Dimostra che sei un essere umano


Covid-19

L’Italia ai tempi del coronavirus

L’Italia ai tempi del coronavirus

Previndapi, Fasdapi e Pmi Welfare Manager hanno risposto con efficacia e tempestività all’emergenza coronavirus, adattando operatività ed efficienza alle nuove condizioni

Il nostro Paese sta attraversando un periodo drammatico a causa della pandemia-epidemia del Covid-19: gli effetti diretti che stiamo subendo sono molteplici ed i numeri registrati dei contagi crescono giorno dopo giorno; in questi mesi il Governo ha adottato una serie di provvedimenti, via via più stringenti, con l’obiettivo in primis di contenere l’epidemia e poi di gestirla.

 

Come rispondono i fondi all’emergenza Covid-19

PREVINDAPI, FASDAPI, PMI WELFARE MANAGER in queste settimane, hanno adottato decisioni operative in linea con l’evoluzione della normativa – afferma il Direttore  Occhipinti – abbiamo completato un processo interno per mettere in sicurezza tutta la comunità dei nostri dipendenti, collaboratori, dei nostri fornitori e degli Iscritti in primis, assicurando al contempo la continuità del servizio”. Con l’obiettivo di proseguire nella quotidiana assistenza secondo la normale procedura e tempistica, dal punto di vista operativo, la Direzione dei Fondi ha predisposto una serie di disposizioni a beneficio dei propri Assistiti, i quali per tutte le comunicazioni potranno continuare a utilizzare i riferimenti personali con cui già operano (mail e fax), con l’ulteriore utilizzo di uno specifico numero di cellulare per la segreteria attivato ad hoc; è stato inoltre potenziato il sistema di call conference e di video conferenza facilmente accessibile per gli Organi di Governo e di Controllo dei Fondi, già in uso per le comunicazioni interne da parte della Direzione stessa.

Previndapi ha varato una policy che ha previsto il blocco degli appuntamenti e riunioni con ciascun stakeholder con l’attivazione immediata del Telelavoro per i dipendenti e collaboratori, per ovviare allo stato di difficoltà per gli spostamenti casa-lavoro – ha sottolineato il Presidente Lesca –. Il personale in telelavoro continuerà a ricevere quotidianamente la posta sui propri account di lavoro mail e, al fine di proseguire nelle attività tecnico/amministrative lavorando ‘a distanza’, è stato installato il programma ‘Supremo’ nei diversi computer del personale, che consentirà il proseguimento delle rispettive attività anche da remoto”. Infine il Presidente Lesca rassicura: “Tutte le iniziative per l’esecuzione dei servizi da remoto sono state comunicate con una nota specifica sul nostro sito, così come l’aggiornamento tramite Newsletter su tutte le altre iniziative attuate a beneficio degli iscritti al Fondo; a tutto il personale è stato distribuito il pieghevole predisposto dal Ministero della Salute con i 10 utili consigli per limitare un potenziale contagio”.

In considerazione delle difficoltà operative abbiamo deciso di mutare, per il periodo di allarme, la procedura di iscrizione al Fondo Fasdapi – dichiara il Presidente Califano, specificando che – ogni Iscritto potrà scegliere di anticipare l’invio dei moduli delle domande di iscrizione Dirigenti, Quadri Superiori, tramite l’invio per PEC, ottenendo così immediatamente la nuova registrazione, ovviando alla spedizione cartacea”.

Anche la posizione del Fondo PMI Welfare Manager viene chiarita dal suo Presidente Dalola:nonostante l’emergenza COVID-19, le misure di politica attiva a favore dei propri Iscritti non si fermano: dal servizio di sostegno al reddito (per coloro che divengono disoccupati involontari), al riconoscimento ad ogni Azienda iscritta di un contributo specifico per la contrattualizzazione di un Professional certificato come Innovation Manager e ad ogni Dirigente iscritto al Sistema Federmanager (con applicazione del contratto Confapi) un contributo forfettario per percorsi di certificazione delle competenze professionali relativi all’Innovation Manager”.

