Dimostra che sei un essere umano


Economia

Tempi maturi per la sostenibilità delle imprese

Per la propria attività produttiva e per il bene del pianeta è importante che le imprese guardino alla sostenibilità come un’opportunità. A fronte dei vincoli imposti dall’Europa è fondamentale cominciare a prepararsi, a misurare e a comprendere il nesso tra aspetti di sostenibilità, modello di business e processi operativi

Verso la parola sostenibilità cominciamo a sentirci insofferenti: se ne parla in ogni contesto e non c’è prodotto che non sia pubblicizzato per le sue – presunte – doti ambientali. Ma il tema, soprattutto se declinato sulle imprese, rimane ancora poco chiaro, legittimando interpretazioni parziali, per esempio di chi ci vede solo un’operazione di immagine, o la destinazione di risorse a scopi magari nobili, ma a scapito del conto economico.

Una moda, un lusso per pochi. Invece, mai come in questo momento i manager e gli imprenditori avrebbero l’obbligo professionale di approfondire il significato e le implicazioni del tema, proprio per difendere nel tempo il successo delle imprese.

Andiamo per gradi. Primo punto: in che consiste la sostenibilità dell’impresa? In sintesi: generare profitti possibilmente fornendo prodotti e servizi che rispondono a bisogni ambientali e sociali, ma comunque minimizzando gli impatti negativi dell’attività produttiva su ambiente e società. La prima parte può non essere alla portata di tutti, ma la seconda riguarda qualsiasi impresa. Può determinare costi, sì, ma anche ridurre rischi e aprire opportunità se guardiamo oltre il breve termine.

E qui viene il secondo punto: alcuni problemi di fondo, come il cambiamento climatico, richiedono interventi urgenti da parte di tutti, e l’Unione Europea sta puntando con coerenza alla leadership della produzione sostenibile. Per questo ha adottato e adotterà a breve una serie di misure – obblighi, vincoli, incentivi – che avranno nei prossimi anni un profondo impatto sul quadro competitivo, quindi sulla sostenibilità economica delle imprese. Non tenerne conto significa non vedere l’iceberg che si avvicina.

Nel quadro europeo, tutto passa per gli operatori finanziari, obbligati (Regolamento UE 2088 del 2019 e interventi della BCE) a una trasparenza senza precedenti sul grado di sostenibilità dei loro investimenti, prodotti finanziari e impieghi (credito) e a valutare il grado di rischio assunto investendo in attività poco sostenibili, più esposte a crescenti difficoltà di mercato per via dell’inasprimento di regole: si pensi al divieto di vendita di veicoli diesel e a benzina dal 2035. Quali siano le attività sostenibili lo definisce, in base a parametri tecnici, il Regolamento UE sulla “tassonomia” del 2020, che individua le produzioni che aiutino a raggiungere obiettivi ambientali (oggi) e sociali (nel prossimo futuro) senza arrecare danno ad altri obiettivi, proprio in linea con la definizione di impresa sostenibile.

Per chiudere il cerchio, la direttiva sul corporate sustainability reporting, da poco approvata, obbligherà le imprese con più di 250 dipendenti e le quotate anche sotto tale soglia a pubblicare un report di sostenibilità con standard di riferimento univoci. Tra gli indicatori, anche la quota di fatturato derivante da attività allineate alla tassonomia: quello che serve agli investitori e alle banche.

Terzo punto: le PMI non saranno indenni. Il rating integrerà il rischio di sostenibilità e per le imprese più rischiose si restringerà l’accesso al credito e alle assicurazioni, e salirà il costo del danaro. Un’altra direttiva in arrivo imporrà alle grandi imprese di mettere a punto processi di due diligence anche sugli impatti generati nella catena di fornitura: nei loro acquisti, diventeranno più esigenti e selettive sulle performance di sostenibilità, così come anche la Pubblica Amministrazione.

Che fare allora? Cominciare a prepararsi, a misurare, a comprendere il nesso tra aspetti di sostenibilità, modello di business e processi operativi, per individuare gli impatti più rilevanti (materiali) e le iniziative più opportune*. Non limitarsi ad attendere di affrontare solo ciò che diventerà obbligatorio, di diritto o di fatto, ma mettersi in condizione di cavalcare l’onda; che arriverà, e sarà alta.

* Questi e altri argomenti sono affrontati in dettaglio nel libro di Fulvio Rossi La sfida inevitabile. La sostenibilità e il futuro dell’impresa, il Mulino, 2022.

La trasformazione di Eni gas e luce in Plenitude

La trasformazione di Eni gas e luce in Plenitude

Il 7 marzo 2022 Eni gas e luce è diventata Plenitude, la nuova società di Eni che coniuga la produzione da fonti rinnovabili con la vendita di gas e luce, i servizi energetici e un’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici. Un nome che accoglie la storia dell’azienda e, al tempo stesso, rappresenta la pienezza di una visione globale e di un’energia che continua a rigenerarsi.

Tra il 2020 e il 2021, la sua capacità installata è quadruplicata fino ad arrivare a 1,1 GW a livello globale, ed è attualmente pari a circa 1,4 GW. Grazie a Evolvere S.p.A. Società Benefit, società acquisita nel 2020, Plenitude è anche prima in Italia nella generazione distribuita da impianti fotovoltaici di piccola taglia e numerose sono anche le attività sul fronte della produzione di energie da fonti rinnovabili. Per questo decennio Plenitude ha l’obiettivo ambizioso di superare i 6 GW di potenza installata entro il 2025 e i 15 GW entro il 2030. Tutto questo per contribuire all’obiettivo di azzerare le emissioni nette di CO2 Scope 3, grazie a una proposta integrata, e a fornire il 100% di energia decarbonizzata a tutti i clienti entro il 2040.

Plenitude è direttamente o indirettamente presente in 11 paesi (Italia, Francia, Grecia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Norvegia Kazakistan, UK, USA e Australia) e fornisce energia a circa 10 milioni di clienti nel mercato retail in Europa.

Plenitude intende accompagnare nella transizione energetica famiglie e aziende con servizi dedicati al risparmio e all’efficientamento energetico. Con l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, fornisce servizi smart per le case, promuove interventi di riqualificazione energetica degli edifici e intende far crescere comunità energetiche che producono, consumano, accumulano e condividono la propria energia domestica. In più, Plenitude è anche certificata Esco ai sensi della norma uni 11352 e si pone come azienda energy as service nei confronti delle imprese con un’offerta integrata di servizi e commodity energetiche pensate su misura.

Nel settore della mobilità elettrica, Plenitude ha fatto il suo debutto ufficiale nel 2019 con E-start, la linea d’offerta per la ricarica dei veicoli elettrici dedicata ai clienti sia residenziali sia business.

Nel 2021, la società, a seguito dell’acquisizione di Be Power S.p.A. (e indirettamente della sua controllata Be Charge S.r.l.), è diventata il secondo maggiore operatore in Italia con una rete di oltre 6.000 punti di ricarica. Anche sulla mobilità elettrica Plenitude ha obiettivi ambiziosi grazie a una infrastruttura di ricarica che sarà ampliata sia in Italia che in Europa con oltre 30.000 punti di ricarica previsti entro il 2025 attraverso installazioni di colonnine di ricarica su suolo pubblico e su suolo privato ad accesso pubblico.

Plenitude è anche Società Benefit che integra nel proprio oggetto sociale, accanto all’obiettivo di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società, le comunità e le persone, nonché in particolare sull’ambiente.

Per misurare e dimostrare il proprio impatto positivo sulla società in rifermento alle tematiche sociali, ambientali e di governance che risultano essere rilevanti per gli stakeholder e per l’azienda, Plenitude ha iniziato un percorso strutturato per la redazione del Report di sostenibilità, in linea con le best practices e seguendo le indicazioni degli standard internazionali e della Relazione di impatto, che pubblicherà per la prima volta in qualità di Società Benefit nel 2022.

 

Conosciamo l’inflazione

Conosciamo l’inflazione

L’inflazione è uno dei concetti più importanti alla base della comprensione delle dinamiche economiche, soprattutto per la rilevanza e l’ampiezza delle conseguenze per l’economia e i cittadini.

Parlare di inflazione significa guardare ai consumi, al potere di acquisto, ai livelli di produzione, ai tassi di interesse, al costo dei finanziamenti, al risparmio, al valore degli investimenti sia reali che finanziari, oltre alla propensione. L’inflazione riguarda in generale la crescita dell’economia e persino la stabilità di un Paese ma, se la conseguenza più temuta è la perdita del potere di acquisto reale, il rischio riguarda la perdita di fiducia.

Cos’è l’Inflazione

Anche se Il termine Inflazione è comunemente utilizzato per indicare il rialzo dei prezzi, l’inflazione è un fenomeno monetario, sempre, una conseguenza della maggiore quantità di moneta disponibile, l’inflazione riguarda la Domanda, non dipende dai costi, né dal rialzo dei prezzi!

 Definizione

L’inflazione consiste nell’aumento prolungato del livello dei prezzi, ovvero dalla diminuzione prolungata del potere di acquisto della moneta

Tra Inflazione e Rialzo dei Prezzi esiste una correlazione senza nesso di causa (correlazione spuria).

È importante distinguere l’Inflazione dal Rialzo dei Prezzi e dalle Variazioni di Spesa e comprendere quali sono le determinanti alla base delle variazioni.

Il Rialzo dei Prezzi è sempre una conseguenza e può avere cause diverse, tra queste ci sono l’inflazione, shock come i prezzi petroliferi, carestie, dazi, pandemie ma dobbiamo sempre ricordare che il Rialzo dei Prezzi NON è mai la causa.

L’inflazione è solo una delle possibili cause che può determinare il Rialzo dei Prezzi, ma non coincide con Il Rialzo dei Prezzi.

  • L’inflazione è prima di tutto un fenomeno monetario, dipende dalla quantità di moneta disponibile ed è in relazione ad una quantità di beni disponibili
  • L’Inflazione ha una relazione con i prezzi, la moneta, la quantità dei beni prodotti o disponibili.
  • L’Inflazione è distinta dal Rialzo dei Prezzi in cui può tradursi, tuttavia, un aumento dei prezzi, può essere distinto dall’inflazione.

