internazionale dell’aeronautica di Parigi – un settore trainante che coinvolge università e centri di ricerca sul territorio, oltre ad alimentare lo Spazio Attivo Roma Tecnopolo della Regione Lazio che ospita startup e progetti di impresa con l’obiettivo, condiviso con l’Agenzia Spaziale Europea e quella italiana, di esportare tecnologia e innovazione dal settore aerospaziale alla vita e ai prodotti di tutti i giorni

Le partite aperte e l’assenza di un piano strategico

Le partite aperte sono tante dunque, vecchie e nuove, ardue e sempre più urgenti. Anche per questa ragio­ne abbiamo dedicato al tema Sfide la nostra Assemblea 2019: per conoscere meglio il futuro che ci attende, focalizzare le azioni da compiere e i passi falsi da evitare per strutturare una strategia chiara ed elaborare quel Piano Strategico di cui continuiamo pesantemente a sentire l’assenza.

Innovazione, Formazione, Sicurezza, Trasporti, sono soltanto alcune delle priorità all’ordine del giorno della nostra organizzazione e della dirigenza pubblica e privata del paese.

Dal canto nostro continueremo, dopo il confronto odierno, la nostra attività di approfondimento dei temi di interesse strategico locale e nazionale e proseguiremo con le nostre iniziative congiunte a favorire il confronto tra istituzioni, aziende, management e mondo accademico.

Relazione del Presidente: Uniti oltre ogni sfidaLa responsabilità condivisa

Scegliamo con responsabilità di essere parte dell’Europa da paese protagonista. Siamo un paese leader in Europa nell’economia circolare e seconda potenza manifatturiera, abbiamo un risparmio privato tra i più alti al mondo. Un paese che non si può definire semplicemente in pochi punti percentuali.

Stiamo lavorando per presentarci preparati, solidi e compatti di fronte alle sfide che ci impone il nostro tempo. Solo così possiamo guardare al futuro con fiducia, vivere il presente con consa­pevolezza e mettere il contributo del management industriale a disposizione di un sistema paese che possa ripartire col piede giusto in Europa e nel mondo.

Ma questa responsabilità che sentiamo forte, come manager e come cittadini, è una responsabilità da condividere con tutti gli attori coinvolti.

A manager e imprenditori il dovere di portare visione, expertise e competenze, alle istituzioni quello di tornare ad investire su grandi opere, infrastrutture e trasporti che creino reti di connettività capaci di ristabilire gli equilibri tra nord e sud e di azzerare le distanze che rallentano il paese.

Saranno le persone a fare la differenza

Gli obiettivi da perseguire sono tanti e ambiziosi ma allo stesso tempo irrinunciabili, soprattutto per un territorio come il nostro che non soltanto deve ripartire, ma deve recuperare il terreno perso in un momento storico in cui Roma paga lo scotto di essere terreno di battaglia tra i poteri forti, nazionali e internazionali, portando sulle spalle una zavorra che frena la crescita e può vanificare ogni sforzo di ripresa.

Per fortuna, l’economia laziale ha un’eredità di primati e valore che l’attuale rallentamento scalfisce ma non abbatte e ancora una volta il management industriale mette le proprie competenze e i propri valori al servizio della collettività, perché da sempre, a fare la differenza, sono le persone.

I rischi di un’involuzione economica sono dietro l’angolo, occorre uno sforzo superiore e l’impegno di tutti. Noi siamo pronti.

Assemblea Ordinaria 2020: Gli Eventi Federmanager Roma del 2019

Bilancio Sociale 2018: Priorità e prossime sfide

Presentato il Bilancio Sociale 2018 di Federmanager Roma, un anno di crescita e consolidamento con l’obiettivo costante di offrire sempre nuove opportunità ai colleghi iscritti

Il bilancio sociale si rivolge prioritariamente agli iscritti e vuole sottolineare l’impegno dell’organizzazione a servizio dei colleghi nella valorizzazione del ruolo del manager, esponendo idee, progetti e iniziative ed esaminandone attività e risultati. L’Assemblea 2019 e la presentazione del bilancio sociale sono anche un’occasione per ribadire le priorità di Federmanager Roma e le prossime sfide.

La Parte Privata dell’Assemblea annuale di Federmanager Roma dedicata alla presentazione del bilancio sociale è stata corredata dalla visione di un video suggestivo che ha riassunto le attività del 2018. Sono 6 le priorità che Federmanager è chiamata ad affrontare:Bilancio Sociale 2018: Priorità e prossime sfideWelfare

Federmanager è da tempo all’avanguardia per la promozione di soluzioni di Welfare a favore dei manager e delle loro famiglie e alla fornitura di importanti servizi, anche in collaborazione con altri soggetti, in campo previdenziale, sanitario e assicurativo.

Valorizzazione delle competenze

La risorsa umana costituisce un fattore strategico decisivo per operare con successo nei mercati. È infatti nella risorsa umana che si concentrano le capacità chiave di gestione e di innovazione, oltre che, naturalmente, nel patrimonio di impianti e tecnologie che rappresentano i tradizionali asset aziendali.

Age Management

L’ottimizzazione della convivenza tra più generazioni. L’avanzamento dell’età pensionabile e il connesso prolungamento dell’età lavorativa, fanno emergere la necessità di politiche mirate di age management ampie ed efficaci. Il successo di queste politiche è condizione unica per mantenere, ai livelli più elevati, le competenze, le prestazioni e la motivazione della dirigenza e quindi la capacità competitiva delle nostre aziende.Bilancio Sociale 2018: Priorità e prossime sfideInnovazione e Industry 4.0

È la quarta rivoluzione industriale. La digital transformation ha ispirato anche nel 2018 una serie di iniziative, progetti e relazioni che confermano il ruolo di protagonista di Federmanager nell’ambito del piano nazionale di governo Industry 4.0, con particolare riguardo alla cyber security e al GDPR, regolamento europeo sul trattamento dei dati personali.

Europei per scelta

Federmanager Roma è da tempo particolarmente attenta ai temi contrattuali e negoziali che riguardano le imprese industriali europee e i manager che vi operano, per promuovere la partecipazione dei colleghi alle strutture di consultazione previste dal dialogo sociale europeo.