L'Italia ai tempi del coronavirus

Il nostro lavoro non si ferma

ASSOPREVIDENZA, l’Associazione di Categoria, per via dell’emergenza ha presentato in data 9/3/2020 e 10/3/2020, due istanze alla COVIP, una riguardante “le modalità di svolgimento delle riunioni dei Consigli di Amministrazione dei fondi pensione in presenza di circostanze eccezionali” e l’altra relativamente alle “problematiche amministrative diverse da emergenza virus COVID-19”. La COVIP ha tempestivamente fornito indicazioni in merito (Circolare dell’11 marzo 2020), consentendo agli Organi Collegiali di amministrazione e di controllo dei Fondi Pensione di riunirsi con collegamento in teleconferenza, e permettendo, per i Fondi aventi natura associativa, entro la fine del mese di giugno 2020, la convocazione dell’Organo assembleare per l’approvazione del bilancio 2019. Sono inoltre stati differiti i termini previsti per l’invio della Comunicazione periodica agli iscritti e per il deposito della Nota informativa (dal 31 marzo al 31 maggio 2020) e per la presentazione di osservazioni, commenti e proposte alle “Istruzioni di vigilanza in materia di trasparenza” (dall’11 aprile al 15 maggio 2020).

Le sorti del nostro Paese, del nostro tessuto produttivo, dell’occupazione e dei manager, motore per la ripresa in questa fase straordinaria, sono dunque la nostra primaria preoccupazione e ancora una volta ci sentiamo di schierarci in prima linea per gestire la complessità di questa emergenza al fine di garantire la continuità aziendale ed il benessere di tutti gli altri lavoratori. Con l’ultimo decreto “Cura Italia” sono stati disposti finanziamenti per circa 50 miliardi di euro su tutti i capitoli oggi più urgenti: sanità, lavoro, liquidità, fisco. Sappiamo che è un intervento che rappresenta un primo passo, ma le risorse allocate non saranno sufficienti ad affrontare la crisi.

Perché non temere il Covid-19

Perché non temere il Covid-19

Al termine dei tre anni di consiliatura, il presidente Giuseppe Noviello conferma la solidità di Previndai nell’affrontare l’emergenza da Covid-19

Sto per lasciare la Presidenza di Previndai, ruolo che ho avuto l’onore di ricoprire per 3 anni a partire dal 22 maggio 2017.

Avrei potuto dire che durante la consiliatura i dirigenti iscritti sono aumentati, superando a fine 2019 la soglia degli 82.000, i versamenti annui sono passati a 900 milioni di euro ed il patrimonio è aumentato a 12,5 miliardi di euro, mantenendo invariato il prelievo a carico degli iscritti per il funzionamento del Fondo, con un costo tra i più competitivi nel settore della previdenza complementare.

Ed ancora che il patrimonio è suddiviso nei comparti assicurativi (Assicurativo 1990: 6 miliardi euro, Assicurativo 2014: 4 miliardi) e finanziari (Bilanciato: 1,5 miliardi, Sviluppo: 1 miliardo), gestiti i primi da Generali (45%), Allianz (25%), Unipol Sai (24%), Reale mutua (6%) ed i secondi per il 90% da AXA, Pimco, Eurizon, ognuno per 1/3, in investimenti c.d. liquidi e per il restante 10% da c.d. fondi alternativi, con BlackRock quale Advisor del Fondo per gli investimenti finanziari.

Che i comparti assicurativi, tutelati da rendimenti minimi garantiti, hanno sempre battuto con i loro risultati il rendimento del Tfr e l’inflazione, che per il 2019 i comparti finanziari hanno registrato un risultato netto a due cifre, 12,32% per Bilanciato e 15,89% per Sviluppo.