Il Rialzo dei Prezzi dovuto ad improvvisi aumenti legati a shock dei prezzi, non solo, non è Inflazione ma NON può trasformarsi in Inflazione. Improvvisi rialzi dei prezzi possono generare un aumento della spesa, in funzione della durata e dell’estensione dell’aumento ad altri prezzi, delle politiche fiscali e commerciali ma non generano inflazione.

Per comprendere l’inflazione e capire come agisce insieme agli shock, sui Rialzi dei Prezzi, distinguiamo il Rialzo dei Prezzi dal Livello Dei Prezzi (che troviamo nella definizione di inflazione).

Cos’è il “Livello dei Prezzi”?

Distinguiamo i prezzi in funzione delle relazioni tra i prezzi stessi e la moneta:

  • Prezzi Relativi: l’insieme dei rapporti a cui si scambiano i vari beni e servizi tra loro
  • Prezzi Assoluti o Prezzi In Moneta o Livello Dei Prezzi: il rapporto a cui si scambia l’insieme dei beni e servizi con la moneta

“Il livello dei prezzi” è il “Reciproco” del potere di acquisto della moneta, da cui: L’Inflazione corrisponde con una diminuzione del potere di acquisto.

Esempio: se il prodotto A si vende a 5 euro e il prodotto B a 10 euro, non abbiamo 2 prezzi ma 3:

  1. Il prezzo con il quale la moneta si scambia con A
  2. Il prezzo con il quale la moneta si scambia con B
  3. ed il rapporto con cui A si scambia con B dati quei prezzi di moneta 2xA=B (2×5=10)

L’inflazione riguarda il potere d’acquisto della moneta, cioè i prezzi assoluti (che variano per molte ragioni e in maniera diversa), tutto ciò che la collettività produce e scambia in un dato periodo di tempo costituisce l’aggregato REDDITO REALE.

REDDITO MONETARIO o DOMANDA GLOBALE è tutto ciò che la collettività spende per l’acquisto di quei beni e servizi, tutte le spese individuali di un paese.

Nel caso di una economia chiusa che non scambia con l’estero, la Spesa ed il Reddito sono due aspetti della stessa medaglia perché, la spesa di uno corrisponde al reddito dell’altro, se uno incassa 100 è perché qualcun altro li ha spesi, quindi la domanda globale o la spesa complessiva, corrispondono, sono uguali al reddito monetario generato.

Se la Spesa è uguale al prodotto di un prezzo, per una quantità, quando acquisto e spendo 40 euro per della carne e ne ottengo 2 kg, significa che il prezzo è di 20 euro/Kg quindi, da un lato abbiamo il valore della spesa 40 che è identico al prodotto del prezzo 20 per la quantità 2.

La spesa ha 3 dimensioni:

  • Quantità di spesa
  • Distribuzione della spesa
  • Qualità della spesa

Tralasciando dalla trattazione la Qualità della spesa, l’Inflazione e la variazione dei prezzi assoluti dipende da “Quanto” la collettività spende, rispetto a “Quanto Produce” mentre, la Struttura dei Prezzi Relativi dipende dal “Come” la collettività spende dato uno specifico ammontare, rispetto ad una specifica composizione del reddito prodotto.

L’aumento della quantità di moneta, se non tesaurizzata o destinata per ragioni diverse ad altri fini, viene spesa, generando un rialzo dei prezzi e più precisamente del Livello dei Prezzi (l’aumento è generale e coinvolge tutti i prezzi anche se in rapporti diversi, le persone spendono più denaro per la stessa quantità di beni), l’effetto iniziale di aumento della capacità di spesa è illusorio come conseguenza dell’aumento di tutti i prezzi quindi non implica un effetto ricchezza ma solo una variazione assoluta.

Se la quantità di spesa rimane inalterata, l’aumento di un prezzo comporta una rimodulazione nella distribuzione della spesa, si acquisterà meno o modificheranno i consumi (acquisterò 1,5 kg di carne a 26,6 euro = 40 Euro).

L’aumento di un singolo Prezzo, non solo non può essere legato all’inflazione, ma NON ha conseguenze Inflattive e riguarda la semplice variazione del Prezzo Relativo”.

La credenza diffusa secondo la quale l’inflazione potrebbe essere generata dai costi trova due spiegazioni: anche i costi sono prezzi, in caso di presenza di inflazione questi aumentano e di conseguenza le persone li indicano come causa ma in realtà sono parte del processo inflattivo; II° nel caso in cui, per far fronte ad un aumento dei consumi, anche a seguito di continui aumenti dei prezzi relativi, le autorità monetarie ricorrono all’ampliamento della base monetaria generando sempre inflazione come conseguenza dell’aumento della base monetaria.

L’inflazione, ovvero le variazioni del Livello dei Prezzi, è sempre un fenomeno Monetario, le variazioni dei Prezzi Relativi, quando non sono il risultato di un processo inflazionistico, hanno origine Reale, se vogliamo quindi risalire alle cause dell’inflazione è essenziale distinguere i due fenomeni perché, hanno cause diverse, Monetarie l’inflazione e Reali le variazioni dei prezzi relativi.

L’inflazione non ha nulla a che fare con il valore assoluto dei prezzi, ma semplicemente con la loro variazione.

L’osservazione più interessante della definizione di Inflazione riguarda l’aggettivo: “prolungato Livello dei Prezzi”, l’inflazione ha quindi 2 dimensioni:

  1. Quantitativa: la variazione
  2. Temporale: il prolungamento, la protrazione nel tempo

Rialzo dei Prezzi a seguito di Inflazione (aumento della quantità di moneta)

La maggiore quantità di moneta può tradursi in acquisti, in questo caso la crescita della domanda, in presenza di una quantità costante di beni, determina un aumento generalizzato dei prezzi (Livello dei Prezzi).

In questa fase i prezzi crescono (livello generale dei prezzi), spinti dalla maggiore richiesta (domanda), in questa fase i prezzi possono aumentare anche indipendentemente dagli aspetti legati alla produzione, questo processo si protrae nel tempo determinando una crescita dei prezzi progressiva e prolungata.

Rialzo dei prezzi di origine Reale

Nel caso in cui il rialzo dei prezzi sia determinato da altri fattori, come ad esempio uno shock lato offerta, come il rialzo dei prodotti energetici o più circoscritto come l’indisponibilità di specifici prodotti ad esempio grano, il rialzo dei prezzi (non avendo origine inflattiva), agisce sui Prezzi Relativi e per quanto si possa protrarre il periodo, agirà temporaneamente come Aumento di Spesa e non di inflazione.

In questi casi, se rimane stabile la base monetaria, la spesa si ridistribuirà in modo diverso modificando l’allocazione delle risorse (si riduce l’acquisto dei beni con prezzi in rialzo), contribuendo a contenere l’aumento della spesa. Il fenomeno tenderà a rientrare nella normalità al cessare delle cause.

La risposta dei consumatori al rialzo dei prezzi è la variabile che dobbiamo considerare per valutare le conseguenze.

Ultima nota di rilievo, l’inflazione è distinta dal Tasso di Inflazione, che indica una accelerazione, quando il tasso di inflazione è “zero” non significa che non ci sia inflazione, semplicemente non è aumentata.

Per quanto possibile, stante la difficoltà delle valutazioni e la delicatezza delle decisioni, le politiche monetarie  tese a contrastare  le variazioni del livello dei prezzi, potrebbero non essere  appropriate per governarne le dinamiche perché, non considerando importanti le diverse cause sottostanti all’aumento dei prezzi (analizzando le fluttuazioni  esclusivamente sotto il profilo della quantità di moneta), non consentono di rendere prevedibili le future condizioni economiche in quanto le informazioni contenute nei prezzi sono differenti a seconda che si riferiscano a variazioni di produttività, shock dell’offerta, rialzo del livello generale o della quantità di moneta.

Ruggero Mancini

Titolare di uno studio di consulenza in Economia e Finanza e Neuroscienze cognitive applicate, da sempre interessato alle dinamiche che riguardano lo sviluppo del processo decisionale e la comprensione dei fenomeni economici e conseguenti finanziari. Ha ricoperto diversi ruoli in Deutsch Bank, Credit Suisse, e San Paolo Invest nel private ed investment banking con esperienza diretta nei mercati finanziari. Si è sempre occupato di economia e finanza in riferimento alle aziende oltre che degli investimenti personali.

 

 

 

Editoriale del Presidente: La forza di non fermarsi

La relazione del Presidente: Superare la crisi con coraggio e responsabilità

Nell’ultimo rapporto di previsione sull’economia italiana del Centro Studi Confindustria emerge evidente un dato drammatico: il PIL italiano nel 2020 calerà del 10%. Nel 2021 il recupero sarà solo parziale, pari al 4,8%. Dati che lasciano sgomenti e che ci riportano indietro di 23 anni.

Il lockdown di marzo e aprile ha prodotto effetti dirompenti sull’economia italiana con una diminuzione del PIL, nel primo e secondo trimestre, pari al 17,8%. Le conseguenze, gravi per tutti, lo sono state in particolare per l’industria ed attività terziarie come turismo, trasporti, attività ricettive e ristorazione.

La fine del lockdown, ad inizio maggio, ha determinato nell’industria una risalita della domanda, incrementi che però, come immaginabile, non hanno colmato la perdita dei primi due trimestri. Nei servizi il recupero è stato più lento. Il recupero del PIL dovrebbe proseguire in modo graduale dal primo trimestre del 2021, a condizione però che la diffusione del covid-19 sia contenuta in maniera efficace. Effetti positivi potrebbero derivare dalle misure di sostegno all’economia già approvate, tuttavia, come accennato, il rimbalzo del PIL italiano del 2021 compenserà solo parzialmente il crollo del 2020. Nel quarto trimestre del prossimo anno il livello del reddito sarà ancora inferiore di oltre il 3% rispetto a fine 2019.

