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autonomie differenziate

Autonomia differenziata, quali prospettive?

Autonomia differenziata, quali prospettive?

Il tavolo tecnico organizzato da Federmanager Roma il 26 marzo, chiamando a partecipare Istituzioni, Tecnici e Stakeholder, ha dato il via al dibattito: quale futuro per Roma e per il nostro paese?

All’incontro, moderato dal giornalista de Il Messaggero Andrea Bassi, hanno preso parte il Presidente Federmanager Stefano Cuzzilla, il Presidente Federmanager Roma Giacomo Gargano, il Viceministro dell’Economia e delle Finanze Laura Castelli, l’on. Francesca Gerardi – Vice Capogruppo Commissione Finanze Camera dei Deputati, il prof. Adriano Giannola – Presidente Svimez, l’Ing. Nicolò Rebecchini – Presidente Acer, il dr. Gianfrancesco Romeo – Capo Ufficio Legislativo Ministro per il Sud – il dr. Lorenzo Tagliavanti – Presidente Infocamere e l’Ing. Filippo Tortoriello Presidente Unindustria Lazio.Autonomia differenziata, quali prospettive? Come ricordato dal Presidente Federmanager Roma, Giacomo Gargano, con il dibattito organizzato il 26 marzo, si è voluto “favorire un confronto su una questione delicata che oltre a spostare risorse per miliardi di euro, si parla di oltre 21 miliardi, ha ripercussioni politiche, economiche, istituzionali e costituzionali con ricadute considerevoli sul futuro di molti territori”. “Va scongiurato il rischio di aumento della distanza tra regioni ricche e regioni povere.ha sottolineato il Presidente –  Si deve pensare ad una soluzione per far fronte a questioni di fondamentale rilevanza come quelle dell’ambiente, del settore energetico e delle infrastrutture e del governo del territorio. Per non parlare di scuola e sanità”. Roma? Merita un progetto di sviluppo strutturato al pari delle grandi capitali europee e va tutelata nella sua funzione di capitale del Paese. “Bisogna sicuramente evitare il depauperamento di territori già compromessi – ha continuato il Presidente Gargano –. Serve un progetto concreto di sviluppo che porti risorse adeguate, sia pubbliche che private, che siano in grado di arginare il rischio di un aumento del divario già esistente”. Dello stesso avviso il Presidente Federmanager Stefano Cuzzilla che, nel ringraziare il Presidente Federmanager Roma in apertura del dibattito, ha ricordato: “Ben vengano le trasformazioni ma ragionate. Le regioni devono poter camminare alla stessa velocità – ha proseguito il presidente Cuzzilla – Abbiamo regioni virtuose che è importante vengano supportate nei più diversi settori: dalla sanità, all’energia, ai trasporti. Per non parlare di una grande sfida che è quella della logistica“.

I rischi?

Con l’autonomia differenziata regionale, insomma, c’è il rischio concreto, come qualcuno paventa, di una “disarticolazione” dello Stato in poche mosse per fare di Roma una scatola vuota? Sono state poste domande importanti che hanno coinvolto i presenti e animato il confronto. “Ci sono alcune misure richieste nell’autonomia regionale differenziata ha sottolineato il Vice Ministro Laura Castelliche andrebbero estese a tutte le Regioni, perché renderebbero l’Italia migliore. Il tema dell’autonomia è sicuramente un’occasione da non perdere, per aumentare la competitività dell’intero Paese. In questo – ha concluso – si incastra anche il lavoro che come Governo stiamo facendo per la riforma del TUEL, che incide sulla possibilità per molte realtà di rafforzarsi”. Il tema, insomma, è di quelli particolarmente “spinosi” che stimola numerose riflessioni a 360 gradi.Il professor Giannola, in assoluta controtendenza rispetto al Viceministro, ha ricordato: “Queste intese modificano esattamente il punto della Costituzione che parla di uguaglianza tra i cittadini, anzi cristallizzano il fatto che i diritti non sono gli stessi in tutti i territori. Qui c’è un problema surrettizio, quello di voler cambiare la Costituzione“. Rispetto alle considerazioni del Viceministro Castelli sulla “questione del Nord” il professor Giannola è categorico: “Avere più risorse per far riprendere il Vento del Nord è un’illusione. Dobbiamo pensare a qualcosa di più inclusivo e che comprenda anche il Vento del Sud se vogliamo evitare che l’Italia vada a sbattere e finire commissariata entro tre anni. Edulcorare questi aspetti è una grossa responsabilità“. “L’autonomia può andare beneha aggiunto il professor Giannolama perché allora nella bozza delle intese si parla di autonomia come rivendicazione del cosiddetto residuo fiscale finanziario? Si chiede un riconoscimento del ruolo della capacità fiscale ma è un concetto contro il diritto di cittadinanza dell’approccio costituzionale”.