Perché non temere il Covid-19

Avrei presentato tabelle e grafici e proseguito con le tematiche affrontate durante la consiliatura.

Il livello del servizio agli iscritti, ad esempio, fiore all’occhiello del Fondo, del quale la quasi totalità dei dirigenti si ritiene soddisfatta, con l’arricchimento delle informazioni periodiche ed il rinnovato sito web, area pubblica e privata. E che dire del call center telefonico, gestito direttamente da personale del Fondo esperto, che riscuote da sempre ampio consenso.

Avrei parlato degli scenari e delle strategie di investimento dei comparti finanziari, con il passaggio da una gestione specialistica ad una multi asset, con tre gestori di cui viene verificata costantemente la prestazione, e degli investimenti nell’economia reale, 10% dei comparti finanziari, per ottimizzare il rapporto rendimento/rischio contando sulle sinergie tra aziende competitive e manager competenti; del coinvolgimento del Fondo nei sei fondi selezionati attraverso la presenza nei loro Advisory Committee.

E che dire dell’apertura dell’iscrizione ai familiari, particolarmente importante perché consente di introdurre alla previdenza complementare i giovani, con tutti i vantaggi di una iscrizione precoce, o della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, sostegno finanziario agli iscritti in difficoltà.

Mi sarei soffermato poi sul rafforzamento dei sistemi di controllo, con la creazione delle funzioni di gestione del rischio, di revisione interna e della compliance, nonché della nomina del responsabile della protezione dei dati, in linea con la normativa europea, e sulla revisione dell’assetto organizzativo, in coerenza con il nuovo sistema di controllo ed ampliando le competenze della funzione finanza, accrescendo così il know how interno del Fondo, che si pone ora in condizioni dialettiche rispetto all’Advisor.

Non meno importanza avrei dato al rapporto con i giovani, con la conferma dell’edizione annuale del Premio per tesi di laurea alla memoria del precedente Direttore Generale, ed all’implementazione dei supporti informatici, con la costante attività di indirizzo e controllo del servizio, reso per la massima parte dalla Selda di cui il Fondo detiene una quota del 45%.

Perché non temere il Covid-19

Ed avrei riferito con grande soddisfazione dell’ampliamento delle logiche di comunicazione, su tutto il rafforzamento della identity del Fondo con il nuovo logo, che doveva essere presentato ufficialmente a marzo 2020 in occasione dei previsti festeggiamenti per la ricorrenza del 30° anniversario di vita di Previndai, rinviati a causa di Covid-19.

Non avrei dimenticato le raccomandazioni per il futuro, brutta abitudine di chi lascia, e quindi l’attenzione ai contratti assicurativi e alla loro scadenza: rendimento minimo garantito – consolidamento dei risultati – tavole di conversione in rendita favorevoli, condizioni che devono essere ripensate alla luce delle modifiche intervenute in questi anni nel settore delle Compagnie di Assicurazione.

Avrei richiamato il tema delle associazioni di categoria, nelle quali la leadership di Previndai nel campo della previdenza comporta l’onere di assumere un ruolo adeguato per conseguire obiettivi di interesse del settore.

Avrei anche ricordato che gli asset Previndai, Fasi, Assidai, Praesidium, coprono una vasta gamma di attività negli ambiti della previdenza complementare e dell’assistenza sanitaria integrativa, anche con prodotti assicurativi, e che l’esperienza ed il know-how acquisiti possono essere messi a disposizione di un settore in continua espansione.

Avrei infine concluso ringraziando i componenti del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e dell’Organismo di Vigilanza, la Società di Revisione, il Direttore Generale e la Struttura tutta.

Purtroppo non posso terminare così, perché i recenti accadimenti legati al Covid-19 mi impongono responsabilmente alcune riflessioni aggiuntive.

