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Confindustria Energia

Confindustria Energia e lo sviluppo delle Infrastrutture Energetiche

Confindustria Energia e lo sviluppo delle Infrastrutture Energetiche

Sostenibilità integrata e sicurezza al centro del piano investimenti in infrastrutture energetiche di Confindustria Energia per la transizione ecologica in Italia

Confindustria Energia ha da tempo accompagnato lo sviluppo delle infrastrutture energetiche in Italia e nei Paesi dell’Area del Mediterraneo con una serie di studi e di analisi finalizzate alle consultazioni per la definizione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima attraverso previsioni di investimenti e proposte di modifiche normative e di semplificazione di procedimenti autorizzativi che consentano di raggiungere gli sfidanti obiettivi nella prospettiva di traguardare la neutralità carbonica al 2050. Con il contributo delle Associazioni rappresentate (Assogasliquidi, Assorisorse, Elettricità Futura, Proxigas, Unem), H2IT, Snam e Terna e con il supporto analitico di PwC Strategy&, Confindustria Energia ha elaborato la terza edizione dello Studio sulle Infrastrutture energetiche le cui analisi, avviate lo scorso anno nella cornice della ripresa post-Covid e della pubblicazione del Fit for 55, hanno avuto come priorità la ricerca di una convergenza tra sicurezza energetica, obiettivi ambientali e crescita economica, in un quadro di sostenibilità sociale”.

La forte riduzione negli ultimi anni degli investimenti nelle infrastrutture riguardanti le fonti energetiche tradizionali in via di decarbonizzazione, necessarie per un progressivo e sostenibile raggiungimento degli obiettivi climatici, si è dimostrata la principale causa dello sbilanciamento domanda/offerta nel mercato dell’energia e la sopravvenuta incertezza degli approvvigionamenti dalla Russia ha esasperato la volatilità dei prezzi, in particolare per quanto riguarda il gas.

Le complicazioni delle condizioni di contesto, che si sono susseguite nel corso del 2022, hanno delineato una nuova situazione geopolitica, ponendo in risalto i temi della sicurezza energetica e della necessità di un’ulteriore spinta verso la transizione ecologica, considerati elementi di indirizzo per lo Studio Infrastrutture energetiche per una transizione sicura e sostenibile. In base a due scenari, denominati “Fit for 55”“sostenibilità integrata”, sono stati individuati due piani integrati per gli investimenti fino al 2030, periodo in cui l’Italia, con altri paesi europei, dovrà far fronte alle criticità del proprio sistema energetico fortemente dipendente dalle importazioni.

Lo scenario “sostenibilità integrata” per le scelte strategiche che il Paese dovrà compiere in questo ambito, coglie al meglio le potenzialità del settore energetico nazionale e valuta in 182 Mld€ gli investimenti previsti nel periodo 2022-2030, che si traducono in un valore aggiunto totale di 320 Mld€, nell’impiego di 380k Unità Lavorative Annue ed in una riduzione di emissioni pari a -127 Mton CO2/anno nel 2030.

 

Il piano di sviluppo per le infrastrutture proposto dallo Studio che tiene conto dei criteri di “sostenibilità integrata”, nelle sue dimensioni ambientale, economica e sociale, consente di raggiungere gli obiettivi climatici 2030 previsti dal “Fit for 55” e garantisce contemporaneamente la sicurezza e la competitività delle forniture energetiche in linea con gli indirizzi del RepowerEU, facendo leva su una strategia energetica che superi l’attuale situazione emergenziale e mantenga la focalizzazione sugli obiettivi di transizione energetica nel medio-lungo termine. Tenendo presente gli effetti sui livelli occupazionali delle filiere tradizionali e di quelle innovative.

Dal piano emergono diverse leve complementari tra di loro a partire dalla posizione geografica ottimale del nostro Paese per l’ulteriore crescita di fonti rinnovabili e per la diversificazione delle rotte di importazioni energetiche, dalle sue riserve di gas naturale non utilizzate, dalle capacità di stoccaggio ed accumulo incrementabili e dalle reti di trasporto e trasmissione efficienti e diffuse nel territorio. Il gas manterrà in Italia un ruolo indispensabile nel medio termine, anche per supportare lo sviluppo previsto per le fonti rinnovabili elettriche, e non sarà completamente sostituibile dal biometano e dall’idrogeno. Sarà quindi necessaria la realizzazione di sistemi di stoccaggio e di utilizzo della CO2 per accelerare i processi di decarbonizzazione in alcuni settori industriali.