Nel Lazio la crisi pandemica ha colpito l’economia in una fase di ristagno dell’attività. Secondo le stime di Prometeia, nel 2019 il PIL è aumentato appena dello 0,2%. Valutazioni qualitative inducono a ritenere che, in assenza di sensibili variazioni del quadro pandemico, nel 2020 la caduta del PIL in regione sarà significativa, però inferiore a quella della media nazionale.

In base ai dati della Banca d’Italia, nel Lazio, la quota di valore aggiunto dei settori sospesi con il lockdown è pari al 23%, contro il 27% della media nazionale. Le imprese intervistate dalla Banca d’Italia prevedono, per il primo semestre del 2020, un calo del fatturato di circa 1/5, poco inferiore rispetto alla media italiana, programmando una significativa revisione a ribasso della spesa per investimenti. Circa il 42% delle aziende intervistate ha segnalato, a maggio, problemi di liquidità con inevitabili ricadute sul mercato del lavoro. Tra marzo e aprile 2020 il numero di assunzioni nel settore privato è diminuito bruscamente. Nel primo quadrimestre del 2020 le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni sono aumentate di circa 3 volte, rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente, di 8 volte però a livello nazionale.

Di fronte all’emergenza che questi dati ci mostrano con evidenza, noi di Federmanager Roma, con il coraggio ed il senso di responsabilità che ci contraddistingue, sia come manager che come organizzazione, siamo rimasti in prima linea a fianco dei colleghi e a disposizione delle istituzioni.

Il nostro territorio è rimasto duramente colpito, ma deve trovare il modo di reagire e dare nuova spinta ai suoi settori strategici, per tornare a produrre e crescere. Fondamentale agire in fretta, con responsabilità, con interventi non più rinviabili, come: la semplificazione burocratica, il taglio delle spese produttive, la valorizzazione del nostro patrimonio storico e culturale, con turismo e cultura pilastri della nostra economia regionale. Ugualmente importante supportare la scuola e i giovani nella ricerca e puntare all’innovazione tecnologica, all’internazionalizzazione delle imprese e all’innesto di managerialità nelle piccole e medie aziende che rappresentano il 92% delle imprese attive sul territorio.

A livello regionale c’è la programmazione europea dei fondi strutturali 2020-2021 e 2020-2027, sono in arrivo i fondi del Recovery Fund ed un pacchetto di 209 miliardi di risorse europee con il Next Generation EU ed ancora 20 milioni stanziati dalla Regione Lazio del piano FESR 2014-2020. Dunque le risorse economiche ci sono, ma è necessario mettere in campo progetti concreti e linee programmatiche dettate da una visione strategica e chiara sul rilancio del sistema economico sia a livello locale che nazionale.

Occorre fare fronte comune, perché attraverso le competenze e la cooperazione di tutti gli attori coinvolti si può e si deve ripartire.

Noi ci siamo, siamo convinti che il management rappresenti in tal senso una risorsa insostituibile per la ripresa della nostra economia. In questi mesi abbiamo più volte messo a disposizione delle istituzioni un contributo di progettualità e competenza, un sostegno che un’organizzazione come Federmanager Roma può e continuerà ad offrire. Importante è restare insieme.

 

Carissimi, giungano, a voi e alle vostre famiglie, i miei più sinceri auguri di un felice e sereno Natale, nella speranza che le difficoltà del momento siano a breve un ricordo e si possa tornare al più presto ai nostri normali sistemi di vita.                                                                                                                                                    Giacomo Gargano

                                                                                                                                              

Assemblea Ordinaria 2020: Gli Eventi Federmanager Roma del 2019

Assemblea Ordinaria 2020: Gli Eventi Federmanager Roma del 2019

Gli eventi organizzati da Federmanager Roma nel corso del 2019

HEAD HUNTER – 17 gennaio 2019 

Federmanager Roma rinnova il ciclo di incontri con gli Head Hunter, i professionisti specializzati nell’individuare e selezionare manager qualificati e destinati a ricoprire posizioni strategiche all’interno di aziende locali e multinazionali. Al primo appuntamento dell’anno ha portato i suoi saluti il Presidente Giacomo Gargano. L’introduzione, curata da Renato Fontana Consigliere Federmanager Roma, ha preceduto gli interventi di Anna Rita Borraccetti – Amministratore Delegato Metes HR e di Rossella Martelloni Personal Coach. L’intervento di chiusura a cura di Gherardo Zei – Vicepresidente Federmanager Roma.

MEDITERRANEO, SOCIETÀ E CITTÀ SICURE – 30 gennaio 2019

Primo dei Tavoli Tematici del Programma Itinerante 2019 “Sicurezza Italia” a cura della Fondazione Italiana per la Legalità e lo Sviluppo, con la partnership di KSM Security SpA, Istituto di vigilanza Argo e Federmanager Roma. Il Programma nella sua interezza si articola in una serie di incontri, progetti, convegni e manifestazioni incentrati sulla problematica della sicurezza, pubblica e privata, e sulle possibili risoluzioni. L’incontro inaugurale si è focalizzato su “Mediterraneo. Società e città sicure. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Giuseppe Fausto Milillo – Generale CC in congedo e Presidente della Fondazione, Fabrizio Luciolli – Presidente Comitato Atlantico Italiano, Andrea Chittaro – Presidente AIPSA, Luigi Gabriele – Presidente Federsicurezza, Giovanni Conzo – Procuratore aggiunto Benevento, Umberto Saccone – Presidente IFI, Franco Roberti – Assessore alla Sicurezza e Legalità della Regione Campania, Stefano Candiani – Sottosegretario del Ministro dell’Interno, Angelo Tofalo – Sottosegretario del Ministero della Difesa, Antonio Ricciardi – Comandante dell’Unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare del Corpo dei Carabinieri e Presidente Onorario della Fondazione.

UNA STRATEGIA ENERGETICA PER L’ITALIA – 30 gennaio 2019

Quale strategia energetica per l’Italia e come affrontare le future sfide nel settore per la realizzazione di un sistema sostenibile e competitivo? Sono stati questi i temi principali del dibattito durante i lavori per la presentazione del rapporto Federmanager – AIEE (Associazione Italiana Economisti dell’Energia) dal titolo “Una strategia energetica per l’Italia – 2° Rapporto. Le vie per la decarbonizzazione e lo sviluppo economico e industriale”. Intervenuti all’evento: il Presidente Federmanager Roma Giacomo Gargano, Stefano Cuzzilla – Presidente Federmanager, Sandro Neri – Coordinatore Commissione Energia di Federmanager, Carlo Di Primio – Presidente dell’Associazione Italiana Economisti dell’Energia, Davide Crippa – Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Tullio Berlenghi – Capo della Segreteria tecnica del Ministro dell’Ambiente.

LA RIFORMA DELLE PENSIONI 2019 ED I SUOI RIFLESSI SUGLI STRUMENTI DI FLESSIBILITÀ IN USCITA – 4 febbraio 2019 

Presso l’Auditorium FINTECNA si è tenuto un convegno sul tema sempre attuale delle pensioni. Con gli interventi del Presidente Giacomo Gargano, Mario Cardoni – Direttore Generale Federmanager, Rita Comandini – Responsabile dell’area normativa degli ex Fondi speciali dell’INPS, sono state illustrate tutte le novità della nuova riforma previdenziale ed i suoi principali effetti sugli strumenti di esodo messi a disposizione dei lavoratori che non hanno ancora raggiunto i requisiti pensionistici.

QUÉBEC: PORTA D’INGRESSO AL MERCATO NORD AMERICANO – 21 febbraio 2019 

Il convegno ha rilevato come le imprese italiane vivano l’esigenza di una loro internazionalizzazione e, in questo senso, l’apertura al Québec e al mercato canadese rappresenti un’opportunità imperdibile. il Presidente Giacomo Gargano, ha evidenziato come, per accrescere presenza e fatturati delle piccole e medie imprese, siano fondamentali investimenti in manager esperti dei mercati esteri.

GENDER DIVERSITY COME IMPERATIVO ECONOMICO E MORALE – 25 febbraio 2019

Federmanager Minerva Roma ha patrocinato il convegno “Gender diversity come imperativo economico e morale” promosso da AICAS (Associazione Italiana Consiglieri di Amministrazione e Sindaci), che si è tenuto presso la Camera dei Deputati, Aula dei Gruppi. Durante il convegno sono stati presentati due studi sul tema della diversity, l’uno promosso da CONSOB sul “Gender Diversity nei Board e performance delle società quotate”, l’altro da EY-AICAS sulla “Diversità di genere nel mondo aziendale: tra pay gap e utilizzo del talento femminile”. A dibattere sull’esito di tali studi sono stati: Francesca Di Carlo – Dr HR ENEL, premiata Donna d’Eccellenza 2018, Rossella Gangi – Dr HR WIND 3, Andrea Ghidoni – Presidente Comitato Corporate Governance Assogestioni, Maria Bianca Farina – Presidente ANIA e Presidente Poste Italiane, Nadia Linciano – Resp. Studi Economici CONSOB, Mario Napoli – Direttore HR UBI.

DIVENTA PREDA DEGLI HEAD HUNTER – 7 marzo 2019 

Il secondo appuntamento del ciclo Diventa Preda degli Head Hunter si è svolto presso l’Auditorium Federmanager di Via Ravenna. Hanno partecipato all’incontro: il Presidente Giacomo Gargano, il Consigliere Federmanager Roma Renato Fontana, l’Amministratore Delegato di Wyser Italia Carlo Caporale che in solo cinque anni dalla fondazione, ha portato ad essere leader di mercato nel settore della ricerca e selezione di profili di middle e senior management e la Consulente HR e Management, Coach e Trainer Rossella Martelloni. Ha chiuso i lavori il Vicepresidente di Federmanager Roma Gherardo Zei.