Anche se i recenti crolli dei mercati azionari sono analoghi a quelli dei drammatici giorni della crisi finanziaria del 2008 e lo shock economico cui stiamo assistendo è sia dal lato della domanda che dal lato dell’offerta, c’è da ritenere che l’economia globale non si trovi nella stessa situazione di allora. Infatti, sebbene le misure di contenimento del contagio del Covid-19 abbiano portato alla quasi paralisi dell’attività economica, i provvedimenti di politica monetaria e fiscale, adottati in modo adeguatamente espansivo, forniscono sostegno durante lo shock, per poi tornare alla ripresa dell’attività economica nella seconda metà dell’anno, senza danni permanenti al sistema economico.

Le banche centrali sono intervenute con misure rilevanti e talvolta senza precedenti nella storia al fine di fornire liquidità e stabilizzare la situazione di panico nei mercati finanziari.

L’entità delle misure adottate è stata simile a quella della crisi finanziaria del 2008 se non anche maggiore: la FED ad esempio con un programma di acquisti che non ha precedenti nella storia in quanto illimitato in termini di ammontare e senza scadenza temporale predeterminata.

Le politiche monetarie tuttavia non hanno ampio spazio di azione, in quanto i tassi di interesse di inizio anno partivano già da livelli bassi e dopo i recenti provvedimenti espansivi sono già arrivati a livelli minimi sotto i quali è difficile spingersi. E’ quindi necessario che le politiche fiscali siano più espansive in quanto ancora non sufficienti a tutelare piccole aziende e lavoratori. Le politiche fiscali devono sfruttare i margini di azione che le banche centrali stanno mettendo a disposizione.

Quanto alla diffusione del Covid-19, in Cina la curva di contagio ha rallentato in circa 6-8 settimane grazie alle rigide misure adottate. Il ricorso, nel resto del mondo, a misure di contenimento tali da stabilizzare la curva epidemiologica, come accaduto in Cina, porterà ad una lenta ripresa, con accelerazione nella seconda metà del 2020.

Bisogna quindi attraversare la burrasca, contenendo i danni quanto più possibile, per farsi trovare pronti alla ripresa del ciclo economico espansivo, facendo tesoro di quanto avvenuto e certi che nel medio-lungo termine i mercati recupereranno le recenti perdite. Il Fondo, dal canto suo e come sempre fatto finora, saprà assicurare ai propri iscritti risultati positivi.

Previndai ha le carte in regola per affrontare la situazione perché può contare su collaboratori di elevata professionalità e spiccato senso di appartenenza ed opera in collaborazione con strutture di primario standing mondiale. Ancora una volta dobbiamo ringraziare la lungimiranza di Federmanager e Confindustria.
Ora posso veramente concludere con soddisfazione la mia esperienza di Presidente.

Trasformare una crisi in crescita

Trasformare una crisi in crescita

Federmanager Academy ha realizzato per i propri iscritti un ciclo di 4 webinar gratuiti su storie aziendali di successo: svolti da docenti molto qualificati mirano a fornire strumenti per riconfigurare le proprie competenze

Il mondo è in crisi. Ma senza crisi non ci sono sfide, direbbe Einstein, e sono le sfide che portano a sviluppare inventiva e nuove strategie.

Reagire alla crisi trasformando questa emergenza in un’opportunità di crescita è quindi la sfida che Federmanager Academy ha scelto di proporre a manager e imprese, raccogliendo una richiesta dello stesso Presidente Cuzzilla. Se il Covid-19 ha cambiato il modo di vivere il mondo, facendo saltare gli eventi aggregativi, non per questo i manager devono fermarsi, ma è anzi venuto il momento di investire nella crescita personale e in una formazione che possa aiutare a trovare chiavi di lettura del proprio presente e buone idee per il futuro.

Per dare forza alla ripresa dei manager e trasformare un momento di crisis in opportunity, Federmanager Academy ha scelto di dare una risposta di tipo associativo realizzando per gli iscritti Federmanager un primo ciclo di 4 webinar gratuiti, svolti da docenti molto qualificati e miranti a fornire strumenti per riconfigurare le proprie competenze, in modo da ricominciare con un doppio vantaggio alla ripresa del ciclo economico.