Attenzione a etica e inclusione

È accertato che le aziende più attive in termini di riconoscimento e valorizzazione delle diversità di genere, hanno maggiori e crescenti possibilità di risultati imprenditoriali migliori. Anche la diversità etnica e culturale è positivamente corredata alla redditività aziendale.

I FATTI

Le parole del Presidente Giacomo Gargano

Terminato il video ha preso la parola il Presidente Gargano che ha voluto innanzitutto ringraziare i tanti colleghi presenti in sala: “Partecipare alla nostra Assemblea nel difficile contesto in cui ci muoviamo, tanto in azienda quanto nella società, non è un fatto formale, è un atto di grande valore: testimonia la voglia di partecipare attivamente, in prima persona, a porre le basi per la soluzione di problemi che sono, sì, di noi dirigenti, ma che riguardano tutto il Paese”. Ha poi ricordato come il 2018 sia stato un anno di crescita, a partire dal numero dei dirigenti iscritti passati da 9.168 nel 2017 a 9.399 nel 2018, con un incremento di 231 unità: “Un trend positivo che dal 2015 continua a premiare l’impegno, la dedizione e il coraggio”. Conferme importanti vengono dalle elezioni per il rinnovo degli organi sociali federali e degli enti collaterali di Federmanager: “Numerosi i colleghi di Roma che sono stati eletti o riconfermati nelle cariche nazionali e nei CdA degli enti bilaterali e dei fondi integrativi di assistenza previdenziale e sanitaria”. Ha ricordato Gargano come “tutto questo lavoro si è poi tradotto nell’organizzazione di numerosi eventi, seminari, workshop che, anche per il 2018, hanno toccato temi di contingente attualità avvalendosi dell’ausilio di relatori tra i massimi esperti dei rispettivi settori”. Concludendo e guardando al futuro Gargano ha aggiunto: “Sappiamo che le partite aperte sono ancora tante tante, ardue e sempre più urgenti ma sappiamo anche che presentarci preparati, solidi e compatti di fronte alle sfide che ci impone il nostro tempo, vuol dire poter guardare al futuro con fiducia e vivere il presente con consapevolezza”.Bilancio Sociale 2018: Priorità e prossime sfide

Bilancio 2018 e Budget 2019

Bilancio 2018 e Budget 2019

Maria Cristina Scalese, Tesoriere di Federmanager Roma, ha aperto il suo intervento ringraziando l’intera struttura Federmanager Roma per il grande impegno profuso nel corso del 2018: “spendere i soldi degli associati nel migliore modo possibile e cercare di risparmiare è stato l’obiettivo di tutti“. Nel 2018, così come avvenuto nel 2017, “si è mantenuto costante il contenimento della spesa per quanto riguarda soprattutto la parte di gestione amministrativa. Tutte le spese correnti dovute alla gestione dell’amministrazione nonché ai contratti relativi alla spese legali, del personale, parte tecnica, eventi e commissioni per i lavori fatti, hanno rispettato il contenimento della spesa. Nel 2017 abbiamo avuto un avanzo di gestione di 118mila euro circa ed anche quest’anno portiamo un avanzo di gestione di quasi 128mila euro“.

Maria Cristina Scalese, Tesoriere Federmanager Roma

A seguire sono stati illustrati ai soci lo Stato Patrimoniale e il Conto Economico rimessi all’approvazione dell’Assemblea. Per quanto riguarda il Budget 2019, Federmanager Roma organizzerà eventi ed iniziative nel corso dell’anno per mantenere una continuità nel suo apporto alla vita sociale, sia in campo nazionale su diversi temi, sia in campo internazionale per consolidare il dialogo europeo. Servizi previsti, già avviati, verteranno sulla comunicazione delle attività istituzionali, sulla massiccia diffusione sui mezzi di stampa locali e nazionali, sull’utilizzo diffuso dei social network. A tal riguardo mantenere alta la visibilità del programma per e con gli associati resta una delle priorità tra le quali spicca la formazione su diversi ambiti tramite l’effettuazione di corsi e rilascio di attestati o crediti.

Maria Grazia Bertoni, Presidente del Collegio dei Revisori dei conti di Federmanager Roma

Il Collegio dei Revisori dei conti

A chiudere la Parte Privata e l’edizione 2019 dell’Assemblea annuale di Federmanager Roma, è intervenuta il Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti Maria Grazia Bertoni. Leggendo la relazione conclusiva ha sottolineato come “il bilancio d’esercizio fornisce una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria dell’associazione al 31 dicembre 2018 e del risultato gestionale realizzato a tale data“. In considerazione delle risultanze dell’attività e dei fatti e delle informazioni dei quali è venuto a conoscenza “il Collegio propone all’Assemblea di approvare il bilancio d’esercizio chiuso al 31 dicembre 2018 così come predisposto dalla Giunta e dal Consiglio Direttivo, che chiude con un avanzo di gestione pari a euro 127.769“.

 

Il progresso passa per il 5G

Il progresso passa per il 5G

L’avvio delle reti di telecomunicazione di nuova generazione 5G e le sue potenzialità per una crescita della managerialità e dell’innovazione, questi i temi centrali del convegno “5G una ‘rete’ per lo sviluppo del Paese” organizzato da Federmanager Roma

Il 2020 sarà l’anno della rivoluzione senza fili perché entro questa data debutterà il 5G, il prossimo standard di comunicazione mobile che permetterà di collegare ad alta velocità ogni cosa, rendendo reali molti di quei progetti che oggi sono solamente sulla carta. Grazie alle reti 5G gli utenti potranno contare sempre su di un’altissima banda larga a disposizione con una bassissima latenza nella velocità di trasmissione. Intelligenza artificiale, Iot, Smart city, Smart mobility, Smart working, Smart health, Cyber security, Manifattura additiva, sono solo un esempio delle soluzioni e sistemi che attraverso le infrastrutture mobili di nuova generazione troveranno applicazione nell’immediato futuro. Di aspettative e sviluppi si è discusso in un convegno organizzato da Federmanager Roma dal titolo inequivocabile: “5G una ‘rete’ per lo sviluppo del Paese”.