A partire da sinistra: Gilberto Dialuce, Presidente ENEA; Luca D’Agnese, Direttore Area Policy, Valutazione e Advisory Cassa Depositi e Prestiti; Francesco Del Pizzo, Direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento Terna; Roberto Potì, Vicepresidente di Confindustria Energia; Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Giuseppe Ricci, Presidente Confindustria Energia; Aurelio Regina, Delegato per l’Energia Confindustria; Stefano Venier, Amministratore Delegato Snam

La leadership in Europa nella produzione di biocarburanti e di importanti eccellenze nei processi di economia circolare completa il quadro delle opportunità disponibili. La sezione dello Studio dedicata all’economia circolare sottolinea infatti le significative prospettive di sviluppo per il nostro Paese in termini di valorizzazione delle filiere produttive nazionali e di risparmio e di ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse, garantendo nel contempo la sostenibilità sociale ed il rapporto con il territorio. Questo approccio contribuisce alla sicurezza energetica anche attraverso la riduzione della dipendenza dai Paesi extra UE nell’approvvigionamento dei materiali critici.

La condivisione, inoltre, con le comunità locali delle priorità strategiche, dei criteri progettuali adottati per la minimizzazione dell’impatto ambientale e la definizione ex ante delle ricadute economiche e occupazionali, unitamente a uno stretto coordinamento tra enti autorizzativi nazionali e regionali, sono i presupposti necessari per la “messa a terra” nei tempi previsti delle iniziative proposte. Si ritiene che i risultati e le proposte di questo Studio possano costituire un utile contributo per la prossima revisione del PNRR, per la definizione del nuovo PNIEC a livello nazionale, e per la negoziazione degli atti delegati del “Fit for 55” e del RepowerEU a livello europeo nel quadro di una visione strategica e geopolitica per il nostro Paese di maggiore collaborazione con i Paesi del Mediterraneo, area di tradizionale presenza degli operatori italiani, al fine diversificare gli approvvigionamenti energetici e di incentivare modelli di sviluppo infrastrutturale sostenibili e integrabili.

Programmi coordinati per la realizzazione delle infrastrutture energetiche individuate possono costituire un valido riferimento per le decisioni di investimento nel medio-lungo periodo, purché sia assicurata la definizione di un quadro articolato di “fattori abilitanti” di carattere normativo, autorizzativo e finanziario. Sarebbe così possibile attivare tra il 2023-2026 progetti per 62 Mld€, un segnale concreto verso l’accelerazione degli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi concordati a livello europeo attraverso un processo di transizione sostenibile.

*Lo Studio “Infrastrutture energetiche per una transizione sicura e sostenibile” è stato completato nel dicembre 2022 e presentato a Roma il 17 gennaio 2023 alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. 

In apertura Immagine di evening_tao su Freepik

Energie in transizione: manager a confronto

Energie in transizione: manager a confronto

Confindustria Energia e Federmanager hanno recentemente avviato un’intensa attività congiunta a seguito della firma nella scorsa primavera di un Protocollo di collaborazione.

L’agreement prevede la condivisione del patrimonio di conoscenze nell’ambito dei temi della managerialità al servizio della transizione energetica. La prima iniziativa ha riguardato il programma di executive seminar Energie in transizione per un mondo sostenibile, sei appuntamenti per discutere di energia per favorire la diffusione di una cultura che valorizzi competenze e conoscenze.

Il programma avviato ad ottobre si è concluso a dicembre con la partecipazione di oltre 100 manager, in ogni sessione, provenienti dai diversi comparti produttivi.

L’iniziativa – sostiene l’Avv. Noviello, Direttore Generale di Confindustria Energiaha dimostrato che la condivisione delle conoscenze è realmente la chiave di volta per avviare processi di cambiamento importanti e concreti quali quelli richiesti dalla transizione ecologica e più precisamente quella energetica. La collaborazione e la passione fanno la differenza nei processi trasformativi. Questa è la filosofia con cui ogni giorno Confindustria Energia e Federmanager sono impegnati in stretto contatto anche con le parti sociali a promuovere il cambiamento, definendo quest’ultimo, obiettivo primario del Paese”.

Domenico Noviello, Direttore Generale di Confindustria Energia

I seminari sono stati impostati per costruire un pensiero consapevole per una transizione energetica giusta e sostenibile in modo davvero integrato, con un approccio tecnologicamente neutro e capace di ricercare sinergie e complementarità tra le diverse soluzioni, massimizzando efficienza ed efficacia.