Un percorso di cambiamento che coinvolge, ovviamente, diverse sfere della vita aziendale. Per tale ragione i webinar sono stati strutturati in modo da tenere presente questa dualità del manager: non solo lavoratore ma anche persona. Oltre ai docenti si è scelto quindi portare la testimonianza di alcune storie aziendali di successo, che hanno coinvolto in prima persona i dirigenti, tra cui Gianpiero Tufilli, iscritto di Federmanager Roma e membro del Coordinamento nazionale Giovani Dirigenti.

Il ciclo di webinar, che si affianca ai 22 corsi eLearning creati da Academy negli ultimi due anni, si è aperto con “Le neuroscienze e le decisioni in contesti di rischio: conoscere le dinamiche per decidere sotto pressione”: relatori Gino Saladini, medico-psicoterapeuta e criminologo, e Gianfrancesco Garino, Responsabile PMO ADM & MSIT di Ericsson Italia e anch’esso associato a Federmanager Roma. Il webinar ha dimostrato come il comportamento umano non sia solo il frutto di un confronto tra la nostra razionalità e la nostra psicologia, ma sia plasmato da entità come l’amigdala o l’ippocampo, i centri corticali superiori o la corteccia prefrontale. Questi equilibri sono ancor più delicati quando si vive in contesti di lavoro turbolenti, e quando si è costretti ogni giorno a competere sulla frontiera più esposta dell’innovazione, ma grazie agli strumenti legati alle neuroscienze i manager possono prendere le giuste decisioni, anche quando si è sotto pressione.

Il ciclo di webinar è continuato con una lezione sul cambiamento svolta da Elena Giannino, formatrice e coach certificata ICF, e con la testimonianza di Vanes Fontana, Direttore Generale di Grissin Bon, con il webinar “Organizzare un’azienda su due fronti: gestire una sovraproduzione e sperimentare lo Smart Working”. I due relatori hanno analizzato i cambiamenti che hanno coinvolto le aziende, ora “costrette” a lavorare da remoto, e ha fornito indicazioni per organizzare al meglio e motivare i team in questa nuova ottica produttiva.

Come noto, la crisi che ci ha coinvolto è di carattere mondiale, e per tale ragione Academy ha scelto di dedicare il terzo webinar alla Cina e alla necessità per le aziende italiane di individuare ora, e non solo dopo che sarà passata l’emergenza, le migliori opportunità per rinnovare il rapporto con questo Paese così lontano eppure trainante. Partendo dal confronto sugli stili manageriali presenti nei due Paesi, senza generalizzazioni ma con i principali concetti e alcuni casi reali, Francesco Boggio Ferraris, Direttore della Scuola di Formazione Permanente della Fondazione Italia-Cina, ha fornito un contributo concreto ai manager che intendono o intenderanno lavorare con la Cina a fine emergenza. Il webinar è stato completato dalla testimonianza di Gianpiero Tufilli sul suo lavoro di Chief HR Officer di ZTE Italia Group, sede alla quale il colosso cinese ha non solo riconosciuto autonomia e fiducia, ma affidato il ruolo di guida per allineare al caso italiano le altre presenze che ZTE ha in Europa.

L’ultimo appuntamento in ordine di data riguarda la questione emergenza Coronavirus dal lato sanitario e insieme della produzione, con il webinar “Un lavoro che diventa fra i più richiesti del mondo: sterilizzare strumenti sanitari e far fronte alla crescita”. Chi lavora in prima linea in questo settore ha un compito d’eccellenza: i tamponi e altri strumenti per salvare vite dipendono dai processi di queste imprese, e si crea una grande responsabilità morale e gestionale, ma anche un’emergenza produttiva. E allora, se tante volte si è parlato di business continuity per crash o altri eventi negativi improvvisi, come reagisce un manager quando tale crisi avviene per un overload di richieste? Un’inquadramento del problema si avrà con Annita Piermarini, consulente senior di Direzione, e Marco Fantoni, Direttore Generale di Sterigenics Italy, multinazionale che la business continuity ha dovuto realizzarla in concreto, per non tardare nella consegna di tamponi e altri strumenti per salvare vite.