A fare gli onori di casa il presidente di Federmanager Roma e Unione Regionale Dirigenti Industria Lazio Giacomo Gargano che, salutando gli ospiti, ha voluto sottolineare l’impegno dell’organizzazione da lui presieduta nel promuovere occasioni di incontro per discutere di tecnologie che, inevitabilmente, cambieranno la vita di ognuno di noi. Ma nello stesso tempo accendere il motore della ripresa e favorire una crescita della managerialità e dell’innovazione per meglio affrontare il futuro ed il modo di lavorare.

Il progresso passa per il 5G

Guelfo Tagliavini, Consigliere Federmanager Roma e Coordinatore Commissione Innovazione e Tecnologie, aprendo i lavori, ha sottolineato come il passaggio al 5G rappresenterà un business miliardario che si consumerà nei prossimi anni e che genererà una radicale trasformazione dei modelli di sviluppo economico e sociale, precisando che innalzare barriere per tentare di frenare l’avanzata tecnologica è impresa azzardata e antistorica. Senza trascurare in ogni caso la necessità di uno sforzo congiunto per definire standard che possano garantire i più alti livelli di sicurezza nell’uso e nella gestione di dati sensibili. Forte la richiesta poi di istituire un ministero in grado di “guidare” uno dei settori più importanti e delicati della nostra economia. Diventa fondamentale prevedere un ministero per la governance del Mondo Digitale.

L’incontro di Federmanager Roma, impreziosito dalla relazione di Franco Vatalaro, Ordinario di Telecomunicazioni all’Università di Roma Tor Vergata, ha avuto il merito di aprire un dibattito tra colossi delle telecomunicazioni cinesi ed europei. Per Zte è intervenuto il Direttore Affari Regolatori e Istituzionali Alessio De Sio, per Huawei il Presidente Luigi De Vecchis, per Ericsson il Direttore Generale Alessandro Francolini ed infine per Nokia l’Amministratore Delegato Massimo Mazzocchini.

Un confronto che ha messo in evidenza gli aspetti tecnologici e le esperienze in corso, i programmi di investimento nel campo della ricerca e delle competenze, l’impegno sui temi della formazione e su quello degli accordi tra industria ed università. Un incontro all’insegna della concretezza e dello spirito imprenditoriale che non ha lasciato spazio alle polemiche ed ai veti incrociati alimentati da varie componenti politiche interne ed internazionali. A conclusione dei lavori, in videoconferenza, il saluto ai partecipanti di Elio Catania Presidente di Confindustria Digitale.

Donne: forza e talento da premiare

Donne: forza e talento da premiare

La terza edizione 2018 del Premio Minerva Donna d’Eccellenza ha voluto ribadire l’importanza per il mondo manageriale di una forte presenza femminile. Sono quattro i premi assegnati a professioniste che hanno saputo distinguersi puntando sulla determinazione e la valorizzazione del proprio talento

Il Premio Minerva Donna d’Eccellenza nasce su iniziativa di Federmanager Roma nel 2016, come riconoscimento assegnato ogni anno a quattro donne manager che hanno saputo conciliare vita familiare e professionale, distinguendosi nel mondo dell’industria. Lo scorso 13 dicembre 2018 la sede LUISS Business School di “Villa Blanc” a Roma ha ospitato la terza edizione. Una manifestazione caratterizzata dalla larga partecipazione del mondo industriale e istituzionale e che ha voluto onorare le donne che con il proprio lavoro e la propria determinazione hanno saputo distinguersi nei rispettivi ambiti di attività. Giacomo Gargano, Presidente Federmanager Roma e Unione Regionale Dirigenti Industria Lazio, ha voluto sottolineare come “L’avere ideato questo riconoscimento mi rende particolarmente orgoglioso. Dal 2016 assegniamo il Premio Minerva Donna d’Eccellenza a donne che con lavoro e grande determinazione sono state decisive per il successo delle loro aziende, valorizzando la cultura, il sapere, l’etica e le competenze a 360 gradi, elementi comuni agli oltre 20 mila manager che rappresentiamo”. Una giuria qualificata, composta da Top Manager, rappresentanti delle Istituzioni, del mondo accademico e delle parti sociali, ha deciso quest’anno di assegnare all’unanimità il Premio Minerva Donna d’Eccellenza a:

Eleonora Andreatta Direttore Rai Fiction

Francesca Di Carlo Direttore People and Organization Gruppo Enel

Marcella Panucci Direttore Generale Confindustria

Elisabetta Romano – Chief Technology Officer TIM

Marcella Panucci, Direttore Generale Confindustria, premiata da Stefano Cuzzilla, presidente nazionale Federmanager e Giovanni Lo Storto, Direttore Generale LUISS Guido Carli. Con loro Rita Santarelli presidente Vises Onlus

Il presidente Giacomo Gargano premia Francesca Di Carlo, direttore People and Organization Gruppo Enel

Elisabetta Romano, Chief Technology Officer TIM, premiata da Cesare Avenia, Presidente Ericsson T. S.p.A. e Giuseppina De Cicco, Coordinatrice Gruppo Federmanager Minerva Roma

Giacomo Gargano premia con una special mention l’onorevole Annateresa Formisano

Eleonora Andreatta, direttore Rai Fiction, premiata da Nicola Claudio, direttore Governance Rai e Giuseppina De Cicco

Le premiate sono state presentate da: Nicola Claudio, Direttore Governance RAI; Patrizia Grieco, Presidente di Enel; Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager e Cesare Avenia, Presidente Ericsson T. S.p.A. Assegnate anche due special mention, rispettivamente all’On. Annateresa Formisano e all’imprenditrice Micaela Pallini. “Le quattro manager premiate – ha concluso Garganosi distinguono quali promotrici e portatrici di benessere dentro e fuori l’azienda, e incarnano quei principi che devono ispirare lo stile di vita delle manager di oggi e delle giovani manager del futuro. Anche per questo motivo innescare fenomeni di contaminazione positiva è una nostra priorità, come sostenere e incentivare le donne a procedere verso obiettivi personali e professionali sempre più ambiziosi e sfidanti”.