5G UNA “RETE” PER LO SVILUPPO DEL PAESE – 21 marzo 2019 

Il convegno “5G una ‘rete’ per lo sviluppo del Paese” organizzato da Federmanager Roma, ha trattato temi quali: l’avvio delle reti di telecomunicazione di nuova generazione 5G e le sue potenzialità per una crescita della managerialità e dell’innovazione. Un’occasione per discutere di tecnologie che, inevitabilmente, cambieranno la vita di ognuno di noi. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Guelfo Tagliavini – Consigliere Federmanager Roma e Coord. Comm. Innovazione e Tecnologie, Franco Vatalaro – Ordinario di Telecomunicazioni all’Università di Roma Tor Vergata, Alessio De Sio – Direttore Affari Regolatori ed Istituzionali e P.R. ZTE, Luigi De Vecchis – Presidente HUAWEI, Alessandro Francolini – D.G. Ericsson Telecomunicazioni, Massimo Mazzocchini – A.D. Nokia, Elio Catania – Presidente Confindustria Digitale, Giovanni Santella – Direttore Reti e Servizi di Comunicazioni Elettroniche, Gherardo Zei – Vicepresidente Federmanager Roma.

TAVOLO TECNICO SULLE AUTONOMIE REGIONALI – 25 marzo 2019 

Autonomie regionali differenziate: quali prospettive per l’Italia e per la Capitale? Federmanager Roma ha chiamato a raccolta Istituzioni, Tecnici e Stakholder in un Tavolo Tecnico presso lo spazio di Roma Eventi Fontana di Trevi. Con questo dibattito si è voluto favorire un confronto su una questione delicata che oltre a spostare risorse, oltre 21 miliardi di euro, ha ripercussioni politiche, economiche, istituzionali e costituzionali con ricadute considerevoli sul futuro di molti territori. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Stefano Cuzzila – Presidente Federmanager, il Vicepresidente Gherardo Zei, Andrea Bassi – Giornalista de Il Messaggero, On. Laura Castelli – Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, On. Francesca Gerardi – Vice Capogruppo Commissione Finanze Camera dei Deputati, Adriano Giannola – Presidente Svimez, Nicolò Rebecchini – Presidente Acer, Gianfrancesco Romeo – Capo Ufficio Legislativo Ministro per il Sud, Lorenzo Tagliavanti – Presidente Infocamere, Filippo Tortoriello – Presidente Unindustria Lazio.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO-CORRELATO – 9 aprile 2019 

Convegno organizzato da Federmanager Roma sullo stress da lavoro correlato e sul ruolo del dirigente rispetto alla valutazione di questo rischio ancora poco conosciuto, ed oggetto solo di recente di approfonditi studi. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Francesco Rossi – Industrial Safety Institute, Francesca Andronico – Psicologa, Consulente Valutazione Stress Lavoro Correlato, Formatore D.Lgs.81/08, Coordinatore Network Territoriale Ordine Psicologi Lazio, Emanuele Fierimonte – Avvocato penalista “Fierimonte & Partners” Studio Legale, Bruno Piccoli – Coordinatore Centro Medicina del Lavoro privata Fondazione Gemelli, Fabrizio Piras – PhD Psicologo Dirigente Laboratorio Neuropschiatria, Neurologia Clinica e Comportamentali IRCCS Fondazione Santa Lucia, Donato Eramo, Alessandro Leone – Industrial Safety Institute, Paolo Parrilla – Coord. Commissione Sindacale Federmanager Roma, Gherardo Zei – Vicepresidente Federmanager Roma.

PRESENTAZIONE LIBRO: DIARIO DI UN CACCIATORE DI TESTE Oltre Social e Algoritmi – 18 aprile 2019 

Presso l’Auditorium Federmanager si è svolta la presentazione del libro “Diario di un Cacciatore di Teste – Oltre Social e Algoritmi” di Gabriele Ghini – Managing Director di Transearch Italy. Intervenuti: il Presidente Giacomo Gargano, il Consigliere Federmanager Roma Renato Fontana ed il Vicepresidente di Federmanager Roma Gherardo Zei.

INCONTRI POLITICI EUROPEE 2019 – 19 aprile 2019 

In previsione delle Elezioni Europee 2019 Federmanager Roma ha organizzato incontri volti a conoscere il programma dei partiti politici e dei candidati nel Centro Italia (Lazio, Marche, Toscana e Umbria). Sono stati ospiti nell’Auditorium di Via Ravenna, in ordine di agenda: il Vicepresidente del Parlamento Europeo Fabio Massimo Castaldo (Movimento 5 Stelle), il Consigliere della Regione Lazio Fabrizio Ghera (Fratelli d’Italia), la giornalista Tiziana Alterio (Movimento 5 Stelle), la Senatrice Anna Cinzia Bonfrisco (Lega per Salvini), il Sindaco di Terracina Nicola Procaccini (Fratelli d’Italia), il giornalista ed ex deputato Marco Taradash (+Europa) e la Presidente dell’Associazione Culturale Alternativa Europea Olimpia Troili (Partito Democratico).

RACE FOR THE CURE 2019 – 20 maggio 2019

In occasione della ventesima edizione di “Race for the cure”, il più grande evento per la lotta ai tumori del seno, Federmanager Roma, sempre allineata alla filosofia legata alla prevenzione sanitaria e alla corretta applicazione degli stili di vita positivi, ha deciso di costituire la squadra Minerva Roma impegnandosi a versare alla Fondazione Komec, promotrice dell’evento, l’importo pari all’ammontare dell’iscrizione alla gara dei primi cento soci Federmanager Roma.

CYBER SECURITY – 20 maggio 2019 

La Fondazione Italiana per la Legalità e lo Sviluppo è un’organizzazione no-profit riconosciuta “Ente di interesse” ed iscritta nel Registro delle “Persone Giuridiche Private”. Nel 2019 si è impegnata a sviluppare tematiche ed incontri di interesse nazionale. Tra questi il convegno “Mondo Cyber Security” tenutosi a Maggio, presso l’Auditorium Federmanager, in cui si è discusso sulle innumerevoli sfaccettature della problematica della sicurezza virtuale. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Giuseppe Fausto Milillo – Presidente Fondazione Italiana Legalità e Sviluppo, Fabrizio Luciolli – Presidente Comitato Atlantico Italiano, Guelfo Tagliavini – Consigliere Federmanager Roma e Presidente TESAV, Domenico Vulpiani – Direttore Scientifico Master Cybersecurity Facoltà Economia Politica Università “La Sapienza”, Stefano Mele – Presidente della Commissione Sicurezza Cibernetica Comitato Atlantico Italiano, Giovanni Bottazzi – Capo Nucleo Sicurezza Logica Centro Sicurezza Telematica Comando Generale Arma Carabinieri, Andrea Chittaro – Senior Vice President Global Security e Cyber Defence SNAM, Barbara Ferrario – Presidente Strategic Risk Consulting, Loredana Mancini – Direttore BD Axians Cybersecurity, Daniele Bettarelli – Amministratore Delegato TS-WAY, Angelo Tofalo – Sottosegretario Ministero Difesa.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “LAVORARE NELL’AZIENDA LIQUIDA UTILIZZANDO L’APOFENIA” – 28 maggio 2019

Presentazione del libro “Lavorare nell’azienda liquida utilizzando l’apofenia” in cui gli autori, Massimo Bornengo, Ezio Civitareale e Gianpiero Tufilli, propongono una nuova visione dell’attività lavorativa, esportando il concetto di “società liquida” di Bauman nelle aziende. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Isabella Covili Faggioli – Presidente Nazionale AIDP, Renato Fontana – Coordinatore Nazionale Gruppo Giovani Federmanager, David Trotti – Presi – dente AIDP Lazio, Cinzia Rossi: dallo strutturalismo alla società liquida, Massimo Bornengo – Autore del libro, Cristina Calabrese – CEO K2People, Annamaria Pa – rente – Vice Presidente Commissione Lavoro del Sena – to, Michele Tripaldi – AIDP Lazio, Gianpiero Tufilli – HR Director ZTE Italia e autore del libro, Marco Mottolesi, Vice Presidente Media Relations – Gruppo HDRA.

A UN ANNO DAL GDPR, COSA È SUCCESSO E COSA SUCCEDERÀ – 29 maggio 2019 

A un anno dall’inizio dell’efficacia del GDPR (General Data Protection Regulation), in un convegno organizzato da Dla Piper e Aigi (Associazione Italiana Giuristi d’Impresa), in collaborazione con Federmanager Roma, è stato fatto il punto della situazione circa l’anno trascorso. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Francesco Bonini – Rettore LUMSA, Maurizio Rubini – Responsabile Sezione Centro AIGI, Giulio Coraggio – Partner DLA Piper, Luigi Montuori – Responsabile Relazioni Internazionali e con l’UE, Michela Massimi – Responsabile Ufficio Relazioni con il Pubblico del Garante per la protezione dei dati personali, Giulia Zappaterra – Lawyer DLA Piper, Elisa Rosati – Lawyer DLA Piper, Giorgio Aprile – Data Protection Officer Ferrovie dello Stato Italiane, Enrico Ferretti – Managing Director Protiviti Srl, Emanuele Greco – Partner Opentech, Giuseppe Mastantonio – Senior Legal Counsel & DPO Open Fiber, Paolo Quaini – General Counsel Alitalia SAI, Stefania Trogu – Director Litigation & Privacy Lottomatica.

ASSEMBLEA ANNUALE FEDERMANAGER ROMA – 24 giugno 2019

“Sfide da vincere. Siamo Pronti. I manager per il futuro di Roma e della Regione Lazio”, questo il titolo dell’Assemblea 2019 di Federmanager Roma che si è svolta a giugno presso l’Hotel Quirinale di Roma. Personalità del mondo della politica, dell’imprenditoria, dello sport e delle istituzioni hanno offerto il loro contributo di esperienza e professionalità. Sono intervenuti, moderati dalla giornalista Rai Manuela Moreno: Stefano Cuzzilla – Presidente Federmanager, Giacomo Gargano – Presidente Fedemanager Roma, Gennaro Vecchione – Direttore Generale del DIS Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza della Repubblica, Nicolò Marcello D’Angelo – Prefetto già Vice Capo della Polizia, Giovanni Lo Storto – Direttore Generale Luiss Guido Carli, Claudio Lotito – Imprenditore, Mario Trimeri Manager e primo scalatore al mondo ad aver scalato le Seven Summits e le Volcanic Seven Summits, Raffaele Zurlo CEO Brenner Basis Tunnel, William De Vecchis Vice presidente Commissione Lavoro pubblico e privato Senato della Repubblica, Annamaria Parente Vice presidente Commissione Lavoro pubblico e privato Senato della Repubblica, Riccardo Pedrizzi Presidente Nazionale C.T.S. Ucid, Filippo Tortoriello Presidente Unindustria.