Tutti i webinar saranno disponibili, sempre gratuitamente, agli iscritti Federmanager sul sito di Academy. In questi mesi abbiamo potuto constatare quanto la formazione a distanza si sia rivelata per i manager un concreto aiuto per crescere e migliorarsi; un percorso che Federmanager Academy intende continuare per preparare i manager alla ripresa, come faremo con un nuovo ciclo che partirà a breve (scriveteci da metà maggio su info@federmanageracademy.it).

Un valore per il Paese: gli anziani

Un valore per il Paese: GLI ANZIANI

Di fronte alla tragedia che stiamo vivendo, il problema delle pensioni passa in seconda linea. L’epidemia colpisce soprattutto gli anziani, una generazione che rappresenta la memoria storica del Paese. E’ importante proteggerli e fargli sentire affetto e vicinanza, anche economica

Quando la direzione di questa rivista mi ha chiesto un articolo per il numero di aprile/maggio ho avuto un momento di perplessità. Cosa scrivere in materia di pensioni, mi sono chiesto, proprio nel mezzo di un periodo di crisi così profonda determinata, come tutti sappiamo, dalla terribile pandemia del coronavirus?

Ci eravamo lasciati, cari lettori, con i primi esiti dei ricorsi sul blocco della perequazione, presentati nei diversi tribunali del Paese.

Incassato l’esito positivo del primo giudizio, emesso a Trieste dalla Sezione della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia, eravamo in attesa di quello del tribunale di Milano e degli altri tribunali chiamati in causa dai nostri ricorsi.

Un valore per il Paese: GLI ANZIANILe note vicende dell’epidemia e le vere e proprie stragi registrate soprattutto in Lombardia, ma anche nel resto d’Italia, hanno provocato provvedimenti governativi che, oltre a limitare le nostre libertà personali, hanno determinato, tra le altre cose, la chiusura dei tribunali.

Ecco allora bloccate le aspettative di vedere riconosciute da un organo giudicante di primo grado, e poi dalla Corte Costituzionale, le nostre sacrosante ragioni in merito al blocco della perequazione e al taglio delle pensioni cosiddette medio alte.

Ma di fronte a quello che sta succedendo – credo ne convengano i lettori – questi problemi passano sicuramente in seconda linea.

Oggi rimane di assoluta ed esclusiva importanza la salvaguardia della vita di fronte alla devastazione che sta causando questo stramaledetto virus.

Come difenderci da questa piaga? Come difendere noi stessi e i nostri vecchi? 
E già, perché a leggere quelle terrificanti tabelle che la Protezione Civile ci propina ogni pomeriggio, ci atterrisce la consapevolezza che la gran quantità dei decessi colpisce prevalentemente gli anziani, soprattutto gli over 80, maschi, residenti nel nord Italia.

Pare quasi che questo insieme, così tristemente definito, rappresenti il perfetto identikit del pensionato medio, di quel pensionato nel quale anche molti di noi si possono riconoscere, ancora capace di svolgere una attività sociale nel Paese, fosse soltanto, o soprattutto, quella di aiutare e sostenere con la propria pensione e la propria presenza quotidiana, l’esistenza di figli e nipoti, sostituendosi fin troppo spesso alle carenze di uno Stato per lo più assente nella produzione di posti di lavoro e di strutture per l’assistenza all’infanzia.

Ebbene, soltanto l’idea che questa epidemia, decimando i più anziani, stia sottraendo alla nostra comunità persone che costituiscono per i più giovani un importante punto di riferimento, non solo negli affetti ma anche nella vita quotidiana, ebbene questo mi sconvolge, mi atterrisce, mi lascia frastornato.