Rilanciando l’importanza di favorire la leadership femminile, Stefano Cuzzilla, Presidente nazionale Federmanager, ha dichiarato: “Una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro potrebbe far crescere il nostro Pil di 15 punti. Premiare il successo professionale e di vita di queste quattro donne è quindi anche un modo per sensibilizzare le imprese e le istituzioni a fare di più”.

Impresa che fa scuola

Impresa che fa scuola

Il modello Impresa che fa scuola, creato da Vises Onlus nel 2014, è fondato sulla convinzione che la conoscenza non sia trasmessa, ma costruita da chi apprende nella propria mente, dall’interazione fra l’esperienza che sta vivendo e le sue conoscenze precedenti. Jean Piaget, educatore e fra i padri di questa teoria dell’apprendimento, evidenziava che si apprende meglio quando si è coinvolti nella realizzazione di un prodotto (fisico o cognitivo) che lo studente considera importante e significativo. Ed è proprio dalla scuola romana a lui intitolata, l’IIS Jean Piaget che riparte, sul territorio della Capitale e grazie al supporto di Federmanager Roma, l’edizione 2019 del nostro progetto. Una nuova edizione arricchita grazie ad un intenso lavoro di coprogettazione sviluppato con i docenti dell’istituto romano, che coinvolge le ragazze della “3 A– Moda” in un percorso più intenso e articolato sul modello classico dell’intervento Vises sul quale, per la prima volta, è stata innestata una Unità di apprendimento multidisciplinare alla quale partecipano i docenti del Consiglio di classe, ciascuno con la propria materia di insegnamento.Impresa che fa scuola Grazie ad un linguaggio comune creato fra mondo del lavoro e della scuola, accanto all’inserimento nell’attività didattica tradizionale di compiti reali, Impresa che fa scuola, ci consentirà di condurre una valutazione condivisa del processo che accompagna i ragazzi nello sviluppo delle competenze trasversali che diventano sempre più importanti per cogliere appieno le potenzialità e le attitudini degli studenti, permettendo di adeguare e meglio definire il curriculum individuale e sviluppare un’azione di orientamento al mondo del lavoro meglio definita e tarata sulle competenze dello studente.

Un’iniziativa da seguire sul nostro sito, www.vises.it, che sta crescendo nel tempo e che offre agli Istituti superiori italiani la possibilità di adottare innovazioni didattiche in linea con il nuovo modo di fare scuola che non parla più di alternanza scuola lavoro, ma di percorsi per lo sviluppo delle competenze trasversali e per l’orientamento, in un’ottica di crescita comune e condivisa, in cui la cultura manageriale può e deve rappresentare un faro per la crescita delle nuove generazioni.

La sicurezza in Italia: un impegno comune

La sicurezza in Italia: un impegno comune

Un convegno che, grazie al qualificato contributo di professionisti del settore, personalità delle istituzioni, tecnici e rappresentati delle aziende, ha delineato un quadro esaustivo sul tema Sicurezza e Legalità

Lo scorso 30 gennaio, nei prestigiosi ambienti della Casa dell’Aviatore a Roma, si è svolto il primo dei tavoli telematici proposti dalla Fondazione Italiana per la Legalità e lo Sviluppo, in partnership con KSM SpA, Istituto di Vigilanza ARGO e Federmanager Roma, dal titolo “Mediterraneo. Società e Città Sicure”, inserito nel programma itinerante “Sicurezza Italia” previsto per il 2019. Ad aprire i lavori il Generale dei Carabinieri in congedo Giuseppe Fausto Milillo, presidente della Fondazione, che ha posto l’attenzione su un concetto fondamentale, il “binomio tra Sicurezza e Legalità” quale motore per una nuova “crescita economica” e “premessa indiscutibile ed indispensabile per rimodulare e dettare nuove ipotesi e nuove strategie imprenditoriali e sociali”.Federmanager Roma era rappresentata dal suo presidente Giacomo Gargano, che ha voluto porre l’accento su temi attuali e fondamentali quali la presenza di migranti e la sicurezza in città, con la necessità di rafforzare l’eccellente operato delle Forze di Polizia e delle Forze Armate, con il costante supporto delle associazioni di volontariato, della protezione civile, della polizia locale e degli istituti di vigilanza.

A seguire l’intervento del Procuratore Aggiunto della Procura di Benevento Giovanni Conzo. In rappresentanza delle sigle associate, delle aziende e delle professionalità si sono susseguiti gli interventi di Fabrizio Luciolli, Presidente del Comitato Atlantico Italiano, Umberto Saccone, Presidente IFI – Intelligence & Fraud Investigation, Andrea Chittaro, Presidente AIPSA (Associazione Italiana Professionisti Security Aziendale). A seguire è intervenuto il Presidente di Federsicurezza Luigi Gabriele, prima dell’Assessore alla Sicurezza e Legalità della Regione Campania Franco Roberti.Le conclusioni del dibattito sono state affidate a due esponenti dell’esecutivo, il Sottosegretario al Ministero degli Interni, l’On. Stefano Candiani, autore di un articolato e puntuale intervento sui temi interconnessi di legalità e sicurezza, sulle prospettive future del Paese in merito all’annosa questione migratoria e al Sottosegretario al Ministero della Difesa On. Angelo Tofalo, il cui contributo, particolarmente apprezzato al pari del precedente, si è focalizzato sulle sfide future per l’Italia e per l’intero mondo globalizzato attorno al tema sicurezza.

Pronti per gli Head Hunter?

Pronti per gli Head Hunter?

Federmanager Roma prosegue il ciclo di incontri con gli Head Hunter, i professionisti specializzati nella ricerca di top manager. Nuovi spunti e consigli per offrire ai colleghi gli strumenti migliori per non farsi trovare impreparati in un mercato del lavoro sempre più competitivo

Gli Head Hunter sono i cacciatori di teste, professionisti altamente competenti nella selezione di personale qualificato e destinato a ricoprire posizioni strategiche all’interno di aziende locali e multinazionali. Una figura fondamentale, un professionista specializzato nell’individuare e selezionare professionisti, generalmente focalizzandosi sul middle & top management.