DONNE E TECNOLOGIA NELL’EPOCA DELLA TRASFORMAZIONE DIGITALE – 11 luglio 2019 

Su iniziativa del Gruppo Minerva Federmanager Roma si è tenuto a Palazzo Merulana il convegno “Donne e tecnologia nell’epoca della trasformazione digitale” in cui è stato presentato il programma Minerva Roma 2019 ed è stato lanciato il premio Minerva alle aziende. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Eros Andronaco – Vicepresidente Federmanager, Annamaria Parente – Vicepresidente Commissione Lavoro, previdenza sociale al Senato, Lucia Valente – Professoressa di Diritto del Lavoro Università La Sapienza, Carlo Cafarotti – Assessore Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro Comune di Roma, Flavia Marzano – Assessora Roma Semplice Comune di Roma, Massimo Giannini – Ordinario Politica Economica Università di Roma Tor Vergata, Nadia Governo – Head of Telco & Media Senior, Vice Presidente NTT Data, Mauro Marchi – Coordinatore Commissione Organizzazione e Studi Federmanager Roma.

PROTOCOLLO D’INTESA REGIONALE “MANAGEMENT E ETICA” CON UCID – 1 ottobre 2019

L’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID) e l’Unione Dirigenti Industriali Lazio hanno siglato, presso la sede di Federmanager a Roma, un protocollo d’intesa regionale sui temi dell’etica e della responsabilità sociale d’impresa. A sottoscrivere il documento sono stati Riccardo Pedrizzi – Presidente di UCID Lazio, Giacomo Gargano – Presidente Federmanager Roma e, in rappresentanza del Movimento Giovani delle due organizzazioni, Benedetto Delle Site e Renato Fontana.

TENNIS AND FRIENDS 2019 – 12 ottobre 2019 

Per il terzo anno consecutivo Federmanager Roma, con Assidai e Praesidium, si è impegnata in tema di salute, prevenzione e benessere degli Associati e delle loro famiglie, e lo ha fatto partecipando a Tennis and Friends, un evento che unisce Salute, Sport, Spettacolo e Solidarietà. Check-up gratuiti con l’equipe sanitaria degli specialisti della Fondazione Policlinico A. Gemelli, nella splendida cornice del Foro Italico con la partecipazione di famosi artisti e personalità del mondo dello sport e dello spettacolo.

SETTIMANA DELLA FAMIGLIA – 25 ottobre 2019 

La tavola rotonda dal titolo “Famiglia: da laboratorio di vita a prima impresa”, prima iniziativa successiva alla firma del protocollo d’intesa tra Federmanager Roma e UCID Lazio si è svolta, presso la Sala dell’Istituto Santa Maria in Aquiro del Senato a Roma, nell’ambito della Settimana della Famiglia, organizzata dall’Ufficio della pastorale familiare della diocesi di Roma con il Forum delle famiglie del Lazio. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Alessandra Balsamo – Presidente Forum Associazioni Familiari del Lazio, Riccardo Pedrizzi – Presidente nazionale CTS UCID, Matteo Rizzolli – Economista Docente Lumsa, Gigi De Palo – Presidente Nazionale Forum Associazioni Familiari, Vincenzo Bassi – Presidente Federazione Associazioni Familiari Cattoliche in Europa, Benedetto Delle Site – Vicepresidente nazionale UCID Giovani, Gigi Gianola – Direttore Generale Compagnia delle Opere, Adele Ercolano – Istituto Studi Superiori sulla Donna e referente progetto Value@Work, Emma Ciccarelli – Vicepresidente Forum famiglie e responsabile Premio Aziende Family Friendly, Mons. Gianrico Ruzza – Delegato alla Pastorale Familiare del Vicariato di Roma e Vescovo Ausiliare per il Settore Sud.

FOCUS UNGHERIA-ROMA – 7 novembre 2019 

Presso l’Accademia d’Ungheria, un seminario organizzato dalla CCIU (Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria), insieme all’Ambasciata d’Ungheria a Roma, la Camera di Commercio di Pest e Federmanager Roma. L’evento ha offerto un’opportunità concreta per conoscere ed apprezzare il sistema economico, normativo, fiscale e finanziario dell’Ungheria, che offre interessanti opportunità e numerosi vantaggi alle imprese Italiane. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Paolo Orneli – Presidente Lazio Innova, S.E. Ádam Zoltán Kovács – Ambasciatore d’Ungheria in Italia, Zoltán Vereczkey – Presidente Camera di Commercio e dell’Industria di Pest, Francesco Maria Mari – Presidente della Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria, Mátyás Jávor – Addetto commerciale dell’Ambasciata d’Ungheria in Italia, Giacomo Pedranzini – Amministratore Delegato di Kométa, Levente Lajos – Partner dello Studio Legale Lajos Law Firm, Giuseppe Caracciolo – Karma Consulting Kft, Claudio Andronico – Consigliere Federmanager Roma & Lazio e Coordinatore GdL “Italia, Mitteleuropa & Balcani.  

DIVENTA PREDA DEGLI HEAD HUNTER – 20 novembre 2019

Ultimo meeting del ciclo, con oltre 160 manager, tra streaming e presenze in aula, che hanno seguito l’incontro con Randstad, una delle più grandi multinazionali che si occupa di ricerca, selezione e formazione di risorse umane per le aziende. Sono intervenuti: il Presidente Giacomo Gargano, il Vicepresidente Gherardo Zei e il Consigliere Federmanager Roma Renato Fontana. Ad esporre i i meccanismi che governano le aziende nella ricerca della figura giusta sono state Sara Portolano – Delivery Management Randstad e Antonietta Palmaccio – HRS Consultant Randstad Hr Solution.

LA RESPONSABILITA’ DEL PERSONALE SANITARIO – 25 novembre 2019 

Presso il Centro Congressi della Fondazione Santa Lucia di Roma, in un focus di approfondimento, si è affrontato il tema della “Responsabilità del personale sanitario”, guardando ai profili deontologici e disciplinari, civili, penali e amministrativo-contabili. Sono intervenuti: il Presidente Giacomo Gargano, Giovanni Tria – Professore ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata, Tommaso Miele – Presidente sezione giurisdizionale della Corte dei Conti del Lazio, Edoardo Alesse – Direttore Generale Fondazione Santa Lucia.

LA VOCAZIONE DEL LEADER D’IMPRESA – 4 dicembre 2019 

Presso il Centro Studi Americani, si è tenuto un incontro fra padre Robert Sirico, sacerdote americano, presidente e fondatore dell’Acton Institute, i giovani di Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), Unindustria e Federmanager. L’iniziativa, un “business leaders share” con a tema “La vocazione del leader d’impresa”, ha visto i giovani imprenditori e dirigenti d’azienda delle tre organizzazioni dialogare con il presbitero statunitense sulla particolare missione del manager e dell’imprenditore. Intervenuti all’evento: il Presidente Giacomo Gargano, Benedetto Delle Site – Presidente dei Giovani UCID Lazio, Giulio Natalizia – Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Unindustria, Renato Fontana – Presidente del Coordinamento Giovani di Federmanager, Pierluigi Germani – Presidente nazionale Giovani UCID, Riccardo Pedrizzi – Presidente nazionale del Cts di UCID, Giancarlo Abete – Già presidente dell’Unione degli Industriali di Roma.

PMI del Lazio: più manager, più competitività

PMI del Lazio: più manager, più competitività

Le nostre 3 Domande a Bruno Scazzocchio, Amministratore Unico Unindustria Perform, per parlare di managerialità e piccole e medie imprese nel Lazio

Il 30 novembre scorso, a seguito della conclusione del progetto “Open Innovation Management” che ha coinvolto 10 imprese e 10 manager del Lazio, promotori ed Istituzioni si sono incontrati nel webinar “Valorizzare la managerialità nelle PMI” per fare il punto e ragionare sul futuro.

1 – Il percorso sperimentale ideato e gestito da Unindustria Perform, promosso da Federmanager Roma e Unindustria e finanziato da 4.Manager, ha permesso alle aziende di realizzare obiettivi sfidanti. Ci racconta i vari step e quali sono i settori interessati?

Dopo la selezione delle imprese e dei manager, il percorso intrapreso ha prodotto una collaborazione virtuosa tra manager e imprenditori che, dopo avere individuato insieme un master plan aziendale e strutturato specifici risultati, hanno imparato a gestire rischi e a valutare opportunità connesse. I progetti delle imprese hanno riguardato prevalentemente la trasformazione digitale, l’internazionalizzazione e la lean innovation, cioè l’uso delle tecnologie per rendere più produttiva l’azienda abbattendo gli sprechi grazie alla riorganizzazione e all’innovazione dei processi.2 – Quali sono le aziende coinvolte? Tra i manager selezionati c’è qualcuno che ha proseguito il rapporto di lavoro anche dopo la fine del progetto?

Alfa Montage, Arken, Carind, D-Hub Studios, Società Ferrari, GFX, Icap Group, Mackma, Polsinelli Enologia e Saggini Costruzioni sono state le protagoniste di questo esperimento assieme a 10 manager iscritti a Federmanager Roma e selezionati da Unindustria Perform in coerenza con i bisogni delle imprese. Al termine dell’esperienza il 70% dei manager sta proseguendo la collaborazione con l’azienda in cui ha svolto il progetto.

3 – “Le PMI per rilanciarsi devono puntare su patrimonializzazione, innovazione e internazionalizzazione, ma da sole non ce la potranno fare. Serve il sostegno e un bagaglio di competenze manageriali”, ha detto Fausto Bianchi, Presidente della Piccola Industria. A lei cosa lascia questa esperienza? Quali riflessioni possiamo trarre da questo successo?

Durante questa esperienza abbiamo imparato quanto la cura nel matching tra persone sia importante ai fini di una buona progettazione e condivisione e quanto sia fondamentale definire progetti misurabili che rafforzano la bontà del processo.