Serve un piano strategico per Roma

Sono tematiche su cui occorre avere un approccio laicosottolinea nel suo intervento Filippo Tortorielloil   livello essenziale delle prestazioni da garantire a tutti i cittadini, è questa la responsabilità che si deve assumere lo Stato. Pensiamo alla sanità. Il tema delle autonomie differenziate, così come è stato pensato, rischia di rendere ancora più difficile la situazione per Roma. Le capitali di tutto il mondo sono le locomotive per l’economia del paese. Occorre, dunque, un piano strategico per fare di Roma una città attrattiva, resiliente e internazionale“.

Sulla necessità di attuare un nuovo modello più competitivo per Roma è d’accordo anche Nicolò Rebecchini: “Il rischio che le autonomie così concepite possano avere una ricaduta sugli aspetti economici della città è reale. Regioni ricche che continueranno ad arricchirsi e impoverimento e disoccupazione per la nostra città. Bisogna però cavalcare questo momento di spinta di autonomia regionalista per poter inserire il problema della nostra capitale altrimenti il futuro sarà sempre più difficile“.

Secondo Tagliavanti che non apprezzaquesto federalismo fai da te“, “non è solo un problema di soldi ma di funzioni“. La Roma moderna è la Roma Capitale, una Roma capace di poter competere con l’Europa, un’esigenza istituzionale per la realizzazione di uno status diverso per la città. E Tagliavanti ricorda, per sottolineare che non si tratta solo di un problema di soldi, che “con i numeri del residuo fiscale dopo la Lombardia, c’è il Lazio, quindi a Roma converrebbero anche le autonomie“.

Insomma, tocca capire, come ricorda Gianfrancesco Romeo, “quanto si può cavare davvero dalle materie delle autonomie differenziata, quanta autonomia si può prendere e si può chieder realmente, quanto l’attuale tessuto costituzionale ce lo permette“. L’onorevole Francesca Gerardi spiega: “Questo tavolo è un momento molto importante per ascoltare i diversi pareri. Promuovere queste autonomie serve ad alleggerire i conti dello Stato e a gestire al meglio le proprie risorse per distribuirle a pioggia sul resto dell’economia. Ritengo che sia un’opportunità da non perdere ma è anche necessaria una migliore comunicazione tra Regioni e Stato. Penso al problema dei rifiuti. Con l’autonomia regionale si potrebbero risolvere anche questi problemi“.

Le conclusioni del Presidente Gargano

Il tavolo tecnico, insomma, è stato un vero e proprio confronto, a tratti animato, sempre molto verticale su problematiche e soluzioni. Il presidente di Federmanager Roma ha precisato, nel suo intervento finale: “Su questo tavolo oggi sono state dette cose importantissime. Si è capito che l’autonomia non è una cosa negativa come era stata presentata inizialmente, che è necessaria ma che va affrontata con tutti i criteri, con senso di responsabilità. Per questo chiedo al governo e a ognuno di noi di fare il proprio ruolo perché anche noi, quando il tema verrà portato in Parlamento, dobbiamo essere ascoltati. Roma deve essere considerata nel modo che le spetta perché è la Capitale d’Italia. Siamo noi che dobbiamo dare indicazioni e che possiamo farlo su tutte le cose che succedono in questa città. Il futuro dipende anche da noi perché depauperare Roma significa depauperare il paese, significa togliere tutto quello che c’è di collante tra Nord e Sud. Parlamento e parti sociali devono intervenire e collaborare insieme. Ecco il nostro auspicio. Abbiamo in Italia degli esempi così importanti, dobbiamo trovare il modo di utilizzarli e migliorarli“. “Ringrazio tutti i partecipanti al tavoloha concluso il Presidente Federmanager Romaa cominciare dalle Istituzioni che hanno accettato di intervenire oggi. I nodi da sciogliere sono intricati e cruciali. Il nostro auspicio è che si opti per una soluzione che agisca nel rispetto delle peculiarità territoriali e pensi ad un’Italia con un futuro di peso in Europa”.