Per ogni figura manageriale è fondamentale diventare preda degli Head Hunter: ma come farlo? Come presentarsi nel ruolo di candidato migliore? Come conquistare un posto da top manager? Le indicazioni più preziose arrivano da Federmanager Roma, che ha promosso una serie di incontri con protagonisti i cacciatori di teste, coloro che ogni giorno si imbattono in centinaia di profili alla ricerca della loro “preda”: la figura giusta per la propria azienda, l’asso vincente su cui puntare per battere la concorrenza. Già due gli appuntamenti nel 2019, presso la sede Federmanager Roma: il 17 gennaio con la partecipazione di Anna Rita Borraccetti, Amministratore Delegato Metes HR, e Rossella Martelloni, Consulente HR e Management, Coach e Trainer.

Pronti per gli Head Hunter?A seguire il 7 marzo con gli interventi di Carlo Caporale, Amministratore Delegato Wyser, e Rossella Martelloni, Consulente HR e Management, Coach e Trainer. Il presidente di Federmanager Roma, Giacomo Gargano, aprendo i lavori di entrambe le giornate, ha voluto rimarcare come sia di “fondamentale importanza ascoltare i consigli dalla voce di consulenti esperti che forniscono preziose dritte sul come farsi scegliere. Eventi come questi confermano il nostro impegno nel favorire l’incontro tra manager e cacciatori di teste. Vogliamo dare ai nostri colleghi gli strumenti migliori per crescere e stare al passo con i tempi. Bisogna saper competere in un mercato come quello di oggi. Vogliamo offrire occasioni di incontro e confronto, di crescita e formazione”.

Gli incontri con gli Head Hunter promossi da Federmanager Roma nascono per rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione, che spinge i manager ad approfondire le tecniche di recruiting applicate day by day dalle società del settore. Ogni incontro registra consenso e partecipazione. “Il gruppo Giovani di Federmanager Roma continua la sua serie di incontri con gli Head Hunter e ogni occasione rappresenta uno spunto di riflessione su dove sta andando il mercato del lavoro; ma soprattutto si hanno una serie di indicazioni utili su come ogni manager deve reagire per farsi trovare sempre pronto” ha sottolineato Renato Fontana, Coordinatore Gruppo Giovani Federmanager.

Autonomia differenziata, quali prospettive?

Autonomia differenziata, quali prospettive?

Il tavolo tecnico organizzato da Federmanager Roma il 26 marzo, chiamando a partecipare Istituzioni, Tecnici e Stakeholder, ha dato il via al dibattito: quale futuro per Roma e per il nostro paese?

All’incontro, moderato dal giornalista de Il Messaggero Andrea Bassi, hanno preso parte il Presidente Federmanager Stefano Cuzzilla, il Presidente Federmanager Roma Giacomo Gargano, il Viceministro dell’Economia e delle Finanze Laura Castelli, l’on. Francesca Gerardi – Vice Capogruppo Commissione Finanze Camera dei Deputati, il prof. Adriano Giannola – Presidente Svimez, l’Ing. Nicolò Rebecchini – Presidente Acer, il dr. Gianfrancesco Romeo – Capo Ufficio Legislativo Ministro per il Sud – il dr. Lorenzo Tagliavanti – Presidente Infocamere e l’Ing. Filippo Tortoriello Presidente Unindustria Lazio.Autonomia differenziata, quali prospettive? Come ricordato dal Presidente Federmanager Roma, Giacomo Gargano, con il dibattito organizzato il 26 marzo, si è voluto “favorire un confronto su una questione delicata che oltre a spostare risorse per miliardi di euro, si parla di oltre 21 miliardi, ha ripercussioni politiche, economiche, istituzionali e costituzionali con ricadute considerevoli sul futuro di molti territori”. “Va scongiurato il rischio di aumento della distanza tra regioni ricche e regioni povere.ha sottolineato il Presidente –  Si deve pensare ad una soluzione per far fronte a questioni di fondamentale rilevanza come quelle dell’ambiente, del settore energetico e delle infrastrutture e del governo del territorio. Per non parlare di scuola e sanità”. Roma? Merita un progetto di sviluppo strutturato al pari delle grandi capitali europee e va tutelata nella sua funzione di capitale del Paese. “Bisogna sicuramente evitare il depauperamento di territori già compromessi – ha continuato il Presidente Gargano –. Serve un progetto concreto di sviluppo che porti risorse adeguate, sia pubbliche che private, che siano in grado di arginare il rischio di un aumento del divario già esistente”. Dello stesso avviso il Presidente Federmanager Stefano Cuzzilla che, nel ringraziare il Presidente Federmanager Roma in apertura del dibattito, ha ricordato: “Ben vengano le trasformazioni ma ragionate. Le regioni devono poter camminare alla stessa velocità – ha proseguito il presidente Cuzzilla – Abbiamo regioni virtuose che è importante vengano supportate nei più diversi settori: dalla sanità, all’energia, ai trasporti. Per non parlare di una grande sfida che è quella della logistica“.

I rischi?

Con l’autonomia differenziata regionale, insomma, c’è il rischio concreto, come qualcuno paventa, di una “disarticolazione” dello Stato in poche mosse per fare di Roma una scatola vuota? Sono state poste domande importanti che hanno coinvolto i presenti e animato il confronto. “Ci sono alcune misure richieste nell’autonomia regionale differenziata ha sottolineato il Vice Ministro Laura Castelliche andrebbero estese a tutte le Regioni, perché renderebbero l’Italia migliore. Il tema dell’autonomia è sicuramente un’occasione da non perdere, per aumentare la competitività dell’intero Paese. In questo – ha concluso – si incastra anche il lavoro che come Governo stiamo facendo per la riforma del TUEL, che incide sulla possibilità per molte realtà di rafforzarsi”. Il tema, insomma, è di quelli particolarmente “spinosi” che stimola numerose riflessioni a 360 gradi.Il professor Giannola, in assoluta controtendenza rispetto al Viceministro, ha ricordato: “Queste intese modificano esattamente il punto della Costituzione che parla di uguaglianza tra i cittadini, anzi cristallizzano il fatto che i diritti non sono gli stessi in tutti i territori. Qui c’è un problema surrettizio, quello di voler cambiare la Costituzione“. Rispetto alle considerazioni del Viceministro Castelli sulla “questione del Nord” il professor Giannola è categorico: “Avere più risorse per far riprendere il Vento del Nord è un’illusione. Dobbiamo pensare a qualcosa di più inclusivo e che comprenda anche il Vento del Sud se vogliamo evitare che l’Italia vada a sbattere e finire commissariata entro tre anni. Edulcorare questi aspetti è una grossa responsabilità“. “L’autonomia può andare beneha aggiunto il professor Giannolama perché allora nella bozza delle intese si parla di autonomia come rivendicazione del cosiddetto residuo fiscale finanziario? Si chiede un riconoscimento del ruolo della capacità fiscale ma è un concetto contro il diritto di cittadinanza dell’approccio costituzionale”.