Sono convinto, come ha dichiarato Giacomo Gargano, presidente Federmanager Roma, che una maggiore diffusione di managerialità nelle PMI sia la strada più virtuosa per la ripresa dell’economia e realtà bilaterali come 4.Manager sono vitali in tal senso. Dobbiamo continuare a cooperare affinché le aziende non debbano privarsi di competenze preziose, ancor più necessarie in tempi di crisi.

Siamo in una fase in cui managerializzare un’impresa non è più una scelta lungimirante, ma un presupposto necessario per rimanere competitivi in uno scenario che vedrà accelerare alcune transizioni, prime su tutte quelle digitale e green, ma richiederà anche riposizionamenti di prodotto rispetto ai cambiamenti dei consumi.

Condivido l’intervento di Angelo Camilli, presidente Unindustria, secondo il quale Governo e Regioni dovrebbero ragionare su un sistema di incentivi per agevolare l’assunzione di manager nelle PMI, perché queste sono a tutti gli effetti politiche attive per il lavoro in grado di diventare moltiplicatori di competitività per un’azienda e, di conseguenza, anche di possibilità di nuova occupazione. Se un’impresa piccola assume un manager lo fa sicuramente per crescere e farlo, con nuove competenze e più solide prospettive, significa fare nuovi investimenti e nuove assunzioni.

Le riflessioni emerse hanno forse aperto una breccia nelle strategie future dell’Assessore Claudio Di Berardino che si è detto persuaso di dedicare parte delle risorse della Regione Lazio proprio ai manager nelle PMI. Che sia finalmente la volta buona?

Grazie dott. Scazzocchio. Ce lo auguriamo tutti.

Roma e il Lazio verso il 2030 dopo il Covid-19

Roma e il Lazio verso il 2030 dopo il Covid-19

Roma e il Lazio: l’ultimo treno per una politica manageriale per la  città e la regione. Federmanager ha una grande responsabilità al riguardo, come vettore per reindirizzare le decisioni della politica nazionale e locale verso il buon senso

Dopo che la situazione economica e produttiva del Paese è degenerata a causa dell’epidemia di Covid-19 mi è sembrato quasi che la ricerca promossa da Federmanager Roma sulle prospettive di Roma Capitale per i prossimi dieci anni – effettuata in collaborazione con l’Università La Sapienza – abbia avuto qualcosa di profetico, quasi come fosse stata una sorta di ultimo avvertimento, fatto sull’orlo del precipizio, alla politica di ricominciare a fare il proprio dovere a favore della produzione industriale. Presentata nel corso del convegno del 6 febbraio u.s., con una numerosa e qualificata partecipazione e una vasta eco di stampa, la ricerca promossa da Federmanager Roma ha offerto alle riflessioni degli esperti e delle istituzioni l’analisi qualitativa e soprattutto quantitativa delle tendenze in atto nell’area metropolitana di Roma nei principali settori di pubblico interesse: demografia, sanità, edilizia scolastica, fabbisogno abitativo, economia e mobilità.

L’elemento emerso con maggior forza dalla cruda evidenza dei numeri e dai commenti delle personalità presenti è stato l’enorme deficit di programmazione in forza del quale tutti i settori sono risultati da decenni governati da ogni corrente partitica con una politica debole “alla giornata”, sempre all’inseguimento della congiuntura elettorale del momento.

Ai primi di marzo – soltanto trenta giorni dopo il convegno – il Paese intero è stato travolto dall’emergenza Covid e ogni residua velleità di programmazione è stata temporaneamente spazzata via dalla politica emergenziale. Oggi, con il rallentamento estivo dell’epidemia, vale forse la pena di fare un primo “punto nave” su cosa può avere significato questo flagello rispetto alla precedente situazione fotografata dalla ricerca promossa da Federmanager Roma.Per prima cosa dobbiamo chiederci se la fase emergenziale sia già archiviata nei flutti della storia ovvero se sia destinata a ritornare. La risposta è relativamente semplice. La “spagnola” nel 1918 ebbe, dopo il primo picco di marzo e aprile, un secondo picco molto forte a partire dalla prima decade di settembre. Facendo professione di buon senso possiamo quindi dire che, alla fine del mese di ottobre, potremo essere reclusi in un nuovo lockdown ovvero ritrovarci con la gioia di essere definitivamente fuori dal problema. Per questo mi permetto di dire che avere oggi annunciato una generalizzata riapertura delle scuole per settembre appare molto più come una presa di posizione politica, legata alla volontà di assecondare il generalizzato desiderio di normalità, che non un embrione di programmazione, considerato che – certamente – l’eventuale malaugurata ripresa dei contagi porterebbe a rinnegare questa “programmazione apparente” nel giro di ventiquattro ore.

Ma, se anche non saremo “fuori dal tunnel” in autunno, certamente lo saremo nell’estate del 2021. Dunque vogliamo provare a chiederci quale sarà la nuova base di partenza rispetto alla situazione del febbraio 2020? In cosa saranno cambiate le necessità per il tessuto industriale della nostra regione? E cosa potrà fare Federmanager Roma sul piano della proposta politica, della ricerca e della comunicazione per contribuire in modo positivo?

Fonte Wikipedia, autore: rotolandoversosud

Innanzitutto ci sono alcuni aspetti certi che vale la pena di enumerare come base di ragionamento. Il PIL del Paese sarà inferiore del 10% circa e il debito pubblico sarà passato dal 130% circa del PIL al 160% o più probabilmente al 170% del PIL. Se, al netto del patto di stabilità europeo all’epoca vigente, qualcuno a febbraio 2020 avesse detto che si poteva aumentare il deficit fino a questo punto tutti gli avrebbero dato unanimemente del matto. Mentre invece oggi è considerata ormai una cosa scontata e sembra che la principale preoccupazione di molti sia quella di non perdere la gara di velocità nell’assalto alla diligenza per spendere i soldi del nuovo deficit, derivanti dagli scostamenti di bilancio e, da ultimo, dai contributi europei (siano essi Mes o Recovery Fund). Questo è un brutto segnale sulla strada della perdurante incapacità di approfondire i problemi e programmare gli interventi. Altro dato di fatto è che la decisione politica di accedere in gran parte a fondi comunitari (anche senza entrare nel merito della polemica politica sulle condizionalità eventuali) significa che abbiamo comprato denaro a tassi buoni ma che gli interessi andranno a favore degli investitori del mercato, mentre se fossero stati gli stessi italiani a comprare il loro debito tramite dei buoni del tesoro, gli interessi (pochi o tanti che fossero) sarebbero in ogni caso andati a favore degli italiani stessi.

Ultimo elemento da considerare per comprendere la struttura del nostro debito è quello della differenza tra i contributi europei “in prestito” e quelli “a fondo perduto”. La differenza è in realtà in gran parte apparente. Infatti parlare di contributi a fondo perduto relativi a Bond emessi dall’Unione Europea significa dire che tali Bond saranno onorati in proporzione dai vari Paesi dell’Unione e, pertanto, la eventuale quota effettivamente “a fondo perduto” sarà solo il delta tra quanto effettivamente ricevuto dall’Italia e quanto a nostro carico quale contributo alla restituzione e remunerazione del capitale dei predetti Bond.

Ultimo tema è quello dei contraccolpi occupazionali che ci troveremo ad affrontare, con un Paese gravato da una montagna di debiti e debole per la riduzione del PIL, con la fine dei provvedimenti emergenziali di cautela, primo tra tutti lo sblocco dei licenziamenti.

Davanti a questo scenario la mia prima riflessione è che, probabilmente, quanto emerso a febbraio scorso nella ricerca sulle prospettive della nostra regione con l’indagine promossa da Federmanager Roma è ancora pienamente valido e, anzi, ogni valutazione negativa sugli effetti della mancanza di programmazione è ancora più fortemente vera e ogni preoccupazione – che all’epoca era grave – sulle carenze e sugli scoordinamenti, adesso diventa drammatica. In pratica credo che le esigenze rimangano le stesse ma decuplicate come minimo. In controtendenza la politica sembra diventare, se possibile, di giorno in giorno ancora più debole. Pare quasi che – sia a livello nazionale che a livello locale – non ci sia più un periodo “di governo” tra un’elezione e l’altra e che ci si trovi in un continuo stato di “campagna elettorale”. E questa campagna elettorale permanente appare, di giorno in giorno, sempre più basata su slogan che inseguono l’ultimo “umore”, a sua volta provocato dall’ennesima campagna di stampa. Come se la realtà fattuale fosse stata sostituita da una sorta di verità mediatica che si autogenera all’interno di una continua battaglia comunicativa. Con questi sistemi si possono forse vincere delle elezioni, ma non si possono certamente produrre beni e servizi. Affermo che se la situazione di lavoro delle imprese e dei servizi ai cittadini era molto difficile a febbraio adesso è quasi fuori controlloIo credo che i corpi intermedi come Federmanager abbiano, come tutti gli organismi di democrazia rappresentativa, una grande responsabilità al riguardo. Una responsabilità che io cerco di vedere sempre in positivo, come vettore per reindirizzare le decisioni della politica nazionale e locale verso il buon senso, la produzione industriale e la ripresa.

Credo che il lavoro iniziato con il Convegno di febbraio sulle prospettive di Roma Capitale verso il 2030 adesso sia ancora più importante di prima. Ritengo che dobbiamo prontamente aggiornarlo in maniera scientifica e, subito dopo, avviare immediatamente le conseguenti iniziative di seminari di approfondimento in collaborazione tra manager e ricercatori scientifici sui vari filoni relativi alla produzione e ai servizi ai cittadini che possano fornire un arsenale di idee e di buone pratiche da suggerire molto insistentemente alla politica, per indurla e, in qualche modo, quasi indirizzarla a fare il proprio dovere in termini di programmazione. Dovere purtroppo disatteso da decenni.

In un’azienda i piani di sviluppo sono sempre pluriennali e non esiste cambiamento di management o di azionista che possa portare ad una gestione frammentaria e scoordinata. Gli economisti accademici concordano naturalmente con questa visione. Possibile che non riusciamo ad indurre nei nostri politici un sufficiente senso di responsabilità per contenere le oscillazioni più superficialmente ondivaghe dell’opinione pubblica e mantenere la barra del timone su una rotta almeno minimamente coerente? Io penso che sia possibile.