Un valore per il Paese: GLI ANZIANIPer capire il mio stato d’animo, prego il lettore di pensare agli over 80 non soltanto come vecchi nonni o genitori, magari fragili e male sulle gambe, ma anche come membri di una generazione vigorosa, forte, portatrice di esperienze e valori unici nel Paese.

Gli ottantenni di oggi hanno vissuto, seppure bambini o poco più, gli anni della Seconda Guerra Mondiale e sono stati i veri protagonisti della fase successiva, quella della ricostruzione e del boom economico, che ha portato l’Italia fuori dal baratro del conflitto mondiale e l’ha proiettata nel periodo d’oro di quel miracolo che stupì, e quanto, tutto il mondo che contava.

Questi anziani rappresentano l’unica generazione vivente ad avere sperimentato direttamente, sulla propria pelle, cosa vuol dire subire un così violento trauma collettivo, in quel caso la guerra, e poi mettere le basi per un nuovo inizio, la ricostruzione. Quei giovani di allora, e oggi anziani, sono particolarmente preziosi per aiutare a capire cosa bisogna fare per far ripartire un Paese messo a terra da un evento pernicioso e funesto come quello che stiamo vivendo.
La generazione degli ottantenni, tanti anni fa, si è assunta il compito di chiudere un’epoca e di aprirne un’altra, indicando a tutti un percorso di democrazia e di benessere.

Quella generazione si è fatta carico della ricostruzione di un Paese distrutto, facendo leva sui valori solidi dell’impegno, del lavoro, della responsabilità individuale e del bene comune. Valori oggi non così diffusi e intesi, ma ancor più utili alle nuove generazioni di fronte allo scempio pandemico e alle sue implicazioni attuali e future.

Questa maledetta epidemia si sta dunque portando via una parte considerevole di una generazione che ha rappresentato l’insieme dei valori e la memoria storica di una fase cruciale del Paese, quella della ricostruzione postbellica, che ha consentito all’Italia, proprio grazie a quegli uomini e a quelle donne oggi over 80, di diventare una delle maggiori potenze industriali del pianeta.

Quanto farebbero comodo, oggi, quegli anziani! E quanto servirebbero, domani, quando in Italia, in Europa e nel mondo ci si dovrà rimboccare le maniche e mettere mano ad una nuova, seppur diversa, ricostruzione.

I nostri anziani non sono dunque solo ultraottantenni fragili e male sulle gambe: la repentina e inopportuna scomparsa di molti di loro dovuta al Covid.19 rappresenta un grave e forte impoverimento sociale e culturale. Dobbiamo rendercene conto.

Proteggiamoli, questi nostri anziani, facciamogli sentire la nostra vicinanza, la nostra considerazione, il nostro affetto. E a chi resisterà, dopo il conflitto mondiale anche a questa non meno difficile prova, facciamo sentire che l’Italia ha bisogno, veramente tanto bisogno, della loro preziosa esistenza.

Ma attenzione: parlare come si sente in giro, pare per iniziativa di una non secondaria forza di governo, di istituire un nuovo contributo di solidarietà da applicare a redditi pari o superiori a 80 mila euro per promuovere un avvio di ricostruzione ad emergenza Covid-19 terminata, sembra, a noi pensionati, l’ennesimo sopruso verso una categoria, quella appunto dei pensionati, che già sta subendo sottrazioni per altri contributi di solidarietà accumulati nel tempo, per tagli importanti sugli importi delle pensioni medio alte e per l’ennesimo blocco della perequazione.

Attenzione, ripeto. Non si possono togliere ai nostri anziani, ai nostri pensionati, le certezze, almeno, di una certa stabilità economica. E con ulteriori prelievi, blocchi, contributi di solidarietà varia, queste certezze stanno via via scomparendo.