Serve un piano strategico per Roma

Sono tematiche su cui occorre avere un approccio laicosottolinea nel suo intervento Filippo Tortorielloil   livello essenziale delle prestazioni da garantire a tutti i cittadini, è questa la responsabilità che si deve assumere lo Stato. Pensiamo alla sanità. Il tema delle autonomie differenziate, così come è stato pensato, rischia di rendere ancora più difficile la situazione per Roma. Le capitali di tutto il mondo sono le locomotive per l’economia del paese. Occorre, dunque, un piano strategico per fare di Roma una città attrattiva, resiliente e internazionale“.

Sulla necessità di attuare un nuovo modello più competitivo per Roma è d’accordo anche Nicolò Rebecchini: “Il rischio che le autonomie così concepite possano avere una ricaduta sugli aspetti economici della città è reale. Regioni ricche che continueranno ad arricchirsi e impoverimento e disoccupazione per la nostra città. Bisogna però cavalcare questo momento di spinta di autonomia regionalista per poter inserire il problema della nostra capitale altrimenti il futuro sarà sempre più difficile“.

Secondo Tagliavanti che non apprezzaquesto federalismo fai da te“, “non è solo un problema di soldi ma di funzioni“. La Roma moderna è la Roma Capitale, una Roma capace di poter competere con l’Europa, un’esigenza istituzionale per la realizzazione di uno status diverso per la città. E Tagliavanti ricorda, per sottolineare che non si tratta solo di un problema di soldi, che “con i numeri del residuo fiscale dopo la Lombardia, c’è il Lazio, quindi a Roma converrebbero anche le autonomie“.

Insomma, tocca capire, come ricorda Gianfrancesco Romeo, “quanto si può cavare davvero dalle materie delle autonomie differenziata, quanta autonomia si può prendere e si può chieder realmente, quanto l’attuale tessuto costituzionale ce lo permette“. L’onorevole Francesca Gerardi spiega: “Questo tavolo è un momento molto importante per ascoltare i diversi pareri. Promuovere queste autonomie serve ad alleggerire i conti dello Stato e a gestire al meglio le proprie risorse per distribuirle a pioggia sul resto dell’economia. Ritengo che sia un’opportunità da non perdere ma è anche necessaria una migliore comunicazione tra Regioni e Stato. Penso al problema dei rifiuti. Con l’autonomia regionale si potrebbero risolvere anche questi problemi“.

Le conclusioni del Presidente Gargano

Il tavolo tecnico, insomma, è stato un vero e proprio confronto, a tratti animato, sempre molto verticale su problematiche e soluzioni. Il presidente di Federmanager Roma ha precisato, nel suo intervento finale: “Su questo tavolo oggi sono state dette cose importantissime. Si è capito che l’autonomia non è una cosa negativa come era stata presentata inizialmente, che è necessaria ma che va affrontata con tutti i criteri, con senso di responsabilità. Per questo chiedo al governo e a ognuno di noi di fare il proprio ruolo perché anche noi, quando il tema verrà portato in Parlamento, dobbiamo essere ascoltati. Roma deve essere considerata nel modo che le spetta perché è la Capitale d’Italia. Siamo noi che dobbiamo dare indicazioni e che possiamo farlo su tutte le cose che succedono in questa città. Il futuro dipende anche da noi perché depauperare Roma significa depauperare il paese, significa togliere tutto quello che c’è di collante tra Nord e Sud. Parlamento e parti sociali devono intervenire e collaborare insieme. Ecco il nostro auspicio. Abbiamo in Italia degli esempi così importanti, dobbiamo trovare il modo di utilizzarli e migliorarli“. “Ringrazio tutti i partecipanti al tavoloha concluso il Presidente Federmanager Romaa cominciare dalle Istituzioni che hanno accettato di intervenire oggi. I nodi da sciogliere sono intricati e cruciali. Il nostro auspicio è che si opti per una soluzione che agisca nel rispetto delle peculiarità territoriali e pensi ad un’Italia con un futuro di peso in Europa”.

Università, imprese e manager: un impegno comune per la formazione

Abbiamo incontrato il rettore dell’Università La Sapienza di Roma Eugenio Gaudio per parlare di formazione degli studenti verso il mondo del lavoro e di nuovi indirizzi di studio, con l’obiettivo di accrescere la competitività internazionale delle nostre imprese ed affrontare le nuove sfide in ambito regionale e nazionale

Federmanager è la federazione dei dirigenti delle aziende industriali e – da sempre – ha particolarmente a cuore la crescita delle aziende e la nascita di nuove, nella piena consapevolezza che la tutela del lavoro manageriale trova la sua migliore espressione nel prosperare della vita industriale. Ma per procedere in tale direzione è indispensabile comprendere che la crescita industriale non è possibile senza la cultura, la formazione e la ricerca scientifica. Per questo l’Università, il mondo industriale e il mondo manageriale sono tre colonne unite da un vincolo indissolubile. Un patto non scritto che, di fatto, ha consentito al nostro paese di risollevarsi nel secondo dopoguerra e di restare sulla rotta giusta nonostante tutte le tempeste. Noi di Federmanager Roma abbiamo la fortuna di avere nella Capitale la nostra Università La Sapienza, una delle più grandi e antiche università del mondo. Per quelli tra di noi che hanno qualche capello bianco, e che hanno studiato in un’epoca in cui l’offerta formativa era meno variegata di oggi, la Sapienza rimarrà sempre nel nostro cuore semplicemente come l’Università. Per capire come rinnovare e perpetuare questo patto virtuoso tra le aziende, i dirigenti industriali e la nostra Università oggi abbiamo fatto qualche domanda al Magnifico Rettore Eugenio Gaudio.