Una grande alleanza tra le istituzioni accademiche e i corpi intermedi che riuniscono le imprese e i manager come nel nostro caso di Federmanager può riuscire in questa impresa. Per questo auspico che, già in autunno se tutto andrà bene o – al più tardi – nella prossima primavera, riprenda la strada che avevamo intrapreso a febbraio per fare in modo che, dopo un decennio di sostanziale recessione, noi manager riusciamo a rilanciare il Paese in un decennio di crescita in modo che nel 2030 possiamo guardarci indietro e dire con orgoglio che abbiamo fatto un buon lavoro. In fondo questo è quello che conta nel lavoro. I soldi e gli incarichi altisonanti passano, mentre l’orgoglio di avere fatto un buon lavoro rimane per sempre.

 

L’Intelligence a tutela degli interessi nazionali: dalla sicurezza economica a quella cibernetica

L’Intelligence a tutela degli interessi nazionali: dalla sicurezza economica a quella cibernetica

Le funzioni, attribuzioni e responsabilità del Comparto intelligence nazionale sono state incise in maniera profonda dalla legge 124 del 2007, istitutiva del Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica. Con la legge di riforma si schiuse l’orizzonte della tutela di un novero di interessi nazionali ben più ampi rispetto al consolidato ambito “politico-militare”, orientando il lavoro dell’Intelligence moderna anche alla difesa degli interessi economici, scientifici ed industriali dell’Italia.

I Servizi sono oggi chiamati a lavorare anche per sostenere l’impegno del Paese nella competizione economica su scala planetaria. Rientra, infatti, fra i compiti del Comparto quello di mettere a fattor comune tutte le sue risorse per finalizzarle alla tutela di una sicurezza nazionale intesa in senso ampio, nella quale la dimensione cosiddetta “ecofin” è per l’appunto centrale, come si conviene ad un’economia di mercato quale è la nostra, fortemente internazionalizzata e caratterizzata da un elevato grado di apertura al commercio internazionale.

Per “sicurezza economica” si intende, peraltro, non una semplice congerie di informative puntiformi sui fattori di rischio per questa o quella singola componente del nostro tessuto produttivo o del nostro sistema di infrastrutture critiche, bensì – come di fatto accade e come è doveroso che accada in una Nazione a costituzionalismo democratico – un approccio organico che, esclusivamente sulla base della pianificazione informativa approvata dal Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica (CISR), munisce i titolari del “decision making” governativo del dato informativo e degli strumenti conoscitivi necessari per tutelare l’interesse nazionale ed i gangli vitali del Sistema Paese.Decisiva diventa l’osmosi tra pubblico e privato, poiché, in concreto, non può esserci sicurezza economica nazionale se non vengono efficacemente tutelati tutti i soggetti imprenditoriali privati esposti a rischi, minacce o aggressioni che minano il patrimonio tecnologico, il know how industriale, i marchi, le strategie e le “brand reputation”. A cominciare da coloro i quali gestiscono infrastrutture critiche, erogano servizi di pubblica utilità ed operano nei settori strategici del Paese. Ma non solo: anche di tutti quelli che, compreso il tessuto di piccole e medie imprese, danno corpo al nostro sistema produttivo e che, per ciò stesso, sono chiamati ad un coinvolgimento attivo e responsabile, anzitutto in termini di consapevolezza diffusa e di abito mentale.

La sicurezza non deve essere più considerata un costo, bensì “l’investimento” per eccellenza dal quale, in misura crescente nel prossimo futuro, dipenderà la buona riuscita di qualsiasi altro. È, infatti, arduo immaginare che la competizione internazionale possa farsi, d’ora innanzi, “meno” accesa ed agguerrita. Al contrario, sarà sempre più connessa agli avanzamenti tecnologici e cibernetici, e sarà sempre più incline, nella sua declinazione concreta, a profilare “trappole” e forme mascherate di aggressione, specie nell’ambito degli investimenti diretti esteri, delle operazioni di fusione e acquisizione e dei fenomeni di concorrenza sleale in danno delle nostre imprese, di cui l’Intelligence ha ampiamente trattato nella Relazione annuale al Parlamento.

È utile, in sostanza, rafforzare gli strumenti a disposizione dell’Intelligence nazionale. Che, è bene ricordarlo, da ben prima che l’epidemia di Coronavirus dilagasse e si riverberasse sull’economia nazionale e mondiale poteva già fare affidamento su una cornice normativa molto robusta ed avanzata. A profili di rischio, attacchi, vulnerabilità ed ingerenze a matrice ibrida, che tendono a dissolvere la distinzione fra minaccia cibernetica e minaccia economico-finanziaria, può infatti corrispondere un livello di resilienza adeguato solo a condizione di disporre di una disciplina organica a tutela degli interessi nazionali nei settori strategici.

In particolare, la novellazione e la conseguente risistemazione del quadro normativo in materia di sicurezza nazionale attuate nel corso del 2019 hanno costituito, nella loro essenza, un tentativo ben riuscito di declinare in maniera moderna l’interesse nazionale. Sullo sfondo di una crescita culturale e di una presa di coscienza vieppiù ampie, incoraggiate dalle campagne nazionali di consapevolezza e formazione promosse dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), sono state infatti adottate innovative iniziative legislative intese ad elevare il livello di prevenzione e contrasto delle minacce legate alla trasformazione digitale.Vi era, in sostanza, una priorità non dilazionabile: imbastire una compiuta, articolata e coerente traduzione normativa della nozione di interesse nazionale, volta a mettere in sicurezza tutto quello che deve esserne considerato il cuore, vale a dire il know how, gli assetti, i sistemi, le reti ed i servizi di valore strategico: tutto ciò che, alla luce dell’estensione sconfinata del cyberspazio, della ramificazione capillare delle infotecnologie e della traslazione nel mondo digitale di quasi ogni aspetto della vita umana, va considerato come l’insieme degli “organi vitali” per antonomasia di un Paese.

È stato dunque finalizzato un impianto normativo che costituisce un esempio molto sofisticato di legislazione in materia di sicurezza nazionale e che dà corpo ad un vero e proprio “sistema integrato” di scrutinio degli investimenti e scrutinio tecnologico.

In chiave di intelligence economica, a rilevare sono, specificamente, i profili di scrutinio degli investimenti, nella misura in cui tale filone dell’attività degli Organismi si dipana proprio “in armonia con” e “a supporto del” framework di tutela che trova nella normativa sul Golden Power asse portante e punto di riferimento.

In conclusione, l’architettura normativa che disciplina il Comparto informativo nazionale prese le mosse, nel 2007, dagli spartiacque che segnarono quell’epoca e per tale motivo risulta, ancor oggi, solida nell’impianto e, parimenti, flessibile nell’adattabilità al cambiamento.

Il Paese può, dunque, fare affidamento su un’Intelligence alla quale, in ciascuno degli ambiti di sua pertinenza, sono connaturate tanto la propensione a cogliere il cambiamento, quanto l’attitudine ad assolvere alla propria missione istituzionale accostandosi con senso di responsabilità agli interrogativi cui il decisore politico e la cittadinanza la chiamano a rispondere: con il perseguimento del bene comune quale unica bussola, in piena aderenza agli obiettivi fissati dall’Autorità di Governo e sotto il controllo parlamentare.

Roma: dalla crisi la forza di crescere

L’assessore allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro del comune di Roma Carlo Cafarotti ha risposto ad alcune nostre domande. Cerchiamo di capire come, in ambiti strategici per la ripresa economica, la capitale stia reagendo alla crisi post coronavirus

Seppure in sofferenza, con ancora negli occhi e nella memoria il dramma di oltre 60 giorni di lockdown e di una città spettrale come non l’avevamo mai vista, Roma, la Capitale, sta ripartendo. Tante le incognite legate al presente e al futuro, da un’economia cittadina che con fatica sta provando a rimettersi in moto, ad imprescindibili necessità, come la ripresa del flusso turistico e la pianificazione di interventi a favore dei cittadini. Per cercare di fare chiarezza e di comprendere come l’amministrazione intende rispondere a queste e ad altre urgenze, abbiamo rivolto qualche domanda a Carlo Cafarotti, assessore allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro del comune di Roma. Ci auguriamo che questi mesi faticosamente trascorsi possano rappresentare un’occasione di rinnovata crescita per la città. Federmanager Roma, come recentemente sottolineato in occasione della presentazione dello studio “Le prospettive di Roma capitale”, crede che la nostra città, tanto più oggi, abbia bisogno di ritrovare fiducia nel futuro e recuperare una visione a lungo termine che superi l’emergenza.

Carlo Cafarotti, Assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro del comune di Roma

Alla luce del Decreto Rilancio e delle misure preventive imposte per la Fase2, come giudica la risposta di Roma? La Capitale è pronta a ripartire? Di cosa non si potrà fare a meno per riavviare l’economia della città?

 A mio avviso Roma si è correttamente riavviata verso la ripartenza: il terziario avanzato ha fatto ampio ricorso allo smart working, e con successo direi. Purtroppo tanta parte del PIL romano è legato alla presenza fisica delle persone, dei clienti. Basti pensare all’industria del turismo e a tutte le imprese in generale, che faticano a tornare ai livelli precedenti di redditività necessaria a garantirne la sopravvivenza. I flussi di turisti e in generale la presenza fisica delle persone sono in tal senso irrinunciabili.

Ha dichiarato recentemente che è massima priorità del suo assessorato salvare commercio e turismo e ha rivolto in tal senso un appello al ministro Franceschini. Ha avuto qualche riscontro utile? Quali sono a suo avviso gli ostacoli più grandi e quali le misure indispensabili per consentire al comparto di ripartire?