È possibile una transizione energetica soltanto se risponde ai principi dello sviluppo sostenibile attraverso scelte che rispettino l’ambiente, ma che siano al contempo economicamente accettabili e soprattutto eque e giuste sotto il profilo sociale. L’accesso all’energia è il grande tema se consideriamo che nel mondo circa 700 milioni di persone non dispongono dell’energia elettrica. Un tema purtroppo di attualità se lo colleghiamo alla povertà energetica connessa attualmente ai suoi costi.

L’attuale situazione geopolitica, con tensioni economiche di rilievo mondiale, causate anche dal conflitto ucraino, ha dimostrato quanto siano strettamente collegate le dimensioni economiche, sociali ed ambientali. I seminari, basati su un approccio che alterna l’ascolto degli esperti a quello della partecipazione attiva nella formulazione di posizioni basate sulle esperienze manageriali dei singoli partecipanti, ha l’obiettivo di   costruire un pensiero propositivo sulla comprensione dei problemi e sui modelli da adottare per fronteggiare le molteplici crisi della modernità”, come ci riferisce l’Ing. Amato, Vicepresidente di Federmanager Roma.

Antonio Amato, Vicepresidente Federmanager Roma

Il programma di incontri affronta, attraverso sei angolazioni, diverse opportunità e criticità della transizione, tenendo come punto fermo la ricerca di soluzioni per superare l’attuale crisi energetica, che ha evidenziato anche le vulnerabilità del sistema di approvvigionamento e del sistema sociale.

L’approccio di “energie in transizione” è quello di non trovare soluzioni, ma ampliare il campo di riflessione attraverso il confronto con accademici, rappresentanti di associazioni, esperti del settore e manager, sul ruolo delle fonti rinnovabili, strategiche per la decarbonizzazione, dell’economia circolare nel settore energetico.

Il primo seminario ha riguardato il tema della Just Transition (transizione equa) per affrontare quello della sostenibilità in chiave energetica; come è stato evidenziato nel corso dell’incontro “la transizione energetica è come il cubo di Rubik, difficile da risolvere ma non impossibile”. Questo è un passaggio chiave di cui siamo convinti: la complessità della tematica è dovuta all’urgenza di trovare una soluzione e all’impossibilità di una scelta radicale, repentina ed univoca. Molti esperti convergono sulla necessità di adottare un approccio olistico che premia le soluzioni migliori per il contesto.

Dal confronto su ciò che rappresenta una transizione giusta ed equa è emersa l’esigenza di riflettere sugli impatti della transizione stessa – i costi – riguardo alle fasce o settori industriali più deboli. Per fronteggiare il tema viene in soccorso però la tecnologia. Se da un lato la tecnologia ci fornisce le soluzioni è necessario d’altro canto che vi sia una professionalità adeguata, basata su competenze e dinamiche del mercato del lavoro pronte ad assecondare i cambiamenti che quest’ultima impone.

Il programma seminariale è proprio dedicato alla valorizzazione del capitale umano dove le professionalità della transizione richiederanno nuove forme di managerialità fondamentali a massimizzare l’efficienza energetica, il rapido sviluppo delle rinnovabili, la trasformazione di rifiuti in nuove risorse e l’ottimizzazione dei bio carburanti in tutti settori della mobilità. Decisivo sarà il ruolo della formazione da adesso e per i prossimi anni.

Il percorso si sviluppa attraverso l’approfondimento di argomenti strategici quali la gestione dei rifiuti e della sua valorizzazione per non contribuire a contaminare ulteriormente  le matrici ambientali a cui rispondiamo con egoismo ecologico in contrapposizione alla generosità della natura; va in questa direzione l’idea di nuovi modelli di urbanizzazione, trattando temi logistici, infrastrutturali, digitali e sociali, con un approccio che valorizza la giusta tecnologia per le potenzialità e necessità del contesto e  le aspettative dei cittadini.

In un mondo in ricerca di soluzioni innovative e concrete, la condivisione dei saperi e dei valori ha trovato massima espressione nel “world cafè decarbonizzato”, un momento dedicato ai partecipanti e ai relatori per cogliere le opportunità che emergono da un confronto diretto sulle diverse istanze di cui sono portatori gli esperti dell’energia e i manager provenienti da diversi settori.