Cosa pensa della necessità di indirizzare la formazione universitaria verso il mondo del lavoro e delle imprese?

Su questo tema farei alcune distinzioni. Penso che nella globalizzazione sia sempre più indispensabile generare la massima interazione per gestire i cambiamenti, ma per raggiungere questo obiettivo servono persone flessibili e capaci di formazione continua. Il mondo del lavoro si trasforma in maniera rapida e ci richiede un nuovo approccio alla formazione che sia innovativo e antico al tempo stesso. Si tratta di far crescere e formare gli individui, gettando le basi dello sviluppo della personalità di ciascuno in maniera tale da metterlo in grado di produrre i valori indispensabili nel futuro che sono la flessibilità e la capacità di formazione continua. Per questo la maggior parte dei corsi di laurea deve avere un’impostazione e una metodologia fondate proprio su quella caratteristica di interdisciplinarità che fa a tutt’oggi della formazione universitaria italiana un’eccellenza riconosciuta all’estero, laddove i nostri laureati si confrontano con quelli degli altri atenei del mondo. Poi certamente, in casi mirati e molto ben soppesati, si possono introdurre dei corsi di laurea professionalizzanti, ma sempre senza perdere di vista la formazione della personalità generale dell’uomo, che è il valore più prezioso anche per il suo futuro professionale.

Negli anni passati sono nati molti nuovi indirizzi di studio ma non tutti sono stati orientati verso il mondo del lavoro e, in particolare, verso il mondo della produzione industriale. Quali le cose buone e quali gli errori in questo settore?

Tra le cose buone bisogna ricordare la progettazione e l’istituzione, per studenti italiani e stranieri, di nuovi corsi di laurea internazionali, molti dei quali insegnati in lingua inglese ed è giusto menzionare anche i programmi come Erasmus che fanno svolgere parte degli studi all’estero, generando esperienze di vita, oltre che didattiche e scientifiche, per gli studenti di oggi e i cittadini di domani. È stato ottimo anche l’aumento dell’interdisciplinarità dei corsi, come ad esempio nei settori dell’economia e del management, laddove, oltre ai tradizionali insegnamenti di competenze economiche, finanziarie e legali, oggi sono stati inseriti moduli di sociologia, di filosofia, di comunicazione e d’informatica. Infatti il manager moderno è sempre più un “coordinatore di persone” e deve sapere interagire e motivare con la flessibilità che richiedono i rapporti umani. Le cose “meno buone” sono state quelle della replicazione di alcuni corsi tradizionali o della trasformazione di antichi corsi in piccoli corsi triennali. Ad esempio è capitato che un corso di studi unico di quattro o cinque anni sia stato trasformato in una laurea triennale come se fosse un piccolo “bignami” del precedente iter di studi. Queste “riduzioni” se non adeguatamente progettate diventano solo una brutta copia delle lauree tradizionali. È importante, invece, che i corsi di primo ciclo siano profondamente pensati per dare basi solide e metodologiche agli studenti e i corsi magistrali siano progettati per dare un indirizzo specifico. Per arrivare poi alle attività di formazione di terzo livello, come dottorato, specializzazione e master, che dovranno coniugare questa preparazione, solida e sfaccettata, con un aggiornamento continuo e con competenze di applicazione professionale pratica. Ed è con questo sistema che si può gestire il continuo rinnovo che il mondo contemporaneo esige da noi. Infatti con la specializzazione in medicina si diventa super specialisti in un determinato settore ma è con i master che si fa quella formazione continua di aggiornamento e confronto con la pratica quotidiana che è indispensabile per essere i medici del domani.Università, imprese e manager: un impegno comune per la formazione

Quali a suo avviso sono stati i cambiamenti di successo nel riassetto degli indirizzi di studio già operati nella giusta direzione dal suo Ateneo?

Abbiamo avviato molte iniziative di successo con indirizzi di cyber security, intelligenza artificiale e robotica. Hanno uno straordinario successo i nostri corsi di ingegneria dell’informazione e ingegneria gestionale. Particolare soddisfazione ci stanno dando i corsi di scienze della moda. Questi ultimi non sono certo insegnamenti che servono a fare il sarto, ma indirizzi che mettono in condizioni di approfondire la storia, la cultura e l’arte che stanno alla base del grande fenomeno italiano della leadership nella moda, che nasce anche e soprattutto dal portato storico culturale che ognuno di noi italiani si porta dietro anche in modo inconsapevole: la scienza dei tessuti, il gusto dei disegni, la cultura sotto gli aspetti geografico, etnico e religioso. Questi sono tutti valori che entrano in gioco nella composizione di un capo d’abbigliamento. Le linee di gusto artistico vengono dagli studi delle proporzioni di Leonardo, proseguono fino ai grandi quadri del rinascimento e arrivano ai colori che hanno caratterizzato la storia dell’arte contemporanea. Quando si affrontano tutte queste tematiche con spirito scientifico ci si accorge che, per fare di un foulard un capolavoro artistico, serve tanta cultura.

Come pensa che si collochi l’Italia rispetto agli altri paesi del mondo su questo tema del rapporto tra università e lavoro e, eventualmente, da quali paesi avremmo qualcosa da imparare e perché?