In parte abbiamo avuto riscontro, è oltremodo necessario lavorare con ENIT al piano di comunicazione coordinato del “Sistema-Paese Italia”, una campagna nazionale per il rilancio del settore. Il turismo merita molta attenzione, dato il suo peso economico. Di sicuro, una chiave per la riconquista dei flussi di turisti stranieri è quella della sicurezza sanitaria: ad oggi, la “destinazione Italia” potrebbe essere ancora percepita come “rischiosa”. A questa suggestione vanno contrapposte iniziative puntuali, mi riferisco in particolar modo alle certificazioni “Safe Tourism” cui stiamo lavorando e che, a mio avviso, ogni città e regione dovrebbe conseguire, per l’intera filiera turistica, unitamente a una relativa campagna marketing.

Sul fronte Lavoro, come ha reagito Roma alla crisi dovuta alla pandemia? Quali passi ha compiuto e intende compiere l’amministrazione capitolina per aiutare gli imprenditori e sostenere l’occupazione sul territorio?

Nei limiti delle disponibilità finanziarie degli Enti Locali, abbiamo posticipato tutti i maggiori pagamenti dovuti (es. tassa di soggiorno, COSAP, TARI, etc.) proprio per dare un respiro alle casse delle aziende. A Roma, stiamo lavorando all’esenzione COSAP per l’anno 2020. Quanto all’ipotesi di annullamento degli altri tributi, come richiesto da più parti, è necessaria una compensazione governativa.

Su Roma sono stati realizzati molti studi e relativi convegni. Tra questi ricordiamo: lo Studio promosso dalla Camera di Commercio (coordinato dal prof. De Masi), quello presentato da Unindustria (con la collaborazione di European House Ambrosetti) e, ultimo in ordine cronologico, lo Studio Federmanager Roma in collaborazione con l’Università La Sapienza. Tutti questi lavori hanno un unico comun denominatore: la necessità di dare un indirizzo strategico di medio-lungo periodo alle iniziative di rilancio della Capitale. Quale il vostro progetto a riguardo?

La pianificazione strategica è al centro del nostro operato: abbiamo già concluso i lavori nel settore del turismo, con il piano FUTOUROMA. In questo momento stiamo lavorando alla pianificazione dell’intera filiera agroalimentare: dalla produzione alla nutrizione, il cosiddetto “Piano Agrifood”. Successivamente avvieremo i lavori con focus sullo “Smart Business“, focalizzandoci sull’utilizzo intensivo delle tecnologie. La visione strategica della città è fondamentale e plasmerà lo sviluppo della capitale nei prossimi anni: questo lavoro sarà patrimonio della Capitale.

Prima del lockdown il suo assessorato aveva dato avvio ad una serie di consultazioni con le parti sociali e altre istituzioni, compresa Federmanager Roma, per avviare un percorso programmatico. Il discorso è riprendibile?

Assolutamente sì, la partecipazione di tutti gli stakeholder, coordinata dall’Ente, è un ingrediente necessario al buon esito del percorso programmatico.

In proposito uno dei problemi ricorrenti (non solo per la realtà di Roma), enfatizzato anche nella gestione della pandemia, è rappresentato dalla complessità dei rapporti tra istituzioni: regioni, comuni, aree metropolitane e ciò che resta delle province. Come avviare una sinergia concreta tra le parti?

Ho potuto toccare con mano gli effetti collaterali della frammentazione di responsabilità tra gli Enti ed assistere a casi di mancato coordinamento tra gli stessi. Con i colleghi regionali di riferimento (Sviluppo Economico e Turismo) c’è un buon canale. Osservo però che la Capitale d’Italia non dovrebbe essere istituzionalmente intermediata dalla Regione nei rapporti con il governo, questo molto spesso è causa di rallentamenti. Ritengo che la riorganizzazione di questi processi e interazioni dovrebbe essere frutto di un lavoro dedicato da parte del Governo e del Parlamento, perché la stratificazione di competenze, e leggi, rende tutto estremamente farraginoso.

Il cambiamento possibile: riflessioni sugli impatti socio-economici del coronavirus

Il cambiamento possibile: riflessioni sugli impatti socio-economici del coronavirus

Il Coronavirus ha cambiato la vita del Pianeta, di tutti noi, di intere Nazioni e sistemi politici.

Molto velocemente le problematiche che il nostro Paese stava già affrontando si sono dovute “riconvertire” su nuovi problemi e quelli esistenti (mercato del lavoro, sviluppo, innovazione) hanno subito un brusco impatto, alcuni sono stati temporaneamente accantonati, alcuni sono stati drammaticamente amplificati (il lavoro ad es.).

Certamente la questione sanitaria avrà un impatto predominante, ma già da qualche settimana i temi economici e di rilancio del Paese stanno assumendo una dimensione via via più importante e di rilievo. In tempi molto brevi le previsioni sugli scenari socio economici dei prossimi mesi/anni sono state riviste, modificate, di settimana in settimana. Ci sono da un lato alcune certezze. E permangono le incertezze.

Impatto sul PIL

Le economie mondiali, di pressoché tutti i Paesi, sono state impattate negativamente, in modo naturalmente diverso, dal diffondersi del coronavirus. Gli scenari di previsione ultimi per l’Italia parlano di un impatto sul PIL che può variare da -9 a -13% a fronte di una media europea del 7/8%.

La curva di ripresa nel corso del 2020, se ci sarà, dipenderà da quanto sarà rapida la ripartenza e se già nel 2020 si riuscirà ad attivare risorse per ritornare ad una situazione di semi normalità, considerando che il calo della domanda richiederà tempi più lunghi per tornare almeno ai livelli pre crisi.

 La tecnologia e i big data

Questa crisi ha amplificato il ruolo e le potenzialità delle tecnologie digitali sia per la gestione dell’emergenza sanitaria ma anche come mercati di crescita e di sviluppo. La capacità di disporre di tecnologie innovative e di reti di diffusione avanzate costituiscono un elemento di  vantaggio per i Paesi che già ne dispongono, questi sapranno rispondere prontamente con il tracciamento e l’analisi dei dati e fornire soluzioni nuove.Il cambiamento possibile: riflessioni sugli impatti socio-economici del coronavirusIl caso di aziende quali Zoom o Amazon che hanno visto crescere i loro numeri e quote di mercato in questi mesi in maniera esponenziale sono la prova che questa è una situazione che si combatte con la tecnologia sicuramente e che nuove realtà beneficeranno da questa crisi mentre altre scompariranno a causa di essa (come in ogni crisi del resto).

La raccolta e l’analisi di dati e la definizione di scenari attraverso le tecnologie di AI sono un ulteriore elemento che è emerso nella sua importanza con questa pandemia.

Il lavoro

Il lavoro ha già subito una importante impatto. In Paesi dove il sistema del lavoro è massimamente flessibile, quali Canada e Stati Uniti, l’impatto è visibile già da ora. Negli Stati uniti il tasso di disoccupazione è passato dal 3,5% di febbraio 2020 al 14,7% ad aprile.

Ad aprile, il mese centrale del lockdown, in italia si sono persi 274 mila posti di lavoro, in 484 mila hanno smesso di cercare un’occupazione ed è esploso il numero delle persone inattive, cresciuto di 746 mila unità. Le rilevazioni Istat registrano anche la scomparsa di 129 mila contratti a termine. Per quanto riguarda i giovani, i ragazzi alla ricerca di un lavoro diminuiscono di 119 mila (-31,8%). Scendono anche gli occupati, -35 mila unità (-3,4%).

Il sistema finanziario e il credito alle imprese

La crisi che si è determinata con la pandemia da Coronavirus si caratterizza da un punto di vista economico produttivo come crisi sia della domanda che dell’offerta.

Secondo Confindustria (Le previsioni per l’Italia: quali condizioni per la tenuta ed il rilancio dell’economia- Primavera 2020)  l’industria italiana è stata colpita dallo shock da coronavirus in una fase di debolezza  del ciclo economico che si protrae ormai da metà 2018 per effetto del deterioramento della domanda estera.

Già negli ultimi due anni le imprese italiane avevano subito un calo della liquidità, riflettendo la situazione economica e la progressiva riduzione dei volumi di credito del sistema bancario.

L’interruzione della produzione causata dal coronavirus per molti settori dell’economia italiana sommata al lockdown della popolazione generano una mancanza di produzione che si somma ad una carenza di domanda. Le imprese generano meno liquidità, pur continuando ad avere necessità di liquidità e quindi assottigliando le riserve. In queste condizioni anche imprese con bilanci tendenzialmente solidi possono avere nell’immediato grosse difficoltà in termini di cash flow.Il cambiamento possibile: riflessioni sugli impatti socio-economici del coronavirus

Il cambiamento possibile

La crisi derivata dalla pandemia da COVID 19 ci ha evidenziato molte criticità e molti ambiti che possono costituire elementi di cambiamento importante delle economie e della società.

Come evidenzia lo storico israeliano Yuval Noah Harari (Financial Times, 6 aprile 2020) “L’umanità sta affrontando una crisi globale. Forse la più grande della nostra generazione. Le decisioni che le persone e i governi prenderanno nelle prossime settimane probabilmente incideranno in profondità sul mondo per anni. Influiranno non solo sui nostri sistemi sanitari ma anche sull’economia, la politica e la cultura. Dobbiamo agire con rapidità e determinazione. Dovremmo anche tenere conto delle conseguenze a lungo termine delle nostre azioni. Nello scegliere tra varie alternative, dovremmo chiederci non solo come superare i pericoli immediati, ma anche in che tipo di mondo vivremo quando la tempesta sarà passata. Certo, la tempesta passerà, il genere umano sopravvivrà, molti di noi saranno ancora qui, ma vivremo in un mondo diverso”

La riflessione sulle chance di cambiamento che questa crisi ci offre deve essere ad un certo punto razionale, logica e guardare avanti per potere trasformare i problemi in  opportunità.

I finanziamenti e i flussi finanziari per gli investimenti che speriamo arriveranno dovranno essere gestiti tenendo conto dei driver e delle priorità su cui deve poggiare lo sviluppo del nostro Paese nei prossimi decenni. Dobbiamo dare prova di serietà, di concretezza e di affidabilità in questo.

Il cambiamento a questo punto non solo è possibile ma è dovuto, a fronte dei tanti sacrifici che abbiamo fatto e di quelli che dovremo per forza fare.