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Gli aspetti da conoscere del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Italia

Si parla ormai da parte di tutte le forze politiche e delle istituzioni di PNRR. Pochi – per la verità – si sono avventurati per comprenderne in profondità i meccanismi, il contesto giuridico, economico e le reali possibili conseguenze.

Si può comprendere: si tratta di migliaia di pagine, di rinvii normativi, di interconnessioni continue fra istituzioni comunitarie e nazionali. La posta in gioco è molto alta: è lo sforzo di modernizzazione del nostro paese paragonabile al piano Marshall dell’immediato dopoguerra, ma dimensioni di gran lunga più rilevanti.

Di seguito, e in estrema sintesi, gli aspetti principali:

La nascita del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Italia: basi giuridiche e tappe principali

 

Base giuridica Risorse stanziate
REGOLAMENTO (UE) 2020/2094 DEL CONSIGLIO del 14 dicembre 2020 che istituisce uno strumento (NGEU) dell’Unione europea per la ripresa, a sostegno alla ripresa dell’economia dopo la crisi COVID-19 750 Mld Euro
REGOLAMENTO (UE) 2021/241 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 12 febbraio 2021 che istituisce il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza 672,5 Mld Euro

(360 Mld prestiti e 312,5 Mld sovvenzioni)

Il 25 aprile 2021 il Governo italiano ha ufficialmente trasmesso alla CE il Piano Nazionale di Ripresa e resilienza dell’Italia “Italia Domani” 235 miliardi di euro

(Risorse UE e Nazionali)

DECISIONE DI ESECUZIONE DEL CONSIGLIO del 13/07/2021 relativa all’approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza dell’Italia /
DECRETO-LEGGE 6 maggio 2021, n. 59 “Misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti” 30,6 Mld Euro

Risorse PNRR in Italia

L’importo complessivo del PNRR Italia è pari a 235,1 Mld Euro di cui:

  • 191,5 Mld Euro a valere sul RRF (€68,9 Mld di sovvenzioni e €122,6 Mld di prestiti) e di cui parte delle risorse sono state stanziate tramite il Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) per 15,6 mld di €;
  • è stato istituito un Fondo Nazionale Complementare per un importo complessivo pari a 30,6 mld di €;
  • 13 mld di € sono state assegnate per il tramite del Fondo React EU.

Struttura PNRR in Italia

Il PNRR contiene un pacchetto di riforme strutturali e investimenti per il periodo 2021-2026 articolato in 6 MISSIONI:

MISSIONE 1 – TRANSIZIONE DIGITALE, COMPETITIVITÀ, CULTURA E TURISMO

MISSIONE 2 – TRANSIZIONE VERDE

MISSIONE 3 – INFRASTRUTTURE PER UNA MOBILITÀ SOSTENIBILE

MISSIONE 4 – ISTRUZIONE E RICERCA

MISSIONE 5 – INCLUSIONE E COESIONE

MISSIONE 6 – SALUTE E RESILIENZA

Attuazione Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Italia

Legge n. 108 del 29 luglio 2021 (ex DL n. 77 del 31 maggio 2021) “Governance del Piano Nazionale di rilancio e resilienza prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”.

Come è evidente si tratta di una struttura di piano di estrema complessità che avrà bisogno – per un efficace governance – di capacità professionali e di coordinamento notevoli.

Ma vediamo di approfondirne alcuni aspetti.

La novità più significativa – come notato da molti editorialisti – è data dal fatto che si è finalmente creato un “debito comune” fra i paesi aderenti all’Unione Europea. In sostanza il denaro da spendere non viene dal bilancio comunitario alimentato – come è noto – attraverso diversi meccanismi dagli stati aderenti. È la stessa Unione Europea – soggetto transnazionale – ad indebitarsi sul mercato finanziario, con la forza della sua credibilità e del suo rating AAA. È di tutta evidenza che il cambiamento è storico soprattutto con riferimento alle diverse sensibilità fra parte “rigorista” (nord Europa) e gli stati che durante la crisi dell’euro erano chiamati PIIGS, acronimo riferito anche al nostro paese. Ovviamente sono gli stessi stati membri a doversi fare carico della restituzione del denaro preso a debito entro il lontano 2056.

La sfida maggiore è data dalla scadenza, fissata nei regolamenti, ed è – come è noto – il 31 dicembre 2026. Osservo sommessamente che si analizza la serie storica della capacità di spesa di amministrazioni pubbliche nazionali e locali, sembra un obiettivo a dir poco rivoluzionario per il nostro paese.

La Commissione europea ha erogato ieri all’Italia il prefinanziamento a valere sul Piano Nazionale di Ripresa e resilienza (PNRR) per un importo di 24,9 miliardi di euro, pari al 13% dei 190,5 miliardi stanziati a favore del paese. I 24,9 miliardi di euro sono composti per 8,957 miliardi da aiuti a fondo perduto e per 15,937 miliardi da prestiti. I pagamenti del rimanente 87% saranno versati in base al completamento dei target fissati.

Oltre ai target fisici, collegati ad investimenti ben individuati, sono stati previsti nel piano obiettivi di riforma di significato enorme. Basti pensare all’efficientamento della Pubblica Amministrazione, all’accelerazione della giustizia civile e penale, rafforzamento della concorrenza, riforma fiscale e modernizzazione del mercato del lavoro.

A conclusione di questa sintetica analisi, è opportuno concentrarsi sulla parte del piano relativo alle riforme: perché i piani nazionali di ripresa e resilienza sono soprattutto piani di riforma.

Le riforme debbono avere lo scopo di affrontare le debolezze del paese sia un’ottica strutturale, sia ai fini della ripresa e resilienza del sistema economico e sociale, a fronte delle trasformazioni provocate dalla crisi pandemica.

Il piano delinea tre tipologie di riforme: orizzontali, abilitanti e settoriali. La riforma della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario fanno parte delle riforme orizzontali.