Io penso che l’Italia si trovi collocata molto bene e non lo dico per la posizione che ricopro ma per quello che vedo quando vado all’estero e constato la grande capacità degli italiani di interagire nelle professioni a tutti i livelli. La cultura, le basi metodologiche, storiche e scientifiche della formazione italiana, ci portano dappertutto ad adattarci all’ambiente e ad avere rapporti buoni e storie di indiscutibile successo. Quello che dobbiamo migliorare è la relazione tra università e imprese e, per farlo, dobbiamo fare uno sforzo da tutte e due le parti. Le imprese non devono pensare che l’università sia la struttura che gli prepara i dipendenti per il singolo lavoro che c’è da svolgere in quel momento, l’università è fatta per formare le persone per un’intera carriera di ruoli professionali futuri in un mondo che cambia e non certo soltanto per “coprire” una necessità momentanea, perché quest’ultima sarebbe una scelta davvero miope. Quando parliamo di università parliamo di formazione e non di nozionismo. Ma certamente da parte dell’università bisogna riuscire a comunicare maggiormente con il mondo dell’impresa per favorire la formazione continua e per incrementare gli stage e le collaborazioni di ricerca che renderebbero fortissimo il rapporto tra azienda e università. Abbiamo recentemente favorito la nascita di molte start up di giovani proprio per andare in questa direzione. Su tutte queste cose dobbiamo collaborare e, se posso concludere con un esempio di cosa sia un manager moderno, voglio ricordare un grande manager, Sergio Marchionne, laureato in lettere e filosofia, e quindi non un super tecnico, ma un uomo che con la sua cultura ha saputo capire a livello globale quali fossero le esigenze e ha traghettato una grande azienda in modo vantaggioso laddove sembrava impossibile.Università, imprese e manager: un impegno comune per la formazione

Federmanager Roma ha intrapreso una collaborazione con La Sapienza per lavorare insieme ad un approfondimento sugli indirizzi di sviluppo della nostra regione al 2030, con l’intento di dare vita ad un convegno sul tema e ad una serie di articoli su “Professione Dirigente”. Cosa pensa di questa iniziativa? E cosa pensa che potremmo fare di più per collaborare a questo tema su base regionale?

Sono convinto che sia una iniziativa di qualità che mette insieme l’università e una realtà importante nella capitale come Federmanager Roma. Su questo campo della collaborazione e della formazione continua dobbiamo fare moltissimo anche a livello nazionale insieme a Federmanager, perché le competenze necessarie al mondo manageriale cambiano in continuazione e si devono affrontare sempre nuovi scenari. Per il mondo del management sono sempre di più le competenze che devono essere condivise da chi governa un’impresa con gli studiosi di economia, di storia e di geografia (materia spesso sottovalutata) e la collaborazione è diventata una necessità irrinunciabile. La geografia ad esempio è diventata importantissima e purtroppo vedo che i giovani la stanno perdendo, ma senza una conoscenza geografica di tipo scientifico non si capisce il mondo globalizzato. Nella stessa direzione abbiamo inaugurato da poco il più grande centro linguistico delle università italiane. Un luogo di studio dove si possono approfondire tutti gli idiomi dal sanscrito al cinese. E più che mai le lingue sono fondamentali per il manager di oggi.

Alcune idee potrebbero essere quelle di invitare Manager ad esporre casi industriali di successo agli studenti. Ovvero invitare esponenti di Federmanager a raccontare agli universitari le luci e le ombre della vita dei Manager nel mondo del lavoro. Oppure invitare studenti e professori della Sapienza presso il nostro Auditorium di Federmanager per raccontarci come si stanno formando i giovani per farli entrare nel nostro mondo di lavoro e attivare un proficuo dibattito al riguardo. Cosa ne pensa?

Assolutamente sono convinto che il blended Learning sia una modalità importantissima. Quindi è ottimo sia portare all’interno della formazione universitaria l’esperienza sul campo, per dare una visione della teoria coniugata con la mutevolezza della pratica e sia portare il mondo accademico a conoscere meglio la vita delle imprese. Seminari, lezioni con scambi reciproci saranno la modalità migliore. Un mezzo potente in questa direzione per i manager più impegnati è oggi il mezzo telematico. Nel nostro ateneo abbiamo l’università telematica Unitelma Sapienza che, senza sostituire gli incontri diretti che sono sempre importanti, mette tuttavia a disposizione la possibilità di avere dei moduli online che si possono sfruttare anche nei ritagli di tempo, per esempio nei fine settimana, su cui aggiornarsi sulle novità introdotte da nuove normative, come ad esempio sulla privacy o riguardo alla sicurezza sul lavoro. Si tratta di un sistema misto, presenza personale più lavoro online, il quale, con tutte le verifiche del caso, offre ai manager molte opportunità di aggiornamento.

I manager del Lazio come tutti gli altri manager del Paese sono sottoposti ad una grande pressione per sostenere sfide della globalizzazione che ci impone di competere con esportazioni di grandissima qualità visto che raramente, nonostante siamo campioni di automazione, possiamo competere con i prezzi a causa dell’altissima pressione fiscale del paese e del basso livello dei servizi. Cosa pensa che potremmo fare tutti insieme, imprese manager e università, per spingere la politica ad aiutarci a liberare la nostra forza di ricerca e di produzione da questi vincoli che la soffocano?

Penso che i due pilastri su cui si può appoggiare il Paese per un rilancio industriale sono la cultura scientifica e il mondo manageriale. Il primo obiettivo comune deve essere quello di un aumento del numero di laureati. Oggi l’Italia è uno dei fanalini di coda in questo campo, con un numero di laureati nei giovani di età tra i trentadue e i trentaquattro anni inferiore al 25% della popolazione, mentre i paesi con cui ci confrontiamo sono molto più avanti, la Francia e la Germania sono vicini al 40% e la Gran Bretagna supera addirittura il 40%. Noi italiani dobbiamo raggiungere assolutamente l’obiettivo europeo del 40%, perché oggi ci troviamo nella scomoda situazione di avere una prima fascia professionale di assoluta qualità mondiale, come abbiamo detto prima, e poi una fascia sottostante che è decisamente meno qualitativa e la cui media di istruzione ci situa al di sotto degli altri paesi nostri concorrenti. Questa crescita culturale media ci aiuterebbe a mantenere i giovani salvaguardati dalle sirene dell’assistenzialismo e dalle illusorie lusinghe della criminalità, che ancora oggi purtroppo infesta il Paese. Un’alleanza tra i manager e l’università, con la formazione e la ricerca come pilastri, è proprio la spinta culturale che serve per uscire da queste secche e rilanciare la nostra Italia per le sue doti di cultura, innovazione e qualità che sono motivi per cui siamo apprezzati nel mondo.