Un’intesa per la formazione di nuovi manager della transizione energetica

Un’intesa per la formazione di nuovi manager della transizione energetica

Un protocollo di collaborazione per la realizzazione di progetti comuni su industria, ambiente e lavoro, valorizzando conoscenze, competenze e capacità organizzative

 

“Il protocollo di intesa siglato tra Confindustria Energia e Federmanager va nella giusta direzione di una comunicazione chiara ed una informazione trasparente sulla transizione energetica, da attuare certamente con tempi e step prefissati, in modo che sia giusta ed equa senza lasciare nessuno indietro soprattutto dal punto di vista sociale ed economico. Inoltre il protocollo si prefigge di sviluppare iniziative e progetti di formazione manageriale per la trasformazione energetica in atto, al fine di prevedere ed incentivare l’inserimento di risorse manageriali professionali e competenti”. 

Antonio Amato, Vicepresidente Federmanager Roma

 

 

 

L’intesa guarda ad una convergenza sulla necessità di perseguire “una transizione energetica inclusiva, che valorizzi gli asset industriali e sociali del Paese facendo leva, per i prossimi anni, su investimenti volti alla crescita delle filiere innovative e alla riconversione” insomma “che promuova azioni tese ad assicurare la sostenibilità ambientale, economica e sociale dei cambiamenti in atto, stimolando una maggiore integrazione tra le politiche attive del lavoro e le politiche industriali”.

Il protocollo, siglato dai Presidenti di Confindustria Energia, Giuseppe Ricci, e Federmanager, Stefano Cuzzilla, impegna la Federazione di Confindustria, che rappresenta le Associazioni del Comparto Energia, e l’Associazione, che rappresenta il management delle aziende produttrici di beni e servizi, “a collaborare in modo sinergico al fine di accrescere l’efficacia di iniziative congiunte, volte a sviluppare la cultura su temi connessi all’industria, all’ambiente e al lavoro, nell’ambito delle quali mettere a fattor comune conoscenze, competenze e capacità organizzative”.

Per le Parti, l’economia circolare sarà pilastro di questo processo con il vantaggio di ridurre ed efficientare il consumo di materie prime e l’utilizzo di siti dove l’Italia potrà giocare un ruolo di leader per competenza tecnologica e know-how. Elemento fondamentale sarà l’inserimento di specifiche figure professionali nelle PMI – Manager della Transizione Energetica – con l’obiettivo di avviare una profonda revisione ed innovazione dei modelli di produzione, distribuzione e consumo per salvaguardare la competitività dei comparti industriali ed il patrimonio di risorse naturali.

Foto Pexels

L’Italia – ha sottolineato Riccipotrà giocare un ruolo di leader per competenza tecnologica e know-how verso una transizione ecologica ed energetica inclusiva che guardi all’intera filiera, dalla produzione alla distribuzione di energia tradizionale, rinnovabile e innovativa. E questo sarà possibile valorizzando le competenze del presente e accrescendo quelle del futuro, chiamate a nuove sfide e opportunità da cogliere. Innovazione e digitalizzazione sono le parole chiave, ma è necessario assicurare a lavoratrici e lavoratori competenze (hard e soft skills) e modelli organizzativi smart e orizzontali”.

L’elemento fondamentale – ribadisce Cuzzillasarà l’inserimento di specifiche figure professionali nelle PMI con l’obiettivo di avviare una profonda revisione ed innovazione dei modelli di produzione, distribuzione e consumo per salvaguardare la competitività dei comparti industriali. La progettazione e la realizzazione di percorsi formativi e di certificazione delle competenze coerenti con le mutate esigenze delle imprese è il focus della nostra intesa, i Manager della Transizione Energetica, formati al cambiamento, contribuiranno infatti alla crescita del processo di innovazione guidando e motivando le risorse, consentendo così una maggiore competitività delle aziende oltre al maggiore coinvolgimento dei lavoratori”.

L’impegno nella decarbonizzazione, gli effetti della pandemia e i nuovi equilibri geopolitici, infatti, hanno fatto emergere nuove esigenze economiche e sociali richiedendo ancora più cooperazione tra soggetti decisori e parti sociali. In un contesto globale di grande instabilità serve una visione strategica che coinvolga i soggetti di rappresentanza negli indirizzi per la transizione energetica delineati dal PNRR per garantire la competitività di lungo periodo del sistema produttivo con l’uso responsabile di ogni risorsa e, quindi, la sostenibilità dei processi a tutti i livelli.

Nella foto in apertura, Giusppe Ricci, a sinistra, Presidente di Confindustria Energia e Stefano Cuzzilla, a destra, Presidente di Federmanager, siglano il protocollo di collaborazione